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Cronaca

Tumori, virus Lassa potrebbe favorirli nei bimbi in Africa:...

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Tumori, virus Lassa potrebbe favorirli nei bimbi in Africa: la ricerca

Risultati illustrati in un convegno all'idi Roma, neoplasie dall'origine sconosciuta forse legate al consumo di ratti e pipistrelli

Un laboratorio

Il legame tra virus di Lassa e tumori odontogeni è il tema al centro del convegno "Global Health ed esperienza missionaria in Africa: nuova prospettiva sanitaria alla luce del Giubileo del 2025", che si è appena concluso all’Idi Irccs di Roma. Un'occasione per illustrare gli sviluppi di una ricerca che mette in correlazione il virus di Lassa e questi tumori.

L'osservazione di un numero insolitamente alto di casi di tumori odontogeni fibro-ossei (come fibroma ossificante, ameloblastoma, displasia fibrosa e fibromixoma odontogeno) al Saint Mary's Hospital di Lacor, a Gulu, nel Nord Uganda, ha dato il via a questa ricerca. Questi tumori, considerati benigni, sono rari nei Paesi sviluppati, ma mostrano un'incidenza sorprendente nei Paesi in via di sviluppo, dove però i dati sono scarsi a causa della mancanza di registrazione dei casi o di esami istologici. Spesso, si sviluppano senza una causa apparente e sono soggetti a frequenti recidive. Se non trattati, possono evolvere in carcinomi, soprattutto nelle ossa alveolari edentule, suggerendo una possibile origine ossea oltre che odontogena. Non solo.

I tumori odontogeni fibro-ossei colpiscono soprattutto il volto di bambini e giovani adulti, e l'intervento chirurgico lascia spesso deformità facciali, condannando i pazienti all'isolamento sociale. Si ipotizza che possano originare dal legamento parodontale dei denti in seguito a traumi o influenze ormonali, ma ciò non spiega i numerosi casi osservati in Uganda e in altri Paesi poveri.

Quest'origine sconosciuta rappresenta una sfida sia diagnostica che terapeutica. Vincere questa sfida è l'obiettivo dello studio che punta a correlare i casi di tumori fibro-ossei registrati al Saint Mary's Hospital e all'ospedale universitario di Mulago di Kampala con un possibile agente eziologico: l'Arenavirus, un virus zoonotico presente quotidianamente nella popolazione locale.

Nei villaggi dell'Uganda e dell'Africa equatoriale, la popolazione vive in capanne a stretto contatto con il suolo, dormendo su stuoie e bevendo acqua contaminata di pozzi o stagni, usata anche per cucinare e per le abluzioni giornaliere. Acqua contaminata da urine e feci di ratti, che inoltre vengono spesso consumati crudi o cotti in modo approssimativo. C'è anche una credenza popolare che porta a sciogliere l'urina e le feci di ratto nell'acqua da bere, considerata terapeutica per varie malattie. Proprio le etnie che consumano ratti e altre specie selvatiche come serpenti e pipistrelli sembrano essere più colpite da questi tumori. Testimonianze di infermieri in Uganda riportano una frequenza sospettosamente alta di questi tumori nei villaggi vicino a miniere colonizzate da pipistrelli.

Negli ultimi cinque anni, sono stati analizzati 29 campioni biologici di tumore prelevati da giovani pazienti della R.D. del Congo, esaminandoli tramite Pcr all'Università di Kinshasa. In tutti i campioni è stato trovato il virus di Lassa, un tipo di Arenavirus, presente anche nei tessuti apparentemente sani circostanti al tumore, suggerendo che la riattivazione del virus latente possa essere la causa delle recidive. Questa scoperta ha portato a ipotizzare che il virus di Lassa possa essere un nuovo oncovirus. Un'ipotesi supportata anche da due articoli scientifici recenti.

La ricerca è tuttora in corso con l'obiettivo di incrementare la raccolta di campioni, eseguire test Pcr e sequenziare il virus per proporre un'ipotesi ben fondata di causa patogenetica da Arenavirus dei tumori odontogeni fibro-ossei presenti in Africa sub-Sahariana. "La mia può sembrare una ricerca bizzarra e forse lo è. Mi sento un po' come don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento", ha detto oggi all'Idi il ricercatore Marco De Feo, raccontando la storia di Lina Lowal, una bambina di 7 anni con un rigonfiamento sul lato destro del viso, incontrata al Saint Mary's Lacor Hospital in Uganda. Lina è stata operata sei volte nel corso di sei anni, ma è morta a 13 anni. Una storia simile a molte altre, quasi tutte finite tragicamente.

Per i ricercatori, è probabile che il virus trovato in Africa sia genotipicamente diverso da quelli in altre regioni come Thailandia, Filippine o America Latina. Il prossimo passo sarà la genotipizzazione del virus per comprenderne meglio le caratteristiche.

