Connect with us

Published

on

Meno coppie con figli e più differenze tra generazioni: ecco l’Italia di domani

L’Italia si trova a un crocevia cruciale nella sua storia demografica. Secondo i dati ISTAT, nel 2023 sono nati 392.598 bambini, in leggero calo rispetto ai 393.310 nati del 2022, ma che, comunque, rappresenta un segnale di stabilizzazione in un contesto di lungo termine caratterizzato da denatalità. Questo dato merita una riflessione approfondita sulle dinamiche sociali ed economiche che hanno portato a questa svolta, così come sulle potenziali implicazioni per il futuro demografico del paese.

Le cifre rivelano una stabilizzazione del tasso di natalità al 6,7 per mille abitanti e un modesto incremento del tasso di fecondità totale, passato da 1,24 a 1,25 figli per donna. In più l’età media alla nascita del primo figlio, salita a 32,4 anni, riflette cambiamenti significativi nei modelli di vita e lavoro delle giovani generazioni, spesso costrette a posticipare la genitorialità per ragioni economiche e professionali.

Nonostante questi dati non facciano rumore, sono emblematici di una transizione profonda in atto. L’Italia si trova a un bivio: o si accetta questa nuova normalità e si cerca di adattarsi, oppure si intraprende una serie di riforme audaci per stimolare la crescita demografica e affrontare le sfide future.

Un’Italia a doppia velocità

Un’analisi più dettagliata della distribuzione delle nascite a livello regionale rivela un’Italia a diverse velocità, con significative variazioni tra le varie aree del paese. La Provincia Autonoma di Bolzano continua a distinguersi con un tasso di natalità di 9,4 per mille abitanti, il più alto del paese, mentre il Sud, storicamente più prolifico, vede un calo preoccupante, con la Calabria che registra il tasso di natalità più basso, con 6,4 per mille abitanti. Le cause? Differenze socio-economiche, culturali e di accesso ai servizi. Mentre Bolzano beneficia di politiche familiari avanzate e di un welfare robusto, molte regioni del Sud soffrono la mancanza di supporto adeguato.

Le città metropolitane, come Milano e Roma, riflettono un altro fenomeno: la scelta di posticipare la genitorialità per ragioni di carriera e stabilità economica. Questo trend si traduce in una diminuzione delle nascite, nonostante una lieve ripresa del tasso di fecondità. È una questione di priorità e di contesto: dove i servizi sono migliori, dove la qualità della vita è più alta, le famiglie tendono a fare più figli.

Il contributo degli stranieri alla demografia italiana è una parte fondamentale di questo quadro. Con il 14,9% dei nuovi nati che hanno almeno un genitore straniero, è chiaro che la natalità tra le famiglie migranti gioca un ruolo cruciale. Le donne straniere, con un tasso di fecondità di 1,85 figli per donna, superano di gran lunga le loro controparti italiane, che si fermano a 1,17 figli per donna.

Con una popolazione residente di 58.851.000 persone, l’Italia sta vivendo un periodo di significativi cambiamenti demografici. Gli stranieri, che costituiscono l’8,6% della popolazione totale, e il calo dei decessi, che ha visto una diminuzione del 9,6% rispetto al 2021, sono indicatori di una relativa stabilizzazione. Tuttavia, l’Italia continua a fare i conti con l’invecchiamento della popolazione e la necessità di garantire il ricambio generazionale.

Italia 2080

Tra il 2014 e il 2023, l’Italia ha già visto un declino di circa 1,35 milioni di residenti. Questa tendenza continuerà, con una previsione di un ulteriore calo di 439.000 individui entro il 2030 e un decremento ancora più accentuato tra il 2030 e il 2050. Entro il 2080, la popolazione potrebbe scendere a 46,1 milioni, un calo di 12,9 milioni di residenti rispetto al 2023. Il rapporto tra individui in età lavorativa e non lavorativa passerà da tre a due nel 2023 a uno a uno entro il 2050, indicando un drastico invecchiamento della popolazione e un conseguente aumento delle dipendenze demografiche.

