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Salute e Benessere
Virus sinciziale, via libera Ema a vaccino a mRna per over...
Virus sinciziale, via libera Ema a vaccino a mRna per over 60
E' il primo con questa tecnologia mirato a un patogeno non Covid
![Vaccino - Fotogramma /Ipa](https://www.adnkronos.com/resources/0288-19ad61a41568-6c2ffe8cf9e6-1000/format/big/siringa_covid_vaccino_fg_ipa.jpeg)
Via libera dell'Agenzia europea del farmaco Ema al primo vaccino a mRna mirato a un patogeno non Covid, diverso da Sars-CoV-2. Il Comitato tecnico per i medicinali a uso umano (Chmp) dell'ente regolatorio Ue ha dato l'ok a mResvia contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv). Il panel ha espresso parere positivo all'uso del vaccino negli adulti di età pari o superiore a 60 anni, per la prevenzione della malattia del tratto respiratorio inferiore e della malattia respiratoria acuta da Rsv.
Il virus respiratorio sinciziale - ricorda l'Ema - è un patogeno comune che solitamente dà sintomi lievi, simili al raffreddore, ma può comportare gravi conseguenze negli anziani.
mResvia o mRna-1345 è un vaccino targato Moderna. "Il parere positivo del Chmp dell'Ema per mResvia evidenzia l'innovazione e l'adattabilità della nostra piattaforma mRna", commenta in una nota Stéphane Bancel, Ceo dell'azienda statunitense. "mResvia protegge gli anziani da esiti gravi dell'infezione da Rsv ed è offerto esclusivamente in una siringa preriempita per migliorare la facilità di somministrazione - sottolinea - il che può far risparmiare tempo agli operatori sanitari e ridurre gli errori. Con mResvia - aggiunge l'Ad - continuiamo a fare passi da gigante nell'affrontare le sfide delle malattie respiratorie alla salute pubblica globale e attendiamo con impazienza la decisione della Commissione europea sull'autorizzazione all'immissione in commercio a livello comunitario".
Il parere positivo del Chmp - riporta Moderna - si basa sui dati positivi dello studio clinico di fase 3 ConquerRsv, condotto su circa 37mila adulti di età pari o superiore a 60 anni in 22 Paesi. L'analisi primaria con follow-up mediano a 3,7 mesi, i cui risultati sono stati pubblicati sul 'New England Journal of Medicine', ha rilevato per mResvia un'efficacia dell'83,7% contro la malattia del tratto respiratorio inferiore causata da Rsv (Rsv-Lrtd). In un'analisi supplementare con follow-up mediano a 8,6 mesi il vaccino ha mantenuto un'efficacia duratura, fino al 74,6%. Le reazioni avverse segnalate più comunemente sono state dolore al sito di iniezione, affaticamento, mal di testa, dolore a muscoli e articolazioni. In maggio mResvia è stato approvato anche dalla Fda americana.
L'Rsv è un virus respiratorio stagionale altamente contagioso - evidenzia Moderna - e una delle principali cause di infezioni del tratto respiratorio inferiore e di polmonite. Causa un carico di malattia particolarmente elevato nei neonati e negli anziani. Si stima che nell'Unione europea l'Rsv provochi circa 160mila ricoveri l'anno tra gli adulti, di cui il 92% in over 65 anni.
Salute e Benessere
Tumori: colon retto, proteina operaia bersaglio contro...
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![- 8Afp)](https://www.adnkronos.com/resources/028f-1b49d8629ee2-76445bfabff7-1000/format/big/laboratorio_afp.jpeg)
Una proteina 'operaia' che si chiama Smyd3, complice del cancro perché fiancheggia le cellule malate aggiustandone il genoma, è un bersaglio da colpire per combattere la resistenza del tumore al colon retto alla chemioterapia. Inibendola, è possibile aumentare l'efficacia delle cure. E' la via indicata da un progetto di ricerca condotto all'Irccs 'Saverio de Bellis' di Castellana Grotte (Bari), specializzato in gastroenterologia. Lo studio, durato 5 anni e guidato dal genetista dell'università di Bari Cristiano Simone, è stato finanziato dalla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro. I risultati sono stati pubblicati sul 'Journal of Experimental & Clinical Cancer Research'.
E' noto che la chemioterapia, ancora oggi uno dei trattamenti più efficaci per la cura dei pazienti oncologici - ricordano dall'istituto pugliese - agisce danneggiando il Dna sia delle cellule tumorali che di quelle sane, causandone la morte. Il tumore, però, può sviluppare una resistenza ai chemioterapici, proprio come avviene per i batteri verso gli antibiotici, e questo causa la maggior parte delle recidive. Accade perché le nostre cellule possiedono un sistema di riparazione del Dna che consente loro di rimanere in salute, ma che purtroppo viene sfruttato anche dalle cellule tumorali per difendersi dall'azione della chemioterapia. Di questo sistema fa parte la proteina Smyd3.
