Biden, Obama lavora dietro le quinte: il ‘piano’ per il ritiro del presidente
Politico descrive il quadro nel quale l'ex presidente si muove lontano dai riflettori
Barack Obama e Nancy Pelosi, ex presidente degli Stati Uniti e ex speaker della Camera, hanno preso l'iniziativa. Dietro le quinte lui, solo un poco più esplicitamente lei. Obiettivo: portare i 'dem' a spingere il presidente Joe Biden a rinunciare alla candidatura alle elezioni del 5 novembre, scrive Politico.
Lo scorso 15 giugno, prima quindi del disastroso show di Biden al dibattito con Trump, Obama ha visto l'icona dem, e anche donatore del partito, George Clooney. Erano presenti entrambi all'evento per la raccolta di finanziamenti al Peacock Theatre di Los Angeles, con la partecipazione di Biden. L'evento è stato citato dall'attore nel suo intervento sul New York Times in cui ha chiesto al presidente di farsi da parte come candidato.
Obama non ha incoraggiato o consigliato a Clooney affinché si esponesse come ha fatto ma non ha neanche obiettato, hanno spiegato fonti a conoscenza dei fatti. L'ex presidente non ha obiettato anche se, subito dopo il disastroso confronto tv tra Biden e e Donald Trump, era intervenuto per difendere il presidente mentre molti suoi ex consiglieri sono fra i principali critici dell'inquilino della Casa Bianca.
Pelosi è invece impegnata più attivamente. In una intervista mercoledì scorso ha sollecitato il presidente a decidersi velocemente. Parole usate come "sottile luce verde" per incoraggiare altri esponenti democratici a esprimere apertamente il loro desiderio del candidato, ha spiegato una fonte vicina a Pelosi. L'effetto combinato del suo intervento con quello di Clooney hanno di fatto acceso ulteriormente il dibattito che sembrava appianato dopo il picco successivo al dibattito Biden-Trump.
In colloqui privati con altri deputati, Pelosi, che ufficialmente assicura il suo sostegno al presidente qualunque sarà la sua decisione, è stata ancora più diretta. In particolare, ha chiesto ai dem candidati in distretti a rischio di fare il possibile per garantire la loro rielezione, anche se questo significa chiedere pubblicamente a Biden di rinunciare alla corsa.
E ha chiesto loro di aspettare fino alla fine del vertice della Nato, in segno di rispetto al Presidente e alla sua leadership. Alcuni di loro, apprende Politico, hanno già iniziato a definire la loro dichiarazione. Ai candidati sicuri la 'speaker emerita' ha invece chiesto di operare direttamente con la Casa Bianca o la campagna per minimizzare gli scontri pubblici. Qualcuno ha già provato a farlo, ma senza riuscire a raggiungere il Presidente.
Esteri
Cecilia Sala arrestata in Iran, la giornalista italiana è...
E' stata fermata il 19 dicembre dalle autorità di polizia di Teheran
La giornalista italiana Cecilia Sala, in Iran per svolgere servizi giornalistici, è stata fermata il 19 dicembre scorso dalle autorità di polizia di Teheran. Lo rende noto la Farnesina, precisando che su disposizione del ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, l'ambasciata e il consolato d'Italia a Teheran stanno seguendo il caso con la massima attenzione sin dal suo inizio. In coordinamento con la presidenza del Consiglio, la Farnesina ha lavorato con le autorità iraniane per chiarire la situazione legale di Cecilia Sala e per verificare le condizioni della sua detenzione.
Oggi l'ambasciatrice d'Italia in Iran, Paola Amadei, ha effettuato una visita consolare per verificare le condizioni e lo stato di detenzione di Cecilia Sala, la giornalista fermata il 19 dicembre scorso dalle autorità di polizia di Teheran. Lo rende noto la Farnesina, precisando che la famiglia è stata informata dai risultati della visita consolare. In precedenza Sala aveva avuto la possibilità di effettuare due telefonate con i parenti. In accordo con i genitori della giornalista, la Farnesina invita alla massima discrezione la stampa per agevolare una veloce e positiva risoluzione della vicenda.
Esteri
Israele, Houthi rivendicano missile contro aeroporto di Tel...
Donna accoltellata a morte a Herzlyia, la polizia: "È terrorismo"
Gli Houthi dello Yemen, che da anni l'Iran è accusato di sostenere, rivendicano un attacco missilistico contro Israele, affermando di aver colpito l'aeroporto di Tel Aviv. Via X parlano di "un'operazione militare" con "l'aeroporto di Ben Gurion nel mirino", affermano di aver lanciato un "missile balistico ipersonico" e sostengono anche di aver preso di mira in attacchi con droni "un obiettivo cruciale" nella stessa città e una nave, "la Santa Ursula, nel Mar Arabico". "Il missile è riuscito a centrare il suo obiettivo", sostengono.
