Elezioni Regno Unito, Starmer e l’attesa per la nuova vittoria Labour dopo 14 anni
Chi è il 61enne leader laburista che secondo tutti i sondaggi riporterà il partito alla vittoria elettorale
Ama ricordare di essere cresciuto in una famiglia della working class, Sir Keir Starmer, il 61enne leader laburista che secondo tutti i sondaggi riporterà il Labour alla vittoria elettorale dopo 14 anni. Il padre operaio, la madre infermiera - poi affetta da una rara grave malattia autoimmunitaria - e la sua famiglia era così convintamente laburista da scegliere per il figlio il nome del primo leader ai Comuni del partito, Keir Hardie.
Starmer ama anche parlare della casetta a schiera dove è cresciuto nel Surrey, una "pebble-dash semi" che "era tutto per la mia famiglia, ci dava stabilità", ha scritto nei mesi scorsi in un post per annunciare il progetto per l'edilizia pubblica così che "l'aspirazione dei lavoratori di aver una propria casa può diventare realtà".
Da ragazzo ha frequentato la Reigate Grammar School, le scuole statali di eccellenza britanniche, che due anni dopo il suo ingresso diventò privata: la retta per Starmer fu pagata dal consiglio comunale locale fino ai 16 anni. Dopo il diploma, fu primo della famiglia ad andare all'università, prima a Leeds e poi ad Oxford, diventando nel 1987 avvocato specializzato in diritti umani, cosa che lo portò a viaggiare nei Cairaibi ed in Africa.
Alla fine degli anni '90 difese pro bono i cosiddetti attivisti McLibel, che erano stati accusati di diffamazione da McDonald per aver distribuito volantini in cui mettevano in dubbio per dichiarazioni ambientaliste della corporation del fast food. Nel 2008 viene nominato Director of Public Prosecutions, procuratore più alto in grado in Inghilterra e Galles e nel 2014 viene nominato per questo incarico baronetto, anche se raramente usa il suo titolo di 'Sir'.
L'ingresso in politica arriva nel 2015 quando viene eletto deputato per un distretto del nord di Londra, quando il Labour è guidato dal leader di sinistra Jeremy Corbyn che lo nomina segretario ombra per la Brexit, che una volta approvata viene considerata da Starmer, che si dimette dal suo incarico, "un risultato catastrofico per il Regno Unito, le nostre comunità e le prossime generazioni".
Starmer per anni ha mantenuto questa convinzione, diventando fautore di un secondo referendum per dare la possibilità ai britannici di confermare l'accordo effettivo di uscita dalla Ue. Una posizione che negli ultimi anni ha però abbandonato, mettendo in chiaro che un suo governo laburista non cercherà di fare marcia indietro rispetto all'uscita dalla Ue o dai termini negoziati da Boris Johnson.
Dopo le catastrofiche elezioni del 2019, in cui il Labour ha ottenuto il minor numero di seggi mai ottenuti dal 1935, il massimalista Corbyn lascia la guida del partito, e Starmer viene eletto leader nell'aprile del 2020, con la promessa di guidare il partito "in una nuova era con fiducia e speranza". Attua una netta svolta riformista, con l'obiettivo di recuperare gli elettori persi e intercettare un maggior numero di elettori per riportare il Labour alla vittoria.
Grazie anche ai disastri interni ai Tories, il partito laburista ha cominciato ad essere in testa nei sondaggi nell'ottobre del 2021 e dall'inizio del 2023 ha il 20% di vantaggio con cui si presenta alle elezioni di giovedì prossimo. In particolare, Starmer, dopo l'umiliante sconfitta nelle elezioni suppletive di Hartlepool nel 2021,si è concentrato recuperare elettori nella cosidetta Red Wall, il muro rosso delle storiche roccaforti laburiste dell'Inghilterra settentrionale e del Midlands, vinte dai Tories nelle elezioni del 2019.
Salute e Benessere
Salute: studio, integrazione di maltodestrine e fruttosio...
Presentati oggi al congresso sulla longevità sana in corso a Milano i risultati di una ricerca condotta dall’Equipe Enervit
In occasione del V congresso internazionale "Healthy Lifespan - Positive nutrition, antiinflammationdiet, physical activity and sport", organizzato da Fondazione Paolo Sorbini e promosso da Enervit e Technogym, sono stati presentati oggi i risultati di una nuova ricerca condotta dall’Equipe Enervit, recentemente pubblicata sulla rivista scientifica Nutrients, che esplora l’impatto dell’integrazione di maltodestrine (un carboidrato complesso idrosolubile) e fruttosio sulla modulazione dei biomarcatori infiammatori e del profilo lipidomico negli atleti di endurance.
