Connect with us

Published

on

Potremmo essere a un passo dalla cura della progeria, la malattia dell’invecchiamento precoce

Dopo oltre due decenni di ricerca, la cura per combattere la progeria potrebbe essere davvero vicina. Questa malattia ultra rara accelera il processo di invecchiamento nei bambini e riduce drasticamente la loro aspettativa di vita. La progeria, nota anche con il nome di Hutchinson-Gilford (SPHG), è ora conosciuta in tutto il mondo grazie alla testimonianza del biologo e scrittore italiano Sammy Basso, il malato di progeria più longevo, diventato un simbolo e un ambasciatore della ricerca contro questa malattia.

Ora, un piccolo gruppo di accademici e scienziati governativi, tra cui il dottor Francis Collins, ex direttore dei National Institutes of Health, sta lavorando (senza alcuna finalità di lucro) per fermare la progeria con una innovativa tecnica di editing genetico.
Non solo: i ricercatori affermano che se risulterà efficace nel rallentare o fermare la progeria, questo metodo potrebbe anche aiutare a curare altre malattie genetiche rare che ad ora hanno suscitato poco interesse da parte delle case farmaceutiche.

Il progetto di editing genetico “è meritevole, ma anche rischioso” ha dichiarato il dottor Kiran Musunuru, ricercatore di editing genetico all’Università della Pennsylvania, che avverte: sebbene l’editing abbia funzionato bene nei topi, non c’è garanzia che funzioni nei pazienti umani. Intanto, il momento della verità si avvicina.

Cosa è la progeria

La progeria è una malattia genetica ultra rara che riduce drasticamente l’aspettativa di vita di chi ne è affetto, caratterizzata da un invecchiamento accelerato che si manifesta precocemente nell’infanzia, senza alterazione delle capacità intellettive, e con evidenti alterazioni di pelle, ossa e sistema cardiovascolare.
Questa condizione è causata da una mutazione nel gene lamin A, che produce una proteina tossica chiamata progerina, da cui la malattia prende il nome. La progerina altera la struttura del nucleo cellulare, causando un rapido deterioramento delle cellule e, di conseguenza, dei tessuti e degli organi.
La mutazione sporadica alla base di questa sindrome viene prodotta durante le prime fasi dello sviluppo embrionale. La progeria colpisce circa una persona ogni 18-20 milioni; nella storia della medicina si contano solo 140 casi di questa malattia. Secondo la Progeria Research Foundation, ci sono solo 18 pazienti noti e vivi in tutti gli Stati Uniti.

La speranza di vita per chi è affetto da progeria è spesso limitata a circa 14-15 anni. Molti muoiono a causa di attacchi di cuore o ictus.

Chi è Sammy Basso

Sammy Basso, nato il 1°dicembre 1995, è un giovane biologo e scrittore italiano diventato famoso per la sua battaglia contro la progeria. Diagnosticato con questa rara malattia da bambino, Sammy ha affrontato la sua condizione con coraggio e determinazione, diventando un simbolo di speranza per molti con il suo inesauribile sorriso che ha conquistato i social media. Nel luglio 2018 si è laureato con 110 e lode in scienze naturali con indirizzo biologico molecolare all’Università di Padova con una tesi dedicata all’esistenza di terapie per rallentare il decorso della patologia.

Ha documentato il suo viaggio negli USA, lungo la Route 66, scrivendo un libro (“Il viaggio di Sammy”) e registrando una serie di episodi per il canale Nat Geo People di Sky.

Sammy Basso_Instagram

Nonostante le sfide imposte dalla malattia, Sammy ha usato la sua visibilità per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla progeria e raccogliere fondi per la ricerca. La sua storia ha ispirato numerosi sforzi per trovare una cura e migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da progeria.

La ricerca per la cura della progeria

La ricerca per sconfiggere la progeria è iniziata concretamente circa 25 anni fa. La svolta avvenne nel 2003, quando i ricercatori identificarono la mutazione genetica responsabile della malattia. Da allora, gli sforzi si sono concentrati sullo sviluppo di trattamenti, con un aumento significativo delle scoperte e dei progressi negli ultimi anni, specialmente con l’avvento di tecniche avanzate di editing genetico.

Ora, la cura potrebbe essere all’orizzonte come ha spiegato il dottor Francis Collins al New York Times.

