Commissione Ue, Politico: “Difficile nomina nuovo presidente senza ok di Meloni”
L'edizione europea dell'autorevole sito americano rimarca come la premier italiana sia uno dei pochi capi di governo che sono usciti rafforzati dalle elezioni europee
Tecnicamente, Ursula von der Leyen - o eventuali nomi nuovi che usciranno dal tavolo delle trattative - non ha bisogno del sostegno di tutti i leader dell'Ue per tornare alla guida della Commissione. Può farcela con il sostegno della maggioranza e senza l'appoggio della premier, Giorgia Meloni. Tuttavia, "non vedo un nuovo presidente della Commissione entrare in carica senza il sostegno del primo ministro italiano". Lo ha affermato Sophia Russack, ricercatrice presso il think tank basato a Bruxelles Center for European Policy Studies, in un articolo di Politico.eu intitolato 'Von der Leyen, Meloni e la battaglia per i top job a Bruxelles: quale sarà il prossimo passo?'.
Secondo l'edizione europea dell'autorevole sito americano, la leader della terza economia del blocco è uno dei pochi capi di governo che sono usciti rafforzati dalle elezioni europee. "Non si può continuare a ignorare Meloni", ha precisato un diplomatico dell'Ue, il quale ha avvertito che le cose potrebbero degenerare rapidamente se nessuno dovesse aprire un dialogo con Roma.
Un altro funzionario Ue, citato sempre da Politico, ha sottolineato che "non esiste un boicottaggio contro la Meloni" da parte dei negoziatori del Ppe, dei socialisti e dei liberali. "Non c'è alcuna intenzione di includere l'Ecr nella coalizione. Ma c'è rispetto per il ruolo della Meloni nel Consiglio europeo", ha aggiunto.
"Ma cosa vuole veramente Meloni?" si interroga Politico.eu, dando per scontato che l'Ecr non farà parte della coalizione che sostiene von der Leyen ed evidenziando come la premier abbia già lanciato segnali di avvertimento dicendo che non è contenta di essere esclusa dai negoziati sui top job. Secondo cinque diplomatici dell'Ue, la premier italiana - in termini di richieste - continua a tenere le carte ben coperte. "Ha gli occhi puntati su un portafoglio economico di primo piano" insieme a una vice presidenza esecutiva, scrive Politico, secondo cui "uno dei nomi più gettonati è Raffaele Fitto", mentre a Roma e Bruxelles circola il nome dell'attuale capo dell'intelligence, Elisabetta Belloni, per il ruolo di Alto commissario per la Politica estera dell'Ue.
Ma, secondo le fonti, le possibilità che Belloni ottenga quel ruolo sembrano scarse poiché la Meloni sembra più interessata a un portafoglio economico. Inoltre nell'attuale pacchetto di nomine su cui si continua a negoziare - e che prevede von der Leyen alla Commissione, Metsola al Parlamento e Costa al Consiglio - quell'incarico dovrebbe essere assegnato alla premier estone, Kaja Kallas.
Il nodo principale, rimarca sempre Politico, riguarda la guida della Commissione. A ingarbugliare la situazione ci si è messa anche l' "avidità" mostrata dal Partito popolare europeo, uscito vincitore dalle elezioni, che ha alzato la posta chiedendo ai socialisti di condividere il mandato quinquennale del presidente del Consiglio europeo. "L'arroganza dei conservatori ha infastidito i socialisti, il secondo gruppo più numeroso al Parlamento europeo", scrive il sito, mentre un funzionario dell'Ue ha fatto notare che con questa mossa "il Ppe ha acceso un fuoco che non riesce a controllare".
"Se continuano con questo bullismo, il più grande sogno di (Charles, ndr) Michel di contrastare Ursula diventerà realtà", ha concluso il funzionario, riferendosi ai piani del presidente del Consiglio europeo di contrastare le ambizioni di secondo mandato di von der Leyen.
Esteri
Ucraina, Kim manda soldati nordcoreani in guerra per la...
Seul considera probabile l'invio di truppe da parte di Pyongyang
Kim Jong-un in soccorso di Vladimir Putin nella guerra che la Russia combatte in Ucraina. La Corea del Nord potrebbe inviare i propri soldati per aiutare le forze armate di Mosca nel conflitto in corso da oltre 950 giorni.
Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, il ministro della Difesa di Seul, Kim Yong-Hyun, ha dichiarato in parlamento che è probabile che Pyongyang stia pianificando di inviare truppe regolari, "dato che Russia e Corea del Nord hanno firmato un trattato simile a un'alleanza militare. La possibilità di un simile dispiegamento è alta". Kim e Putin hanno siglato l'intesa a giugno, quando il presidente russo si è recato in visita in Corea del Nord.
Soldati nordcoreani già in Ucraina?
La presenza di soldati nordcoreani sul teatro di guerra sarebbe già realtà, a giudicare dalle news diffuse nei giorni scorsi dai media ucraini. In particolare, 7 ufficiali di Pyongyang sarebbero rimasti uccisi in un raid ucraino nel Donetsk. "Riteniamo che ci siano stati feriti e vittime tra i soldati nordcoreani in Ucraina", ha affermato il ministro sudcoreano.
Da oltre un anno, la Corea del Nord fornisce alla Russia grandi quantità di proiettili di artiglieria e missili balistici per sostenere lo sforzo bellico. Si è anche avuta notizia di personale militare o di polizia nordcoreano in partenza per unirsi agli "sforzi di ricostruzione" nel Donbass all'inizio del 2023 e di piani per l'invio di istruttori militari a luglio di quest'anno.
I due Paesi hanno firmato un patto di difesa reciproca durante la visita di Putin. "Le relazioni tra Russia e Corea del Nord si stanno evolvendo fino a diventare tanto strette quasi quanto un'alleanza militare - ha affermato il ministro sudcoreano - Pertanto, dal nostro punto di vista, potrebbero essere schierate più truppe nordcoreane nella guerra".
Esteri
Florida, fuga di massa per uragano Milton. Ipotesi rinvio...
Scattato il piano di evacuazione, dichiarato lo stato di emergenza in 51 contee
Centinaia di migliaia di persone hanno lasciato le loro case in Florida dopo l'ordine di evacuazione emesso dalle autorità locali in vista dell'arrivo dell'uragano Milton, che già da questa sera potrebbe colpire con tornado e trombe marine. Un "uragano estremamente potente", come l'hanno definito i meteorologi, mentre il sindaco di Tampa Jane Castor ha rivolto un appello agli abitanti tramite la Cnn: ''Se decidete di restare nelle zone per cui è stato disposto l'ordine di evacuare, morirete''. Il National Hurricane Center ha lanciato l'allarme per onde di tempesta alte fino a 4,5 metri.
In una nota diffusa dalla Casa Bianca, il governo degli Stati Uniti ha detto di essere "pronto a rispondere a qualsiasi potenziale impatto sulle comunità". Intanto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden starebbe valutando se annullare i viaggi in programma all'estero nei prossimi giorni, in Germania, dove sabato dovrebbe partecipare a un importante vertice sull'Ucraina da lui convocato, e in Angola. La Cnn nota che lo staff di Biden teme che 'l'effetto Milton' possa danneggiare la campagna elettorale dei democratici, anche dopo la disinformazione diffusa in merito alla risposta federale all'uragano Helene della scorsa settimana e ''le falsità ripetute dall'ex presidente Donald Trump''.
Il governatore della Florida Ron DeSantis ha dichiarato lo stato di emergenza in 51 contee in vista dell'arrivo dell'uragano Milton, sottolineando che ''è il momento di mettere in atto i piani di evacuazione''. Nel corso di una conferenza stampa, DeSantis ha detto ''l'intera penisola della Florida è in stato di allerta o sorveglianza'' e che ''potrebbero verificarsi mareggiate alte tra 1,5 e 3 metri e sono state emanate allerte lungo i confini delle contee di Pasco e Pinellas fino a Manatee e Sarasota''.
Parlando da Tallahassee, nel nord-ovest della Florida, DeSantis ha rivolto un appello ai residenti, ai quali ha chiesto di "utilizzare la giornata di oggi per proteggere loro e le loro famiglie". Perché ''in alcune parti della Florida si verificheranno danni significativi'' e ''non saremo in grado di riportare indietro coloro che sono rimasti indietro''.
