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Le emozioni negative sono diminuite a livello globale per la prima volta dal 2014

Emozioni negative o positive si alternano ogni giorno nella vita di ognuno di noi. Molto spesso, però, alcuni eventi e fattori esterni possono incidere radicalmente sul nostro umore. Pandemie e guerre, ad esempio, hanno peggiorato il malessere e lo stress di molti cittadini nel mondo, registrando dati significativi di tristezza, angoscio o paura. Nell’ultimo Gallup’s Emotion Report 2024, però, è emerso un piccolo cambiamento: le emozioni negative sono diminuite a livello globale per la prima volta dal 2014 ad oggi.

Il report offre un’istantanea delle ultime misurazioni Gallup delle esperienze quotidiane positive e negative delle persone. I risultati si basano su quasi 146.000 interviste ad adulti provenienti da 142 paesi e aree diverse del Mondo e riguarda le emozioni provate nel2023. Scopriamo insieme cos’è emerso.

Giovani più positivi

Le persone di età inferiore ai 30 anni sono quelle che sperimentano meno emozioni negative tra tutti i gruppi di età, con un punteggio di 28, rispetto ai punteggi di 34 e 31 rispettivamente tra quelli di età compresa tra 30 e 49 anni e quelli di età pari o superiore a 50 anni. Sebbene i punteggi in ciascuna fascia di età siano diminuiti nel 2023, tutti erano ancora più alti rispetto a dieci anni fa. E con un punteggio complessivo di 74, gli under 30 continuano ad essere i più positivi. Questa tendenza è cresciuta più rapidamente, con le emozioni che sono tornate ai livelli pre-pandemia un anno prima rispetto alle persone di fasce di età superiore. La maggior parte del miglioramento dell’indice nel 2023 ha avuto luogo tra le persone di età pari o superiore a 30 anni.

Oltre sette persone su dieci in tutto il mondo hanno affermato di sentirsi riposate (71%), di essersi divertite molto (73%) o di aver sorriso o riso molto (73%) nell’ultimo anno. Due emozioni hanno cambiato direzione. Poco meno di nove intervistati su dieci si sentono trattati con rispetto (85%), in calo di due punti percentuali rispetto all’anno precedente. La percentuale di coloro che hanno imparato o fatto qualcosa di interessante il giorno prima dell’intervista ha raggiunto la cifra record del 54%, in aumento di quattro punti rispetto all’anno precedente. I lievi, ma significativi aumenti degli indici di benessere, secondo Gallup, corrisponderebbero ad una ripresa di coscienza delle proprie emozioni positive dopo la pandemia e anche mai registrate prima e vedrebbe coinvolta in particolar modo la popolazione giovanile.

Paesi a confronti

I punteggi dell’indice a livello mondiale variavano da un massimo di 86 in Paraguay e Panama a un minimo di 38 in Afghanistan, che ha registrato il punteggio più basso del mondo, come quasi ogni anno dal 2017.

Punteggi positivi anche per i paesi dell’America Latina e del Sud-Est asiatico. Negli anni passati, i paesi dell’America Latina hanno tipicamente dominato l’elenco dei paesi in cui gli adulti riferiscono ogni giorno molte emozioni positive. La regione è stata nuovamente ben rappresentata nel Positive Experience Index nel 2023.

Mentre il Senegal è stato l’unico paese africano con le emozioni positive più elevate. Non è la prima volta che il Paese appariva in cima per gli Stati africani perché lo era anche nel 2021.

Libano e Turchia si sono posizionati in fondo alla classifica, e lo sono dal 2020. Tuttavia, l’indice di esperienza positiva del Libano è cresciuto nel 2023; il punteggio del paese di 51 è il più alto dal 2018. Con 47, il punteggio della Turchia, invece, è rimasto statisticamente invariato rispetto all’anno precedente.

