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Cronaca
Pesca, la Cozza Selvaggia dalle piattaforme Eni alla tavola
Oltre 300 persone hanno partecipato alla visita-evento al largo di Marina di Ravenna dove si pescano le cozze che crescono sui piloni
![Pesca, la Cozza Selvaggia dalle piattaforme Eni alla tavola](https://www.adnkronos.com/resources/028e-1b419f317575-5092ec3e120d-1000/format/big/comm_1.jpeg)
Cozza Selvaggia, lo dice il termine stesso, è la cozza che non viene coltivata ma cresce spontaneamente nel suo habitat. E al largo di Marina di Ravenna l'habitat lo ha trovato sui piloni delle piattaforme Eni che da decenni si trovano in mare aperto al largo delle coste della riviera. Una varietà pregiata, “la migliore che c'è” dicono i pescatori delle Cooperative locali che ogni anno da fine maggio a settembre ne raccolgono dalle 12.000 alle 14.000 tonnellate. E come ogni anno la Festa della Cozza Selvaggia di Marina di Ravenna, la sagra che celebra questa specialità, ha compreso la visita alle piattaforme Eni per vedere dal vivo dove e come questi molluschi vengono pescati ( VIDEO )
“Questa iniziativa per noi è molto importante e ricca di significato – spiega Lorenzo Ceccolini, responsabile relazioni con le comunità del distretto Centro Settentrionale Eni - la ripetiamo ogni anno e invitiamo le autorità, i nostri lavoratori e anche la cittadinanza. È un momento che vuole raccontare una sinergia tra diverse realtà. La nostra del mondo energetico di Eni, quella dei pescatori che raccolgono la cozza selvaggia di Marina di Ravenna, di alta qualità e molto ricercata, l'attività di carattere ambientale, fatta in questo caso dal Centro Sperimentale Tutela Habitat di Marina di Ravenna (CESTHA) liberando le tartarughe marine e, perché no, anche del settore turistico, dalle motonavi che ci hanno portato in escursione. Le piattaforme sono un luogo chiave. Dalle piattaforme estraiamo gas naturale per coprire parte del fabbisogno dell'Italia, presso le piattaforme trovano riparo le tartarughe marine per poi riprendere il loro viaggio migratorio. Nella parte sommersa delle piattaforme crescono spontaneamente le cozze selvagge. Quindi oggi è per questo che vogliamo raccontare questa convivenza del tutto particolare”.
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Quello che fino a pochi anni fa era un lavoro di manutenzione dei piloni, poiché Eni aveva comunque la necessità di raccogliere queste cozze per evitare la resistenza al moto ondoso, grazie ad una sinergia con i pescatori è diventata una attività economica. Lo sa bene Sauro Alleati, Presidente cooperativa La Romagnola, e “cozzaro” della prima ora. “Un'attività che quando la corrente marina è forte come oggi richiede grande attenzione – spiega all'AdnKronos – infatti tutti i sommozzatori da pescatori subacquei sono diventati tecnici subacquei, abbiamo dovuto fare dei corsi di specializzazione soprattutto per la sicurezza in mare (si va a 12 metri di profondità) e le attrezzature sono molto più complesse. Ma ci lavoriamo tanto fino al punto che abbiamo fatto un marchio di qualità la Cozza Selvaggia di Marina di Ravenna, che è, a mio parere, la prima qualità in Italia".
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“E' sicuramente un prodotto identitario per Marina di Ravenna – commenta Barbara Monti, presidente di Slow Food Ravenna APS - a livello del territorio che però ha anche un impatto a livello turistico perché con il marchio che è stato creato è riconosciuta anche a livello internazionale e poi la qualità di questa cozza è talmente alta che unita a questo marchio è molto identificabile e quindi a livello turistico ha una attrazione”.