Lo studio sperimentale - riporta una nota - è stato guidato da un team di esperti dell’Equipe Enervit tra cui Stefano Righetti, medico chirurgo presso la Fondazione Irccs S.Gerardo di Monza, che si occupa di Cardiologia interventistica e dello sport, segue gli atleti delle specialità di resistenza della Federazione italiana di atletica leggera (Fidal); Elena Casiraghi, specialista in alimentazione e integrazione dello sport e docente a contratto di Teoria e Metodi di Preparazione degli Sport individuali presso l'Università degli Studi di Pavia, e Luca Mondazzi, medico chirurgo, specialista in Scienza dell'Alimentazione e in Gastroenterologia, responsabile del Servizio nutrizione di sport service Mapei e responsabile scientifico dell’Equipe Enervit Sport.
La ricerca ha coinvolto 29 maratoneti esperti che sono stati sottoposti a due sessioni di corsa su strada da 15 km ad una intensità moderata-alta, al 90% della velocità aerobica massima. A seguito di una prima analisi del Vo2 max (parametro che indica la nostra capacità e prestazione sportiva) per stabile la velocità aerobica massima degli atleti, lo studio è stato condotto con un disegno cross-over, in cieco, e controllato con placebo.
Durante la prima sessione di corsa metà dei corridori ha assunto una miscela di maltodestrine e fruttosio (rapporto 2:1), l'altra ha ricevuto un placebo, mentre durante la seconda sessione coloro che avevano ricevuto la miscela hanno ricevuto il placebo e viceversa. Il protocollo di analisi - dettaglia la nota - prevedeva l'assunzione dei carboidrati immediatamente prima, durante e fino a due ore dopo l'attività fisica, con l’obiettivo di valutare il loro effetto sull'infiammazione e sul recupero post-sforzo.
I risultati hanno mostrato una significativa riduzione dei livelli infiammatori negli atleti che hanno assunto la miscela di carboidrati. In particolare, si è osservato un calo dei globuli bianchi, dei neutrofili e dell'interleuchina-6 (IL-6) nelle prime ore successive all'esercizio. Questi marcatori sono associati ai processi infiammatori e di risposta allo stress, e la loro riduzione è stata attribuita all'effetto positivo dell'integrazione. Inoltre, i livelli di cortisolo, un indicatore di stress fisico, sono risultati più bassi rispetto al gruppo placebo, suggerendo un miglior recupero a breve termine. Un altro aspetto rilevante emerso riguarda il profilo lipidomico. L'assunzione di carboidrati, infatti, ha stimolato un aumento transitorio degli Omega-3 nel sangue nelle ore successive all’attività, acidi grassi noti per le loro proprietà antinfiammatorie, ed una riduzione di Omega-6 24 ore dopo l’esercizio, spesso associati a processi infiammatori. Questo equilibrio ha potenzialmente favorito una modulazione positiva dell'infiammazione.
Particolarmente interessante è stato l'effetto del rapporto tra Omega-6 e Omega-3 sul danno muscolare. Gli atleti con un rapporto più equilibrato tra questi acidi grassi hanno mostrato minor danno muscolare legato all’esercizio, misurato attraverso i livelli di creatina-chinasi (CK). Al contrario, un rapporto sbilanciato ha favorito un maggior incremento della CK, suggerendo un impatto negativo su muscoli. Questi risultati - spiegano gli esperti - evidenziano l'importanza di una nutrizione mirata. La ricerca dell'Equipe Enervit apre nuove prospettive per gli atleti di endurance che cercano di massimizzare il recupero muscolare e minimizzare i rischi associati a un'eccessiva infiammazione post-allenamento.
"I nostri risultati dimostrano chiaramente che l'integrazione con maltodestrine e fruttosio in rapporto 2:1 può modulare in modo significativo l'infiammazione post-esercizio - afferma Righetti - Questo è un aspetto che potrebbe essere cruciale per gli atleti di endurance, che si confrontano costantemente con allenamenti intensi e frequenti. Questi risultati aprono nuove strade per l'ottimizzazione delle strategie di recupero e rappresentano un grande passo avanti nel campo della nutrizione sportiva".
Secondo quanto emerso dalla ricerca, assumere maltodestrine e fruttosio 2:1, a 80g/h, immediatamente prima, durante e nelle 2 ore successive ad una corsa di circa 1 ora a intensità moderata-alta, è in grado di ridurre significativamente l'infiammazione post-esercizio, con minori livelli di IL-6, globuli bianchi, neutrofili e hs-Pcr. Lo studio - conclude la nota - non solo conferma l'efficacia dell'integrazione di carboidrati, ma suggerisce anche che il bilanciamento tra Omega-6 e Omega-3 nel sangue può avere un impatto cruciale sul danno muscolare e, di conseguenza, sulle capacità di recupero di un atleta.