L’Afghanistan ha ancora una volta il punteggio più basso al mondo

Il punteggio dell’Afghanistan sull’indice delle esperienze positive è stato leggermente più alto nel 2023 rispetto al 2021 o al 2022 dopo la presa del potere da parte dei Talebani. Tuttavia, il suo punteggio di 38 rimane il più basso al mondo e la maggior parte degli afghani vive ancora in condizioni di povertà estrema.

I sondaggi Gallup condotti a luglio – poco prima del secondo anniversario del ritorno al potere dei talebani – hanno mostrato che gli afgani in tutto il mondo valutavano ancora così male la propria vita da essere considerati i più sofferenti di tutti i Paesi analizzati. La percentuale di afgani che dichiara di vivere in una condizione di sofferenza totale è pari al 90%.

L’Afghanistan si classifica ogni anno come il paese meno positivo al mondo dal 2017, a parte per il 2020, quando Gallup non ha potuto effettuare un’indagine sul paese a causa della pandemia. Da allora si è registrato un ridotto aumento di punteggio, pari a quello registrato nel resto del Mondo, e che si è verificato solo tra gli uomini afghani. Nel 2023, gli uomini afghani hanno ottenuto un punteggio di 42 nell’indice, rispetto al 34 delle donne afghane.

Il mondo ha imparato qualcosa nel 2023?

Una delle domande del sondaggio riguarda l’aver imparato qualcosa di interessante o utile nel giorno precedente l’intervista. La percentuale di persone in tutto il mondo che ha risposto positivamente a questa domanda raramente ha superato il 50%. Nel 2023 ha raggiunto il 54%, registrando un nuovo record.

Numerosi paesi hanno registrato aumenti a doppia cifra su questa misura nel 2023, tra cui India (12 punti), Islanda (11 punti), Grecia e Cina (incrementi di 10 punti). Gli aumenti di India e Cina rappresentano gran parte del cambiamento a livello globale a causa delle loro grandi dimensioni della popolazione. Il 59% degli adulti cinesi e il 52% degli adulti indiani che nel 2023 hanno affermato di aver imparato o fatto qualcosa di interessante rientrano tra i livelli più alti nelle tendenze Gallup per questi due paesi. I senegalesi si sono classificati al primo posto in questa misura, con il 79% che nel 2023 ha affermato di aver imparato o fatto qualcosa di interessante (era il 77% nel 2022).

Gli afghani e i bengalesi sono tra i meno propensi al mondo a dire di aver imparato o fatto qualcosa di interessante, con il 17% in ciascun paese che afferma di aver provato questa sensazione il giorno precedente: statisticamente invariato rispetto al 15% dell’anno precedente.

L’indice delle esperienze negative è diminuito

A livello globale, le emozioni negative sono diminuite per la prima volta dal 2014. Gallup ha chiesto agli adulti di 142 paesi e aree se avessero avuto cinque diverse esperienze negative il giorno prima del sondaggio. Quattro adulti su 10 hanno affermato di provare molte preoccupazioni (40%), poco più di un terzo ha sperimentato molto stress (37%) e tre su 10 hanno sperimentato molto dolore fisico (30%). Più di uno su quattro ha provato tristezza (26%) e poco più di uno su cinque ha provato rabbia (22%).

“Nel 2023, tutte le emozioni negative hanno subito una flessione, il che è una buona notizia – si legge nel report -. Ma la cattiva notizia è che rimangono tutte percentuali più alte rispetto a dieci anni fa. Lo stress è sceso di tre punti lo scorso anno, raggiungendo i livelli tipici pre-pandemici. Preoccupazione e tristezza sono scese di un punto ciascuna, portandole anche più in linea con le misure precedenti. La percentuale di adulti in tutto il mondo che hanno provato dolore è scesa di due punti, mentre la percentuale di persone che hanno provato rabbia è scesa di un punto”.

