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Renzi e il campo larghissimo: “Meglio ala moderata, che inseguire un ipotetico terzo polo’

L'ex premier sul campo larghissimo: "Meglio ala moderata, che inseguire un ipotetico terzo polo. Io sono professionista della politica"

Matteo Renzi e Roberto Vannacci

"Piaccia o non piaccia il bipolarismo che io volevo rimettere in discussione, non si rimette in discussione, cioè alle prossime elezioni o votate la destra o votate la sinistra. E' così, siccome bisogna scegliere, preferisco andare a fare l'ala moderata del centrosinistra che non stare a inseguire un ipotetico terzo polo, che purtroppo per responsabilità varie a cominciare da Calenda non c'è più". Lo ha detto Matteo Renzi, intervistato a tutto campo ieri sera, a Ponza, per la seconda serata di Ponza D'Autore, la rassegna culturale curata da Valentina Fontana e Gianluigi Nuzzi, confermando l'ipotesi del campo larghissimo, lanciata nelle scorse ore. L'ex premier spiega: "Vado avanti su una scelta politica, io sono un professionista della politica. Ma capisco che questa cosa non piaccia, in politica piacciono quelli simpatici e non i professionisti".

"Io sono uno che pensa che per far politica bisogna avere studiato, fatto gavetta, preso i voti in consiglio provinciale, preso i voti al comune, preso i voti in tante elezioni, per fare politica, secondo me, serve questo. Però c'è anche chi dice che per far politica questa roba non serve più, si prende l'ultimo arrivato e si mette a far politica, è legittimo. Io lo so cosa vuol dire fare i conti con un bilancio di un comune, con il bilancio di una provincia, con il bilancio di uno Stato e penso che serva questa cosa qui. Però mi rendo conto di non essere maggioranza su questo. A molti piacciono quelli simpatici".

"Io ho il coraggio di dire quello che penso, e lo faccio con una tale libertà che è del tutto legittimo che le persone possano non avere la stessa opinione che io. Quando lei mi dice che ho coraggio dice la cosa più bella. Cor habeo, ho un cuore e quindi ho coraggio", conclude il leader di Italia Viva.

“La politica estera è sempre stata il collante per far nascere i Governi. Oggi la politica estera divide trasversalmente soprattutto il centrodestra: Salvini da una parte, Tajani dall’altra e Meloni che deve scegliere dove posizionarsi tra coerenza e pragmatismo”. Di fronte a questo quadro “potrebbe accadere, e qui sarebbe interessante capire se c’è o non c’è un intervento dall’esterno, che qualcuno a destra crei un partito contro la coalizione di centrodestra, ad esempio Vannacci, e quindi che la destra, che è andata unita alle politiche del 2022, potrebbe andare divisa a quelle del 2027, o 2026”, ha detto ancora Renzi.

“Meloni è entrata nella fase della discesa: ha sbagliato il posizionamento sull’Europa ed è rimasta sola, senza alleati, scegliendo di stare con i Conservatori, mentre i suoi amici dei Conservatori come Abascal  se ne andavano. Giorgia ha detto “votate Giorgia perché votando me io cambierò l’Europa”. Lei ha preso i suoi voti, il 29%, è andata al tavolo per prendere uno dei top jobs ed è rimasta a bocca asciutta. La Von der Leyen, infatti, ha preferito i voti dei Verdi a lei, così Meloni ha preso due sconfitte di fila”, ha continuato.

La replica di Vannacci

"Sempre comico ascoltare Renzi, strano che questa volta non abbia detto 'Vannacci si deve vergognare...'". Interpellato dall'AdnKronos, il generale Roberto Vannacci, eurodeputato indipendente della Lega, commenta così le parole dell'ex premier Renzi.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Politica

Almasri, oggi informativa di Piantedosi e Nordio in diretta...

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La linea del governo nella doppia informativa dei ministri alla Camera e in Senato. Opposizioni contro Meloni: "In Parlamento venga la premier"

I ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi - Fotogramma

Non la premier Giorgia Meloni, come richiesto a gran voce dalle opposizioni, ma saranno i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio a riferire sul caso sulla vicenda del comandante libico Almasri, accusato di crimini contro l'umanità e rilasciato dalle autorità italiane, nel corso della doppia informativa di oggi alla Camera e in Senato.

