Il viaggio nel regno eremita dopo 24 anni. Il presidente russo invitato da Kim Jong Un: tra i due Paesi una "indistruttibile relazione da compagni d'armi"
Vladimir Putin è arrivato in Corea del Nord. Il presidente russo è in visita ufficiale su invito di Kim Jong Un, la prima nel 'regno eremita' negli ultimi 24 anni. Putin è stato accolto da Kim all'aeroporto, ha fatto sapere il Cremlino. Si tratta del terzo incontro tra i due leader dal 2019.
Putin e Kim firmeranno un accordo di cooperazione complessiva che investe anche il settore della difesa, nel corso della visita del Presidente russo a Pyongyang, ha reso noto il Cremlino. Putin, che prima di volare a Pyongyang si era fermato a Yakutsk, ha dato il suo via libera a una bozza di accordo preparato dal ministero degli Esteri.
In occasione del viaggio, il leader russo ha scritto un articolo per il giornale nordcoreano Rodong Sinmun, nel quale ha elogiato Kim per "il fermo sostegno" dato dalla Corea del Nord alla guerra in Ucraina e gli ha assicurato appoggio contro "le pressioni, i ricatti e le minacce militari degli Stati Uniti". Secondo Putin, i due Paesi devono continuare "a opporsi in modo risoluto" a quello che definisce le ambizioni dell'Occidente per "ostacolare la creazione di un ordine mondiale multipolare basato sul rispetto reciproco della giustizia".
Mosca e Pyongyang, afferma Putin, stanno lavorando per sviluppare "meccanismi alternativi" di commercio che "non siano controllati dall'Occidente" in modo da dar vita ad un sistema di relazioni internazionali "più democratico e stabile". "Siamo disposti a collaborare intensamente perché le relazioni internazionali siano più democratiche e stabili. Per questo, svilupperemo meccanismi alternativi di commercio e accordi reciproci che non siano sotto il controllo dell'Occidente, e ci opporremo congiuntamente alle restrizioni unilaterali illegittime", afferma Putin in un comunicato pubblicato dal Cremlino e diffuso dall'agenzia di stampa Tass.
"Gli Stati Uniti si sforzano di imporre al mondo il cosiddetto ordine basato su norme, che in sostanza altro non sono che una dittatura neocoloniale globale basata sul principio del doppio standard. I Paesi che non sono d'accordo con questo approccio e perseguono politiche indipendenti devono affrontare pressioni esterne sempre più forti. La leadership statunitense considera questo naturale e legittimo desiderio di indipendenza e autonomia come una minaccia al suo dominio nel mondo", afferma il leader russo.
Cremlino: "Visita di stato amichevole"
Sarà una "visita di stato amichevole" quella di Putin, precisa il Cremlino. Successivamente, dal 19 al 20 giugno, Putin si recherà in Vietnam per una visita di due giorni dedicata all'avanzamento del "partenariato strategico globale" tra Mosca e Hanoi, spiega sempre il Cremlino confermando quanto pubblicato dai media vietnamiti.
Il leader nordcoreano Kim Jong-un si è recato in Russia in visita ufficiale su invito di Putin nel settembre del 2023, ricorda la Tass sottolineando che la Russia è stato il primo Stato visitato dal leader nordcoreano dall'inizio della pandemia di coronavirus, durante la quale i confini della Corea del Nord sono stati chiusi.
In quell'occasione Kim Jong-un, in visita nell'Estremo Oriente russo, ha invitato il leader del Cremlino a recarsi a Pyongyang a momento opportuno. L'unica volta che Putin ha visitato Pyongyang è stato nel luglio del 2000, due mesi dopo il suo insediamento da presidente.