"Il virus di Lassa, un arenavirus zoonotico, potrebbe essere un nuovo oncovirus. La ricerca continua, con l'obiettivo di trovare terapie mediche efficaci e, eventualmente, sviluppare un vaccino - ha sottolineato Giuseppe Piccinni, direttore della Microbiologia e virologia all'Irccs Idi - La strada verso la scoperta di un vaccino è lunga e complessa, richiedendo una cooperazione internazionale e la rimozione di barriere burocratiche. Tuttavia, il lavoro in corso rappresenta una speranza per il futuro nella lotta contro queste malattie. La comprensione delle abitudini culturali e delle condizioni ambientali locali è cruciale per sviluppare strategie di prevenzione e trattamento efficaci".

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Vaccini, Monti (Lombardia): “Per prevenire Rsv...

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"Tecnologia mRna può guidarci verso iniziative a beneficio paziente e risultati di qualità"

Emanuele Monti, presidente della IX Commissione Sostenibilità sociale, casa e famiglia della Regione Lombardia

“Regione Lombardia sta già lavorando con grande attenzione sul tema del virus respiratorio sinciziale (Rsv). Dobbiamo guardare all'innovazione e all'adozione di nuove tecnologie. Sicuramente l’ambito dell'mRna è estremamente interessante, può guidarci verso iniziative che, da un lato, portano beneficio al paziente e dall'altro vanno a riportare al centro Regione Lombardia in un'agenda nazionale sulla quale, anche in termini di ricerca, innovazione e collaborazione con i nostri centri di riferimento sul territorio, si possa ottenere un risultato di qualità”. Così Emanuele Monti, presidente della IX Commissione Sostenibilità sociale, casa e famiglia della Regione Lombardia, intervenendo oggi all’expert advisory panel dedicato all’Rsv organizzato a Milano da Summeet con il contributo non condizionato di Moderna.

Il virus respiratorio sinciziale è responsabile di infezioni dell'apparato respiratorio e può causare tosse o respiro sibilanti, bronchiolite (infiammazione e ostruzione dei bronchioli, le ultime diramazioni bronchiali) e polmonite. Grazie alla tecnologia ad mRna, usata già per la prevenzione del Covid-19, è stato sviluppato, e recentemente approvato in Europa, un vaccino per prevenire queste infezioni respiratorie, i ricoveri in terapia intensiva e i decessi.

Il panel organizzato a Milano ha “l'obiettivo di segnare il perimetro tecnico sull'argomento e capire come Regione Lombardia può essere attivamente impegnata su questo ambito - ha sottolineato Monti - È necessario tracciare un percorso e una direttrice sulla quale muoversi in ambito regionale, riguardo ai nostri 10 milioni di abitanti. Per quanto riguarda il virus respiratorio sinciziale - conclude - siamo al lavoro come Regione Lombardia. Il convegno di oggi, infatti, apre un dibattito sulla necessità di avere tecnologie capaci di rendere più efficaci campagne di prevenzione e di vaccinazione sul territorio regionale”.

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Rotary, l’omaggio dei governatori italiani al Milite...

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Rotary, l'omaggio dei governatori italiani al Milite ignoto

Omaggio del Rotary International al Milite Ignoto. I quattordici Governatori dei Distretti del Rotary International, provenienti da tutta Italia, oggi si sono dati appuntamento all’Altare della Patria a Roma per deporre una corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto. Una cerimonia tradizionale, che si svolge ogni anno il 1 luglio e che sugella l’inizio dell’anno rotariano 2024-2025. A deporre la corona è stato Fabio Arcese, nuovo Governatore del Distretto 2080 che comprende Roma, il Lazio e la Sardegna. Quest’anno la cerimonia ha visto anche la partecipazione del Trustee e Chair eletto della Rotary Foundation, Holger Knaack. "La cerimonia di deposizione della corona d'alloro all'Altare della Patria – ha detto il Governatore Arcese – simboleggia l'unità e la coesione di intenti della nostra associazione. La nostra forza è lavorare insieme per raggiungere traguardi importanti: debellare la poliomielite, favorire l'istruzione, mettere al servizio dei meno fortunati le nostre capacità professionali e umane, promuovere la pace".

Un’attenzione particolare è stata posta sull’importanza dei Centri per la Pace. "Il clima che si sta vivendo a livello globale è preoccupante – ha osservato il Governatore Arcese – Secondo i dati raccolti dal Conflict index 2024 nel 2023 i conflitti hanno avuto un’impennata del 12% rispetto al 2022 e del 40% rispetto al 2020. E benché gli occhi siano puntati sulla guerra in Ucraina e sul conflitto tra Israele e Hamas, sempre nel 2023 sono stati registrati oltre 147mila conflitti. Numeri che creano preoccupazione e allarme. Che fare? Il Rotary – ha proseguito Arcese – ha una lunga storia di promozione della pace e di impegno nell’affrontare le cause dei conflitti. Lo fa attraverso i suoi sette Centri della Pace che sono dislocati all’interno delle migliori università di tutto il mondo e che hanno formato circa 1800 borsisti. Ma la situazione è talmente drammatica che bisogna impegnarsi sempre di più, formare i giovani e trasformarli in professionisti della pace, solo così si potrà creare un mondo libero dai conflitti".