Salute e Benessere
Salute, Mondazzi (UniMi): “Omega 3 scudo contro...
"Hanno un ruolo anche nella riduzione dell’infiammazione e del danno muscolare da esercizio fisico"
"Tra gli atleti è diffusa l’abitudine di assumere una supplementazione di acidi grassi Omega 3 soprattutto per l’azione di protezione cardiovascolare, ma anche per migliorare l’efficienza energetica mitocondriale, l’adattamento all’esercizio e l’economia dello stesso, la funzione cerebrale e nervosa, l’infiammazione delle vie aeree e il broncospasmo determinato dall’esercizio. Gli Omega 3 hanno un ruolo anche nella riduzione dell’infiammazione e del danno muscolare indotti dall’esercizio, così come del danno cardiaco". Lo afferma Luca Mondazzi, professore alla Scuola di specializzazione in Scienze dell’alimentazione dell’Università degli studi di Milano, responsabile del servizio nutrizione di Sport Service Mapei e responsabile scientifico dell’equipe Enervit sport, in occasione del panel 'Attività fisica ed esercizio fisico per una longevità sana', che ha aperto la seconda giornata del V Congresso internazionale "Healthy lifespan - positive nutrition, antiinflammation diet, physical activity and sport" organizzato da Fondazione Paolo Sorbini, e promosso da Enervit e Technogym, a Palazzo Mezzanotte a Milano.
"Un valore di Omega 3 index, ovvero di percentuale di acidi grassi Omega 3 rispetto al totale degli acidi grassi della membrana cellulare, di 8 è collegato ad una diminuzione del rischio cardiovascolare - spiega Mondazzi - se inferiore a 4 si riscontra un aumentato rischio cardiovascolare. Una supplementazione giornaliera nell’ordine dei 2 grammi nell’arco di qualche mese è efficace nel determinare il raggiungimento dell’Omega 3 index ottimale". A giovare dell’assunzione di Omega 3 anche i traumi cranici moderati e le concussioni collegati all’attività sportiva: "Circa il 20% degli oltre 2 milioni di accessi annui ai Pronto soccorso europei per lesioni traumatiche cerebrali è collegato a lesioni che si verificano nel corso di attività sportive o ricreative - sottolinea l'esperto - Il 50% continua ad avere sintomi a circa 12 mesi dall’evento ed è riconosciuto che l’esposizione ripetuta a traumi cerebrali anche lievi comporta un aumento del rischio di malattie neurodegenerative. In modelli animali è dimostrato che la supplementazione di omega 3 post trauma cerebrale è in grado di migliorare significativamente lo score in tutte le aree considerate".
Il "broncospasmo da esercizio interessa circa il 20% degli atleti, può manifestarsi sia in soggetti asmatici che in soggetti sani, sia durante che dopo l’esercizio, determinando difficoltà respiratorie e riduzione delle performance". Tuttavia, "può anche essere asintomatico e non determinare una diminuzione delle prestazioni, pur essendo presente. Il broncospasmo innesca una cascata di reazioni infiammatorie e, anche in questo caso, gli acidi grassi Omega 3 possono svolgere un ruolo di supporto. In tutti gli studi che riguardano il broncospasmo da esercizio e la supplementazione di acidi grassi Omega 3, si è osservato che l’assunzione di Omega 3 ha contribuito a rimodulare la presenza di molecole promotrici di infiammazione, come eosinofili e pro-citochine".
Esteri
Dall’Iron Dome agli Arrow, come Israele protegge il...
Per Israele, la difesa del territorio contro le minacce balistiche esterne è di fondamentale importanza e deve essere realizzata attraverso una complessa strategia politico-militare, di cui la difesa missilistica è un aspetto chiave, ma non l'unico. Come dimostrato nell'ultimo attacco missilistico iraniano annunciato da fonti di intelligence statunitensi, 2 ore prima, le Forze di Difesa Israeliane hanno intercettato la "maggioranza" dei missili iraniani, un mix di 180/200 missili balistici a medio raggio, compreso il quasi ipersonico FATAH. I danni sono stati limitati. Israele conta infatti su un sistema di difesa aereo molto sofisticato e molto costoso. Scopriamo allora assieme nella nostra scheda come funziona questo sistema ben descritto in un report di Rid, Rivista italiana difesa.