Ucraina, ‘assalti al macello’: la tattica della Russia funziona
Attacchi a ondate, fino a una decina al giorno, contro le loro postazioni difensive
L'Ucraina denuncia 'attacchi al macello' da parte delle forze russe. Assalti a ondate, fino a una decina al giorno, contro le loro postazioni difensive, attacchi estremamente letali per i russi. Le forze di Mosca, a maggio e giugno, hanno registrato 1.200 vittime, fra morti e feriti, al giorno, il tasso di letalità più alto dall'inizio della guerra. Una strategia che non sembra tenere conto delle perdite e che ha effetti sfiancanti sugli ucraini. La tattica, ammette Kiev, funziona. Anche se centimetro dopo centimetro.
Il colonnello Anton Baev della brigata Khartia denuncia che in poche ore, al fronte aperto dallo scorso maggio a nord di Kharkiv, possono arrivare anche diverse ondate di attacchi. "I russi in molti casi usano questi attacchi per individuare le postazioni di tiro e per mantenere esauste le nostre unità", ha spiegato, in una intervista alla Bbc. Il capitano Ivan Sekach, dispiegato con la 110esima brigata nella regione di Donetsk, a Pokrovsk, paragona quello che vede a un nastro trasportatore con i russi da uccidere, anche se, prima di cadere, magari riescono a spostare più avanti, anche se di poco, il fronte.
"I nostri ragazzi rimangono alle loro postazioni e combattono. Ma è per loro molto difficile quando quattro o cinque ondate nemiche si lanciano contro di te in poco tempo, quando devi distruggere senza fine. Non solo fisicamente, ma anche psicologicamente", aggiunge Baev.
Le vittime russe vengono abbandonate sul campo di battaglia, denuncia. Ci sono, fra i russi, anche unità zoppe, con soldati inviati a combattere feriti. "I loro obiettivi principali sono solo quelli di lanciare attacchi al macello e il nostro esaurimento completo".
"I russi purtroppo sono tanti. Stanno portando avanti questa operazione centimetro dopo centimetro, pollice dopo pollice, 100 metri in un giorno, 200 in un altro. E con successo per loro", riassume Ivan Stupak, ex funzionario dei servizi di sicurezza.
Esteri
Netanyahu: “Israele ha diritto di rispondere ad...
Il primo ministro israeliano promette di replicare a Teheran. Fonti Usa: "Accadrà a breve". Nuovo raid su Beirut
Benjamin Netanyahu promette che Israele risponderà all'attacco con missili balistici sferrato dall'Iran martedì scorso. "Nessun Paese al mondo accetterebbe un simile attacco alle sue città e ai suoi cittadini, e nemmeno Israele", afferma il primo ministro in una dichiarazione video. "Israele ha il dovere e il diritto di difendersi e rispondere a questi attacchi - e lo faremo".
In Libano, aggiunge, Israele sta cambiando "l'equilibrio di potere al nord". "Circa un mese fa, abbiamo iniziato a mantenere la promessa che avevo fatto ai residenti del nord", afferma il premier, riferendosi all'obiettivo di riportare i residenti della parte settentrionale di Israele nelle loro case, un anno dopo la loro evacuazione dal confine libanese.
"Abbiamo eliminato Nasrallah e la leadership di Hezbollah, abbiamo eliminato i comandanti della forza Radwan che progettavano di invadere la Galilea e di compiere un massacro di nostri cittadini più grande e più terribile di quello del 7 ottobre", prosegue.
Israele ha distrutto "gran parte" delle scorte di missili e razzi di Hezbollah. "E in questi giorni i nostri eroici soldati stanno distruggendo la serie di tunnel del terrore che Hezbollah aveva preparato in segreto, vicino ai nostri confini", ha aggiunto. "Anche se non abbiamo ancora completato la rimozione della minaccia, abbiamo chiaramente cambiato il corso e l'equilibrio della guerra".
Fonti Usa: "Attacco imminente"
Secondo quanto prevedono fonti americane la risposta israeliana all'attacco iraniano sarebbe imminente. Ci sarebbe anche un ruolo degli Stati Uniti nell'operazione, alla quale non dovrebbero partecipare i caccia, mentre ci sarà senz'altro un coordinamento tra Washington e Tel Aviv.
