Ue, Meloni: “Astensionismo è segnale, serve cambio passo”
La premier alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo: "Tutte le forze politiche lo hanno ammesso, bisogna ripensare a priorità e postura, fare meno e meglio"
L'astensionismo è "un fenomeno che ha attraversato molte nazioni in tutto il continente e che non può lasciarci indifferente". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo. "Non può lasciare indifferente questo Parlamento e a maggior ragione non può e non deve lasciare indifferenti le classi dirigenti europee - ha sottolineato - a partire da quelle che anche in questi giorni sembrano purtroppo tentate dal nascondere la polvere sotto il tappeto, dal continuare con vecchie e deludenti logiche come se nulla fosse accaduto, rifiutandosi di cogliere i segnali chiari che giungono da chi ha votato e dai tanti che hanno deciso di non farlo".
Dalle elezioni europee invece "dobbiamo trarre alcune importanti indicazioni", "tutte le forze politiche in questi mesi hanno sostenuto la necessità di un cambiamento nelle politiche Ue, nessuno ha detto che sarebbe stato sufficiente mantenere lo status quo. Tutti hanno concordato su un punto: l'Europa deve intraprendere una direzione diversa rispetto al posizionamento preso finora", ha aggiunto Meloni.
Nomine Ue
"Alcuni hanno sostenuto che non si debba parlare con alcune forze politiche, che poi sono quelle stesse forze che più sono cresciute alle urne. Le istituzioni Ue sono state pensate in una logica neutrale. Gli incarichi apicali sono stati affidati tenendo in considerazione i gruppi maggiori, indipendentemente da logiche di maggioranza e opposizione. Oggi si scegli di aprire uno scenario nuovo e la logica del consenso viene scavalcata da quella dei caminetti, dove una parte decide per tutti. Una 'conventio ad excludendum' che a nome del governo italiano ho contestato e non intento condividere o accettare", ha detto ancora sottolineando che in Europa "si delinea una maggioranza fragile, destinata probabilmente ad avere difficoltà nel corso della legislatura. E' un errore importante, non per la sottoscritta, per il centrodestra o per l'Italia ma per un'Europa che non sembra comprendere la sfida che ha di fronte o la comprende ma preferisce in ogni caso dare priorità ad altre cose".
"Se vogliamo rendere un buon servizio all'Europa e alla sua credibilità - dice la premier, dopo aver denunciato le "logiche dei caminetti" che stanno decidendo gli assetti dell'Ue -dobbiamo mostrare di avere compreso gli errori del passato e avere massima considerazione delle indicazioni dei cittadini" che chiedono "un'Europa più concreta e meno ideologica".
L'Europa ha davanti a sé "un compito arduo: ripensare le sue priorità, il suo approccio e la sua postura", ha quindi affermato la premier, rimarcando la "necessità di fare meno e fare meglio", e lasciar "decidere agli Stati nazionali ciò che non ha bisogno di essere centralizzato".
"Penso che il nuovo Presidente della Commissione europea dovrebbe immaginare una delega specifica alla sburocratizzazione, dando così un segnale immediato del cambio di linea che intende imprimere". Così la premier Giorgia Meloni, intervenendo alla Camera per le comunicazioni sul prossimo Consiglio europeo, al via da domani a Bruxelles.
"L'obiettivo è rendere l'Europa un luogo dove sia conveniente investire. Applicare anche in Europa il principio che questo governo sta applicando in Italia, ovvero non disturbare chi vuole fare. Significa creare le condizioni per consentire a chi vuole investire e fare impresa di farlo al meglio - ha proseguito - Significa riuscire a essere più attrattivi degli altri. E questo comporta prima di tutto disboscare pesantemente quella selva burocratica e amministrativa che ha finito con rendere il quadro normativo europeo un percorso a ostacoli per le imprese, in particolare per le micro, piccole e medie imprese, a più riprese richiamate nelle dichiarazioni di principio che abbondano tra i documenti dell'Unione, ma poi spesso dimenticate o addirittura penalizzate quando dalle parole si passa ai fatti. Contestualmente è necessario - per la premier - elaborare una strategia che protegga le aziende europee dalla concorrenza sleale, le faccia crescere, tuteli le filiere produttive industriali, difenda i marchi e le eccellenze, concretizzando il principio secondo il quale il mercato può essere libero solo se è anche equo".
"Dobbiamo ricordarci che libertà e sicurezza hanno un costo" e "dobbiamo essere capaci di esercitare la deterrenza" costruendo "un solido pilastro europeo della Nato affianco a quello statunitense. L'Italia si farà interprete" di questa visione "al vertice Nato" in programma tra due settimane a Washington, ha detto poi Meloni, affermando la necessità di "dotarsi di una politica" europea "di sicurezza e difesa" e di una "politica industriale comune nel campo della difesa".
Politica
Gasparri: “Musk, Zuckerberg e Amazon banditi fiscali,...
Il capogruppo di Forza Italia: "Sulle banche, ribadisco, si possono cercare tecnicalità fiscali a vantaggio del bilancio dello Stato ma senza introdurre nuove tasse"
"Siamo contrari a nuove tasse a carico di chi già le paga. Ricordo, pochi lo sanno, che le banche già pagano una tassa supplementare rispetto agli altri. Invece tutto ciò che emergerà da intese con il governo, senza introdurre nuove tasse, con il confronto e il dialogo con le parti lo valuteremo quando sarà il momento". Lo afferma ad Affaritaliani.it il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri parlando della prossima Legge di Bilancio per il 2025.
