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Biden non molla: “Posso fare il presidente, altrimenti non mi candiderei”

"Non cammino e parlo come un tempo, ma so quello che faccio e dico la verità"

Joe Biden (Afp)

"Posso fare questo lavoro. Amici, non cammino con la facilità di un tempo, e non parlo e faccio dibattiti con la facilità di un tempo, ma so quello che faccio e so come dire la verità". Joe Biden prova a rilanciarsi. Dopo la disastrosa 'prestazione' nel confronto tv con Donald Trump, in vista delle elezioni di novembre, il presidente degli Stati Uniti torna sul podio e al microfoni nel comizio oggi in North Carolina, a Raleigh.

"Io voglio vincere in questo stato a novembre. Se vinciamo qui, vinciamo le elezioni", dice il presidente in un discorso di circa 20 minuti, interrotto dai cori 'altri 4 anni' che si alzano dalla platea. Il presidente scandisce le parole, con tono deciso, incappando in qualche colpo di tosse. "Non so cosa abbiate fatto l'altra sera, io ho passato 90 minuti con una persona che ha la morale di un gatto randagio", dice riferendosi a Trump e sottolineando, una per una, "tutte le bugie" dell'ex presidente nel dibattito. "In queste elezioni è in gioco la vostra libertà, la vostra democrazia. L'America è in gioco", dice. "Donald Trump è un'autentica minaccia per questa nazione. E' una minaccia per la nostra libertà e per la nostra democrazia. E' una minaccia per tutto ciò che l'America rappresenta".

"Amici vi do la mia parola di Biden: non mi candiderei di nuovo se non credessi, con tutto il mio cuore e la mia anima, di poter fare questo lavoro, perché, onestamente, la posta in gioco è troppo alta", dice. "Yes, you can!", sì puoi farlo, la risposta dei sostenitori di Biden, che hanno ripreso lo slogan che caratterizzò la prima campagna elettorale di Barack Obama nel 2008. "Difenderemo i diritti delle donne in America, ristabiliremo la Roe vs Wade (sentenza della Corte Suprema del 1973 considerata una pietra miliare sull'aborto, ndr.) come legge in tutta la nazione" conclude.

Biden e il consiglio alla moglie Jill

"Per favore chiamate Jill. E' il momento della parte difficile del matrimonio, la parte dove sostenere il proprio sposo vuol dire dirgli cose molto, molto dure" ha detto Monica Hesse, editorialista del Washington Post. "Non ho idea se e quando Joe Biden abbia avuto piena consapevolezza di quanto fosse andato male, ma vedendo Jill Biden sul palco, una donna energica con un dottorato e due orecchie funzionanti, scommetto che lei ha capito, e spero che stia parlando con il marito", continua il commento di Hesse. "Non dico che Jill Biden gli debba necessariamente dire di ritirarsi dalla corsa - continua - è la sua partner, non il suo capo, e quello che lui fa o non fa non è sua responsabilità o sua colpa. Ma spero che lei possa rendergli lo sguardo più chiaro".

Hesse fa anche un esempio delle cose difficili che la first lady dovrebbe dire al marito: "Non si tratta del fatto che tu possa o non possa guidare, dovrebbe assicurare Jill a Joe, ma del fatto che gli americani che hanno visto il dibattito possano credere che tu sia in grado di guidarli. Si tratta di quello che è davanti a te se vinci - continua Hesse suggerendo le parole alla first lady che dovrebbe parlare "con amore, tenerezza, preoccupazione, invece, che panico". "Non so se nessun altro nel Paese sia nella posizione di farlo perché per tutti noi altri americani, che abbiamo visto il dibattito dai nostri divani, l'unica cosa che abbiamo è il panico".