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E anche quest'anno, in collaborazione con il CESTHA – Centro Sperimentale Tutela degli Habitat l’escursione è stata l'occasione per la liberazione in mare aperto di 3 tartarughe marine Thelma e Louise e Nilde, le prime due arrivate assieme lo stesso giorno dopo essere state pescate accidentalmente da un peschereccio, come la maggior parte delle tartarughe
“Questa attività è molto importante, è svolta direttamente dai pescatori – dice Simone D'Acunto, Direttore CESTHA – Centro Sperimentale Tutela degli Habitat - perché sono loro i primi attori di questa cattura che ovviamente non vorrebbero fare ma si trovano questi animali nelle reti e scelgono di portarli a terra perché se li ributtassero subito in mare probabilmente molti non sopravvivrebbero. 7 tartarughe su 10 che ci sono consegnate sono in pericolo di vita e quindi è necessario fare un check e spesso curarle prima di liberarle.” La liberazione sotto le piattaforme è una scelta strategica perché le piattaforme svolgono un ruolo di protezione del mare sia per tutta la fauna e la flora che sviluppano nella parte sommersa sia perché hanno dei regolamenti che vietano l'accesso, il transito e la pesca in prossimità. “C'è un raggio di 500 metri che è di completa interdizione e c'è una grossa area a largo di Ravenna che comunque è vietata ad alcune tecniche di pesca un po' più impattanti – continua D'Acunto - Quindi la liberazione sotto le piattaforme è una scelta ponderata perché è esattamente il posto più sicuro dove rilasciare gli animali".
Cronaca
Sanità, Schillaci su carenza infermieri: “Puntare su...
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il ministro della Salute Orazio Schillaci, in unvideomessaggio inviato alla presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), Barbara Mangiacavalli, e alla presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), Giovanna Iannantuoni, in occasione dell'incontro 'Sfide e opportunità della professione infermieristica', promosso oggi a Roma da Fnopi e Crui
![Sanità, Schillaci su carenza infermieri:](https://www.adnkronos.com/resources/028f-1b49b4f434ee-9c0c88957509-1000/format/big/schillaci_fi.jpeg)
"Il ministero della Salute riconosce pienamente il valore degli infermieri per la tenuta e lo sviluppo del Servizio sanitario nazionale. Lo dimostrano le misure che abbiamo adottato per migliorarne le condizioni di lavoro, penso all'abolizione del vincolo di esclusività e agli incentivi per quanti lavorano nei servizi d'emergenza. Siamo consapevoli della grave carenza di infermieri nel nostro sistema sanitario, la stiamo affrontando con interventi urgenti come il reclutamento di personale dall'estero e anche grazie alle interlocuzioni costanti con la Fnopi stiamo valutando soluzioni a lungo e medio termine per sostenere gli infermieri che abbiamo in Italia e per migliorare il loro profilo professionale. Vogliamo infatti rendere più attrattiva questa importante professione non solo economicamente, ma anche con migliori e più certe prospettive di carriera. Un passo fondamentale in questa direzione è l'evoluzione della professione infermieristica verso specializzazioni universitarie, per rispondere alle sfide del futuro e garantire un'assistenza sanitaria sempre più qualificata ed efficiente".
Così il ministro della Salute Orazio Schillaci, in un videomessaggio inviato alla presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), Barbara Mangiacavalli, e alla presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), Giovanna Iannantuoni, in occasione dell'incontro 'Sfide e opportunità della professione infermieristica', promosso oggi a Roma da Fnopi e Crui.
"Guardiamo ai giovani ed è apprezzabile il video motivazionale realizzato da Fnopi - ha poi aggiunto Schillaci - per far conoscere ai ragazzi delle scuole superiori le opportunità offerte dalla professione infermieristica e per incoraggiarli a intraprendere questo percorso formativo e professionale. La giornata di oggi rappresenta un'occasione importante per un confronto istituzionale e costruttivo per delineare insieme le strategie per la professione infermieristica. Sono certo che grazie alla collaborazione tra le istituzioni, la Fnopi e le università riusciremo a superare le criticità attuali e a valorizzare al meglio gli infermieri, patrimonio del nostro Servizio sanitario nazionale".
Cronaca
Sanità, infermieri: “Contro carenza non basta...