Nel dettaglio, il processo di invecchiamento sarà particolarmente rapido nel Mezzogiorno, dove l’età media raggiungerà i 51,5 anni entro il 2050, rispetto ai 50,8 anni del resto del paese. Questo squilibrio generazionale comporterà una riduzione delle famiglie tradizionali. Entro il 2043, meno di una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, mentre più di una su cinque sarà senza figli. Le famiglie saranno più frammentate, con un aumento delle famiglie unipersonali e una diminuzione delle famiglie nucleari.

La diminuzione della popolazione colpirà tutto il territorio nazionale, ma con intensità diverse. Il Nord potrebbe vedere una lieve crescita nel breve termine, mentre il Centro e il Mezzogiorno affronteranno un calo significativo. Il Mezzogiorno, in particolare, potrebbe perdere fino a 7,9 milioni di abitanti entro il 2080. Questa disparità regionale amplificherà le sfide socio-economiche, richiedendo interventi mirati per gestire le differenze territoriali.

Le dinamiche demografiche dell’Italia saranno influenzate da fattori strutturali come la natalità e la mortalità, con un quadro migratorio altamente incerto. Nel periodo fino al 2080, si prevedono 21 milioni di nascite e 44,4 milioni di decessi, con un saldo naturale negativo non compensato dai flussi migratori. Le previsioni indicano un saldo migratorio netto positivo, con una media annuale di 165.000 unità nel lungo termine, ma questa stima è soggetta a variazioni significative dovute a fattori geopolitici ed economici globali.

Squilibrio generazionale

La struttura della popolazione italiana è già caratterizzata da uno squilibrio generazionale, con un’alta percentuale di anziani. Entro il 2050, si prevede che il 34,5% della popolazione sarà composto da individui di 65 anni e più. Questo cambiamento demografico avrà profonde implicazioni per le politiche di welfare e di protezione sociale, richiedendo un adattamento dei sistemi previdenziali e sanitari per far fronte alle esigenze di una popolazione sempre più anziana.

Le prospettive di invecchiamento sono particolarmente preoccupanti nel Mezzogiorno, dove l’età media supererà quella del Nord e del Centro. Il numero di persone che vivono sole aumenterà significativamente, con un impatto sociale notevole, soprattutto tra gli anziani. Entro il 2043, si prevede che quasi quattro famiglie su dieci saranno costituite da persone sole, con una prevalenza di donne anziane.

Da nuclei tradizionali a micro-famiglie

Le famiglie italiane continueranno a frammentarsi, con un aumento delle famiglie unipersonali e una diminuzione delle coppie con figli. Entro il 2043, si prevede un aumento del 15% delle famiglie unipersonali, con una crescita più marcata tra le donne. Le coppie senza figli supereranno progressivamente quelle con figli, indicando un cambiamento strutturale nelle dinamiche familiari.

Questo processo di frammentazione è legato all’invecchiamento della popolazione, alla bassa natalità e all’instabilità coniugale. Le persone sole, in particolare gli anziani, avranno bisogno di un supporto maggiore, con implicazioni significative per le politiche sociali e sanitarie.

Cosa serve per un futuro demografico sostenibile?

Il futuro demografico dell’Italia presenta sfide complesse e interconnesse. La diminuzione della popolazione, l’invecchiamento accelerato e la frammentazione delle famiglie richiedono interventi strategici per garantire un equilibrio socio-economico sostenibile. Guardando avanti, la domanda principale è: come invertire la tendenza? Le risposte possono essere molteplici. Incentivi economici, supporti diretti alle famiglie, politiche di conciliazione vita-lavoro, ma anche un cambio di paradigma culturale che valorizzi la famiglia e la genitorialità.

Le misure di sostegno alla famiglia, come l’assegno unico universale, rappresentano un tentativo concreto di alleviare il peso economico associato alla crescita dei figli. Questi strumenti sono progettati per ridurre le barriere economiche e supportare le famiglie nella loro decisione di avere più figli. Inoltre, politiche che favoriscono la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e migliorano la conciliazione tra vita lavorativa e familiare sono essenziali per creare un ambiente più favorevole alla natalità.

Tuttavia, il successo di queste politiche dipende dalla loro capacità di rispondere alle reali esigenze delle famiglie e di adattarsi alle dinamiche socio-economiche in evoluzione.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Demografica

6 genitori su 10 vogliono più supporto psicologico: i dati...

