Ucraina, Italia tra Paesi che rafforzeranno difesa aerea. Meloni: “Onoriamo impegni”
Roma tra 5 Paesi che offrono nuovo 'scudo' a cieli Kiev. La premier: "È lavoro che tutela popolazione civile"
Incassa il ringraziamento di Joe Biden e degli alleati la premier Giorgia Meloni, in apertura del vertice Nato a Washington. All’indomani dell’attacco nei cieli di Kiev che ha costretto bambini a trovare riparo fuori dall’ospedale di Kiev dove erano ricoverati –“immagini spaventose”, copyright Meloni- il Presidente statunitense ringrazia i Paesi che hanno fatto uno sforzo in più per difendere i cieli dell’Ucraina. Oltre all’Italia, Germania, Romania e Olanda al fianco degli States.
Con una nota congiunta, che reca le firme dei 4 leader oltre alle sigle di Biden e Zelensky, i 5 leader annunciano “che, collettivamente, forniremo all’Ucraina ulteriori sistemi di difesa aerea strategica, comprese batterie Patriot aggiuntive donate da Stati Uniti, Germania e Romania; componenti Patriot donati dai Paesi Bassi e da altri partner per consentire il funzionamento di una batteria Patriot aggiuntiva; e un ulteriore sistema SAMP-T donato dall'Italia. Questi cinque sistemi di difesa aerea strategici contribuiranno a proteggere le città, i civili e i soldati ucraini e ci stiamo coordinando strettamente con il governo" di Kiev "in modo che questi sistemi possano essere utilizzati rapidamente”. Perché, a meno di 48 ore dal sanguinoso attacco all’ospedale pediatrico di Kiev, il messaggio che la Nato invia “a Mosca e al mondo è chiaro: il nostro sostegno all’Ucraina è forte e incrollabile". "L'Ucraina può fermare Putin e lo fermerà", rincara la dose l'inquilino della Casa Bianca.
Rientrando in albergo dalla cerimonia che ha aperto il summit celebrando i 75 anni della Nato, Meloni spiega e motiva ai cronisti lo sforzo concreto che l’Italia e la Nato stanno portando avanti. Per l'aiuto all'Ucraina "ci siamo concentrati molto sul tema della difesa anti-aerea, perché significa difendere soprattutto civili e infrastrutture critiche che la Russia continua ad attaccare. Lo abbiamo visto anche ieri con l'ospedale colpito a Kiev e i bambini malati oncologici in mezzo alla strada" , immagini che "raccontano l'importanza di questo lavoro. Questo lavoro di difesa anti-aerea difende soprattutto la popolazione civile. E' un impegno che abbiamo preso ai tempi del Samp-T e che portiamo avanti”, un lavoro “importante” che “ci viene riconosciuto". Meloni, incalzata dai cronisti, interviene anche sull’obiettivo del 2% del Pil da destinare alla difesa. Impegno che la Nato ha fissato al 2024, ma che l’Italia -con il governo Draghi- ha fatto slittare al 2028. E che oggi come ieri, mette in chiaro la presidente del Consiglio, Roma è pronta ad onorare.
Crosetto: "Accelerare sul 2%? Dipende dall'Europa, via spese da patto stabilità"
"Abbiamo sempre confermato l'impegno, nel passato e nel presente. Lo ricordiamo a chi fa polemica, perché noi manteniamo gli impegni che hanno preso altri in passato: un po’ di coerenza aiuterebbe", dice con una ‘frecciatina’ rivolta a Giuseppe Conte che tira in ballo senza mai citarlo: a farlo ci penserà a stretto giro di posta il ministro della Difesa Guido Crosetto.
"Quando si prendono impegni, bisogna essere seri nel mantenimento di quegli impegni. E' ancora più importante oggi ed è una cosa che serve a noi – mette in chiaro Meloni -. Io non ho mai nascosto il tema che, se vuoi essere libero e capace di prendere le decisioni nella difesa del tuo interesse nazionale, devi capire che gli investimenti in difesa sono funzionali a difendere gli interessi nazionali. Lo dobbiamo fare con i tempi e le possibilità che abbiamo, ma l'Italia deve tenere fede ai suoi impegni e lo farà compatibilmente con la situazione. Facciamo piccoli passi avanti, e va considerato anche l'impegno a 360 gradi: oggi l'Italia è tra i maggiori contributori di personale nelle missioni di pace della Nato e va considerato anche questo", dice la premier che non ci sta a far passare l’Italia fanalino di coda.
