I dati del monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute
Aumentano i contagi Covid In Italia secondo i dati diffusi oggi, 12 luglio. "L'incidenza di nuovi casi con infezione da Sars-CoV-2 identificati e segnalati è in lieve aumento, ma si attesta sempre a livelli molto bassi. L'impatto sugli ospedali è sostanzialmente stabile e limitato", si legge nel monitoraggio settimanale Covid della Cabina di regia Iss-ministero della Salute.
Dal 4 al 10 luglio i nuovi positivi sono stati 5.503 in crescita rispetto ai 3.855 della settimana precedente. Raddoppiano quasi i morti, da 18 a 33. I tamponi scendono a 76.532 rispetto a 81.900 e il tasso di positività risale ancora da 4,7% a 7,2%. Questi i dati del bollettino settimanale pubblicato sul sito del ministero della Salute. La Lombardia con 1.080 casi supera il Lazio (1.007) per numero di nuovi contagi. Sempre in Lombardia il numero maggiori di decessi (13).
"L'indice di trasmissibilità (Rt) calcolato con dati aggiornati al 10 luglio e basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 2 luglio pari a 1,00 (0,88–1,12), sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente (Rt 1,04) - si legge nel monitoraggio - L'incidenza nel periodo 4-10 luglio è pari a 9,4 casi per 100.000 abitanti, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente, seppur rimanendo bassa (6,5 casi per 100.000 abitanti nella settimana 27 giugno-3 luglio)".
L'incidenza settimanale (4-10 luglio) dei casi diagnosticati e segnalati "risulta in aumento nella maggior parte delle Regioni e province rispetto alla settimana precedente. L'incidenza più elevata è stata riportata nella regione Lazio (18 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa nelle Marche (<0,5 casi per 100.000 abitanti)", si legge nel monitoraggio.
Al 10 luglio l'occupazione dei posti letto in area medica "è pari a 1,6%, sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente (1,4% al 3 luglio). Sostanzialmente stabile anche l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,5%, rispetto alla settimana precedente (0,4% al 3 luglio)".
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Cronaca
Tumori, ematologo Pavone: “Aumento linfomi nonostante...
Al convegno Ail: "Inquinamento ambientale e uso sproporzionato di sostanze chimiche hanno un ruolo determinante"
"Il problema è epidemiologico. Nonostante tutti gli avanzamenti dal punto di vista terapeutico, c'è un aumento dell'incidenza delle patologie onco-ematologiche, ma soprattutto di linfomi: nelle ultime cinque decadi si è raddoppiata praticamente l'incidenza". Questo "forse anche perché riusciamo a fare una diagnosi più precoce, perché siamo più attenti, perché la medicina è cambiata: però questa incidenza è reale. L'incidenza accompagna anche un aumento della mortalità, anche se questa, perlomeno, è stabile o diminuisce in alcuni subset dei linfomi". Questa "è una patologia eterogenea, ci sono dei linfomi che è possibile continuare a controllare con le nuove terapie e si sopravvive veramente a lungo. Altri sono molto più aggressivi e hanno una sopravvivenza tra i 5 e i 7 anni, in media". Così all’Adnkronos Salute Vincenzo Pavone, direttore scientifico dell'Unità operativa di Ematologia e Trapianto dell’ospedale di Tricase (Lecce), in occasione del convegno nazionale Ail "Curare è prendersi cura - Impatto ambientale e rischio sanitario, benessere e stili di vita", promosso dall’Associazione italiana contro le leucemie i linfomi e il mieloma a Roma.
Non è possibile "stabilire con esattezza" il motivo "dell’aumento dell'incidenza, però sicuramente l'inquinamento ambientale, l'uso sproporzionato di sostanze chimiche – avverte l’ematologo - che poi vanno a finire nel sottosuolo, nel mare, quindi l'inquinamento delle falde idriche, le plastiche, le micro-plastiche, hanno un ruolo determinante". "Sono tanti i prodotti chimici che vanno a finire sulla nostra tavola o che respiriamo – mette in guardia Pavone - che portano a un aumento possibile di sviluppo di malattie neoplastiche in genere, ma soprattutto onco-ematologiche. Soprattutto se si accompagnano a delle alterazioni e delle mutazioni che noi abbiamo, che non conosciamo, e che possono essere alterate proprio dall'uso delle sostanze chimiche".
A questo si aggiunge "lo stile di vita, e quindi il fumo, l'obesità, l'uso di coloranti per i capelli, l'alimentazione col pesce, al salmone che è affumicato con nitriti: è tutto un settore che è in enorme sviluppo, del quale però non si sa ancora l'impatto preciso sull'aumento delle incidenze di questa malattia. Per esempio", un ruolo può averlo "l’usare i contenitori di plastica che sviluppano ftalati, che riscaldiamo nel microonde, che sviluppano ancora più ftalati, sono sostanze chimiche che entrano nel nostro organismo, ma l'elenco potrebbe continuare all'infinito". Secondo l'Istituto superiore di sanità, soltanto il 5% degli italiani adotta seriamente nei fatti la dieta mediterranea, l'altro 95% lo fa a parole. "Facciamo prima fermandoci a mangiare un panino al volo con delle salse micidiali, oppure a mangiare carne di cui non sappiamo l'esatta provenienza, e quindi non abbiamo attenzione", conclude.
Cronaca
Sanità, Parisi: “In Italia troppe disuguaglianze per...
Lo scienziato al convegno nazionale Ail, '+ 30 per cento mortalità infantile al Sud a causa della scarsa organizzazione cure'
"L'articolo 32 della Costituzione tutela l'uguaglianza, anche nelle cure. Tuttavia, in Italia ci sono moltissime disuguaglianze di salute, disparità socio economiche che incidono in modo drammatico sulle aspettative di vita, anche tra i bambini. Basti pensare che la mortalità infantile nel Sud è del 30% maggiore di quella del Nord. E non è un problema genetico ma di scarsa organizzazione delle cure". Lo ha detto Giorgio Parisi, intervenendo al convegno organizzato a Roma da Ail - Associazione italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma, dal titolo "Curare è prendersi cura - Impatto ambente e rischio sanitario, benesseree stili di vita".
Secondo Parisi, premio Nobel per la Fisica nel 2021, occorre investire nel nostro Ssn, "vecchio di 40 anni. E' nato nel 1974, quando non c'erano farmaci e tecnologie che ci sono oggi, come Tac e anticorpi monoclonali, che hanno bisogno di grandi investimenti. Abbiamo un problema di scarsità di risorse". Per lo scienziato occorre intervenire su più fronti, "a partire dal miglioramento delle condizioni di lavoro per i medici, per evitarne la fuga all'estero". Quindi, puntare sulla formazione alla prevenzione. "Dovremmo avere nelle scuole un'ora di lezione di educazione sanitaria a settimana per fa conoscere ai giovani le malattie più frequenti, i sintomi da non tralasciare, i fattori di rischio ma anche aumentare il prezzo delle sigarette" e pensare "alla deduzione delle spese per l'attività fisica, che protegge da molte malattie inclusi i tumori", conclude.