Lo Speaker della Camera: "Ci si appelli al 25esimo emendamento"

Lo Speaker repubblicano, Mike Johnson, afferma che il gabinetto di Joe Biden dovrebbe discutere se invocare il 25esimo emendamento, che prevede la possibilità di rimuovere il presidente quando non sia più in grado di esercitare i suoi poteri. "Io chiederei ai membri del gabinetto di guardare i nei propri cuori, e noi speriamo che facciano il loro dovere nel miglior interesse degli americani, questi sono momenti cruciali", ha dichiarato il leader repubblicano affermando che "ci sono molte persone che stanno chiedendo" di invocare il 25esimo emendamento.

Invocato da più parti contro Donald Trump dopo l'assalto al Congresso, il 25esimo emendamento prevede che, per il passaggio dei poteri al vice presidente nel caso che il presidente sia "incapacitato", è necessario che il vice presidente stesso e la maggioranza dei ministri concordino che il presidente "non è in grado di svolgere i compiti e amministrare i poteri del suo ufficio" e comunichino questa convinzione, per scritto, al Congresso. In caso di opposizione del presidente alla misura, dovrebbe essere il Congresso, con un voto a maggioranza qualificata in entrambe le Camera, a confermare il passaggio dei poteri.

Biden-Trump, 47,9 milioni di telespettatori: record per la Cnn

Sono 47,9 milioni le persone che hanno guardato il dibattito televisivo presidenziale tra Joe Biden e Donald Trump. Lo ha detto la Cnn spiegando che il numero di telespettatori ha reso il duello tv il programma con gli ascolti più alti nella storia della rete, nonché il più trasmesso in streaming. Tuttavia il confronto ha registrato un calo di circa il 34% negli ascolti rispetto all'ultimo dibattito Biden-Trump del 2020, che aveva attirato 73 milioni di spettatori .

Tra gli adulti di età compresa tra i 25 e i 54 anni, 12,6 milioni si sono sintonizzati giovedì sera, ha detto la rete, mentre altre 3,92 milioni di persone di età compresa tra 18 e 34 anni hanno guardato il dibattito. E' stato il programma non sportivo più visto dell'anno finora, ha detto la Cnn.

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Guerra Ucraina-Russia e Nato, il piano di Trump

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Politico accende i riflettori sull'agenda dell'ex presidente: con lui alla Casa Bianca, Nato 'a due velocità'

Donald Trump

La Nato non si espande a Est, lasciando fuori Ucraina e Georgia, e tratta con Vladimir Putin per porre fine alla guerra con la cessione di territori ucraini alla Russia. Nell'agenda di Donald Trump è questo il piano per porre fine al conflitto in corso da oltre 2 anni. L'ex presidente degli Stati Uniti punta a tornare alla Casa Bianca nelle elezioni di novembre 2024 e il flop di Joe Biden nel recente dibattito televisivo ha fatto alzare le quotazioni del tycoon.

Il secondo mandato di Trump avrebbe ripercussioni notevoli sulla politica estera degli Usa e in particolare sul ruolo di Washington nella Nato, come evidenzia Politico. L'ex presidente negli ultimi mesi ha detto e ripetuto che la guerra, con lui alla Casa Bianca, non sarebbe mai iniziata. La sua mediazione, ha ribadito, consentirebbe di porre fine alle ostilità nell'arco di 24 ore: parole accolte con scetticismo in particolare dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Trump e la pace con Putin

Ad aprile, il Washington Post ha scritto che Trump sarebbe favorevole alla cessione di Crimea e Donbass alla Russia. Un'anonima fonte vicina all'ex presidente, però, fa notare che Trump "sarebbe aperto" ad una soluzione "che precludesse l'espansione della Nato e evitasse il ritorno ai confini del 1991 per l'Ucraina".

Queste ipotesi "sarebbero sul tavolo. Ma ciò non significa rinunciare a qualsiasi altra possibilità, inclusa la fornitura di grandi quantità di armi all'Ucraina". Gli Usa, d'altra parte, sono da oltre 2 anni i principali sostenitori di Kiev: a maggio, il Congresso ha detto sì ad un maxi pacchetto di armi e aiuti da 61 miliardi di dollari. Il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, ha appena annunciato una nuova fornitura da oltre 2,3 miliardi di dollari che comprende anche ulteriori intercettori per la diesa aerea.

