Nato, il ‘caso Biden’ piomba sul vertice: i leader in imbarazzo
Le domande sul presidente Usa mettono a disagio gli alleati
Joe Biden sotto i riflettori al vertice Nato. Le condizioni di salute del presidente deglli Stati Uniti sono un tema che non può essere ignorato, dopo il flop nel confronto tv con Donald Trump. Il contrasto, scrive Politico, in questo momento non potrebbe essere più netto: iBiden, fragile fisicamente e politicamente, presiede quello che potrebbe essere il suo ultimo vertice Nato in un momento in cui l'Alleanza non è mai stata così forte.
Il sito specializzato nella politica degli Stati Uniti torna sul dilemma che circonda il presidente ed il Partito democratico e che è destinato a dominare la scena una volta che sarà calato il sipario sul summit di Washington. Lo fa dalla prospettiva dei leader della Nato arrivati nella capitale per un vertice che nei programmi doveva essere celebrativo, ma che si è trasformato in un test sulle capacità cognitive di Biden, chiamato nella notte italiana a superare l'esame della conferenza stampa finale.
Quella in programma alle 18.30 locali - mezzanotte e mezza in Italia - sarà l'evento cruciale del vertice, soprattutto per il presidente. Questa tensione non sfugge ai funzionari della Nato di diverse Nazioni europee che affermano di essere allarmati dall'apparente declino di Biden e che sono sempre più preoccupati dalla prospettiva di vedere un ardente sostenitore dell'Alleanza sostituito a novembre dall'ostilità manifesta di Trump.
Secondo Politico, in realtà i funzionari sono sempre più rassegnati alla sconfitta di Biden, che temono possa fermare o invertire il recente slancio dell'Alleanza, minacciando la capacità dell'Ucraina di respingere l'invasione della Russia. E alcuni non nascondono come il presidente preoccupi per questioni che vanno ben al di là della politica perché entrano nella sua sfera personale.
"È una sensazione molto strana ascoltare il presidente degli Stati Uniti ed essere più stressato dal fatto che uscirà fuori tema che dall'entusiasmo di ascoltare il leader del mondo libero", ha affermato un diplomatico europeo di alto livello. "Ti preoccupi se sappia in che direzione sta andando, se cadrà, cosa dimenticherà o se dirà 'Corea del Nord' quando intendeva 'Corea del Sud'. È semplicemente un'esperienza strana", ha aggiunto, parlando a condizione di anonimato.
Mentre i leader a Washington hanno applaudito il suo discorso e hanno scambiato con Biden sorrisi affettuosi e strette di mano, nelle cancellerie occidentali cresce la consapevolezza di uno scenario che sta cambiando, tra i crescenti dubbi del Partito democratico e la precarietà di un momento in cui la candidatura del presidente sembra dipendere da ogni parola che pronuncia o passo che compie. "Non aveva un bell'aspetto - ha detto un diplomatico di uno di quei Paesi basato a Washington - Preferiremmo una situazione più stabile negli Stati Uniti".
E tra i leader è evidente che serpeggi un certo nervosismo. "Non ho intenzione di commentare questo argomento", ha affermato il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, mentre altri suoi colleghi hanno risposto con parole di circostanza sul rispetto del processo democratico americano, esprimendo la speranza che la Nato resisterà anche a un secondo mandato di Trump.
Alexander Stubb, presidente della Finlandia, di formazione americana, ha lamentato il livello "tossico" della polarizzazione politica negli Stati Uniti, affermando con ottimismo che Washington continuerà ad aver bisogno di alleati europei anche se il tycoon vincesse a novembre.
"Naturalmente stiamo guardando alle elezioni in tutto il mondo e le elezioni americane sono molto importanti - ha scandito il primo ministro belga Alexander De Croo - Ma siamo estremamente chiari, sono i cittadini americani che faranno la loro scelta e la rispetteremo". De Croo, che ha incontrato Biden alla Casa Bianca circa un mese fa, ha detto ai giornalisti di aver trovato il presidente "molto chiaro sui nostri obiettivi" e ha elogiato il suo discorso di martedì davanti ai leader definendolo "estremamente forte".
Ma quando gli è stato chiesto cosa pensasse della traballante performance del dibattito di Biden, De Croo si è allontanato, cedendo con entusiasmo il microfono a un altro leader in attesa dietro le quinte. "È incredibilmente imbarazzante per i nostri alleati ricevere queste domande sulle capacità mentali di Biden", ha chiosato Brett Bruen, ex funzionario del Dipartimento di Stato sotto Obama.
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Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8: l'eurodeputata lo ha segnalato, verrà registrato voto contrario
Gli eurodeputati italiani del gruppo S&D non hanno votato compatti sulla risoluzione sul sostegno all'Ucraina, che contiene un paragrafo, il numero 8, che ribadisce la richiesta di rimuovere le restrizioni all'uso delle armi inviate dall'Ue, affinché possano essere utilizzate anche per colpire obiettivi militari legittimi in territorio russo. Molti eurodeputati hanno votato a favore della risoluzione nel suo insieme, inclusi il capodelegazione Nicola Zingaretti, Lucia Annunziata e Sandro Ruotolo, oltre a Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento, Irene Tinagli, Camilla Laureti, tra gli altri. Gli indipendenti Marco Tarquinio e Cecilia Strada si sono astenuti.
Nel voto separato per confermare il paragrafo 8, quello più controverso, Picierno si è espressa a favore, come ha annunciato pubblicamente prima del voto. Hanno votato contro gli eurodeputati Brando Benifei, Annalisa Corrado, Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Antonio Decaro, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada e Alessandro Zan. Si è astenuta Annunziata.
Dalla delegazione italiana del gruppo S&D precisano che Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8 della risoluzione, quello che riguarda la rimozione delle restrizioni all'uso delle armi. L'eurodeputata ha segnalato l'errore e verrà registrato voto contrario, come la maggior parte della delegazione. Anche sul testo della risoluzione sul Venezuela, dove Annunziata dal roll call risultava essersi astenuta, si tratta di un errore: il suo voto è contrario, come quello degli altri eurodeputati Pd.