"Certamente stiamo cercando di evitare che la situazione degeneri in una guerra regionale, ma è chiaro che gli Stati Uniti potrebbero essere coinvolti", hanno detto i funzionari, che comprendono la necessità per Israele di rispondere a Teheran, pur riconoscendo la complessità di un potenziale attacco alle strutture nucleari iraniane. "Non è così semplice eliminare l'infrastruttura nucleare iraniana con un singolo bombardamento. È molto complicato", hanno aggiunto.
Un segnale, intanto, fa pensare che l'azione israeliana possa avvenire in tempi brevi. Il capo del Centcom degli Stati Uniti, il generale Michael Kurilla, è arrivato in Israele per incontri con i vertici militari israeliani.
Biden: "Non ho ancora parlato con Netanyahu"
Il presidente americano Joe Biden non ha ancora parlato con Netanyahu come ha reso noto lui stesso, rispondendo "no" alla domanda di una giornalista della Cnn che gli chiedeva dell'eventuale colloquio. Nei giorni scorsi Biden aveva detto che avrebbe parlato "relativamente a breve" con il premier israeliano nel mezzo dell'escalation in Medio Oriente.
Macron e le armi a Israele
Il primo ministro israeliano intanto attacca i leader occidentali favorevoli a un embargo sulle armi a Israele. "Vergogna", ha affermato in una dichiarazione televisiva, rivolgendosi direttamente con un messaggio al presidente francese Emmanuel Macron, che ha dato uno stop alla fornitura delle armi a Israele che "le usa a Gaza". "Io penso che oggi la priorità è che si arrivi a una soluzione politica, che si smetta di fornire armi per condurre i combattimenti a Gaza. La Francia non le manda", ha detto il numero uno dell'Eliseo.
Netanyahu chiede, poi, se l'Iran stia imponendo un embargo sulle armi ai suoi alleati. "Certo che no", risponde. "Questo asse del terrore è unito". "Ma i Paesi che presumibilmente si oppongono a questo asse del terrore chiedono un embargo sulle armi a Israele", continua il primo ministro israeliano che promette di vincere "con o senza il loro sostegno". "Siate certi che Israele combatterà finché la battaglia non sarà vinta per il nostro bene e per il bene della pace e della sicurezza nel mondo" conclude.
La Francia "è un'amica incrollabile di Israele" afferma l'Eliseo dopo le dichiarazioni di Netanyahu. L'Eliseo inoltre "deplora le parole eccessive" del premier israeliano "senza alcun collegamento con l'amicizia tra i nostri due Paesi".
Il segretario di Stato Usa Antony J. Blinken ha avuto un colloquio con il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot. I due, riferisce in una nota il portavoce Matthew Miller, "hanno discusso dell'evolversi della situazione in Medio Oriente e dell'importanza di coordinare gli sforzi per una risoluzione diplomatica che consenta ai cittadini di Israele e Libano di tornare nelle loro case. Hanno anche discusso gli sforzi congiunti per aumentare gli aiuti umanitari a Gaza e garantire il rilascio degli ostaggi". Il Segretario di Stato Usa ha ribadito "la condanna degli Stati Uniti nei termini più forti dell'attacco militare iraniano contro Israele del 1° ottobre".
Nuovo raid su Beirut
Dopo che l'Idf ha invitato i civili a fuggire dall'area circostante tre siti di Hezbollah nella periferia sud di Beirut, i media libanesi riportano attacchi aerei nell'area. Lo riferisce 'The Times of Israel'. Il colonnello Avichay Adraee, portavoce dell'Idf in lingua araba ha pubblicato mappe insieme all'annuncio, che invitano i civili a distanziarsi di almeno 500 metri da diversi siti. Negli ultimi giorni, l'Idf ha emesso diversi ordini di evacuazione per siti specifici a Dahiyeh in vista di attacchi aerei sulle infrastrutture di Hezbollah.
Esteri
Israele, Macron: “Francia non fornirà armi da usare a...
Il presidente francese: "Immediato e duraturo cessate il fuoco in Libano"
Stop della Francia alla fornitura di armi a Israele, che poi usa nella guerra a Gaza, e cessate il fuoco in Libano. Sono i due messaggi che il presidente Emmanuel Macron ha inviato al premier israeliano Benjamin Netanyhau. "Io penso che oggi la priorità è che si arrivi a una soluzione politica, che si smetta di fornire armi per condurre i combattimenti a Gaza. La Francia non le manda", ha detto il numero 1 dell'Eliseo.