Anche perché il governo che presiede è ben consapevole della necessità di incrementare la spesa per la difesa, ma si vede costretto a fare i conti con un debito che non perdona. Lo dice forte e chiaro Crosetto, mandando un messaggio in bottiglia -l’ennesimo- all’Europa e alla nuova commissione che arriverà. La possibilità di un’accelerazione per l'Italia nel raggiungimento del tetto del 2% "dipende dalle regole europee – dice il responsabile della Difesa annunciando battaglia-. Quando le spese della difesa saranno finalmente esclude dal calcolo del patto di stabilità, l’Italia potrà decidere con la stessa libertà con cui decidono altre nazioni. Stando al nostro debito pubblico, che non è sicuramente dovuto a questo governo, adesso non abbiamo la stessa agibilità politica che hanno altre nazioni".
La serata si chiude col ricevimento a Villa Taverna
"Lo abbiamo spiegato da un anno e mezzo -rivendica il titolare della Difesa-, e credo che le regole cambiate nell’ultimo anno e mezzo consentano alla nuova Commissione, ed è quello che chiederemo, di interpretare come fattore rilevante gli investimenti in difesa ed escluderli dal patto di stabilità".
In caso diverso, ovvero se l’Italia e i Paesi sulla stessa linea d'onda non dovessero spuntarla, “gli impegni assunti da diversi governi -compreso quello Conte e lo dico semmai qualcuno se ne dimenticasse- rimane il 2028, e noi faremo di tutto per raggiungerlo", assicura Crosetto.
Oggi il summit entrerà nel vivo e si concluderà con la cena di gala offerta dal presidente Biden, 'osservato speciale' mentre si rincorrono i dubbi e non si fermano le voci circa la sua candidatura, considerata ormai in bilico. Ieri sera la premier è stata a Villa Firenze, residenza dell’ambasciatrice d’Italia negli Usa, per un ricevimento che vede tra gli ospiti, oltre a Crosetto e la figlia di Meloni, la piccola Ginevra, il vicepremier Antonio Tajani, il presidente del Senato Ignazio La Russa e il resto della delegazione italiana.
Esteri
Israele colpisce Hezbollah nel Sud del Libano –...
Si intensificano, dopo le migliaia di piccole esplosioni di apparecchi elettronici che nei giorni scorsi hanno provocato morti e feriti in Libano, gli scontri al confine del Paese dei Cedri con Israele. L'esercito israeliano ha fatto sapere di aver colpito sette siti di infrastrutture terroristiche di Hezbollah e un deposito di armi nel Libano meridionale durante la notte.
Esteri
Dopo ‘gattara senza figli’, Harris accusata di...
Polemiche per la frase della governatrice dell'Arkansas, ex portavoce di Trump alla Casa Bianca
I repubblicani continuano ad attaccare Kamala Harris, in corsa per diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti, per non essere madre biologica. E dopo la "gattara senza figli", la frase del candidato alla vice presidenza Dj Vance che continua a rivelarsi il più grande autogol mediatico del ticket repubblicano, ora ad attaccare è Sarah Huckabee Sanders, governatrice dell'Arkansas ed ex portavoce della Casa Bianca di Donald Trump, che ha moderato una town hall con il suo ex boss in Michigan.
"I miei figli mi tengono con i piedi per terra, sfortunatamente Kamala Harris non ha niente che le tenga i piedi per terra", ha detto la repubblicana affermando di considerare il ruolo di madre il più importante della sua vita. Parole che stanno provocando una nuova ondata di critiche e polemiche, da parte di chi, a prescindere dalla visione che riduce la donna solo al ruolo di madre, ricorda che Harris è 'stepmom' dei due figli del primo matrimonio del marito in una famiglia allargata presentata con orgoglio alla convention.