Israele è entrato per la prima volta nella lista dei paesi con i punteggi negativi più alti

Sebbene l’Afghanistan sia ancora il peggiore al mondo nell’indice delle esperienze positive, non è più il peggiore nell’indice delle esperienze negative. La Guinea, che continua a lottare con l’incertezza dopo un colpo di stato militare nel 2021 – comprese le proteste mortali dell’anno scorso – ha ottenuto il punteggio più alto al mondo, pari a 53, nel 2023. Lo stress è salito alle stelle e ha raggiunto livelli record, aumentando di 10 punti tra il 2022 e il 2023. Una piccola maggioranza dei guineani (52%) ha affermato di aver vissuto molto stress il giorno precedente all’intervista. Hanno inoltre continuato a riscontrare tassi tra i più alti al mondo per preoccupazione (65%), dolore fisico (59%) e tristezza (52%). Anche le loro esperienze di rabbia (36%) erano superiori alla media globale (22%).

Come negli anni passati, in molti dei paesi e delle aree con i punteggi negativi più elevati nel 2023, le persone si trovavano ad affrontare disordini economici e politici o conflitti militari. In Sierra Leone, ad esempio, le persone hanno assistito al fallimento di presunti tentativi di colpo di stato dopo le loro elezioni all’inizio dell’anno.

Ma è Israele a vincere il podio tra i Paesi che hanno vissuto esperienze negative. Le interviste di Gallup si sono tenute due settimane dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre, e questo ha fatto sì che il Paese guadagnasse per la prima volta un posto in questa lista con un punteggio di 47, alla pari con Afghanistan.

La maggioranza degli israeliani ha sperimentato preoccupazione (67%), stress (62%) e tristezza (51%) a livelli senza precedenti. Oltre un su tre (36%) ha affermato di provare molta rabbia: non un nuovo massimo, ma pur sempre la percentuale più alta dal 2013.

Stress e solitudine

Lo stress è il “sentimento negativo” che è diminuito maggiormente tra tutti, con un calo di 3 punti percentuali e pari al 37% lo scorso anno: superiore al 60% a Cipro Nord (65%) e Israele (62%) e inferiore al 10% in Kirghizistan. L’Azerbaigian ha registrato il calo più significativo, scendendo dal 40% al 14% nell’arco di un anno. Altri paesi hanno registrato risultati a doppia cifra come Afghanistan e Gambia (ciascuno in calo di 15 punti).

Un altro sentimento è quello della solitudine. Nel 2023, oltre un adulto su cinque ha provato questo sentimento. Il 23% dei cittadini intervistati ha riferito di provare solitudine durante gran parte del giorno precedente il sondaggio.

“Un’analisi delle relazioni tra solitudine e altre emozioni rivela che le persone che hanno affermato di sentirsi sole avevano sostanzialmente più probabilità di provare le altre emozioni negative dell’indice. Ad esempio, il 54% di coloro che si sentivano soli ha affermato di provare anche tristezza, una percentuale tre volte superiore rispetto al 18% di coloro che non si sentivano soli ma che avevano comunque provato tristezza. L’indice della solitudine ha anche una relazione negativa più forte con misure esterne come il Pil pro capite e i tassi di mortalità per suicidio ogni 100.000”, ha concluso Gallup.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Divieto di elemosina, la Svezia vuole rendere illegale la...

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Niente più accattoni per le strade della Svezia. La proposta viene dal governo di centro destra del Paese scandinavo, che ha formato una commissione che dovrà redigere entro il 26 giugno prossimo un rapporto su pro e contro e come introdurre il divieto nazionale di elemosina.

Attualmente i Comuni possono già vietare la pratica in alcuni luoghi specifici attraverso ordinanze locali e a determinate condizioni, ma nelle proposte della campagna elettorale portata avanti dal partito di estrema destra Democratici Svedesi (che non fa parte del governo ma lo sostiene in Parlamento) c’era per l’appunto quella di generalizzare la proibizione a tutto il territorio nazionale.

Perché, dicono, l’aumento del numero dei mendicanti ha portato all’aumento della criminalità. Una crescita dovuta anche al fatto che, afferma il governo istituendo la commissione, dall’inizio degli anni 10 del 2000, “i cittadini dell’Ue hanno cominciato a venire in Svezia in misura maggiore rispetto a prima, tra le altre cose, per chiedere l’elemosina”.