Published

on

La ricerca di Nestlé e Unobravo certifica le difficoltà di essere genitore in Italia. L’azienda offre tre sedute gratuite ai genitori

Sempre meno italiani decidono di avere figli. Tra quelli che lo fanno, molti si sentono abbandonati di fronte a una sfida piena di incertezze, paure e ansie mai affrontate prima.

La conferma arriva dalla survey “Genitori ai primi passi” condotta da Nestlé e Unobravo. L’indagine ha coinvolto oltre 1.100 genitori o aspiranti tali per comprendere le difficoltà emotive, psicologiche e pratiche del diventare genitori oggi.

Genitori chiedono supporto mentale

L’esito più netto riguarda la salute mentale: il 60% dei genitori afferma di volere un supporto psicologico per affrontare le sfide della genitorialità, ma solo il 4% si rivolge effettivamente a un professionista, segnalando un notevole divario tra il bisogno percepito e l’azione.

Un dato particolarmente preoccupante è quello legato alla salute mentale delle madri. Solo il 35% delle madri dichiara di sentirsi bene fisicamente e mentalmente, rispetto al 52% dei padri. Questa disparità conferma il gender gap domestico per cui le madri tendono a sacrificare il proprio benessere (e spesso anche la carriera) per concentrarsi sul bambino e sulla cura della casa.
Negli ultimi anni, qualcosa sta cambiando, ma la differenza tra le responsabilità della donna e quelle dell’uomo è ancora evidente.

Il ruolo del partner e il sostegno reciproco

Il contesto economico non consente a tutti di rivolgersi allo psicologo, anche perché già mantenere un figlio costa e gli incentivi, pur esistenti, non bastano.

La maggior parte dei genitori (il 67%) dichiara di rivolgersi al proprio partner per chiedere aiuto nei momenti critici, sottolineando l’importanza della collaborazione nella coppia. Il 69% dei genitori si sente adeguatamente supportato dal proprio partner, un segnale positivo che evidenzia come la condivisione delle responsabilità genitoriali sia in crescita. Tuttavia, nonostante questo miglioramento, molte coppie sentono la necessità di un ulteriore sostegno per affrontare le pressioni quotidiane.

La percezione del controllo

Un altro dato emerso dalla ricerca di Nestlé e Unobravo è che solo il 32% dei genitori sente di avere sotto controllo le sfide della genitorialità. La sensazione di non riuscire a gestire la situazione, unita all’enorme responsabilità nei confronti dei figli, crea un circolo vizioso: più i genitori si sentono sopraffatti, più aumenta lo stress e la sensazione di inadeguatezza.

Questo fenomeno è strettamente connesso alle alte aspettative sociali e alle opinioni altrui, vissute come un peso da quasi il 40% dei genitori.

Pressioni sociali e perfezionismo

Dalla ricerca, emerge che la pressione di dover essere “genitori perfetti” è una delle principali fonti di ansia per molti neogenitori. “C’è una convinzione diffusa che tutto debba essere perfetto per accogliere un bambino, ma voler tendere alla perfezione potrebbe significare rincorrere una condizione irrealizzabile”, spiega Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e direttore clinico del servizio di psicologia online Unobravo. Più del 59% dei genitori si sente stressato dall’opinione altrui, il che contribuisce ad alimentare l’ansia di non essere all’altezza delle aspettative sociali.

Nestlé lancia il progetto “Genitori ai primi passi”

In risposta ai dati emersi dalla survey, Nestlé ha lanciato il progetto “Genitori ai primi passi”, un’iniziativa che offre supporto psicologico gratuito ai neogenitori, in collaborazione con Unobravo. L’obiettivo del progetto è fornire un sostegno pratico, che si traduce in tre sedute gratuite di supporto psicologico, per aiutare i genitori a superare le difficoltà emotive e a prevenire il senso di solitudine e inadeguatezza. “Il sostegno di chi ci circonda è importante, ma a volte da solo non basta”, afferma Perris. “Per questo – aggiunge – è fondamentale sensibilizzare i neo-genitori sull’importanza di chiedere un aiuto professionale in una fase così delicata”.