Il 'second gentleman' tra i primi a replicare alle parole "incredibili" di Sanders: "Non importa come si diventa genitori, tutti fanno gli stessi sacrifici e godono delle stesse gioie crescendo i figli", ha detto Doug Emhoff.
Anche la sua prima moglie, Kerstin Emhoff, sui social ha difeso il rapporto di Harris con i suoi figli: “Cole e Ella continuano a spingerci a rendere il mondo un posto migliore, Kamala Harris ha speso la sua intera carriera a lavorare per la gente e tutte le famiglie, questo ti tiene abbastanza con i piedi per terra", ha scritto su X.
Intanto, critiche arrivano anche dalla campagna di Trump, che ancora deve fare i conti con la sequela di attacchi e prese in giro per la battuta della gattara, culminata con la foto di Taylor Swift con il gattino nel post di endorsement a Kamala, sono arrivate critiche all'uscita di Sanders. "Ho trovato quelle parole veramente offensive, non ho molto più da dire, sono deluso da Sarah", ha dichiarato il consigliere della campagna, Byran Lanza, affermando di avere avuto "la fortuna di avere una stepmom".
Esteri
Attacchi a Hezbollah, il piano di Israele con cercapersone...
Si ritiene ampiamente che dietro queste operazioni ci sia Tel Aviv, ma chi ha realizzato i dispositivi e come sono esplosi?
Potrebbero volerci anni prima che venga raccontata la storia completa di come sono state orchestrate le esplosioni coordinate di migliaia di cercapersone e walkie-talkie usati da Hezbollah. I dubbi su cosa li abbia fatti esplodere restano e, anche senza che Israele ammetta pubblicamente la responsabilità, è chiaro che l'attacco deve essere stato pianificato con cura. Lo scrive il Guardian, che ha intervistato Alan Woodward, professore di sicurezza informatica alla Surrey University, secondo cui, per trasformare in piccole bombe questi dispositivi "non ci sarebbe bisogno di molto esplosivo: la loro vicinanza al corpo umano causa lesioni anche se si tratta di pochi grammi".
La prima ondata di esplosioni, verificatasi martedì alle 15.30 circa ora locale, sembra essere stata innescata da un messaggio speciale della leadership di Hezbollah, il che implica, ha sostenuto Woodward, una specifica modifica del software incorporato nei cercapersone. Ciò significa che avrebbe innescato un'esplosione quando fosse stato inviato il messaggio appropriato. Potrebbe dunque essere stata un'impostazione predefinita sui cercapersone, esplosi dopo un segnale acustico, che ha dato ai possessori il tempo necessario per avvicinare il dispositivo al volto, motivo per cui i dottori libanesi hanno riferito di aver curato ferite multiple a mani e occhi dopo l'esplosione.
Dodici persone sono state uccise e circa 2.800 ferite nelle esplosioni di martedì, e 14 sono morte in una seconda ondata di esplosioni che è seguita ieri, quando i walkie-talkie hanno iniziato a esplodere. Ciò suggerisce che gli attacchi equivalevano a un tentativo concertato di interrompere le comunicazioni di Hezbollah, il tipo di attività che potrebbe essere un preludio a un bombardamento del Libano meridionale o ad altri attacchi militari convenzionali.
Sabotare i cercapersone non è un'impresa da poco - prosegue il giornale britannico citando Oleg Brodt, direttore dei Cyber Labs della Ben-Gurion University - Potrebbe anche aver richiesto la collaborazione dei produttori o che il Mossad (o chiunque abbia eseguito gli attacchi in Libano) abbia prodotto da sé i cercapersone manipolati. Si tratta, ovviamente, soltanto di speculazioni, al momento.
I cercapersone recavano il logo di un produttore taiwanese, Gold Apollo. Il suo fondatore, Hsu Ching-Kuang, ha affermato che la sua azienda aveva subappaltato la fabbricazione del modello Ar-924 coinvolto nell'attacco alla poco conosciuta Bac Consulting Kft con sede a Budapest, un accordo che, a suo dire, era stato stipulato tre anni fa.
Da qui la pista diventa strana. Bac Consulting è stata registrata in Ungheria nel 2022 e ha fornito un indirizzo di Budapest sul suo sito web, lo stesso indirizzo utilizzato da numerose aziende. Il suo amministratore delegato è Cristiana Bársony-Arcidiacono, secondo il suo profilo su LinkedIn, ed è descritta come laureata alla London School of Economics e madrelingua sia ungherese che italiana.