"Se vogliamo parlare di tasse - spiega ancora Gasparri - bisogna tassare i giganti della Rete che non pagano nulla, una vera vergogna. Sono banditi fiscali che tutto il mondo dovrebbe tassare e penso ad Amazon, Zuckerberg, Musk e tutti i giganti del web. Ci sono poi grandi gruppi, e non parlo delle banche, che grazie a una maggiore crescita economica aiutano anche lo Stato, perché più un'azienda fattura e più paga imposte. Sulle banche, ribadisco, si possono cercare tecnicalità fiscali a vantaggio del bilancio dello Stato ma senza introdurre nuove tasse", conclude il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama.
Politica
“Segre agente sionista”, a corteo pro Pal a...
Coro di solidarietà. La Russa: "Pericolose violenze verbali e diffamazioni che non possono essere accettate"
"Liliana Segre agente sionista". Al corteo pro Palestina di oggi a Milano spuntano cartelli con la foto della senatrice a vita indicata, insieme ad altri tra cui il ministro della Difesa Guido Crosetto, Riccardo Pacifici e John Elkan, come 'complice' di Israele. Un gesto stigmatizzato con forza dalla politica che ha espresso solidarietà bipartisan alla senatrice Segre.
"Condanna ferma e decisa per quanto accaduto al corteo pro Palestina di Milano, durante il quale sono stati esposti cartelli con nomi e cognomi di persone che vengono accusate di essere 'agenti sionisti', tra cui la senatrice a vita Liliana Segre, il ministro della Difesa Guido Crosetto e Riccardo Pacifici", scrive sui social il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "Ci troviamo dinnanzi a pericolose violenze verbali e diffamazioni che non possono essere accettate. A Liliana Segre, Guido Crosetto e Riccardo Pacifici giunga la solidarietà mia personale e del Senato della Repubblica", conclude La Russa.
"Dopo la lista di proscrizione arrivano le foto in corteo - afferma su Facebook Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d'Italia e responsabile nazionale del partito -. Il prossimo passo quale sarà? Solidarietà alla comunità ebraica, a Liliana Segre, a Riccardo Pacifici e a tutti gli amici di Israele coinvolti in questa indecente minaccia. Quanto denunciato sui social da Giubilei, anche lui nel mirino degli antisemiti, non può e non deve rimanere in silenzio!", conclude
“Liliana Segre merita solo rispetto, per la sua storia, per il suo pensiero, per il suo impegno politico e culturale - dice il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi - . Oggi anche, con il ministro Crosetto, la solidarietà delle politica, delle istituzioni e della società civile per quanto accaduto a Milano: un fatto indegno che insulta la città, che deve restare un esempio di apertura e pluralismo culturale", è il richiamo di Lupi.
Di "foga cieca e settaria" parla Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva stigmatizzando i manifestanti pro-Pal che "sono arrivati al punto di infangare la figura della senatrice a vita Liliana Segre, presentata in alcuni cartelli come 'agente sionista'. Nell’esprimere piena solidarietà alla senatrice Segre, che rappresenta un punto di riferimento indiscusso di garbo, stile e civiltà democratica, oltre che un simbolo della più profonda tragedia del Novecento come la Shoah, è bene che tutti stigmatizzino queste derive fanatiche, intolleranti e offensive che inquinano il dibattito pubblico e non fanno altro che alimentare tensioni oltre che a rendere anche un cattivo servizio alla causa che si pretende di sostenere".
Politica
Conte: “Renzi vuole distruggere il M5S, il Pd? Ci...
Il leader del Movimento 5 Stelle all'attacco: "Non si può andare avanti a colpi di ipocrisia". E a Grillo dice: "Non ci intralci"
Non si placa il fuoco incrociato nel cosiddetto 'campo largo'. Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte insiste nella linea dura contro Italia Viva . "Qui stiamo parlando di una forza politica che vale l'1,2% e che fa perdere 4, 5 punti alla coalizione, lo dicono tutti i sondaggi. Ed è una forza politica deliberatamente orientata a distruggere il Movimento e quindi", l'affondo anche dopo la "rottura definitiva" proclamata in vista delle elezioni in Liguria da Matteo Renzi .
"Il Pd sta accettando che il Movimento sia distrutto - va oltre Conte - . Un pensiero maligno è necessario tirarlo fuori. Si vuole distruggere il Movimento 5 Stelle. Il Pd vuole distruggere il Movimento 5 Stelle?", la domanda dell'ex premier ad 'Accordi e disaccordi' sul Nove.
Conte non le manda a dire. "Ci sono problemi con il Pd? E' inutile nasconderli. Non si può andare avanti a colpi di ipocrisia: ci sono problemi con il Pd. Perché il Pd, con questa formula giornalistica del 'campo largo', intende ci ritroviamo tutti insieme appassionatamente e il pensiero che non viene esplicitato è 'noi Pd, forti del risultato alle europee, possiamo arrivare al 30% e tutte le altre forze si predisporranno, come cespugli, a farci governare'. Temo che i segnali e gli indizi vadano in questa direzione".
Quanto ai problemi interni a Movimento, non tralascia di lanciare una bordata anche a Beppe Grillo. "Noi stiamo facendo il nostro processo costituente, Grillo si è espresso e immagino che continuerà a farlo. Dobbiamo sentire la comunità, non conta il pensiero di Beppe Grillo o di Giuseppe Conte. Mi sono fatto da parte io, con tutto il gruppo dirigente, ed è giusto che si faccia da parte anche lui, o meglio che si esprima ma senza intralciare il processo costituente".