La commissione incaricata dal governo dovrà analizzare come funziona il sistema attuale e le normative locali, se sia possibile ampliare i limiti all’accattonaggio, nonché i vantaggi e gli svantaggi che presenta la normativa attuale rispetto ad un divieto nazionale. Infine, dovrà presentare proposte costituzionali che vietino l’accattonaggio a livello nazionale.

Governo non compatto, ma nemmeno l’opposizione

Alla novità sono seguite critiche da più parti, in primis all’interno della stessa coalizione di governo, formata da Moderati, Democratici Cristiani e Liberali: questi ultimi soprattutto avevano già detto che si sarebbero opposti all’introduzione del divieto di accattonaggio, e, se anche solo tre loro parlamentari votassero contro la proposta, la maggioranza andrebbe sotto, con i rischi del caso.

Ma anche l’opposizione non è compatta: i Verdi, il Partito di Centro e quello della Sinistra intendono opporsi alla misura, mentre i Socialdemocratici no, quindi il provvedimento, peraltro ancora da formulare, ha chances di passare.

Fanny Siltberg, portavoce dell’organizzazione cristiana Stockholms Stadsmission, ha definito il progetto “un inutile tentativo di spostare il problema rendendo illegale la povertà“. Mentre la liberale Anna Starbrink ha già detto che non voterà a favore, perché “non si può vietare alle persone di chiedere aiuto”.

La questione è complessa, perché oltre ad investire temi etici ed economici, si allarga anche al discorso della libertà di movimento: i Moderati hanno infatti già proposto di limitare la libera circolazione all’interno dell’Ue per coloro che viaggiano con lo scopo di mendicare.

In ogni caso, una normativa nazionale e generalizzata potrebbe rivelarsi incostituzionale, tanto che diverse associazioni hanno già fatto sapere che eventualmente presenteranno ricorso. Non solo: la Corte europea dei diritti dell’uomo ha già stabilito che le sanzioni contro le persone che fanno l’elemosina violano i diritti sanciti nella Convenzione europea (CEDU), che la Svezia ha ratificato.

Ma la Svezia è sola in questa ‘crociata’?

Paesi in cui fare l’elemosina è vietato

In Norvegia chiedere l’elemosina è vietato a livello nazionale dal 2015. Ma anche qui ci sono state molte proteste poiché la norma è stata vista come una misura troppo severa nei confronti dei senzatetto e delle persone in difficoltà. Il divieto è stato introdotto anche per contrastare le attività criminali legate al fenomeno, come le reti organizzate di sfruttamento dei mendicanti.

In Danimarca la pratica è illegale dal 2017. Il governo ha introdotto la legge per ridurre il problema delle persone che chiedono denaro nei luoghi pubblici, in particolare nelle città turistiche. La polizia può arrestare coloro che infrangono il divieto e, in alcuni casi, i trasgressori rischiano la detenzione.

Nel Regno Unito, l’accattonaggio era illegale in base a una legge del 1824, e nella pratica è raramente perseguito. Le autorità locali possono comunque emettere multe o imporre sanzioni amministrative alle persone che chiedono denaro in maniera insistente o aggressiva.

In molte città degli Stati Uniti mendicare è vietato o fortemente regolamentato. Città come New York, Los Angeles e Chicago hanno adottato leggi che limitano l’elemosina nelle aree pubbliche, vicino alle scuole o ai trasporti pubblici. Tuttavia, il divieto è spesso criticato per il suo impatto sui senzatetto.

Alcuni cantoni svizzeri, come Ginevra e Vaud, hanno introdotto divieti locali contro la mendicità per scoraggiare i questuanti, spesso collegati a reti di sfruttamento e tratta di persone.

La situazione in Italia

In Italia chiedere l’elemosina in modo semplice e non molesto non è un reato, ma l’articolo 669 del Codice Penale prevede sanzioni e arresto in caso di mendicità molesta, vessatoria, simulando deformità o malattie o sfruttando i minori per destare pietà nelle persone.