Molti genitori rischiano di auto sabotarsi, di sentirsi sbagliati, inadatti alla situazione. Invece, conclude Perris, “Considerare l’ansia o la preoccupazione come una parte naturale del percorso può aiutare a proiettarsi in questo ruolo con maggiore serenità e sicurezza”.

Continue Reading

Demografica

Denatalità, Bilotta: “Infertilità per il 15% di coppie, ma...

Published

on

Circa il 15% delle coppie in Italia non è fertile. Il numero medio di figli per donna negli ultimi sessant’anni è sceso dal 2,70 a 1,20. Da quarant’anni il tasso di fertilità non supera l’1.5. E l’infertilità è una delle cause.

Le crescenti difficoltà di concepimento nelle coppie che desiderano avere un figlio rischiano di contribuire all’aumento della denatalità. Il 22 settembre si celebra la Giornata nazionale della salute riproduttiva. Per quell’occasione, il Professor Pasquale Bilotta, direttore del Centro Fecondazione Assistita “Alma Res” di Roma, ha spiegato quali sono e come si possono superare tali difficoltà.

Le cause della denatalità

La dimensione del fenomeno della denatalità è evidente. Con appena 379mila bambini venuti al mondo, il 2023 ha evidenziato nel nostro Paese l’ennesimo minimo storico di nascite, l’undicesimo di fila dal 2013. Il trend non si è fermato sin dal 2008 (577mila nascite), determinato sia da un’importante contrazione della fecondità (numero di figli per donne in età riproduttiva) sia dal calo del numero di donne in tale fascia di età (per l’invecchiamento della popolazione).

E se nel 1964 il numero di figli per donna si assestava sui 2.70, nel 2023 era pari a 1.20. Il bassissimo numero medio di figli per donna interessa tutto il territorio nazionale. Nel dettaglio, il Nord Italia ha una media di 1.21 figli per donna, il Centro 1.12 e Sud e Isole, 1.24. Fino a trent’anni fa la fecondità era molto superiore nel Sud rispetto al Centro e al Nord: basti pensare che nel 1964 era 3.30 nel Mezzogiorno, 2.38 nel Centro e 2.37 nel Nord.

Diverse sono le cause che hanno contribuito in questi anni a peggiorare la situazione:
Cause economico-sociali: come stipendi bassi, aumento del costo della vita, mancanza di servizi a sostegno delle famiglie
• Crescenti difficoltà di concepimento nelle coppie che desiderano avere un figlio.

In Italia è stata istituita la Giornata nazionale della salute riproduttiva (22 settembre), proprio con l’obiettivo di promuovere l’attenzione e l’informazione sul tema della fertilità.

“Infertilità? C’è soluzione”

“Secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità – afferma il Professor Pasquale Bilotta, direttore del Centro Fecondazione Assistita “Alma Res” di Roma -, in Italia circa il 15% delle coppie è infertile e questa condizione può dipendere in egual misura sia dalla donna che dall’uomo. Non esistono in Italia dati specifici sulla prevalenza di questo fenomeno. Generalmente si parla di infertilità di coppia in caso di mancato raggiungimento della gravidanza dopo un anno di rapporti sessuali regolari e non protetti”.
Tra le cause primarie, spiega Bilotta, vi è senz’altro il fattore età: “Dai 40 anni in poi la percentuale di fertilità media è il 20% rispetto a quella riscontrata a 25 anni”. Ma non solo. A pesare sull’infertilità ci sono “anche abitudini non sane, come fumo, consumo di alcol oppure condizioni psicologiche limitanti, quali ansia e stress da ritmi di vita/lavoro troppo frenetici”.

Spesso, quest’ultime, sono patologie prevenibili facilmente curabili: “Per questo è molto importante una corretta informazione”, ha aggiunto il professore.

Prevenzione e possibili soluzioni all’infertilità

Ricorrere a trattamenti di fecondazione assistita è una soluzione. Stando ai dati più recenti dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2021, oltre 86.000 donne in Italia si sono sottoposte a questo tipo di procedure. La fascia d’età più rappresentata è quella tra i 35 e i 40 anni, seguita dalla fascia tra i 30 e i 35 anni.

