Camera di Commercio Spagna in Italia, +62% investimenti diretti esteri spagnoli
Nel 2022 in Italia, portando alla creazione di oltre 71 mila posti di lavoro
Nel 2022 lo stock di Investimenti Diretti Esteri (Ide) spagnoli in Italia è aumentato del 62%, pari a 14,95 miliardi di euro, la cifra più alta dal 2008, portando alla creazione di oltre 71 mila posti di lavoro. Secondo la Banca d’Italia, la Spagna si colloca al quarto posto tra i Paesi con il maggior flusso netto cumulativo di Ide verso l'Italia negli ultimi dieci anni. È quanto emerge dalla I edizione del 'Barometro sul contesto e sulle prospettive degli investimenti spagnoli in Italia', elaborato da Analistas Financieros Internacionales (Afi) e lanciato oggi dalla Camera di Commercio di Spagna in Italia, dalla Camera di Commercio di Spagna e dall’Ambasciata di Spagna in Italia.
L’evento, organizzato in occasione del 70esimo anniversario della nascita della Camera di Commercio di Spagna in Italia, ha visto la presenza, tra gli altri, del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, del Viceministro delle Imprese e del Made in Italy, Valentino Valentini, della Viceministra per il Commercio di Spagna, Amparo López Senovilla, dell’Ambasciatore di Spagna in Italia, Miguel Fernández-Palacios, del Presidente della Camera di Commercio di Spagna, José Luis Bonet, e del Presidente della Camera di Commercio di Spagna in Italia, Luigi Patìmo. Al panel “Investire in Italia: l’esperienza delle imprese spagnole” hanno preso parte: Jorge Barredo, ceo di Naturgy Renovables, José Díaz-Caneja, ceo di Acciona Infraestructuras, Ignacio Domínguez-Adame, regional head santander Cib Europe e José Oriol Hoyos, presidente e ceo di Iberdrola Renovables Internacional.
Secondo l’indagine, dal 1993 ad oggi, sono giunti in Italia dalla Spagna flussi di Ide pari a 25,14 miliardi di euro. In particolare, nel 2022, le telecomunicazioni hanno rappresentato il 34% del totale degli investimenti spagnoli nel nostro Paese con un aumento di quasi 5 miliardi di euro. Il 50% degli Ide complessivi spagnoli hanno privilegiato anche altri tre settori: le assicurazioni e riassicurazioni (11,2%), le forniture energetiche (10,6%) e il commercio all'ingrosso (9,9%).
“Oggi come 70 anni fa lo spirito della Camera è rimasto lo stesso, supportare le imprese spagnole affinché possano accelerare gli investimenti in Italia in un clima di costante crescita della fiducia degli investitori”, ha dichiarato il Presidente della Camera di Commercio di Spagna in Italia, Luigi Patìmo.
“Il Barometro che oggi presentiamo, e che speriamo sia soltanto il primo di una continua serie futura, ci permetterà evidenziare le buone relazioni tra i due paesi e tra le aziende di entrambi”, ha aggiunto l’Ambasciatore di Spagna in Italia, Miguel Fernández-Palacios.
Dallo studio emerge, poi, che l’83% delle aziende intervistate prevede di incrementare il fatturato e quasi sette imprese su dieci presumono di ampliare gli investimenti e di assumere nuovo personale specializzato (rispettivamente il 70% e 67%). Tra gli obiettivi che motivano i nuovi investimenti, spiccano l’aumento dell'attività nelle strutture esistenti (24%), l’incremento della produttività (22%), lo sviluppo di attività innovative (21%) e l’espansione commerciale in altre regioni del Paese (20%). La sostenibilità è stata giudicata dalle imprese spagnole il punto forte del clima imprenditoriale italiano, conseguendo un punteggio di 3,6 in una scala da 1 a 5. Per contro le imprese spagnole che operano e investono in Italia hanno identificato nella pressione fiscale il punto dolente del clima imprenditoriale (1,7 punti su 5). Praticamente tutte (99%) delle imprese spagnole prese in oggetto dall’analisi considerano strategica per il loro modello imprenditoriale la decisione di essersi stabilite in questo mercato e di voler mantenere una presenza duratura nel Paese.
Spettacolo
A Domenica In ospiti oggi Ventura, Giletti e Montesano. In...