Informativa che sarà trasmessa anche in diretta tv dopo le proteste della minoranza, in onda sui canali Rai rispettivamente dalle 12.15 e dalle 15.30.

La linea del governo nella doppia informativa

Il governo, incalzato dalle opposizioni, proverà dunque a fare chiarezza su un nodo spinoso, soprattutto alla luce dell'indagine per favoreggiamento e peculato che vede coinvolti la premier Giorgia Meloni, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e gli stessi ministri Piantedosi e Nordio. La linea su cui poggerà la doppia informativa del governo sarebbe questa, essenzialmente: a sbagliare è stata la Corte penale internazionale (dalla quale sarebbero arrivati atti quantomeno "pasticciati"), mentre l'esecutivo ha agito a tutela dell'interesse e della sicurezza nazionale quando ha deciso di rispedire in Libia Almasri a bordo di un volo di Stato.

Al guardasigilli - spiegano fonti di governo - dovrebbe toccare il compito di ripercorrere tutti gli avvenimenti che hanno portato al fermo e poi al rilascio del criminale libico, in una cronistoria dettagliata dove il titolare della Giustizia ribadirà la correttezza del suo operato. Nordio, spiegano le stesse fonti, dovrebbe insistere sul fatto che il ministero è stato rispettoso delle norme e della procedura e che nessuna colpa è attribuibile al governo, rimarcando come invece siano stati commessi "palesi errori" da parte della Corte penale internazionale. Proprio la premier Meloni aveva attaccato la Cpi nel video social in cui dava notizia dell'avviso di garanzia: "La Corte penale internazionale dopo mesi di riflessione emette un mandato internazionale nei confronti del capo della polizia giudiziaria di Tripoli. Curiosamente - le parole di Meloni - la Corte lo fa proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che aveva serenamente soggiornato, per circa dodici giorni, in altri tre Stati europei".

Nell'informativa dei ministri - rinviata di una settimana dopo l'annuncio dell'indagine - dovrebbero essere analizzati ai raggi X tutti i passaggi del caso Almasri fin dall'inizio: spostamenti in Europa del libico, arrivo in Italia, fermo e rimpatrio. Su quest'ultimo aspetto dovrebbe concentrarsi l'intervento in Aula del ministro dell'Interno Piantedosi soprattutto nella parte che concerne l'utilizzo del volo di Stato. Del resto una prima relazione del governo sul caso Almasri era stata fornita dal capo del Viminale nel question time al Senato dello scorso 23 gennaio.

In quella sede Piantedosi aveva evidenziato come, dopo la decisione della Corte d'Appello di Roma di disporre il 21 gennaio l'immediata scarcerazione di Almasri giudicando il suo arresto "irrituale", l'uomo sia stato rilasciato nella serata dello stesso giorno per poi essere rimpatriato a Tripoli "per ragioni di urgenza e sicurezza, vista la pericolosità del soggetto": un atto che per Piantedosi mirava a salvaguardare "la sicurezza dello Stato e la tutela dell'ordine pubblico". Nel question time, il ministro aveva comunicato la disponibilità del governo ad approfondire diversi aspetti della questione, come "la tempistica riguardante la richiesta, l'emissione e l'esecuzione del mandato di cattura internazionale, che è poi maturata al momento della presenza in Italia del cittadino libico".

Opposizioni all'attacco di Meloni: "Venga in Parlamento"

La presenza oggi in Parlamento dei ministri dell'Interno e della Giustizia, rappresenterebbe però il "minimo sindacale", perché l'opposizione continua a "pretendere" che sia il presidente del Consiglio a presentarsi in Parlamento. A spiegarlo ieri al termine della Conferenza dei capigruppo, i presidenti dei senatori del Pd Francesco Boccia, di AVS Peppe De Cristofaro, di Iv Enrico Borghi, e la vicepresidente vicaria dei senatori del Movimento 5 stelle, Alessandra Maiorino.