Il tasso di successo delle procedure varia in base all’età della donna e alla tecnica utilizzata, con una media nazionale del 25% di gravidanze per ciclo di trattamento di fecondazione in vitro. Le donne sotto i 35 anni hanno registrato i tassi di successo più alti, con una percentuale che raggiunge il 40%, mentre per le donne sopra i 40 anni il tasso di successo scende al 15%.

“Non esiste un percorso universalmente valido per tutte le coppie – ha spiegato il Professor Bilotta – Per questo, l’obiettivo primario del nostro Centro è ricercare approcci personalizzati, basati su caratteristiche genetiche e biologiche individuali. Non solo: puntiamo al miglioramento delle tecniche di congelamento e scongelamento di ovociti ed embrioni e investiamo nello sviluppo di nuove metodologie per la diagnosi precoce di malattie genetiche rare”.

Secondo il prof. Bilotta – tra i primi ricercatori in Italia che, nel 1980, realizzarono su coppia infertile il prelievo, la fecondazione dell’ovocita ed il trasferimento embrionario in utero – è fondamentale continuare a migliorare il quadro normativo per assicurare un accesso equo e sicuro per tutti: “Nel Lazio, per esempio, le coppie che decidono di ricorrere alla fecondazione assistita tramite Sistema sanitario nazionale si recano in altre regioni. Le motivazioni sono legate alla scarsa offerta pubblica o convenzionata nel territorio regionale, lunghe liste d’attesa e costi elevati. Con altri 21 Centri autorizzati privati, stiamo costituendo un Coordinamento a livello regionale: auspichiamo la creazione di un Network di centri pubblici e privati, disponibili a erogare prestazioni in convenzione con il Servizio sanitario nazionale, in modo da aumentare l’offerta e garantire alle coppie un maggiore accesso ai trattamenti di fecondazione assistita”.

Continue Reading

Demografica

La voce dei giovani: una lettera aperta alla Scuola

Published

on

Cosa pensano i giovani della Scuola? A rispondere a questa domanda c’è il collettivo “Nubi Pe(n)santi”, composto da ragazzi e ragazze della provincia di Torino, che ha deciso di scrivere una lettera aperta a questa istituzione.

Utilizzando il metodo maieutico, gli studenti hanno riflettuto profondamente sul tema dell’educazione. La lettera è stata presentata durante il Caffè pedagogico con Daniele Novara (premio ricevuto durante il convegno Cpp “La scuola non è una gara” a cui i ragazzi e le ragazze hanno partecipato con una rappresentanza).

La Scuola è una seconda casa?

La scuola è spesso definita come una “seconda casa” per i giovani, ma non sempre ciò corrisponde al vero. “La maggior parte di noi non sente questo luogo simile a una casa perché nel percorso scolastico gli aspetti negativi prevalgono rispetto a quelli positivi.” Questo mette in luce come molti studenti non percepiscano la scuola come un luogo sicuro e di supporto.

Un sondaggio condotto da Unisona Live e Unicef ha rilevato che il 75% degli studenti associa il proprio malessere a episodi legati alla scuola. Questo dato sottolinea quanto sia cruciale creare un ambiente scolastico positivo per il benessere degli studenti. La percezione di un ambiente accogliente è fondamentale per la salute mentale degli studenti.

Il peso del giudizio

Uno dei temi principali emersi è il giudizio costante a cui sono sottoposti gli studenti. “Essere valutati e valutate e avere un voto che giudichi il nostro operato non può che generare in ognuno di noi un vorticoso senso di ansia e frustrazione.

I voti e le valutazioni generano ansia e frustrazione, distogliendo l’attenzione dal vero obiettivo dell’educazione: l’apprendimento e la crescita personale. Lo ha dimostrato un’indagine Ocse-Pisa che ha rilevato che gli studenti italiani manifestano ansia e disagio in situazioni legate al rendimento scolastico, con il 56% degli alunni che dichiara di diventare particolarmente nervoso durante le verifiche. Questo evidenzia l’importanza di un ambiente scolastico che supporti non solo l’apprendimento, ma anche il benessere emotivo degli studenti.

Incoerenza e preferenze

Il collettivo torinese ha, inoltre, criticato la mancanza di coerenza tra i professori, che inviano messaggi contraddittori riguardo all’importanza dei voti. “Ci insegnano che il giudizio personale negativo non va bene, ma invece perché quello positivo va bene?”. La risposta è “No”. Il fenomeno si chiama “ansia da prestazione” e ha portato centinaia di studenti a soffrire di disturbi di vario tipo o, spesso, anche al suicidio.

L’American College Health Association (Acha), ritiene che ansia e depressione siano i principali ostacoli al rendimento negli studi. Questo espone i soggetti ad un maggiore rischio di abuso di sostanze tossiche e a pensieri suicidi. Secondo i dati, il 65,7% degli studenti ammette di aver provato “ansia travolgente” raddoppiata negli ultimi 10 anni.

Inoltre, nella lettera è emerso quanto gli studenti percepiscano i favoritismi e i pregiudizi, che influenzano negativamente il clima scolastico e i rapporti tra pari. Studi hanno dimostrato che le percezioni degli insegnanti riguardo alla motivazione e all’impegno degli studenti possono influenzare significativamente i risultati scolastici.

Competizione e conformismo

La scuola per i giovani del collettivo viene poi descritta come un ambiente competitivo e conformista, dove gli studenti sono spinti a competere tra loro piuttosto che a collaborare. “Si innesca una competizione ‘sgomitante, muscolare, darwiniana’ in cui si perde di vista il significato originario di ‘cumpetere: procedere insieme, correre insieme verso la stessa meta’”.

Questo sistema promuove una standardizzazione che annulla il pensiero critico e la crescita individuale, favorendo un conformismo opprimente. Un’analisi del Centro Studi Erickson ha esaminato l’inclusione scolastica e sociale in Italia, evidenziando come la competizione possa creare un ambiente meno inclusivo e aumentare il rischio di esclusione per gli studenti.

Il Registro Elettronico: tra controllo e fiducia

Il registro elettronico, sebbene utile, è stato descritto come uno strumento di controllo che riduce l’autonomia degli studenti e la comunicazione tra loro e i genitori. “I nostri genitori vengono costantemente informati di quello che facciamo, i voti che prendiamo, dove siamo, annullando la comunicazione tra genitori e studenti“.

Questo sistema, infatti, tende a ridurre la comunicazione diretta e immediata, fondamentale per il funzionamento delle relazioni umane, soprattutto quando si parla di figli in età scolare.

Non è la prima volta che l’uso di strumenti digitali influenzi negativamente l’autonomia degli studenti e la loro capacità di autoregolarsi. Ma se si parla sempre dei cellulari e del loro divieto nelle scuole, si deve considerare anche valido poter mettere in discussione anche gli strumenti di controllo e non solo di “distruzione di massa” (come definito dal ministro italiano Valditara).

Il collettivo “Nubi Pe(n)santi” è costituito da un gruppo di adolescenti residenti nella ValMessa, Bassa Val di Susa, che si interrogano, negli spazi dell’Associazione LiberAmente, concessi dal Comune di Almese, in collaborazione con la Consulta Giovani, su argomenti a loro cari, su cui hanno necessità di esprimersi liberamente, senza giudizio, scambiando pensieri ed emozioni, utilizzando diversi linguaggi.

La loro lettera rappresenta una voce critica e riflessiva sul sistema scolastico attuale. I giovani esprimono il desiderio di un cambiamento radicale, basato su una maggiore comunicazione, empatia e comprensione reciproca. La loro speranza è che, attraverso il dialogo e la riflessione, sia possibile rendere la scuola un luogo migliore per tutti.

Continue Reading

Ultime notizie

Spettacolo25 minuti ago

Procida Film Festival: al via la XII edizione tra stelle...

Dal 18 al 22 settembre, l’isola di Procida si trasforma in un palcoscenico per il grande cinema italiano, ospitando artisti...

Economia2 ore ago

Salone Nautico, Fortis (Fondazione Edison): “Industria...

“L’industria nautica è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy, una punta di diamante del nostro settore manifatturiero, con...

Economia2 ore ago

Salone Nautico, Pagani Isnardi (Confindustria Nautica):...

“I dati di consuntivo 2023 dell’industria nautica italiana vedono una crescita del 13,6%, che segue la crescita a doppia cifra...

Demografica2 ore ago

6 genitori su 10 vogliono più supporto psicologico: i dati...

La ricerca di Nestlé e Unobravo certifica le difficoltà di essere genitore in Italia. L’azienda offre tre sedute gratuite ai...

Cronaca3 ore ago

Meteo, torna il sole nel weekend: ma ancora massima allerta...

Da oggi pomeriggio il tempo sarà di nuovo sereno quasi ovunque ma resterà l’allerta per il rischio idraulico Ultime piogge:...

Esteri3 ore ago

Ucraina, von der Leyen a Kiev: “Qui per garantire...

"La mia ottava visita mentre inizia a breve la stagione che richiede riscaldamento e la Russia continua a prendere di...

Tecnologia3 ore ago

Al Meet di Milano apre ‘AI Yoga per Intelligenze...

Nella rassegna dieci artisti italiani aprono le porte delle loro immaginazioni sfruttando le potenzialità del Lenovo Yoga Slim 7x L'arte...

Esteri3 ore ago

“Sono un nazista nero!”: bufera su candidato...

Trovati decine di commenti inquietanti di Mark Robinson su un forum porno Una serie di commenti provocatori sulla bacheca di...

Spettacolo3 ore ago

Sabrina Salerno, il mito degli anni ’80 e il tumore...

Regina dell'italo-disco, icona della musica pop anni '80, in questi giorni Sabrina Salerno ha affrontato una sfida delicata una operazione...

Esteri4 ore ago

Israele bombarda il sud del Libano: “Distrutti...

Ci sono stati fra i 50 e le 70 attacchi aerei. Gallant: "Nuova fase della guerra". Raid su strada per...

Spettacolo11 ore ago

Sophia Loren compie 90 anni: la festa a Roma dove “è...

L'attrice insignita oggi di un prestigioso e inedito riconoscimento a lei dedicato dal MiC, Cinecttà e Archivio Luce Per festeggiare...

Ultima ora11 ore ago

Fasce portabebè sulle statue: la protesta creativa dei papà...

E' accaduto nel centro di Londra: dagli ingegneri agli attori, tutti si battono per i diritti dei papà L'ingegnere Isambard...

Spettacolo11 ore ago

Sophia Loren compie 90 anni: “Quando vinsi...

Nel 1960 ricevette il prestigioso premio per 'La Ciociara' di Vittorio De Sica Sophia Loren compie 90 anni e nella...

Spettacolo11 ore ago

Sophia Loren compie 90 anni: la diva italiana senza tempo...

L'attrice italiana è diventata un'icona per la sua bellezza, forte personalità, esuberanza e per riconosciuti meriti artistici e professionali Protagonista...

Cronaca11 ore ago

Sciopero dei mezzi pubblici: oggi 24 ore di stop a bus,...

Come sempre ci saranno delle fasce di garanzia Venerdì nero per i mezzi pubblici. Oggi, 20 settembre, si fermano in...

Ultima ora11 ore ago

Maltempo e alluvione, allerta rossa in Romagna e nel...

La Regione colpita dagli effetti del ciclone Boris. Allerta rossa idrogeologica oggi in Romagna e nel Bolognese Torna l'incubo alluvione...

Ultima ora11 ore ago

Escalation in Libano, Hezbollah: “Risponderemo ad...

Secondo fonti della sicurezza libanese, si tratta dei bombardamenti più intensi dal 7 ottobre scorso Il Medio Oriente sempre più...

Ultima ora11 ore ago

Ucraina, armi Ue contro Russia: Strasburgo spacca governo e...

Confermate le divisioni interne sul tema sia nella maggioranza che nella minoranza La risoluzione non vincolante del Parlamento Europeo sul...

Spettacolo11 ore ago

Tale e quale show 2024, da oggi la nuova edizione: giudici...

Carlo Conti conduce il varietà in onda su Rai1 da stasera. New entry in giuria Torna oggi, venerdì 20 settembre...

Ultima ora11 ore ago

Olanda, attacco con coltello a Rotterdam: un morto e due...

L'aggressione nei pressi del ponte Erasmus Attacco con coltello a Rotterdam, nei Paesi Bassi. Secondo quanto riferisce il quotidiano olandese...