Il dottor Collins si è interessato per la prima volta alla progeria mentre si stava specializzando in genetica medica all’Università di Yale nel 1982, quasi trent’anni prima di essere nominato direttore dei National Institutes of Health. Un giorno, riporta il quotidiano americano, incontrò una nuova paziente, Meg Casey, che era alta meno di un metro e venti, senza capelli sotto la parrucca e rugosa come una donna anziana. Aveva solo vent’anni e soffriva di progeria.

Il dottor Collins rimase triste e commosso. All’epoca si sapeva ben poco di questa malattia rarissima.

“Ho pensato, ‘Accidenti, qualcuno dovrebbe fare qualcosa’”, ricorda il dottor Collins al Nyt.

Diciannove anni dopo, il dottor Collins fu avvicinato durante una festa dal dottor Scott Berns, un medico di pronto soccorso pediatrico. All’epoca Collins dirigeva un progetto federale per mappare il genoma umano. Il dottor Berns gli disse che suo figlio Sam aveva una malattia fatale: “Non so se ne hai sentito parlare, si chiama progeria.”

“Ne so un po’”, rispose il dottor Collins ricordandosi della signora Casey.

Il dottor Collins invitò il dottor Berns, sua moglie, la pediatra Leslie Gordon, una pediatra, e il piccolo Sam a casa sua. Parlarono della malattia e giocarono a frisbee con il bambino. Sam visse fino all’età di 17 anni.

La Progeria Research Foundation

La dottoressa Gordon disse al dottor Collins che non aveva illusioni: la malattia era una curiosità, ma non una priorità di ricerca a causa della sua rarità. Così, lei, il dottor Berns e sua sorella Audrey, un’avvocatessa, fondarono la Progeria Research Foundation per sostenere la ricerca contro questa malattia.

Il dottor Collins fu ispirato da questa iniziativa e iniziò ad approfondire la ricerca sulla progeria nel suo piccolo laboratorio personale. Per anni fu come lottare contro i mulini a vento, finché una nuova era della medicina molecolare con i progressi nell’editing genetico offrissero nuove prospettive di cura.

L’editing genetico

I nuovi tipi di editing genetico sono “potenzialmente la risposta a un sogno che tutti noi vorremmo realizzare”, ha dichiarato il dottor Collins sul Nyt. Collins ha spiegato che ci sono circa 7.000 malattie genetiche di cui si conosce la mutazione e l’85% di queste è ultra raro, colpendo meno di una persona su un milione. La ricerca è riuscita a trovare un trattamento solo per qualche centinaio di queste malattie.

Qual è la causa della progeria

Per prima cosa, il dottor Collins assegnò a una nuova ricercatrice post-dottorato nel suo laboratorio il compito di trovare la causa della progeria. Gli avanzamenti scientifici sull’editing genetico, infatti, sono inutilizzabili se prima non si scopre la causa della malattia e quindi cosa andare a modificare.

Il dottor Collins diede un anno di tempo a Maria Eriksson, ma alla giovane ricercatrice bastarono pochi mesi. All’interno del nostro DNA ci sono tre miliardi di “lettere” o basi, rappresentate dalle lettere G, A, C e T (guanina, adenina, citosina, timina). La dott.ssa Eriksson scoprì che in un punto specifico di un gene chiamato lamin A, una di queste lettere era stata sostituita con un’altra. Questo errore causa la produzione di progerina, una proteina tossica che mantiene il nucleo della cellula nella sua forma corretta, portando ai problemi cellulari tipici della progeria.

Il primo step era andato a buon fine in tempi record. Nel 2003 la dottoressa Eriksson, il dottor Collins e i colleghi pubblicarono un articolo che spiegava la scoperta dell’alterazione genetica alla base di questa malattia rarissima.

Come curare la progeria

Il passo successivo della ricerca fu inserire la mutazione di lamin A nei topi per studiarne il comportamento e come eliminare la mutazione. Come negli esseri umani affetti dalla malattia, anche i topo invecchiavano rapidamente, sviluppavano malattie cardiache, avevano la pelle rugosa, perdevano i peli e, soprattutto, morivano giovani.

Ma fu solo con l’emergere di CRISPR, una tecnologia di taglio del DNA, nel 2012, che il piccolo gruppo di ricerca pensò che potesse essere ideato un trattamento audace e nuovo. Questa tecnologia può tagliare il DNA e disabilitare un gene, ma non può ripararlo, che è ciò che serve per la cura della progeria.