Poi il Governatore Arcese ha posto l’accento sugli impegni del Distretto 2080. "Siamo in prima linea. A febbraio 2025 parteciperemo alla Conferenza mondiale sulla Pace che si terrà a Istanbul, in Turchia sul tema "Guarire in un mondo diviso". Proprio a Istanbul, la Bahçeşehir University ospita il settimo Centro della Pace e accoglierà all’inizio del prossimo anno la sua prima classe di borsisti. Non solo – ha concluso Arcese – stiamo anche lavorando per poter inserire il nostro Distretto 2080 tra i distretti edificatori della Pace Globale".

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Vaccini, Fimp Piemonte: “Coperture migliori se...

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Oggi il corso 'Pediatria di famiglia. La protagonista della raccomandazione vaccinale', organizzato dalla federazione nell'ambito del progetto 'VaccinAzione'

Vaccini, Fimp Piemonte:

"Sulle vaccinazioni l'impegno della Fimp, la Federazione italiana medici pediatri, è totale perché il pediatra si occupa del bambino nella sua interezza, dalla prevenzione delle malattie alla diagnosi e cura. La vaccinazione è fondamentale per evitare malattie pericolose, ma è meglio se ad effettuarla ai propri assistiti sono i pediatri". Lo ha detto Giuseppe Palena, segretario regionale Fimp Piemonte, in occasione del corso 'Pediatria di famiglia. La protagonista della raccomandazione vaccinale', organizzato dalla federazione nell'ambito del progetto 'VaccinAzione' che si è svolto in questi giorni a Torino.

"In Piemonte la prevenzione vaccinale è diffusa a macchia di leopardo - spiega Palena - Le Asl con indici vaccinali molto elevati sono quelle in cui c'è una convenzione secondo cui la vaccinazione viene somministrata dal pediatra del bambino nel proprio ambulatorio, oppure all'interno della struttura dell'Asl" preposta. "Dove le Asl prevedono che il pediatra sia il principale attore e responsabile vaccinale dei propri assistiti, la percentuale di vaccinazione raggiunta è molto elevata perché la pratica avviene all'interno di un rapporto di fiducia e ogni dubbio è chiarito con un linguaggio semplice e dati scientifici che evidenziano i benefici della prevenzione rispetto al rischio di una malattia grave". Così, "in occasione del primo bilancio di salute - continua lo specialista - si informano entrambi i genitori sui vantaggi del vaccino".

Proprio per questo la "formazione del pediatra è fondamentale: si deve sapere tutto sulla vaccinazione che si somministra - avverte Palena - anche perché, se i genitori sono intenzionati a fare solo i vaccini obbligatori, si procede solo con quelli. Vedendo che i vaccini obbligatori funzionano, i genitori tendono poi a rassicurarsi e ad essere più disponibili a considerare anche le vaccinazioni raccomandate", come l'anti-meningococco B che protegge da una malattia grave come la meningite.

"Dal punto di vista della salute, la raccomandazione è di considerare tutte le vaccinazioni utili - aggiunge Renato Turra, segretario provinciale Fimp Torino - La differenza tra obbligatori e raccomandati è solo legislativa: gli obbligatori sono tali per poter frequentare la scuola". Certo, in questo contesto "il ruolo del pediatra è fondamentale", soprattutto per le vaccinazioni non obbligatorie come l'anti-meningococco B o l'anti-pneumocco che, anche secondo gli ultimi dati di copertura, soffrono sempre di più rispetto quelle obbligatorie.

"Esiste una fascia del 5-10% delle famiglie in cui ci si scontra con problematiche di tipo ideologico - osserva Turra - Come pediatri, uno dei nostri compiti fondamentali è comunicare con le famiglie con cui abbiamo un rapporto di fiducia". Rispetto all'informazione, "la comunicazione è bidirezionale: bisogna rispondere a domande, dubbi e spiegare con parole semplici e adatte agli interlocutori che, se malattie gravi come il vaiolo per esempio non esistono più, è proprio grazie alle vaccinazioni". Si tratta di chiarire quanto trovato "su dottor Google o nelle chat, facendo esempi pratici, mettendo in risalto i rischi della vaccinazione, che sono trascurabili, rispetto ai benefici in termini di salute non solo per il bambino, ma anche per la collettività".

Su una questione come la co-somministrazione di più vaccini, una leva per incrementare le coperture vaccinali, va ricordato che "fare ad esempio per un vaccino esavalente 6 distinte iniezioni non sarebbe auspicabile. Questa pratica non modifica infatti l'efficacia dei singoli vaccini. Somministrare più vaccini contemporaneamente permette, inoltre, il vantaggio di ridurre il numero di iniezioni e quindi il disagio e lo stress del bambino. Del resto, un bambino è sempre a contatto con migliaia di antigeni, anche solo andando al supermercato. Somministrare più vaccini in un'unica iniezione - conclude il pediatra - non è controindicato e non aumenta gli effetti collaterali, anzi sembra potenziare la risposta immunitaria".

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