E sullo sfruttamento di minori, il Ddl sicurezza approvato due settimane fa introduce delle modifiche all’articolo 600-octies c.p., prevedendo che sia punito l’impiego nell’accattonaggio di minori fino ai sedici anni di età (non più fino ai quattordici anni) ed innalzando la pena da uno a cinque anni di reclusione, invece dei tre anni attualmente previsti. Introduce anche un inasprimento delle pene nel caso di induzione e sfruttamento dell’altrui accattonaggio “a fini di profitto”.

A livello locale, poi, alcuni Comuni hanno introdotto ordinanze che vietano l’elemosina in specifici luoghi pubblici, specialmente nei centri storici o nelle aree turistiche, ad esempio in città come Milano e Firenze.

Perché vietare l’elemosina

Molte volte il divieto di accattonaggio risponde a logiche populiste e di ‘sicurezza percepita’, com’è anche nel caso della Svezia dove il numero dei mendicanti in realtà risulta in diminuzione. Ma anche se a prima vista può sembrare un provvedimento punitivo che certamente non risolve il problema della povertà ma lo nasconde solo sotto al tappeto, in realtà ci sono dei buoni motivi per vietare l’elemosina:

lotta contro il crimine organizzato: in molte aree, l’elemosina è sfruttata da gruppi criminali che obbligano le persone, spesso migranti o minorenni, a mendicare per loro conto. Vietare l’elemosina potrebbe limitare questa forma di sfruttamento.
decoro urbano: vietare l’elemosina aiuta a mantenere il decoro delle città, specialmente nelle aree turistiche. La presenza di mendicanti in luoghi ad alto afflusso può essere percepita come un problema per il turismo e il commercio locale.
riduzione delle situazioni pericolose: in alcune aree, la mendicità può degenerare in episodi di aggressività, soprattutto quando viene praticata in modo insistente. Vietare l’elemosina potrebbe ridurre il rischio di conflitti tra mendicanti e cittadini.

Ovviamente sono molti i problemi collegati al divieto di accattonaggio, tralasciando questioni etiche come il fatto, per dirne uno, che l’aiuto alle persone bisognose è uno dei doveri del buon cristiano.

Gli svantaggi del vietare l’elemosina

Allo stesso tempo, vietare l’elemosina ha alcune conseguenze che dovrebbero essere tenute ben presenti:

impatto sui più vulnerabili: la principale critica verso il divieto è che colpisce le persone più fragili, che spesso non hanno altre risorse, determinando una ancora maggiore emarginazione sociale e privando queste persone di una fonte di sussistenza seppur minima
misura punitiva anziché assistenziale: invece di affrontare alla radice le cause della povertà e della marginalizzazione, il divieto punisce coloro che già vivono in condizioni di estrema difficoltà.
rischio di invisibilizzazione del problema: vietare l’elemosina non risolve il problema ma rischia di renderlo meno visibile portando le autorità e la società civile a non impegnarsi adeguatamente nell’affrontarlo.

Insomma, la commissione messa in piedi dal governo svedese ha parecchi aspetti di cui tener conto.

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Mangiare pesce in gravidanza può ridurre il rischio di...

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Mangiare pesce durante la gravidanza potrebbe abbassare significativamente il rischio di autismo per il nascituro, riducendolo fino al 20%. Questa è la conclusione di un recente studio finanziato dal programma ECHO dei National Institutes of Health e pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. Lo studio suggerisce che il pesce, già noto per i suoi benefici sulla salute grazie agli acidi grassi omega-3, giochi un ruolo fondamentale anche nello sviluppo neurocognitivo del feto, riducendo i rischi di disturbi dello spettro autistico.

I dettagli della ricerca

Lo studio ha coinvolto circa 4.000 donne in gravidanza e ha analizzato il consumo di pesce e l’uso di integratori di omega-3. Il campione è stato suddiviso in quattro gruppi a seconda della frequenza di consumo di pesce: meno di una volta al mese, più di una volta al mese ma meno di una volta a settimana, una volta a settimana, e due o più volte a settimana. Circa il 20% delle partecipanti ha dichiarato di non consumare pesce durante la gravidanza e una percentuale tra il 65% e l’85% non faceva uso di integratori di omega-3 o olio di pesce.

