Carlo e Camilla accolgono imperatore Naruhito, cena di gala a Buckingham Palace
Il programma ufficiale della visita è iniziato con il benvenuto ufficiale a nome del re da parte di William che, con uno strappo al cerimoniale, ha indossato una cravatta rossa in onore del Giappone
Entra nel vivo la visita di Stato in Inghilterra dell'imperatore giapponese Naruhito e della moglie, l'imperatrice Masako. La coppia, alla seconda visita all'estero da quando l'imperatore 64enne è salito al trono nel 2019, è arrivata nel Regno Unito lo scorso fine settimana per un viaggio che ha avuto finora carattere esclusivamente privato. Tra i vari appuntamenti la coppia ha visitato la Barriera del Tamigi, della quale l'imperatore era rimasto affascinato durante i suoi studi a Oxford.
Il programma ufficiale della visita è iniziato stamane con il benvenuto ufficiale a nome del re da parte di William - che con uno strappo al cerimoniale ha indossato una cravatta rossa in onore del Giappone - nell'hotel dove fino a giovedì alloggeranno Naruhito e Masako. Il principe e la coppia si sono diretti all'Horse Guards Parade, nei pressi di Whitehall, dove sono stati ricevuti da Carlo e Camilla. Quest'ultima e Masako, entrambe con un abito 'total white', si sono trasferite a Buckingham Palace a bordo di una carrozza. Per tutto il tempo l'imperatrice ha indossato una mascherina, sempre bianca, a causa della sua forte allergia al crine di cavallo. Anche Carlo e Naruhito sono arrivati in carrozza, per la precisione una State Landau del 1902.
L' 'imperial couple' - come è stata ribattezzata dai media britannici - ha quindi pranzato a Buckingham Palace in compagnia del re, della regina e del principe del Galles. Non hanno partecipato all'evento invece Kate e la 74enne principessa Anna, che pochi giorni fa è stata ricoverata in ospedale a causa di un incidente domestico. Secondo la Bbc, a tradire la sorella del sovrano sarebbe stato uno dei suoi amati cavalli che l'avrebbe colpita facendola cadere a terra.
L'imperatore e l'imperatrice sono stati intrattenuti con una visita a una mostra di manufatti relativi alle relazioni tra Giappone e Regno Unito provenienti dal Royal Collection Trust. Ma sarà più tardi, con la cena di gala nella Sala da Ballo di Buckingham Palace , che la visita di Stato di Naruhito e Masako entrerà nel suo clou. All'evento super-mondano parteciperanno il primo ministro, Rishi Sunak, ed il leader dell'opposizione, Keir Starmer, che prenderanno posto attorno al tavolo a forma di ferro di cavallo per ascoltare i discorsi ed il brindisi di Carlo.
Alla cena dovrebbe partecipare anche William malgrado si svolgerà in contemporanea con l'ultima partita del girone dell'Inghilterra agli Europei in Germania. Il principe è il presidente d'onore della Federcalcio britannica ed era allo stadio durante lo scorso match dei Tre Leoni con la Danimarca, finito 1-1 e che ha scatenato feroci critiche in patria contro la nazionale ed il ct Southgate.
La visita si svolge circa una settimana prima delle elezioni generali del 4 luglio. Durante i 70 anni di regno di Elisabetta II mai si erano tenute visite di Stato in concomitanza con la campagna elettorale. Nel 2017, il viaggio di re Felipe VI venne rapidamente riprogrammato - dopo un accordo tra la defunta regina e lo stesso monarca - perché la data coincideva con le elezioni anticipate nel Regno Unito. Un portavoce del Palazzo ha detto che il programma della coppia giapponese è stato "leggermente adattato".
Prima di Naruhito, altri due imperatori giapponesi erano stati ricevuti nel Regno Unito durante l'era di Elisabetta: Hirohito nel 1971 e poi il figlio maggiore che gli succedette, l'imperatore Akihito, nel 1998. Naruhito ha legami di lunga data con la famiglia reale britannica e prima di arrivare a Londra ha raccontato alcuni aneddoti.
Durante i suoi due anni di studio all'Università di Oxford negli anni Ottanta, fu invitato per alcuni giorni al castello di Balmoral in Scozia. "Ho ricordi molto belli della Regina che guidava un'auto e mi invitava ad un barbecue e del Principe Filippo che mi portava in giro guidando lui stesso la carrozza", ha detto ai media giapponesi.