"Abbiamo chiesto la presenza della presidente del Consiglio - affermava Boccia - che continua a non venire in Parlamento, qui in Senato ci manca un 'Premier time' da un anno e mezzo e siamo a metà legislatura, è venuta una volta sola, è molto grave. Lo abbiamo ribadito in maniera unitaria che vogliamo sottoporre al presidente del Consiglio una serie di quesiti a partire dalla vicenda Almasri".

"Intanto verranno il ministro della Giustizia e il ministro dell'Interno con quindici giorni di ritardo, è molto grave perché hanno lasciato il Paese in una condizione oggettivamente di grande imbarazzo di fronte al mondo", le parole del dem.

"L'informativa che vengono a fare domani Nordio e Piantedosi - aggiungeva Maiorino - è un atto dovuto, visto che invece la settimana scorsa improvvisamente sono fuggiti dal Parlamento con una motivazione che è assolutamente insostenibile e certifica il grande imbarazzo e l'incapacità di Meloni di gestire questa situazione, perché noi abbiamo naturalmente richiesto che fosse lei a venire in Aula a riferire. Invece continua a mandare avanti i colonnelli nonostante la situazione diventi sempre più imbarazzante".

"Che ci sia stata un gestione quantomeno opaca è chiarissimo - continuava la pentastellata -, Meloni continua a parlare soltanto attraverso i social e si rifiuta di venire in Parlamento. Noi continueremo a pretendere che venga in tempi ragionevoli, perché non può venire tra un mese, un mese e mezzo per spiegare cosa ha fatto con questo boia libico che abbiamo rimandato a casa su un aereo di Stato".

"La presenza dei ministri - proseguiva quindi De Cristofaro - è il minimo sindacale se possiamo dire così. Qui non c'è una singola responsabilità di un singolo ministro, ma c'è una responsabilità politica generale dell'intero Governo. Non è una vicenda di cavilli, è una scelta politica presa dall'Esecutivo e proprio perché non è una vicenda di cavilli o di singole responsabilità la cosa più giusta e il vero atto dovuto al Paese sarebbe la presenza della Meloni in Aula. Invece purtroppo la Meloni scappa, evidentemente preferisce fare propaganda dai video piuttosto che confrontarsi con il Parlamento".

"Ci sono due dati politici: il primo - spiegava quindi Borghi - è l'unità delle opposizioni, che in maniera compatta hanno esercitato un'azione parlamentare per richiamare il Governo alle proprie responsabilità: non è vero che abbiamo fatto l'Aventino, perché i lavori nelle commissioni sono proseguiti e le opposizioni hanno partecipato".

"Il secondo dato politico - le parole del renziano - è che la motivazione con la quale i ministri si erano negati la scorsa settimana è del tutto farlocca: non stava né in piedi, né in cielo, né in terra ed evidentemente il fatto che oggi, con ritardo, i due ministri interessati vengano a fare un'informativa è certamente un successo dell'opposizione unita e compatta, ma è anche la dimostrazione che le motivazioni che hanno addotto non sono reali. E domani naturalmente entreremo nel merito della questione".

Ciriani assicura: "Il governo non scappa"

Ma per i rappresentanti dell'esecutivo, "il governo non scappa dal Parlamento", assicurava dopo le proteste il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani al termine della capigruppo di Montecitorio. "Avevamo già dato la disponibilità a riferire ma avevamo chiesto una piccola sospensione per approfondire una questione importante, non c'era nessuna volontà dilatoria ma di rispondere al Parlamento", ha aggiunto Ciriani a proposito dell'informativa sul caso Almasri.

Sulla richiesta delle opposizioni di avere in aula la premier Meloni, Ciriani aveva poi spiegato: "Ci saranno due ministri importanti per una risposta adeguata e informata. I due ministri sono in grado di garantire la massima informazione".

Il caso Almasri cambia la programmazione Rai

Cambia quindi la programmazione di questo pomeriggio di Rai2 e Rai3 per dare spazio alle dirette a cura di Rai Parlamento delle informative dei ministri Nordio e Piantedosi sul caso Almasri. I due ministri saranno a Montecitorio alle 12:30 e a palazzo Madama alle 15:30. La diretta tv dell'informativa alla Camera verrà garantita dalle 12:23 alle 14 da Rai3 (non andranno in onda 'Tg3 Fuori TG' e i programmi 'Quante Storie' e 'Passato e Presente') mentre dalle 14 alle 14:40 la diretta proseguirà su Rai2 (slitta alle 14:40 il programma di Milo Infante 'Ore 14').