"Condanniamo con la massima fermezza l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre e riconosciamo il diritto di Israele a difendersi. Ma deve farlo come una democrazia, rispettando il diritto internazionale e umanitario", ha ammonito Macron, secondo cui "il terrorismo non si combatte sacrificando la popolazione civile". E ancora, il presidente francese ha accusato: "Israele non ascolta e questo è un problema adesso e per la sicurezza futura degli israeliani".
Macron è tornato sul tema rispondendo durante il Vertice della Francofonia ad una domanda; "Quando chiediamo un cessate il fuoco - è il caso per Gaza, è stato il caso per il Libano la settimana scorsa - cerchiamo di non reclamare un cessate il fuoco mentre continuiamo a fornire le armi della guerra. Credo che si tratti solo di coerenza", ha aggiunto.
Gli 88 membri dell'Organizzazione internazionale della Francofonia (Oif), tra cui Francia, Canada e Belgio, hanno chiesto "all'unanimità" un cessate il fuoco "immediato e duraturo" in Libano, altro membro dell'Oif, ha annunciato il presidente francese.
"Ci siamo espressi all'unanimità in favore di un cessate il fuoco immediato e duraturo e abbiamo garantito il nostro impegno a smorzare le tensioni nella regione", ha dichiarato durante la conferenza stampa di chiusura del 19° vertice dell'Organizzazione.
Esteri
Ucraina-Russia, i soldati di Kim muoiono in guerra: uccisi...
Un raid di Kiev fa strage nel Donetsk: morti anche ufficiali di Pyongyang
Sei ufficiali della Corea del Nord uccisi nel Donetsk. Il sostegno di Kim Jong-un alla guerra della Russia contro l'Ucraina a quanto pare va oltre la fornitura di armi e munizioni a Vladimir Putin. Pyongyang invia anche uomini, a giudicare dalle news diffuse dai media di Kiev.
In un raid missilistico avvenuto il 3 ottobre nel territorio occupato dai russi nei pressi della città di Donetsk sono stati uccisi oltre 20 militari, tra i quali sei ufficiali nordcoreani, scrivono i media ucraini citando fonti dell'intelligence di Kiev, secondo le quali gli ufficiali nordcoreani erano arrivati nella regione per colloqui con i russi. Altri tre militari nordcoreani sarebbero rimasti feriti.
Sui social media russi si fa riferimento ai contatti nei quali, prima del raid missilistico, le forze russe avrebbero presentato ai nordcoreani le tattiche di assalto e difese delle loro forze. Lo scorso giugno, ricorda il sito di Ukrainska Pravda, è stato riportato che la Corea del Nord avrebbe inviato militari e ufficiali del Genio militare per partecipare alla "ricostruzione" nel Donetsk occupato. Fonti di intelligence occidentale stimano che circa la meta dei tre milioni di munizioni di artiglieria usate all'anno dalla Russia provengano dalla Corea del Nord. L'asse Putin-Kim è stato consolidato nell'ultimo anno con i viaggi dei due leader che hanno suggellato l'accordo siglato a settembre 2023. Pyongyang è da circa un anno un fornitore 'top' in materia di armi e munizioni.
A giugno, con la visita di Putin in Corea del Nord, è stato firmato un patto globale di partnership strategica. L'accordo porta le relazioni tra i 2 paesi "ad un nuovo livello" e "prevede assistenza reciproca nel caso in cui uno dei due Paesi venga attaccato'', ha spiegato Putin parlando di ''fornitura di assistenza reciproca in caso di aggressione contro una delle parti dell'accordo".
La Russia abbatte un suo caccia
Intanto, nelle ultime ore, le forze armate ucraine hanno annunciato oggi che le difese aeree russe avrebbero abbattuto per errore un loro stesso caccia. Il velivolo si trovava sul territorio occupato della regione orientale del Donbass secondo le informazioni diffuse dall'aeronautica militare di Kiev. Il Su-25 colpito dai missili russi doveva sganciare bombe teleguidate sulle posizioni ucraine. Secondo un elenco in cui l'esercito ucraino pubblica le presunte perdite delle truppe russe, Mosca ha perso 368 aerei dall'inizio della guerra.