"Smyd3 è una proteina operaia coinvolta proprio nella riparazione del Dna nelle cellule cancerose - spiega Simone - Recentemente abbiamo dimostrato che l'impiego di un nuovo inibitore di Smyd3 aumenta l'efficacia dei chemioterapici, e che nei tessuti di pazienti con neoplasie gastrointestinali Smyd3 è fortemente espressa. Il nostro studio identifica Smyd3 come bersaglio terapeutico nei tumori in cui è espressa in eccesso, permettendo di eliminare in maniera mirata le cellule cancerose e risparmiando quelle sane. Questo approccio terapeutico rappresenterebbe un'arma vincente non solo per evitare la resistenza ai chemioterapici, ma anche per ridurne le dosi, limitando sia gli effetti collaterali sia i costi".
"Questo è il risultato vincente di uno studio multidisciplinare", dichiara il direttore scientifico dell'Irccs de Bellis, Gianluigi Giannelli, che evidenzia come "ricercatori, chirurghi, oncologi, anatomopatologi abbiano lavorato in squadra proprio come avviene in tutti i grandi centri di ricerca internazionali".
C'è di più: "L'inibitore di Smyd3 - riporta una nota - è già stato validato scientificamente presso l'Irccs de Bellis e brevettato in Italia ed in fase di approvazione a livello internazionale. Il trasferimento tecnologico, fortemente perseguito dalla direzione scientifica, rappresenta un punto di forza della ricerca dell'istituto pugliese, offrendo anche opportunità allo sviluppo dell'imprenditorialità territoriale".
Salute e Benessere
Estate: creme solari pericolose? I medici anti-fake news...
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![Estate: creme solari pericolose? I medici anti-fake news bocciano i 'no-cream'](https://www.adnkronos.com/resources/028f-1b49d56a91f8-459f26f3c3f3-1000/format/big/creme_solari_fg.jpeg)
"Dottore, è vero che tutte le creme solari sono pericolose?", ma "è importante proteggersi dal sole?". Da settimane oncologi e dermatologi raccomandano di non esporre la pelle al sole senza averla protetta con una adeguata quantità di crema (o formulazioni analoghe). Tuttavia, c'è chi pensa che questi prodotti sarebbero da evitare perché priverebbero l'organismo dei benefici del sole o sarebbero addirittura pericolosi, in particolare cancerogeni. Non solo. Mentre gli esperti ricordano che i raggi ultravioletti sono la prima causa di invecchiamento della pelle, qualcuno sostiene che siano proprio i filtri solari a danneggiarla e a rovinarla dal punto di vista estetico. Ecco perché gli esperti di 'Dottore, ma è vero che...?', il sito anti-bufale della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), hanno deciso di fare chiarezza bocciando il movimento 'no-cream'.
Per questi influencer 'anti-crema' che spopolano sui social media, va benissimo esporsi al sole anche senza protezione, perché i benefici sul sistema immunitario derivati dalla maggior produzione di vitamina D sarebbero in grado di neutralizzare qualunque eventuale rischio. A questa tesi, però, i medici di Fnomceo replicano così: "E' vero che il contenuto della vitamina D nell'alimentazione può essere insufficiente, ma per beneficiare di quella prodotta dalla nostra pelle basta la minima esposizione al sole che si ha nella vita quotidiana, semplicemente recandosi ogni giorno a scuola o al lavoro. Non esiste invece alcuna prova che l'uso dei filtri solari riduca i livelli di vitamina D nel sangue".
Alcuni non diffidano dei solari in toto, ma raccomandano di privilegiare quelli con 'filtri fisici', anche detti 'minerali', rispetto a quelli con 'filtri chimici': i primi, a base di sostanze altrettanto chimiche, come l'ossido di zinco, costituiscono una barriera al passaggio dei raggi Uva e Uvb, mentre quelli definiti filtri chimici si basano su sostanze che li assorbono, soprattutto avobenzone, ossibenzone e octinossato.