Sarà sempre Rai2 ad ospitare dalle 15:30 l'informtiva al Senato dei due ministri, per cui non andrà in onda il programma 'BellaMa'' condotto da Pierluigi Diaco. Non solo: alle 15, Rai3 ospiterà in diretta dalla Camera il Question Time con le interrogazioni a risposta immediata, per cui il programma 'Mano a Mano' previsto alle 15:25 non verrà trasmesso.

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Politica

Camera, oggi question time con i ministri Ciriani, Pichetto...

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Si svolge alle 15

Aula Camera - (Fotogramma)

Si svolge oggi, mercoledì 5 febbraio, alle 15, il question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, risponde a una interrogazione – rivolta al ministro dell’Interno – su centri per migranti in Albania e l'effettivo impatto sui flussi migratori (Richetti - Az-Per-Re); a una interrogazione – rivolta al ministro della Salute – sui tempi per l'adozione dei decreti attuativi in materia di riduzione delle liste di attesa per l'accesso alle prestazioni sanitarie (Faraone - Iv-C-Re).

Il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, risponde a interrogazioni sulle iniziative per accelerare gli interventi di bonifica nella cosiddetta Terra dei fuochi, in relazione alla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (Borrelli - Avs); sulle iniziative in materia di oneri concessori per la gestione delle reti elettriche di media e bassa tensione, al fine di evitare un aumento delle bollette a carico degli utenti (Marattin - Misto); sulle iniziative per accelerare gli interventi di risanamento ambientale nella città di Taranto (De Palma - Fi-Ppe); sullo stato di avanzamento dei lavori e sull’utilizzo dei finanziamenti pubblici in relazione al progetto della diga di Vetto (Cavandoli - Lega); sull'adozione di iniziative volte a mitigare i costi energetici per famiglie e imprese (Pavanelli - M5s).

La ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, risponde a interrogazioni sull'adozione di iniziative volte ad assicurare ai lavoratori trattamenti retributivi equi (Scotto – Pd-Idp); sulle iniziative in relazione a presunte irregolarità nella gestione delle pratiche da parte del patronato Inca-Cgil, con particolare riferimento alla sede del quartiere Astoria di New York (Bignami - Fdi). Il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, risponde a una interrogazione sulle iniziative volte a dare attuazione alla legge in materia di autonomia differenziata, nel rispetto dei rilievi sollevati dalla Corte costituzionale (Lupi - Nm(N-c-u-i)M-Cp).

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Politica

Almasri, domani informativa Nordio-Piantedosi. Ok di Camera...

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Ciriani: "Il governo non scappa, ci saranno due ministri importanti per una risposta adeguata". Ma le opposizioni incalzano: "Alcune risposte le può dare solo la premier"

Piantedosi e Nordio - Fotogramma

Saranno i ministri dell'Interno Matteo Piantedosi e della Giustizia Carlo Nordio a riferire domani, 5 febbraio, alle 12.15 in aula alla Camera e alle 15.30 in Senato sul caso Almasri. Non ci sarà invece la presidente del Consiglio Giorgia Meloni come chiesto a gran voce dalle opposizioni. Accordata, dopo le polemiche, la diretta tv sia a Montecitorio sia a Palazzo Madama.

Ciriani: "Il governo non scappa"

"Il governo non scappa dal Parlamento", afferma il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani al termine della capigruppo di Montecitorio. "Avevamo già dato la disponibilità a riferire ma avevamo chiesto una piccola sospensione per approfondire una questione importante, non c'era nessuna volontà dilatoria ma di rispondere al Parlamento". Sulla richiesta delle opposizioni di avere in aula la premier Meloni, Ciriani ha spiegato: "Ci saranno due ministri importanti per una risposta adeguata e informata. I due ministri sono in grado di garantire la massima informazione".