Il governatore ha poi parlato di 350 ambulanze pronte a intervenire se necessario e che ottomila uomini della Guardia nazionale sono a disposizione per fornire assistenza. Aumentata anche la quantità di carburante a disposizione della popolazione, in fuga in auto dalle aree per le quali è stato disposto l'ordine di evacuazione.
Esteri
Iran, lo scenario: “Haifa e Tel Aviv rase al suolo in...
L'ipotesi del giornale iraniano Kayhan sulla risposta a una eventuale rappresaglia israeliana. Le parole del ministro degli Esteri in tv: "Risposta sarà potente"
La Repubblica islamica "raderebbe al suolo" in meno di 10 minuti le città israeliane di Tel Aviv e Haifa se Israele - come annunciato anche dal premier Benjamin Netanyahu - dovesse reagire ai recenti attacchi missilistici. Questo lo scenario riportato dal giornale iraniano Kayhan, diretto da Hossein Shariatmadari e vicino agli ultraconservatori, secondo cui "prima ancora che gli aerei israeliani riescano a raggiungere lo spazio aereo iraniano, i missili iraniani raderebbero al suolo Tel Aviv e Haifa in meno di 10 minuti".
Il giornale ha aggiunto che il comandante dell'Aeronautica dei Guardiani della Rivoluzione, Amir Ali Hazijadeh, "ha ancora il dito sul grilletto" dopo gli attacchi del primo ottobre, descritti semplicemente come "l'inizio" di operazioni più ampie volte a "distruggere il regime sionista".
"Raccomandiamo al regime sionista di non mettere alla prova la risoluzione della Repubblica islamica. Se dovesse verificarsi un attacco contro il nostro paese, la nostra risposta sarà più potente", ha intanto promesso il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi in un discorso televisivo, aggiungendo che "i nostri nemici sanno che tipo di obiettivi all'interno del regime sionista sono alla nostra portata".
Ieri, in colloquio telefonico con il suo omologo egiziano, Badr Abdelatty, Arachchi aveva dichiarato che "qualsiasi attacco alle infrastrutture iraniane porterebbe a ritorsioni, consigliamo di non mettere alla prova la volontà dell'Iran".
"La Repubblica islamica dell'Iran - aveva aggiunto Araghchi - non cerca di aumentare le tensioni e la guerra nella regione, ma non ha nemmeno paura della guerra. Darà una risposta forte e appropriata a qualsiasi nuova azione e avventurismo del regime sionista".
E ancora: "Siamo pronti per qualsiasi scenario, le forze armate sono totalmente preparate". La politica dell'Iran "è quella di sostenere la Resistenza e non ci allontaneremo in alcun modo da questa base politica", ha affermato Araghchi, parlando con i giornalisti a Teheran a margine della conferenza 'Diluvio di Al-Aqsa, l'inizio di Nasrallah'. "Abbiamo affermato più volte che l'Iran non vuole aumentare la tensione, anche se non abbiamo paura della guerra", ha scandito nuovamente il ministro degli Esteri, citato dall'agenzia Mehr.
Nyt: "Israele non colpirà siti nucleari Iran, ma basi e obiettivi intelligence"
Israele non dovrebbe però colpire i siti nucleari iraniani nella risposta all'attacco condotto da Teheran una settimana fa, ma dovrebbe concentrarsi sulla base militari o su obiettivi dell'intelligence e della leadership della Repubblica islamica, rivela il New York Times, citando diversi funzionari attuali ed ex israeliani, che "riconoscono i dubbi" sulle capacità di Tel Aviv di infliggere danni pesanti gli impianti iraniani, in modo da compromettere il suo programma nucleare. Con il rischio che Teheran piuttosto acceleri, trasferendo tutte le attività in siti sotterranei.
Secondo il giornale, dunque, la prima rappresaglia israeliana all'attacco missilistico del primo ottobre escluderebbe gli impianti nucleari, che diventerebbero invece un obiettivo nel caso in cui ci fosse un'ulteriore risposta da parte di Teheran.