I ricercatori hanno quindi analizzato i risultati sulla salute dei bambini, misurando i tratti comportamentali legati all’autismo attraverso la Social Responsiveness Scale (SRS), un questionario compilato dai genitori che valuta i comportamenti associati all’autismo. I punteggi più alti nella scala SRS indicano una maggiore presenza di comportamenti correlati all’autismo.

I risultati

Dai risultati è emerso che mangiare pesce durante la gravidanza era effettivamente associato a una riduzione delle probabilità di ricevere una diagnosi di autismo nei bambini. Inoltre, vi era una lieve diminuzione dei punteggi SRS nei figli di coloro che consumavano pesce rispetto a chi non lo faceva. Il dato interessante è che questo effetto benefico si osservava indipendentemente dalla quantità di pesce consumata: sia che fosse una porzione a settimana, sia che fossero due o più porzioni, il rischio di autismo risultava comunque inferiore rispetto a chi non ne consumava affatto.

Al contrario, l’assunzione di integratori di omega-3 non ha mostrato una correlazione significativa con la riduzione del rischio di autismo. I ricercatori hanno dunque concluso che solo il pesce nella sua forma naturale sembra portare benefici diretti, piuttosto che i supplementi.

Benefici aggiuntivi e considerazioni

Emily Oken, coautrice dello studio e docente alla Harvard Medical School, ha sottolineato come il pesce non solo riduca i rischi legati all’autismo, ma sia anche associato a una serie di benefici ben documentati per la salute materna e fetale. “Altri vantaggi includono un minor rischio di parto pretermine e un migliore sviluppo cognitivo per il feto”, ha affermato Oken, aggiungendo che è fondamentale migliorare la comunicazione sulle linee guida riguardanti il consumo di pesce in gravidanza.

Per anni, infatti, molte donne sono state erroneamente dissuase dal mangiare pesce durante la gravidanza, a causa del timore di contaminazione da mercurio e di un presunto rischio di autismo, un’idea che è stata più volte smentita dalla scienza. La dottoressa Oken ha quindi ribadito l’importanza di superare queste false credenze e promuovere una corretta informazione su cosa fare durante la gravidanza.

Mangiare pesce in gravidanza è sicuro?

Nonostante i numerosi benefici, è comunque essenziale che le future mamme scelgano con attenzione il tipo di pesce da consumare. Alcuni pesci possono contenere elevate quantità di mercurio, una sostanza che può essere dannosa per il feto. Tra le specie consigliate vi sono salmone, sardine, sgombro e trota, mentre è meglio evitare pesci predatori di grandi dimensioni come squalo e pesce spada. La cottura del pesce è un altro fattore fondamentale: il pesce crudo o poco cotto può comportare rischi per la salute, come infezioni batteriche o parassitarie.

L’importanza dell’alimentazione in gravidanza

Lo studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition sottolinea ancora una volta quanto sia importante seguire una dieta equilibrata e ricca di nutrienti durante la gravidanza, non solo per il benessere della madre, ma anche per garantire un corretto sviluppo del feto. Il pesce si conferma dunque un alimento chiave in questo contesto, grazie al suo apporto di acidi grassi omega-3 e altri nutrienti essenziali.

Le future mamme possono quindi trarre benefici significativi dal consumo regolare di pesce, non solo per ridurre il rischio di autismo, ma anche per migliorare complessivamente la salute e lo sviluppo del bambino.

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Un papà ha dipinto la casa di azzurro per la nascita del...

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Dipingereste mai la vostra casa di azzurro per la nascita di vostro figlio? Se la risposta è sì, sappiate che non sarete i primi. Ci ha già pensato Federico Lucchetta, artista 39enne di Farra di Soligo (Treviso), mentre sua moglie era in ospedale per dare alla luce il secondo genito, martedì 1° ottobre.