La conduttrice tv e showgirl racconterà con il marito Giovanni Terzi la loro storia d'amore e il matrimonio di questa estate
Oggi, domenica 29 settembre, alle 14 su Rai1 e Rai Italia andrà in onda 'Domenica In', condotta da Mara Venier. La puntata, in diretta dagli Studi ‘Fabrizio Frizzi’ di Roma, si aprirà con un’ampia intervista a Simona Ventura e Giovanni Terzi, durante cui racconteranno la loro storia d’amore coronata con il matrimonio di questa estate. Enrico Montesano, popolare attore e showman, ripercorrerà la sua lunga carriera artistica con aneddoti e racconti sui personaggi da lui creati come Felice Allegria, Torquato, Dudù e Cocò e tanti altri.
Massimo Giletti interverrà per presentare il suo nuovo programma 'Lo stato delle cose', che prenderà il via su Rai 3 in prima serata da lunedì 30 settembre. Spazio alla musica con Raf che festeggerà in studio i 40 anni di 'Self Control', suo grande successo del 1984, oltre a cantare al pianoforte alcune sue bellissime canzoni come 'Gente di mare' e 'Cosa resterà degli Anni 80'. Per lo spazio attualità, in studio la signora Sabrina Bosser, mamma di Alex Marangon, il ragazzo di 25 anni trovato morto nel luglio scorso sulle rive del fiume Piave.
Esteri
Nasrallah ucciso da Israele, chi sarà il successore del...
Vuoto di potere significativo all'interno del movimento sciita e speculazioni su chi prenderà il suo posto
L'uccisione di Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah per oltre 32 anni, lascia un vuoto di potere significativo all'interno del movimento sciita sollevando speculazioni su chi prenderà il suo posto.
Chi è il potenziale successore
In un contesto caratterizzato da segretezza e riservatezza nelle procedure di selezione dei leader, emerge, secondo i media arabi tra cui al-Sharq al-Awsat, come principale candidato Hashem Safieddine, cugino di Nasrallah e figura chiave all'interno del movimento. Safieddine, preparato per la leadership fin dal 1994, ha ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio esecutivo di Hezbollah, gestendo le operazioni quotidiane e finanziarie del partito sotto la supervisione di Nasrallah.
Safieddine, 59 anni, è stato a lungo considerato il "braccio destro" di Nasrallah, un uomo discreto ma potente, responsabile dell'amministrazione finanziaria e organizzativa di Hezbollah. Sebbene non sia stato un volto pubblico di primo piano, ha giocato un ruolo cruciale nella gestione interna del partito, lasciando al suo cugino maggiore la guida strategica e politica.
L'influenza di Safieddine non si limita al Libano, ma si estende anche all'Iran, dove ha trascorso anni studiando a Qom, centro nevralgico dell'istruzione religiosa sciita. I suoi stretti legami con Teheran si sono ulteriormente consolidati nel 2020, quando suo figlio Rida ha sposato Zainab Soleimani, figlia del generale Qassem Soleimani, comandante della Forza Quds iraniana ucciso in un attacco statunitense. Questi legami rafforzano la sua posizione come successore naturale di Nasrallah, in quanto rappresentano la continuità delle strette relazioni tra Hezbollah e l'Iran.
La rete di investimenti di Hezbollah
Uno dei maggiori punti di forza di Safieddine è la sua lunga esperienza alla guida del Consiglio esecutivo di Hezbollah. Questo organo non solo si occupa delle operazioni quotidiane del partito, ma gestisce anche una vasta rete di investimenti economici che garantisce l'indipendenza finanziaria dell'organizzazione. Questi investimenti, distribuiti in tutto il mondo, sono essenziali per finanziare la struttura operativa e militare di Hezbollah, che si estende ben oltre i confini libanesi.
Si stima che le risorse gestite da Hezbollah siano di enorme entità, con interessi economici presenti in Medio Oriente, Africa, Europa e Americhe. Il Consiglio esecutivo, che un tempo aveva sotto il proprio controllo anche il braccio militare del partito, è stato successivamente affiancato dal Consiglio jihadista, separando le competenze tra i due organi.
La visione politica di Safieddine è fortemente influenzata dagli anni trascorsi in Iran, dove ha abbracciato il principio del 'Wilayat al-Faqih' (il governo del giurista), dottrina teocratica che guida il sistema politico iraniano e che è stata promossa dall'ayatollah Khomeini. Sebbene molti sciiti libanesi non seguano questa ideologia, Safieddine è uno dei suoi principali sostenitori all'interno di Hezbollah. La sua adesione a questo modello teocratico sottolinea ulteriormente il legame ideologico tra il gruppo libanese e Teheran.
L'altro nome in corsa per la successione
Sebbene Safieddine sia il favorito per la successione, c'è un altro nome che circola nei corridoi del potere: Naim Qassem, attuale vice segretario generale di Hezbollah. Tuttavia, molti analisti considerano Qassem più una figura simbolica che un leader operativo, riducendo le sue possibilità di prendere effettivamente il posto di Nasrallah. Qassem, pur essendo una figura di spicco all'interno del partito, manca del carisma e dell'influenza politica che caratterizzano Safieddine.
Esteri
Libano, dopo morte Nasrallah Paese nel caos: migliaia in...
Alto commissario Onu: "Oltre 200mila sfollati interni, 50mila fuggiti in Siria". Famiglie dormono in strada. Ospedali al collasso. ActionAid: "Bisogni umanitari senza precedenti"
Libano nel caos dopo la morte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. La popolazione civile è in fuga. Sono "ben oltre 200mila gli sfollati all'interno del Libano" a causa della guerra scatenata da Israele contro il Paese dei Cedri e almeno "50mila" i cittadini fuggiti in Siria, secondo quanto riferisce l'Alto commissario dell'Onu per i rifugiati Filippo Grandi.
"Sono in corso operazioni di soccorso, anche da parte dell’Unhcr, per aiutare tutti coloro che ne hanno bisogno", afferma. Durante la guerra civile siriana, centinaia di migliaia di persone (1,5 milioni secondo il governo di Beirut) si erano rifugiate nel vicino Libano per sfuggire alle atrocità che si consumavano in Siria; ora, con l'attacco di Israele diretto contro Hezbollah, il flusso si è invertito e sono i libanesi che si rifugiano in Siria.
A Beirut bambini e famiglie nel panico
I bisogni umanitari in Libano hanno raggiunto livelli senza precedenti dopo gli attacchi intensi sulla capitale Beirut che ha costretto migliaia di persone ad evacuare le loro case. Sabine Abiaad, coordinatrice regionale delle campagne di ActionAid, che vive a Beirut con la sua famiglia, spiega: "Nelle ultime 24 ore, abbiamo visto il periodo più difficile e terrificante da quando è iniziata questa escalation di attacchi. Il bombardamento continuo di Israele è durato tutta la notte, lasciando i nostri figli, le famiglie e i nostri cari in uno stato di stress estremo e panico. Il bilancio psicologico di questa guerra sta seriamente minando la nostra capacità e quella dei nostri partner di rispondere alle crescenti esigenze umanitarie".
"Le esigenze sul campo sono in rapido aumento - aggiunge - Gli ospedali sono sotto pressione, e lottano per far fronte al crescente numero di feriti. Le scuole sono state convertite in rifugi, ma non c'è spazio sufficiente per il crescente numero di famiglie sfollate. Decine di migliaia di rifugiati siriani, che hanno cercato sicurezza in Libano, si vedono negare aiuto, con molti costretti a dormire per le strade o attraversare i confini per tornare in Siria. Ieri alcuni dei nostri partner sono stati costretti a sospendere le operazioni umanitarie ed evacuare dopo che Israele ha lanciato attacchi sulle aree meridionali di Beirut, lasciando migliaia di famiglie senza l'assistenza urgente di cui hanno così disperatamente bisogno”.
"Persone in fuga in condizioni disperate"
Scenario analogo quello riferito da Medici Senza Froniere che parla di una situazione caotica con migliaia di persone, inclusi i team di Medici Senza Frontiere, costrette ad abbandonare le proprie abitazioni senza riuscire a portare nulla con sé. Alcuni sono fuggiti a piedi e molti sono ancora bloccati in auto. A Beirut la situazione è disperata e i team di Msf stanno lavorando senza sosta fornendo acqua, kit igienici e coperte. Migliaia di persone - si legge in una nota di Msf - sono in fuga, oltre 500 scuole sono piene di persone. La gente ha dormito in auto per strada e gli ospedali sono sopraffatti dal numero di feriti.
Finora, le équipe di Msf hanno consegnato nei rifugi per sfollati 400 kit di beni di prima necessità, inclusi kit igienici e materassi. Msf sta anche provvedendo alla fornitura di acqua e offrendo primo soccorso psicologico a chi ne ha bisogno, continuando a valutare i bisogni e a fornire aiuto. Mentre continua la campagna di bombardamenti israeliani sul Libano, Msf ribadisce l'appello alla protezione dei civili e degli operatori sanitari.
"Oltre mille persone uccise nei raid"
Più di mille persone, 1.030, sono state uccise nei bombardamenti israeliani sul Libano degli ultimi giorni, ha reso noto il ministero della salute libanese. Fra queste ci sono anche 56 donne e 87 bambini. I feriti sono 6.352. Ma ci sono ancora persone sepolte sotto le macerie, quindi il bilancio delle vittime è destinato ad aggravarsi.