La linea in relazione alla guerra tra Ucraina e Russia è un tassello della posizione complessiva che Trump, in caso di elezione, adotterebbe nei confronti della Nato e dei partner europei.

Trump alla Casa Bianca, come cambia la Nato?

Se in passato il presidente degli Stati Uniti ha flirtato con l'ipotesi di uscita dall'Alleanza, ora la prospettiva non viene presa in considerazione. Verrebbe però perseguito un "radicale riorientamento", per usare le parole che filtrano dai consiglieri di Trump in materia di sicurezza nazionale.

Gli Stati Uniti continuerebbero a garantire un ombrello nucleare sull'Europa, mantenendo basi in Germania, Inghilterra e Turchia, con cospicuo spiegamento di forze aeree e navali. Toccherebbe però ai paesi europei occuparsi direttamente di fanteria, mezzi corazzati, artiglieria: in questi ambiti, gli Usa si accomoderebbero sul 'sedile posteriore' e il loro contributo nel Vecchio Continente diventerebbe realmente rilevante solo in caso di crisi.

Trump, come è noto, ha criticato aspramente i paesi che non hanno contribuito in maniera sufficiente alla difesa comune e ha giudicato eccessivo il carico sulle spalle americane. Nel piano del candidato si profila una Nato a due velocità: chi arriva a investire il 2% del Pil continuerebbe a godere del sostegno e della protezione americana. Secondo i consiglieri di Trump, evidenzia Politico, questo approccio non viola l'articolo 5 del Patto Atlantico, che impegna tutta l'Alleanza a difendere ogni membro attaccato. La Nato ha recentemente diffuso le cifre aggiornate: attualmente, 23 paesi su 31 raggiungono la fatidica soglia del 2%. Tra le nazioni al di sotto dell'asticella c'è anche l'Italia.

Gli Stati Uniti, secondo dati aggiornati al 2023, spendono 860 miliardi per la difesa e pesano per il 68% delle spese effettuate dai paesi Nato. Secondo Jeremy Shapiro, direttore delle ricerche dell'European Council on Foreign Relations, il 3,5% del Pil americano è destinato alla difesa dell'Europa. Washington spende per la Nato una cifra che è dieci volte quella sostenuta da Berlino. L'eventuale ridimensionamento dell'impegno americano richiederebbe un passo avanti deciso da parte dell'Europa che, osservano gli analisti interpellati da Politico, non sarebbe in grado di colmare il gap in tempi brevi.

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“Biden deve ritirarsi”, cresce il pressing sul...

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Arriva il messaggio di Doggett, primo deputato a esporsi pubblicamente

Joe Biden

"Il presidente Biden dovrebbe ritirarsi". L'argine è saltato: dal partito democratico, arriva il primo esplicito e diretto messaggio a Joe Biden. Lo invia il deputato Lloyd Doggett, del Texas, che esce allo scoperto e chiede formalmente il passo indietro. Il presidente, protagonista di un clamoroso flop nel dibattito televisivo contro Donald Trump, deve ritirare la propria candidatura alle elezioni 2024.

"Rappresento il cuore di un distretto congressuale un tempo rappresentato da Lyndon Johnson. In circostanze molto diverse, Johnson ha preso la dolorosa decisione di ritirarsi. Il presidente Biden dovrebbe fare lo stesso", ha affermato Doggett in una dichiarazione che squarcia il velo di dichiarazioni anonime e rumors.

La nota di Doggett può far detonare un quadro che la Cnn descrive in fibrillazione. "C'è un gruppo sempre più ampio, tra i democratici alla Camera, preoccupati per la candidatura del presidente", le parole di un altro deputato, stavolta anonimo. "Siamo preoccupati profondamente per la sua parabola e per la sua capacità di vincere. Vogliamo lasciargli lo spazio per decidere ma ci faremo sentire in maniera più evidente se non deciderà" di farsi da parte.