Secondo le forze israeliane (Idf), un missile lanciato dallo Yemen è stato intercettato e abbattuto prima che entrasse nello spazio aereo israeliano. I media israeliani hanno comunque riferito di uno stop per una trentina di minuti alle operazioni nello scalo aereo: quattro voli El Al diretti all'aeroporto Ben Gurion da Parigi, Atene, Berlino e Monaco sono stati temporaneamente dirottati sul Mar Mediterraneo prima di ricevere l'autorizzazione all'atterraggio..
Secondo l'esercito, le sirene sono state suonate per la possibilità che cadessero detriti dopo l'intercettazione. Il servizio di emergenza Magen David Adom ha aggiunto che non sono stati segnalati feriti. Le sirene antiaeree hanno risuonato in tutto il centro di Israele, compresa l'area di Gush Dan, la regione di Shephelah e parti della Cisgiordania, in seguito al lancio di un missile dallo Yemen, ha riferito l'Idf questa mattina. Secondo una dichiarazione iniziale dell'Idf, le sirene sono state attivate a causa di un missile che ha attraversato lo spazio aereo israeliano. In seguito, l'esercito ha chiarito che il missile è stato intercettato prima di entrare in territorio israeliano e gli allarmi sono stati attivati come precauzione contro i detriti dell'intercettazione.
Ieri Israele ha confermato attacchi contro obiettivi degli Houthi in Yemen, sia sulla costa che a Sana'a e il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito la "determinazione a sradicare questo braccio terroristico dell'asse del male iraniano".
Donna accoltellata a morte a Herzlyia
Una donna israeliana di 70 anni è morta in quello che la polizia definisce un attacco terroristico nella città centrale di Herzlyia. Lo riporta Haaretz, aggiungendo che l'aggressore è stato colpito e arrestato dalle guardie di sicurezza presenti sulla scena.
Raid Idf su 3 obiettivi al confine fra Siria e Libano
I media libanesi riferiscono di attacchi israeliani su tre obiettivi nella regione della valle della Bekaa, vicino al confine con la Siria. Le forze israeliane (Idf) confermano di aver effettuato stamani raid contro quella che viene descritta come "un'infrastruttura" utilizzata da Hezbollah per il trasferimento di armi lungo il confine tra Siria e Libano. I militari riferiscono di operazioni dei jet nella zona di Yanta, nella Valle della Biqaa. "L'organizzazione terroristica di Hezbollah - affermano via X - utilizza infrastrutture civili per portare avanti attività terroristiche e per trasferire armi da usare per attacchi terroristici contro i civili israeliani".
Ufficiale dei servizi di sicurezza palestinesi ucciso a Jenin
Un agente dei servizi di sicurezza palestinesi è stato ucciso nella città di Jenin, in Cisgiordania, durante gli scontri tra le forze dell'Autorità Nazionale Palestinese e i terroristi. Lo hanno riferito i media arabi, citando il portavoce delle forze di sicurezza dell'Anp, Anwar Rajab.
Esteri
India, addio all’ex premier Manmohan Singh
L''architetto' delle riforme' aveva 92 anni
E' morto all'età di 92 anni l'ex ministro delle Finanze ed ex premier indiano Manmohan Singh, al potere dal 2004 al 2014, ricordato per le riforme economiche di oltre 30 anni fa. Era stato ricoverato ieri sera dopo un malore a casa ed è morto poco dopo. "L'India piange la scomparsa di uno dei suoi leader più illustri - ha scritto su X il primo ministro Narendra Modi - Origini umili, è diventato un economista rispettato". "Nel corso degli anni ha lasciato un'impronta forte sulla nostra politica economica - ha aggiunto - Da premier ha lavorato per migliorare le vite delle persone". Rahul Gandhi piange "un mentore e una guida".
La vita
Nato in un piccolo villaggio del Punjab, studi a Cambridge e Oxford, primo premier sikh, sosteneva l'idea di far "emergere l'India come una grande potenza economica a livello mondiale". Nel suo discorso più famoso da ministro delle Finanze citò Victor Hugo: "Nulla è più potente di un'idea di cui è giunto il momento".
Nel 1991 mise l'India sulla strada dell'economia di mercato. Nel 2008 portò il gigante asiatico alla firma di uno storico accordo sul nucleare civile con gli Stati Uniti. Ha sostenuto il processo di pace con il vicino Pakistan, tentato di porre fine a un'annosa disputa territoriale con la Cina (raggiungendo un'intesa per la riapertura del passo di Nathu La, tra Sikkim e Tibet, chiuso da 40 anni) ed è stato il primo leader indiano in 30 a recarsi in Afghanistan.
Arrivato al secondo mandato il suo governo di coalizione aveva dovuto fare i conti con una crisi di credibilità, con accuse di corruzione e incapacità di tenere sotto controllo l'inflazione.