Il base editing

La soluzione emerse nel 2017 dal laboratorio di David Liu, professore di Harvard e direttore del Merkin Institute for Transformative Technologies in Healthcare. Il suo gruppo inventò un sistema di editing genetico che agisce come una matita nel sito di una mutazione, utilizzando un enzima per cancellare una delle lettere del DNA — adenina, o A — e scrivere una guanina, o G. Questo è esattamente ciò che è necessario per correggere la mutazione della progeria.

Il dottor Liu chiamò il sistema inventato dal suo gruppo “base editing” perché modifica direttamente le lettere, o le basi, che compongono il DNA. Attività che nessuna proteina fa in natura. In un test, Luke Koblan, uno studente di dottorato che lavorava nel laboratorio del dottor Liu, tentò di correggere la mutazione della progeria nelle cellule dei pazienti coltivate in piastre di Petri e il suo esperimento ebbe successo.

Nel 2018, il dottor Liu fu invitato a tenere un seminario presso il National Institutes of Health. Sapeva che il dottor Collins sarebbe stato presente, quindi aggiunse alcune diapositive sull’editing delle cellule dei pazienti affetti da progeria.

Il dottor Collins ne rimase catturato e chiamò la dottoressa Gordon per dirle cosa aveva appena sentito. “Era come un fulmine,” racconta la dottoressa Gordon al Nyt. Finalmente, c’era una speranza concreta. “Ero tipo: ‘Oh mio Dio, andiamo!’“ ricorda il dottor Collins.

Dalla progeria alla cura di altre malattie rare?

I ricercatori del N.I.H. iniziarono cercando di migliorare la salute dei topi con la progeria usando la tecnica dell’editing di base. I risultati, documentati in un articolo del 2021, superarono di gran lunga le aspettative. Quasi tutti i danni alle grandi arterie cardiache, un segno distintivo della malattia, furono invertiti. I topi apparivano sani. Mantenevano i loro peli. E vissero fino all’inizio della vecchiaia nei topi (circa 510 giorni) invece di morire a 215 giorni con la malattia.

Per rendere il trattamento più facile da produrre e ridurre i possibili effetti collaterali, il team del dottor Liu ridusse la dimensione dello strumento di editing genetico, che era troppo grande per essere introdotto nelle cellule in un’unica soluzione. Questo era un compito difficile perché il sistema CRISPR originale, usato per tagliare il DNA, è troppo grande per essere inserito in una sola soluzione. Eppure, dopo aver ridotto le dimensioni dello strumento, i ricercatori lo testarono testato nei topi per vedere se funzionava ancora correttamente. E funzionava.

Ora, i ricercatori stanno pianificando i prossimi passi per utilizzare le loro innovazioni per curare i bambini con la progeria. Il loro obiettivo è ottenere il permesso dalla Food and Drug Administration per iniziare una sperimentazione clinica. Un passo cruciale sarà trovare un’azienda che produca l’editing di base per uso umano.

“Vogliamo avviare questo trial entro due anni o meno,” ha detto il dottor Collins. Il più grande auspicio è che l’editing genetico per la progeria apra la strada alla cura di migliaia di altre malattie genetiche ancora prive di cure.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Demografica

Denatalità, Bilotta: “Infertilità per il 15% di coppie, ma...

Published

on

Circa il 15% delle coppie in Italia non è fertile. Il numero medio di figli per donna negli ultimi sessant’anni è sceso dal 2,70 a 1,20. Da quarant’anni il tasso di fertilità non supera l’1.5. E l’infertilità è una delle cause.

Le crescenti difficoltà di concepimento nelle coppie che desiderano avere un figlio rischiano di contribuire all’aumento della denatalità. Il 22 settembre si celebra la Giornata nazionale della salute riproduttiva. Per quell’occasione, il Professor Pasquale Bilotta, direttore del Centro Fecondazione Assistita “Alma Res” di Roma, ha spiegato quali sono e come si possono superare tali difficoltà.

Le cause della denatalità

La dimensione del fenomeno della denatalità è evidente. Con appena 379mila bambini venuti al mondo, il 2023 ha evidenziato nel nostro Paese l’ennesimo minimo storico di nascite, l’undicesimo di fila dal 2013. Il trend non si è fermato sin dal 2008 (577mila nascite), determinato sia da un’importante contrazione della fecondità (numero di figli per donne in età riproduttiva) sia dal calo del numero di donne in tale fascia di età (per l’invecchiamento della popolazione).