Con uno studio del marzo 2020, condotto dalla Food and Drug Administration statunitense su diversi prodotti in varie formulazioni (latte, spray, crema ecc.) sulla pelle di una cinquantina di volontari - spiegano i medici anti- fake news - gli autori hanno dimostrato che "le 6 sostanze chimiche testate sono assorbite nel circolo sanguigno e in 3 settimane di applicazione possono superare i livelli di concentrazione dimostrati come sicuri dall'agenzia. Attenzione, però. Oltre questa soglia non abbiamo prove di tossicità, ma solo la necessità di ulteriori sperimentazioni". Questa conclusione, come precisano gli stessi scienziati, "non significa che le persone dovrebbero smettere di usare i filtri solari: negli Stati Uniti si diagnosticano ogni anno circa 5 milioni di tumori maligni della pelle, tra melanoma e altri tipi di malattia, il 90% dei quali è da ricondurre all'esposizione al sole. L'abbronzatura selvaggia rappresenta quindi un rischio certo, mentre i possibili effetti negativi delle creme sarebbero tutti da verificare".
Proprio l'aumento nel numero dei casi di tumori della pelle ha spinto i medici a insistere maggiormente sull'utilizzo di protezioni solari, sottolineano gli esperti Fnomceo. Mentre un tempo si consigliava la crema solo durante le vacanze al mare o in montagna, oggi i medici suggeriscono di applicare possibilmente una protezione tutto l'anno e ripetere l'applicazione durante il giorno. In teoria ciò potrebbe cambiare il profilo di sicurezza di un prodotto: sicuro per un uso occasionale, meno se usato in grandi quantità tutti i giorni per anni. Anche per questo la Fda ha chiesto ulteriori accertamenti alle aziende, senza però smettere di raccomandare l'uso dei filtri ai cittadini.
Sulla necessità di proteggersi dai raggi ultravioletti, puntualizzano i dottori anti-bufale, "a livello scientifico c'è pieno consenso. I filtri solari servono a ridurre il danno dell'esposizione diretta al sole. Per maggiore prudenza nei confronti degli organismi in crescita, l'American Academy of Pediatrics mette per esempio in guardia dall'utilizzo dell'ossibenzone nei prodotti per i bambini, opta per i filtri fisici e soprattutto per l'uso di indumenti protettivi. Fino a 6 mesi di età, poi, tutti sconsigliano di esporre i bambini direttamente al sole: solo se non c'è modo di proteggerli è meglio applicare la crema sulle parti scoperte". Per gli adulti, invece, "oltre all'ombra e a indumenti protettivi (cappello e occhiali da sole compresi), l'American Academy of Dermatology raccomanda sempre l'uso dei filtri solari nelle parti esposte, non solo al mare o in montagna, ma anche nel corso di altre attività all'aperto".
Salute e Benessere
Alimenti: Symbola-Coldiretti, 93% prodotti Dop e Igp nasce...
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![Alimenti: Symbola-Coldiretti, 93% prodotti Dop e Igp nasce in piccoli Comuni](https://www.adnkronos.com/resources/028f-1b49d2dd061b-9de3f39eee0d-1000/format/big/coldiretti_campagna_amica2.jpeg)
Il 93% delle produzioni tipiche nazionali che si consumano nasce nei 5.538 comuni italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio di gusto e biodiversità che fa da traino anche al turismo, con 2 italiani su 3 (65%) tra coloro che andranno in vacanza che visiteranno un borgo nell’estate 2024, secondo Ixe’. È quanto emerge dallo studio Coldiretti/Symbola su “Piccoli comuni e tipicità” che vuole raccontare un patrimonio enogastronomico del Paese custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, valorizzato e promosso grazie alla legge n.158/17, a prima firma Realacci, con misure per la valorizzazione dei Piccoli Comuni.
Quindi ben 297 dei 321 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) italiani riconosciuti dall’Unione Europea hanno a che fare con i Piccoli Comuni che, nel dettaglio, garantiscono la produzione di tutti i 54 formaggi a denominazione, del 98% dei 46 olii extravergini di oliva, del 90% dei 41 salumi e dei prodotti a base di carne, dell’89% dei 111 ortofrutticoli e cereali e dell’85% dei 13 prodotti della panetteria e della pasticceria. Ma grazie ai piccoli centri è garantito anche il 79% dei vini più pregiati che rappresentano il Made in Italy nel mondo. Un patrimonio conservato nel tempo dalle 279 mila imprese agricole presenti in quei territori con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.
"Le ferie estive sono anche un’occasione per riscoprire i nostri prodotti tipici legati ai territori e ai piccoli comuni. I piccoli Comuni – dichiara Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola – sono una straordinaria opportunità per l’Italia: un’economia più a misura d’uomo che punta su comunità e territori, sull’intreccio fra tradizione e innovazione". "Per salvaguardare questa ricchezza nazionale, è necessario creare le condizioni affinché la popolazione residente e le attività economiche possano rimanere. - dichiara Ettore Prandini, presidente Coldiretti - È quindi fondamentale contrastare lo spopolamento, che aggrava anche la situazione di isolamento delle aziende agricole e aumenta la tendenza allo smantellamento dei servizi, dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio".