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Simbad rivive nella penna di Paladini e Steiner e nei...
Le avventure del mitico marinaio, i suoi viaggi per mare e i suoi approdi in terre lontane continuano ad incuriosire e ad ammaliare
Le avventure del mitico marinaio Simbad hanno interessato generazioni di lettori. I suoi viaggi per mare, i suoi naufragi, i suoi approdi in terre lontane e misteriose, raccontati nella raccolta 'Le mille e una Notte', continuano ad incuriosire e ad ammaliare. La parabola del giovane e ricco mercante che, dopo aver dissipato la fortuna della sua famiglia, dà vita a sette viaggi in mare alle prese con mostri marini, rivive ora in 'Simbad', la versione scritta a quattro mani da Fabrizio Paladini e Marco Steiner pubblicata da Cong (pp.112 euro 18) impreziosita dai disegni di Hugo Pratt.
Simbad conosce uomini e culture di paesi lontani, mostri marini, isole dal suolo ricoperto di diamanti, incontra popoli cannibali, serpenti e sparvieri di enormi dimensioni. Il marinaio navigherà e naufragherà come Ulisse, sconfiggerà un esercito di squali e giganti che assomigliano a Polifemo, diventerà ricco e perderà ogni suo avere per rifarsi e ricominciare. In questa versione, le storie di Simbad vengono raccontate al sultano Shahriyar da Sherazade, la ragazza protagonista de 'Le mille e una notte'. Attraverso queste avventure Sherazade trascinerà quell'uomo violento in un vortice di fantasia che lo distoglierà dal suo intento: possedere tutte le giovani del regno per poi ucciderle solo per vendicarsi del tradimento della moglie. Il racconto di Simbad attraverso le parole di Sherazade riesce progressivamente ad aprire molte porte nell'animo del re.
Inizia con quella dell'ascolto e poi procede a quella dell'avventura, dell'ignoto e del sogno, facendo uscire il re dal suo universo fatto solo di conquista, egoismo, arroganza e violenta ostentazione del potere. Sherazade dimostra che, attraverso Simbad, tutti, anche i malvagi, hanno un'anima. Il problema è trovarla, ma quando si apre la porta alla fantasia, all'imprevisto, alla sorpresa, inizia un viaggio reale e metaforico, e tutto può cambiare.
Cultura
Le sculture di Botero per la prima volta a Roma
Il vernissage si terrà mercoledì 10 luglio alle 19.30 alla Terrazza del Pincio
Le sculture di Botero per la prima volta nella Capitale, dal 10 luglio al 1° ottobre 2024. La mostra diffusa dal titolo 'Botero a Roma', a cura di Lina Botero, è realizzata dalla Fernando Botero Foundation in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni, Bam Eventi d’arte e Il Cigno Arte. Otto opere monumentali dell’artista colombiano, universalmente riconosciuto per le sue iconiche figure voluminose, saranno installate in alcune delle piazze più belle di Roma (Terrazza del Pincio, Piazza del Popolo, Largo dei Lombardi, Piazza di San Lorenzo in Lucina, Piazza Mignanelli e Piazza San Silvestro).
La Conferenza stampa di presentazione si terrà il 9 luglio alle ore 10.30 al Salone Bernini, Palazzo Ripetta (via di Ripetta 231, Roma). L’incontro sarà aperto e moderato da Giulia Silvia Ghia, assessora alle Politiche Culturali, Politiche Educative, Sport e Politiche Giovanili del Municipio I Roma Centro. Interverranno Miguel Gotor, assessore alla Cultura, Lorenza Bonaccorsi, presidente del Municipio I Roma Centro, Lina Botero curatrice della mostra, Maria Isabella Barone di Bam Eventi d’arte e Lorenzo Zichichi de Il Cigno GG Edizioni. Il vernissage si terrà il 10 luglio alle 19.30 alla Terrazza del Pincio (Piazzale Napoleone I - Roma).
La mostra è realizzata grazie alla collaborazione tra pubblico e privato che ha visto il supporto del Municipio I Roma Centro nell’assessora alle Politiche Culturali, Politiche ed Educative allo Sport e alle Politiche Giovanili, Giulia Silvia Ghia e di tutti gli uffici dell’Assessorato alla Cultura del Municipio I e del Comune di Roma.
Cultura
Radio, ‘Microfono d’oro’ a ‘Igorà’...
Il giornalista: "Come l’agorà greca era il cuore pulsante dell’antica Atene, l’Igorà (che nasce dal mio nome) rappresenta lo spazio pubblico che mi piacerebbe frequentare"
"Igorà-Tutti in piazza", ideato e condotto dal giornalista Igor Righetti su Rai Radio 1, è il miglior programma radiofonico italiano di cultura, premiato ieri nella sala della Protomoteca in Campidoglio con il prestigioso 'Microfono d’oro', la manifestazione dedicata alle trasmissioni più popolari e agli speaker più noti e amati del panorama radiofonico, organizzata da Fabrizio Pacifici e promossa da Fabrizio Santori, vice presidente della Commissione Roma Capitale, giunta alla 14ª edizione. L’anno scorso Igor Righetti aveva ricevuto il 'Microfono d’oro' per un altro suo originalissimo format crossmediale quotidiano di infotainment che ha avuto grande successo su Rai Isoradio, 'L’autostoppista'. È stato il primo programma radiofonico italiano pet friendly dove il co-conducente era il bassotto pet influencer Byron con 47mila follower su Instagram (@byron.righetti).
Righetti, voce storica di Radio Rai, è il 'papà' della celeberrima e pluridecorata - anche a livello internazionale con il Gran Premio Urti Radio di Parigi - trasmissione quotidiana divenuta di culto che inaugurò l’infotainment di Rai Radio1, 'Il ComuniCattivo', trasmessa per 12 anni consecutivi su con versioni televisive su Rai2 e al Tg1 Libri su Rai1, e ideatore per Radio Rai, nel 2004, del primo radio reality a livello internazionale 'In radio veritas' al quale parteciparono anche Mario Monicelli, Renzo Arbore e Giorgio Albertazzi.
A 'Igorà', format intergenerazionale quotidiano rigorosamente in diretta su Rai Radio 1, la sorpresa e l’imprevisto sono all’ordine del giorno. "Le piazze - spiega Righetti, che è stato per tanti anni docente di Linguaggi radiotelevisivi e Format crossmediali alle università Sapienza, Luiss e Tor Vergata di Roma - sono storicamente il centro vitale delle città, un luogo di incontro, ma anche di scontro e di confronto con idee diverse, di condivisione, scambio e connessione, dove convivono entità differenti. Rappresentano il simbolo dell’identità di una comunità dove si incrociano esperienze e culture diverse. Come l’agorà greca era il cuore pulsante dell’antica Atene, l’Igorà, che nasce dal mio nome in quanto rappresenta lo spazio pubblico che mi piacerebbe frequentare, non uno sfogatoio né un condensato di improperi, volgarità, offese o violenza verbale, dove tutti quelli che hanno qualcosa di utile, importante, di interesse comune o divertente da dire possano farlo liberamente. Non manca uno sguardo al mondo dei social e di ciò che viene pubblicato con l’influencer e social media manager da circa 300 mila follower su Instagram Lorenzo Castelluccio (@lorenzo.castelluccio)”. Nell’Igorà è presente l’immancabile bassotto Byron. La regia del programma è di Nino Giuliano.
“I miei format radiofonici e televisivi sono tutti crossmediali - dice Igor Righetti - in quanto credo nelle contaminazioni e integrazioni tra generi e linguaggi diversi, nell’innovazione e nella sperimentazione per poter raggiungere target differenti anche a livello anagrafico. Ho seguito questo percorso pure per il docufilm internazionale ‘Alberto Sordi secret’ da me scritto e diretto, il primo sulla vita privata di mio cugino Alberto Sordi, nelle sale in questo periodo. Informare e fare cultura in modo leggero non significa essere superficiali. Anzi. Il problema è che in molti casi c’è chi si prende troppo sul serio. Quando scrivo un format mi concentro su come fare informazione e cultura in modo non canonico, intrattenendo in modo rispettoso e garbato un pubblico intergenerazionale".
E ancora: "Le trasmissioni che titillano gli istinti più bassi degli ascoltatori con profusione di parolacce, aggressività verbale, oscenità, volgarità di ogni tipo e imprecazioni, a mio giudizio - sottolinea - non rendono la radio più libera della tv né più contemporanea, semmai più sciatta e becera. Ciascuno di noi che fa questo mestiere ha il pubblico che si merita in base ai contenuti che fornisce e a come li comunica. Questo premio a ‘Igorà’ conferma ancora una volta che la Rai è la più grande industria culturale del Paese. Condivido il riconoscimento con il direttore di Rai Radio 1 Francesco Pionati che ha subito creduto in questo progetto innovativo e creativo lasciandomi libertà totale, che non è affatto scontata, e che crede nell’importanza della sperimentazione anche per attrarre il pubblico più giovane”.
Il direttore dei Gr Rai e di Rai Radio1, Francesco Pionati, ha ricevuto un riconoscimento speciale per aver creato il palinsesto del canale armonizzando formule collaudate e sperimentazione.