E se nel 1964 il numero di figli per donna si assestava sui 2.70, nel 2023 era pari a 1.20. Il bassissimo numero medio di figli per donna interessa tutto il territorio nazionale. Nel dettaglio, il Nord Italia ha una media di 1.21 figli per donna, il Centro 1.12 e Sud e Isole, 1.24. Fino a trent’anni fa la fecondità era molto superiore nel Sud rispetto al Centro e al Nord: basti pensare che nel 1964 era 3.30 nel Mezzogiorno, 2.38 nel Centro e 2.37 nel Nord.

Diverse sono le cause che hanno contribuito in questi anni a peggiorare la situazione:
Cause economico-sociali: come stipendi bassi, aumento del costo della vita, mancanza di servizi a sostegno delle famiglie
• Crescenti difficoltà di concepimento nelle coppie che desiderano avere un figlio.

In Italia è stata istituita la Giornata nazionale della salute riproduttiva (22 settembre), proprio con l’obiettivo di promuovere l’attenzione e l’informazione sul tema della fertilità.

“Infertilità? C’è soluzione”

“Secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità – afferma il Professor Pasquale Bilotta, direttore del Centro Fecondazione Assistita “Alma Res” di Roma -, in Italia circa il 15% delle coppie è infertile e questa condizione può dipendere in egual misura sia dalla donna che dall’uomo. Non esistono in Italia dati specifici sulla prevalenza di questo fenomeno. Generalmente si parla di infertilità di coppia in caso di mancato raggiungimento della gravidanza dopo un anno di rapporti sessuali regolari e non protetti”.
Tra le cause primarie, spiega Bilotta, vi è senz’altro il fattore età: “Dai 40 anni in poi la percentuale di fertilità media è il 20% rispetto a quella riscontrata a 25 anni”. Ma non solo. A pesare sull’infertilità ci sono “anche abitudini non sane, come fumo, consumo di alcol oppure condizioni psicologiche limitanti, quali ansia e stress da ritmi di vita/lavoro troppo frenetici”.

Spesso, quest’ultime, sono patologie prevenibili facilmente curabili: “Per questo è molto importante una corretta informazione”, ha aggiunto il professore.

Prevenzione e possibili soluzioni all’infertilità

Ricorrere a trattamenti di fecondazione assistita è una soluzione. Stando ai dati più recenti dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2021, oltre 86.000 donne in Italia si sono sottoposte a questo tipo di procedure. La fascia d’età più rappresentata è quella tra i 35 e i 40 anni, seguita dalla fascia tra i 30 e i 35 anni.

Il tasso di successo delle procedure varia in base all’età della donna e alla tecnica utilizzata, con una media nazionale del 25% di gravidanze per ciclo di trattamento di fecondazione in vitro. Le donne sotto i 35 anni hanno registrato i tassi di successo più alti, con una percentuale che raggiunge il 40%, mentre per le donne sopra i 40 anni il tasso di successo scende al 15%.

“Non esiste un percorso universalmente valido per tutte le coppie – ha spiegato il Professor Bilotta – Per questo, l’obiettivo primario del nostro Centro è ricercare approcci personalizzati, basati su caratteristiche genetiche e biologiche individuali. Non solo: puntiamo al miglioramento delle tecniche di congelamento e scongelamento di ovociti ed embrioni e investiamo nello sviluppo di nuove metodologie per la diagnosi precoce di malattie genetiche rare”.

Secondo il prof. Bilotta – tra i primi ricercatori in Italia che, nel 1980, realizzarono su coppia infertile il prelievo, la fecondazione dell’ovocita ed il trasferimento embrionario in utero – è fondamentale continuare a migliorare il quadro normativo per assicurare un accesso equo e sicuro per tutti: “Nel Lazio, per esempio, le coppie che decidono di ricorrere alla fecondazione assistita tramite Sistema sanitario nazionale si recano in altre regioni. Le motivazioni sono legate alla scarsa offerta pubblica o convenzionata nel territorio regionale, lunghe liste d’attesa e costi elevati. Con altri 21 Centri autorizzati privati, stiamo costituendo un Coordinamento a livello regionale: auspichiamo la creazione di un Network di centri pubblici e privati, disponibili a erogare prestazioni in convenzione con il Servizio sanitario nazionale, in modo da aumentare l’offerta e garantire alle coppie un maggiore accesso ai trattamenti di fecondazione assistita”.