Opposizioni incalzano: "Meloni si nasconde"

Le opposizioni continuano tuttavia a chiedere che sia la presidente del Consiglio a rispondere al Parlamento. "Perché, se ci sono interessi di carattere nazionale come ha detto il ministro Piantedosi non è stato apposto il segreto di Stato? Questa è una risposta che può dare soltanto la Meloni che non casualmente non si presenterà alle Camere. - incalza l'ex ministro Pd Andrea Orlando - Sarebbe interessante capirlo perché da quello si capirebbe anche come è declinato questo interesse nazionale. Se si tratta di questioni che riguardano i flussi migratori o altri interessi di carattere economico e commerciale rispetto ai quali io credo che probabilmente l’utilizzo del segreto di Stato non si sarebbe attagliato adeguatamente. Ma questa è una bella domanda che necessiterebbe di una bella risposta".

Per il Movimento 5 Stelle "Meloni si nasconde dietro i suoi ministri", attacca il capogruppo M5s Riccardo Ricciardi. "Non si capisce perché, se vengono i suoi ministri, la Meloni non venga in aula. Continua a scappare. Vedremo domani quali saranno le mille versioni e contraddizioni del governo", aggiunge Ricciardi.

"Sulla vicenda Almasri Meloni continua a scappare" anche per Davide Faraone, presidente dei deputati di Italia Viva. "Dopo una settimana e – sottolinea - dopo continue pressioni abbiamo finalmente ottenuto l’informativa. Domattina verranno in Aula Nordio e Piantedosi. Quello che non si spiega è perché i due ministri possano venire, mentre la presidente del Consiglio no, e soprattutto perché la scorsa settimana non potevano riferire in Parlamento mentre questa settimana sì. Ma non dobbiamo farci troppe domande davanti al governo delle incongruenze”.

“Avremmo voluto che anche i cittadini italiani potessero ascoltare un’informativa che riguarda da vicino tutto il Paese, ma ci hanno negato anche la diretta televisiva Rai, che dovrebbe essere garantita per ogni evento di pubblica rilevanza. Ma evidentemente cercano di essere omertosi fino alla fine”. Ma "al Senato forse faranno la diretta", anticipa Matteo Renzi a Tagadà su La7 prima della comunicazione ufficiale di Palazzo Madama. "Avrebbe dovuto riferire Giorgia Meloni ma Meloni scappa - insiste Renzi - . Fa la coraggiosa solo su Instagram, poi quando trova qualcuno che l'affronta lei non ci sta, ci sta al gioco democratico. O fa i monologhi sui social o si fa intervistare da giornalisti amici come Vespa e Porro ma non accetta il confronto democratico".

Polemica poi via libera alla diretta tv alla Camera

Dopo il no alla diretta tv a Montecitorio i capigruppo delle opposizioni, forti del via libera del Senato alla diretta, hanno inviato una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana, ribadendo la richiesta di trasmettere sulla Rai l'informativa di domani.

"Onorevole Presidente, alla luce dell’esito della Conferenza dei Capigruppo testé riunitasi al Senato che, nel calendarizzare l’informativa dei ministri dell’Interno e della Giustizia per la seduta di domani, ha altresì disposto la ripresa televisiva diretta degli interventi, Le chiediamo - hanno scritto nella missiva i capigruppo Chiara Braga del Pd, Riccardo Ricciardi di M5S, Luana Zanella di Avs, Matteo Richetti di Azione, Davide Faraone di Iv e Riccardo Magi di Più Europa - di dare seguito all’analoga richiesta già avanzata dai gruppi di opposizione non più tardi di qualche ora fa nella riunione dei Presidenti di Gruppo".

"Riteniamo infatti che non ci siano motivazioni plausibili perché siano previste modalità differenti di dibattito parlamentare tra le due Camere, soprattutto con riferimento ad una vicenda tanto grave e rilevante per il Paese. Confidiamo pertanto che, analogamente a quanto già deciso dal Senato, voglia disporre la ripresa televisiva diretta dell’informativa del Governo e dei relativi interventi dei Gruppi parlamentari".

Una richiesta che, a seguito di una ulteriore interlocuzione, è stata accolta dal presidente della Camera Fontana. L'informativa di Nordio e Piantedosi sarà quindi trasmessa in diretta televisiva sui canali Rai a partire dalle 12.15.

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