Il messaggio di Kim Jong Un
Il tema delle armi, con ogni probabilità, sarà oggetto dei colloqui tra Putin e Kim. Russia e Corea del Nord hanno sviluppato una "indistruttibile relazione da compagni d'armi", ha scritto il leader nordcoreano, Kim Jong Un qualche giorno fa. Kim, che fornisce a Mosca armi usate nella guerra contro l'Ucraina, forse anche missili balistici, è stato in Russia, nell'Estremo oriente del Paese, lo scorso anno, per incontrare il presidente russo. Le relazioni bilaterali sono "significative e si consolideranno in eterno", ha aggiunto Kim nel suo messaggio a Putin.
Il rapporto tra Pyongyang e Mosca si è consolidato in particolare da settembre dello scorso anno, quando Kim Jong-un si è recato in Russia. Nell'occasione, sono state gettate le basi per la collaborazione tra i paesi e in particolare per la fornitura di armi e munizioni alla Russia, con particolare attenzione all'artiglieria. L'intervento nordcoreano ha consentito alle forze armate russe di avere a disposizione un flusso costante di munizioni nel conflitto in corso da 26 mesi.
Usa 'preoccupati'
L'intensificarsi delle relazioni tra Corea del nord e Russia testimoniato dalla visita di Vladimir Putin a Pyongyang preoccupa gli Stati Uniti. "Crediamo - ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller durante una conferenza stampa - che l'approfondimento della cooperazione tra Russia e Corea del Nord sia qualcosa che dovrebbe preoccupare molto chiunque sia interessato a mantenere la pace e la stabilità nella penisola coreana, a sostenere il regime globale di non proliferazione, a rispettare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e, naturalmente, a sostenere il popolo ucraino nella sua difesa della libertà dall'invasione russa".
Miller ha poi ricordato le notizie sul trasferimento "illegale" da parte della Corea del Nord di decine di missili balistici e di oltre 11mila contenitori di munizioni alla Russia come dimostrazione di appoggio sul campo di battaglia. "Sappiamo che stanno usando le munizioni nordcoreane per minacciare l'Ucraina e uccidere gli ucraini. Continueremo quindi a fare presente chiaramente le nostre preoccupazioni. Continueremo a chiedere alla Russia di rispettare tutte le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla non proliferazione". "Non siamo preoccupati per la visita" di Putin, ha chiarito ieri sera il portavoce del Consiglio ndi sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby. "Quello che ci preoccupa è l'approfondimento delle relazioni tra questi due Paesi".
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Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8: l'eurodeputata lo ha segnalato, verrà registrato voto contrario
Gli eurodeputati italiani del gruppo S&D non hanno votato compatti sulla risoluzione sul sostegno all'Ucraina, che contiene un paragrafo, il numero 8, che ribadisce la richiesta di rimuovere le restrizioni all'uso delle armi inviate dall'Ue, affinché possano essere utilizzate anche per colpire obiettivi militari legittimi in territorio russo. Molti eurodeputati hanno votato a favore della risoluzione nel suo insieme, inclusi il capodelegazione Nicola Zingaretti, Lucia Annunziata e Sandro Ruotolo, oltre a Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento, Irene Tinagli, Camilla Laureti, tra gli altri. Gli indipendenti Marco Tarquinio e Cecilia Strada si sono astenuti.
Nel voto separato per confermare il paragrafo 8, quello più controverso, Picierno si è espressa a favore, come ha annunciato pubblicamente prima del voto. Hanno votato contro gli eurodeputati Brando Benifei, Annalisa Corrado, Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Antonio Decaro, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada e Alessandro Zan. Si è astenuta Annunziata.
Dalla delegazione italiana del gruppo S&D precisano che Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8 della risoluzione, quello che riguarda la rimozione delle restrizioni all'uso delle armi. L'eurodeputata ha segnalato l'errore e verrà registrato voto contrario, come la maggior parte della delegazione. Anche sul testo della risoluzione sul Venezuela, dove Annunziata dal roll call risultava essersi astenuta, si tratta di un errore: il suo voto è contrario, come quello degli altri eurodeputati Pd.