Il Guardian racconta di aver chiamato la Bársony-Arcidiacono e che questa, dopo aver chiesto come la giornalista avesse ottenuto il numero, ha riattaccato. Tuttavia, ha confermato alla Nbc che la sua azienda lavorava con Gold Apollo. Alla domanda sui cercapersone e sulle esplosioni, la Bársony-Arcidiacono ha detto: "Non produco i cercapersone. Sono solo l'intermediario. Penso che abbiate sbagliato". In seguito, anche i funzionari ungheresi hanno affermato che i cercapersone non erano stati prodotti nel paese.
La fabbricazione dei letali cercapersone con trappole esplosive è solo metà della storia, tuttavia - sottolinea il giornale - chiunque li abbia costruiti aveva una buona conoscenza dell'intelligence all'interno di Hezbollah. Sapevano che Hezbollah aveva ordinato circa 5.000 cercapersone, dopo che il leader del gruppo, Sayyed Hassan Nasrallah, aveva messo in guardia a febbraio contro l'uso dei telefoni cellulari . "Il tuo telefono è il loro agente", aveva avvertito all'epoca il capo di Hezbollah, senza prevedere che i nemici del suo gruppo sarebbero stati pronti a piazzare degli esplosivi nei cercapersone.
Gli aggressor i sapevano anche chi avrebbe fornito i dispositivi sabotati a Hezbollah e avevano un modo per assicurarsi di poter controllare la loro consegna al gruppo militante, così come la loro fabbricazione o compromissione. "La portata, la distruzione e la precisione dell'attacco suggeriscono un'operazione sofisticata in preparazione da mesi", ha affermato Emile Hokayem dell'International Institute for Strategic Studies. Sebbene Israele non abbia rivendicato la responsabilità dell'attacco, pochi dubitano che le sue forze di sicurezza siano dietro allo sforzo, straordinario perché ha coinvolto migliaia di dispositivi anziché un singolo telefono con trappola esplosiva del tipo usato per assassinare il leader di Hamas Yahya Ayyash nel 1996.
Yoav Gallant, ministro della Difesa del Paese, ha chiamato Lloyd Austin, il suo omologo statunitense, "diversi minuti" prima che i cercapersone iniziassero a esplodere per comunicargli che un'operazione in Libano stava per iniziare, secondo il sito web Axios. Non sono stati condivisi dettagli specifici e il dipartimento di Stato ha affermato che gli Stati Uniti non erano stati preavvisati del piano di attacco, sebbene la telefonata di Gallant si avvicini a un riconoscimento di responsabilità.
Ma per quanto sofisticata sia stata la pianificazione, la realtà è che molti civili sono rimasti feriti quando i cercapersone sono esplosi. Un video ha ripreso un cercapersone che esplodeva in un mercato; altri hanno mostrato adulti e bambini in ospedale con gravi ferite traumatiche penetranti alla testa, al corpo e agli arti. Human Rights Watch, un gruppo di monitoraggio, ha affermato che la legge sui diritti umani "proibisce l'uso di trappole esplosive, proprio per evitare di mettere i civili in grave pericolo".
Sembra che Israele abbia voluto intensificare il suo attacco al gruppo militante, due giorni dopo che il suo gabinetto di sicurezza ha dichiarato che consentire a 60.000 sfollati di tornare sani e salvi alle loro case nel nord del paese era ora un obiettivo di guerra.
Hokayem ha sostenuto che l’operazione del cercapersone, seguita ora dall’attacco con il walkie-talkie, “rappresenta un colpo umiliante e un grave fallimento della sicurezza operativa per Hezbollah”, già scosso dall’assassinio tramite attacco aereo del suo comandante militare di punta a luglio. "Il gran numero di vittime e la loro distribuzione nel Paese hanno avuto un profondo impatto sulla società libanese e su Hezbollah", ha concluso. Ma è anche probabile che si rischino ritorsioni e un'intensificazione delle ostilità, poiché entrambe le parti sono sull'orlo della guerra.