Con l’aiuto di suo suocero e di alcuni amici, Federico è andato anche oltre: sul nuovo sfondo azzurro della villetta ha ‘scritto’ a caratteri cubitali bianchi il nome di suo figlio, Ettore. Nel giardino antistante, l’affiatato gruppo di lavoro ha anche installato dei palloncini finti dello stesso azzurro con cui hanno ridipinto la villa. Altro che fiocco blu dietro la porta, l’annuncio non è passato inosservato ai vicini di Via Belvedere e al web.

Guai però a pensare a quelle scene cringe con i papà che distruggono ogni cosa come incontrovertibile prova del loro entusiasmo per la nascita del maschietto.

La casa azzurra dipinta per la nascita figlio Ettore_screen video

Papà dipinge la casa di azzurro per la nascita del figlio: il precedente

Già nel 2020, in occasione della nascita della primogenita Vittoria, papà Lucchetta aveva posizionato in giardino una cicogna in cartapesta alta sette metri. Ci lanceremmo nell’ipotesi che anche questa non fosse passata inosservata.

Per il secondo genito non poteva esimersi, né replicare la trovata di quattro anni fa.
Dalla primavera ad ora ha avuto qualche mese per mettere a punto una nuova idea, senz’altro di grande impatto visivo e armoniosa nella scelta dello stile anche se, ammette l’artista, “Onestamente non è nemmeno un colore che mi piaccia molto ma richiama immediatamente le convenzioni sociali più comuni dedicate alla nascita di un bambino. E poi c’è la casa, che vuol dire famiglia”. La scelta vuole essere anche un messaggio di speranza che va oltre la nascita del figlio: “Tra tutte le sollecitazioni cupe che ci arrivano ogni giorno attraverso le notizie dal mondo, un tratto di ottimismo e di colore acceso ci stava”, ha spiegato. Impossibile dargli torto.

Più di un semplice annuncio

L’opera di Lucchetta e dei suoi ‘soci’ ricorda cosa possa rappresentare la nascita di un figlio (o di una figlia) solo per la famiglia e per la comunità. Anche il sindaco di Farra di Soligo non ha avuto nulla da ridire sulla scelta di dipingere di azzurro la villa di via Belvedere. Almeno chi non abita in condominio può scegliere più o meno liberamente la facciata della propria casa. Figuriamoci se si tratta di una modifica vistosa ma temporanea: “Non resterà di questa tinta molto a lungo, appena qualche settimana. Sempre di tasca mia, riporterò la casa alle tinte pastello di prima”, assicura Lucchetta senior.

Qualcuno lo ha anche accusato di esibizionismo, ma a lui non interessa; fa parte del gioco. Piuttosto, la sua scelta di dipingere la casa di azzurro per la nascita di Ettore è stata anche una mossa di marketing: “ormai gli influencer più o meno di passaggio il loro bravo lavoro sui social lo hanno fatto”, commenta al Corriere del Veneto.

Esperto di installazioni e di rappresentazioni pittoriche, Federico Lucchetta ha anche realizzato un dipinto di 40 metri quadrati nella sala consiliare di Pieve di Soligo in cui sono raffigurati alcuni dei cittadini più celebri della zona. Ma siccome l’arte non sempre paga, papà Lucchetta lavora anche nel settore della ristorazione (cosa bisogna fare per mantenere una famiglia in Italia!).

Dopo la cicogna alta sette metri per Vittoria e la casa dipinta di azzurro per Ettore, ci si chiede se Federico abbia già in mente qualcosa per il prossimo eventuale figlio, ma lui smorza l’entusiasmo: “No, penso proprio che ci fermeremo qui”. Magari qualcuno ci spera facendo leva sul detto ‘Non c’è due senza tre’, che proietterebbe Federico e co. nel novero delle famiglie numerose. Questo proverbio, però, non attecchisce sulla demografia italiana dove il tasso di fecondità è sceso a 1,2 figli per donna.
Ettore è già oltre la media.

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