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Mangiacavalli (Fnopi): "E' quasi realtà l'evoluzione del percorso formativo universitario con le specializzazioni per rendere la professione infermieristica attrattiva per giovani"
![Sanità, infermieri:](https://www.adnkronos.com/resources/028f-1b49b338e59c-f0263622da09-1000/format/big/mangiacavalli_fnopi_comm.jpeg)
"La carenza di infermieri è tema complesso, non esistono ricette semplici. E' ovvio che ad oggi con meno 65mila professionisti nel Ssn c'è la necessità di reclutare infermieri dall'estero. Tuttavia, questa non è l'unica soluzione per arginare un fenomeno grave, se pensiamo che tra il 2023 e il 2033 ben 90mila infermieri raggiungeranno l'età della pensione e che ogni anno 500 abbandonano il nostro Paese per lavorare all'estero". Così all'Adnkronos Salute Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), in occasione dell'incontro 'Sfide e opportunità della professione infermieristica', organizzato oggi a Roma da Fnopi e Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane). Un confronto istituzionale e un'occasione per illustrare le potenzialità della professione, le criticità persistenti e il ruolo cruciale rappresentato dalla formazione universitaria negli sviluppi futuri del sistema salute.
All'emorragia di infermieri si aggiungono i dati allarmanti dei laureati in Scienze infermieristiche, "che ogni anno sono in media 12mila a fronte di 14mila uscite per età pensionabile - aggiunge Mangiacavalli - Quindi è necessaria e urgente un'evoluzione del percorso formativo universitario, con le specializzazioni, che speriamo sia presto realtà. Occorre creare condizioni per rendere la professione infermieristica attrattiva per i giovani, nella misura in cui i giovani possano riempire il proprio zaino di competenze ed evolversi in ambito lavorativo. La formazione deve essere sempre più aderente ai dati epidemiologici e di sistema che ci dicono come si muove e si orienta il Paese".
Tra le tante richieste della Fnopi sul tavolo del ministero della Salute, c'è "il riconoscimento della professione infermieristica come professione usurante - sottolinea Mangiacavalli - perché adesso non lo è e per questo non ha neanche alcuni benefici di legge. Risultato? La stragrande maggioranza degli infermieri non va in pensione per raggiunti limiti d'età, ma appena ne ha la possibilità. Ad oggi l'infermiere che entra nel Ssn svolge le stesse mansioni nelle stesse condizioni e con lo stesso stipendio per 40-45 anni: la sua posizione è identica fino a quando va in pensione, tolti alcuni scatti automatici legati alla contrattazione. Con la specializzazione universitaria, invece, si può costruire una carriera diversa".
Cronaca
Carenza infermieri, Iannantuoni (Crui): “Cambiare...
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"Non si può parlare di ospedale del futuro senza riconoscere professione infermieristica come parte fondante"
![Giovanna Iannantuoni](https://www.adnkronos.com/resources/028f-1b49b1898c36-c5b6310dccc6-1000/format/big/iannantuoni_crui.jpeg)
"Bisogna cambiare il sentiment su professione infermieristica che è passione, cura, ma soprattutto è una professione moderna che si colloca perfettamente nell'idea dell'ospedale del futuro. Non si può parlare di ospedale del futuro senza riconoscere la professione infermieristica come parte fondante. Dobbiamo far comprendere ai ragazzi delle superiori quanto sia stimolante e moderna, ma dobbiamo anche coinvolgere in questo discorso la politica. Il nuovo disegno del corso di laurea di Medicina e chirurgia non deve essere un nuovo colpo alle professioni sanitarie, per sminuirle". Lo ha detto la presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), Giovanna Iannantuoni, intervendo da remoto all'incontro 'Sfide e opportunità della professione infermieristica', promosso oggi a Roma da Fnopi (Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche) e Crui.
"Lavoriamo quindi insieme affinché questa professione venga riconosciuta per quella che è - ha poi concluso - affinché intercetti i giovani, ma anche le scelte della politica e i finanziamenti. Spero che questa sia la prima di numerose azioni comuni di impatto politico sui cui lavorare tutti insieme. Potete contare sulla Crui e sulla sua presidente per portare avanti le vostre battaglie".