Carlo, all'epoca principe ereditario, aveva anche provato ad insegnare all'imperatore Naruhito l'arte della pesca a mosca, ma "non abbiamo avuto successo", ha ammesso sorridendo l'imperatore. Domani Naruhito e sua moglie visiteranno il Francis Crick Institute, un prestigioso centro di ricerca biomedica di Londra.
Cronaca
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Politica
Follini: “Centro guardi oltre, se tramonta la colpa...
Il punto di vista di Marco Follini per Adnkronos
"Si ha quasi pudore a parlare un’altra volta del 'centro', delle sue virtù perdute, delle sue occasioni mancate, delle vane speranze di un suo ritorno in forze. L’argomento appare stantio e superato dagli eventi. E le cronache non proprio esaltanti delle vicissitudini del fu terzo polo sembrano suggellare una volta per tutte il definitivo tramonto di ogni illusione che sia stata coltivata da quelle parti o nelle sue vicinanze.
Del resto, è tutto il mondo che va così. Quasi ovunque la radicalizzazione degli estremi appare la nota dominante. Si pensi agli Stati Uniti, drammaticamente divisi in due e solcati dall’incomunicabilità tra Trump e Harris. O alla Francia dove Macron fa sempre più fatica a evitare che la sua successione finisca per giocarsi tra Le Pen e Melanchon, senza nulla in mezzo. O più in generale alla crescita in tutta Europa di suggestioni estremiste che rendono ancora più improbabile e quasi surreale ogni appello a quella che una volta si sarebbe detta la politica 'moderata'. In questo contesto cercare la via di mezzo appare come un sicuro vaticinio di disfatta. E infatti solo in pochi ormai si cimentano in questo esercizio decisamente fuori moda.
Anche per questo appare ingeneroso il continuo dar la croce addosso a Calenda e a Renzi. I quali, per l’amor del cielo, di errori ne fatti tanti, e anche gravi. A cominciare da quella loro reciproca, vistosa, esagerata insofferenza. Ma non è detto che condottieri più pazienti e misurati avrebbero prodotto risultati più brillanti. Almeno, non in questo contesto.
Le intemperanze caratteriali, infatti, sono quasi sempre la conseguenza e non la causa delle difficoltà politiche. E del resto, la buona qualità degli ultimi capi democristiani, oggi riconosciuta perfino dagli avversari storici più tenaci, non impedì all’epoca la dissoluzione di quel partito. A conferma del fatto che le curve della storia non sempre seguono pedissequamente la traiettoria dei personalissimi meriti e difetti di coloro che cercano di interpretarle.
Semmai si dovrebbe dedicare una maggiore attenzione proprio ai saliscendi della storia. Perché è lì che si annida il destino altrimenti imperscrutabile dei centristi di nuova generazione. E’ la storia, infatti, che racchiude il vero enigma di cui stiamo parlando. Non tanto la storia del domani, troppo esposta ai desideri di ciascuno di noi. Ma semmai la storia di ieri e dell’altro ieri, messa a disposizione in ugual misura dei tifosi del centrismo e dei suoi detrattori.
Quella storia ci ricorda che la politica italiana è sempre stata centrista e anti-centrista a fasi alterne. Essa segnala periodi nei quali il sistema è stato largamente baricentrico (Cavour, Giolitti, la Dc) e periodi nei quali invece è stato caratterizzato dal prevalere, volta a volta, di alternative ben più estreme. A voler dare un colore a tutte queste fasi si potrebbe evocare da una parte il grigio delle mediazioni e dall’altra il rosso-e-nero dei conflitti più accesi. Un’altalena che dura dai tempi dell’unità italiana, che ha attraversato il secolo delle ideologie e che in qualche modo continua a imperversare anche in tempi di populismo post-politico.
Questi colori infatti si alternano da decenni in modi apparentemente capricciosi, eppure tutt’altro che inspiegabili. Quando uno dei colori ammaina le sue bandiere, l’altro prende il sopravvento. Così, quando il rosso e il nero, ora combattendosi e ora alternandosi, sprigionano le loro esagerazioni, il grigio torna ad essere un conforto. E quando invece il grigio appare come un colore quasi spento, il rosso e il nero fanno balenare suggestioni (che poi quasi sempre si rivelano assai deludenti e qualche volta anche tragiche).
S’intende che questo andirivieni di colori è sempre stato assai più serio e più complicato di così. Ma qui si voleva solo dare l’idea. E cioè ricordare che il centro potrà tornare a macinare consenso solo se riuscirà a rimettersi su di una lunghezza d’onda più ampia del suo orticello. Tanto più che gli orti degli altri non sembrano poi troppo floridi neppure loro". (di Marco Follini)