La Casa Bianca, che attraverso le parole di una portavoce ha derubricato il flop ad una "brutta serata", starebbe lavorando ad un vertice tra il presidente e i governatori democratici, che intendono manifestare direttamente le proprie perplessità.

La Cnn ha avuto contatti con decine di funzionari e esponenti dem, oltre che con finanziatori e storici sostentori di Biden. Secondo molti di loro, Biden dovrebbe uscire di scena e dovrebbe annunciare il passo indietro questa settimana. Il pressing finora è stato congelato, nell'attesa di una decisione autonoma del presidente.

Biden, però, non è intenzionato a gettare la spugna: il presidente, che può contare sul sostegno incondizionato della famiglia, nel weekend sarà in alcuni stati chiave in vista delle elezioni. Nella giornata di venerdì, inoltre, dovrebbe andare in onda l'intervista con George Stephanopoulos, anchorman della Abc.

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Biden e il flop tv, Casa Bianca: “Una brutta serata,...

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La portavoce Karine Jean-Pierre esclude la necessità di nuovi test medici

Joe Biden

Joe Biden non è malato. Nel dibattito tv con Donald Trump "non ha avuto una grande serata" e "aveva il raffreddore". La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha risposto alle domande della stampa dopo il flop televisivo del presidente nel confronto con il suo rivale. Biden non soffre di Alzheimer o demenza senile o di una malattia degenerativa. "No", ha risposto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, alla domanda posta dopo il duello tv con Donald Trump.

Biden "sa come fare il lavoro", ha detto. "E' stata una brutta serata", ha poi ripetuto più volte la portavoce, incalzata dai giornalisti. "Non è insolito per un presidente in carica avere una brutta serata al primo dibattito", ha aggiunto.

Biden in ogni caso è in grado di "riprendersi" dopo la performance al dibattito "Sa come riprendersi", ha detto la portavoce, ai giornalisti, aggiungendo che lo staff medico aveva già affermato che un esame cognitivo "non è necessario" per l'81enne presidente americano. "Siamo stati trasparenti e abbiamo diffuso i rapporti del team medico ogni anno da quando è in carica", ha aggiunto.

Per la Casa Bianca, quelle sulla salute di Biden sono "domande giuste" da porre a un presidente che ammette "non sono giovane" e "non dibatto come prima". "Crediamo in questo caso sia stata una brutta serata", ha ripetuto ancora, assicurando che il presidente non aveva preso farmaci per il "raffreddore" e insistendo sulla "trasparenza" nella comunicazione.

Il 'caso Biden non è chiuso, invece, per Nancy Pelosi, punto di riferimento del panorama dem. "Credo che sia legittimo chiedersi 'è stato un episodio o siamo di fronte ad una condizione?", ha detto l'ex Speaker della Camera democratica rispondendo ad una domanda di Msnbc riguardo al fatto che il presidente durante il dibattito si sia confuso con le parole e ha perso il filo del discorso.

La 84enne ex Speaker democratica, che continua ancora ad avere una grande influenza all'interno del partito, ha precisato che la domanda riguardo alla capacità "è completamente legittima, rispetto ad entrambi i candidati", sottolineando che bisogna interrogarsi anche riguardo a rump.

Pelosi poi ha detto di non aver parlato con Biden dopo il dibattito ma di essere stata in contatto con le persone a lui vicine, "quindi non si tratta di non avere l'opportunità di rendere note le nostre preoccupazioni o ricevere alcune risposte". La democratica ha poi ammesso che in questi giorni ha ascoltato opinioni "diverse" riguardo alla capacità di Biden di affrontare la difficile campagna che ha di fronte, con alcuni che ribadiscono che "Joe è il nostro candidato, lo amiamo, ci fidiamo di lui, della sua visione, capacità, giudizio, integrità".

"Io mi fido del suo giudizio", ha concluso Pelosi che ritiene comunque "essenziale" che il presidente faccia "non una, forse due" interviste con giornalisti per dimostrare la sua capacità senza un discorso scritto. Al dibattito, i candidati non hanno potuto portare sul podio nessun discorso preparato o foglio con appunti.

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