Continue Reading

Demografica

La voce dei giovani: una lettera aperta alla Scuola

Published

on

Cosa pensano i giovani della Scuola? A rispondere a questa domanda c’è il collettivo “Nubi Pe(n)santi”, composto da ragazzi e ragazze della provincia di Torino, che ha deciso di scrivere una lettera aperta a questa istituzione.

Utilizzando il metodo maieutico, gli studenti hanno riflettuto profondamente sul tema dell’educazione. La lettera è stata presentata durante il Caffè pedagogico con Daniele Novara (premio ricevuto durante il convegno Cpp “La scuola non è una gara” a cui i ragazzi e le ragazze hanno partecipato con una rappresentanza).

La Scuola è una seconda casa?

La scuola è spesso definita come una “seconda casa” per i giovani, ma non sempre ciò corrisponde al vero. “La maggior parte di noi non sente questo luogo simile a una casa perché nel percorso scolastico gli aspetti negativi prevalgono rispetto a quelli positivi.” Questo mette in luce come molti studenti non percepiscano la scuola come un luogo sicuro e di supporto.

Un sondaggio condotto da Unisona Live e Unicef ha rilevato che il 75% degli studenti associa il proprio malessere a episodi legati alla scuola. Questo dato sottolinea quanto sia cruciale creare un ambiente scolastico positivo per il benessere degli studenti. La percezione di un ambiente accogliente è fondamentale per la salute mentale degli studenti.

Il peso del giudizio

Uno dei temi principali emersi è il giudizio costante a cui sono sottoposti gli studenti. “Essere valutati e valutate e avere un voto che giudichi il nostro operato non può che generare in ognuno di noi un vorticoso senso di ansia e frustrazione.

I voti e le valutazioni generano ansia e frustrazione, distogliendo l’attenzione dal vero obiettivo dell’educazione: l’apprendimento e la crescita personale. Lo ha dimostrato un’indagine Ocse-Pisa che ha rilevato che gli studenti italiani manifestano ansia e disagio in situazioni legate al rendimento scolastico, con il 56% degli alunni che dichiara di diventare particolarmente nervoso durante le verifiche. Questo evidenzia l’importanza di un ambiente scolastico che supporti non solo l’apprendimento, ma anche il benessere emotivo degli studenti.

Incoerenza e preferenze

Il collettivo torinese ha, inoltre, criticato la mancanza di coerenza tra i professori, che inviano messaggi contraddittori riguardo all’importanza dei voti. “Ci insegnano che il giudizio personale negativo non va bene, ma invece perché quello positivo va bene?”. La risposta è “No”. Il fenomeno si chiama “ansia da prestazione” e ha portato centinaia di studenti a soffrire di disturbi di vario tipo o, spesso, anche al suicidio.

L’American College Health Association (Acha), ritiene che ansia e depressione siano i principali ostacoli al rendimento negli studi. Questo espone i soggetti ad un maggiore rischio di abuso di sostanze tossiche e a pensieri suicidi. Secondo i dati, il 65,7% degli studenti ammette di aver provato “ansia travolgente” raddoppiata negli ultimi 10 anni.

Inoltre, nella lettera è emerso quanto gli studenti percepiscano i favoritismi e i pregiudizi, che influenzano negativamente il clima scolastico e i rapporti tra pari. Studi hanno dimostrato che le percezioni degli insegnanti riguardo alla motivazione e all’impegno degli studenti possono influenzare significativamente i risultati scolastici.

Competizione e conformismo

La scuola per i giovani del collettivo viene poi descritta come un ambiente competitivo e conformista, dove gli studenti sono spinti a competere tra loro piuttosto che a collaborare. “Si innesca una competizione ‘sgomitante, muscolare, darwiniana’ in cui si perde di vista il significato originario di ‘cumpetere: procedere insieme, correre insieme verso la stessa meta’”.

Questo sistema promuove una standardizzazione che annulla il pensiero critico e la crescita individuale, favorendo un conformismo opprimente. Un’analisi del Centro Studi Erickson ha esaminato l’inclusione scolastica e sociale in Italia, evidenziando come la competizione possa creare un ambiente meno inclusivo e aumentare il rischio di esclusione per gli studenti.

Il Registro Elettronico: tra controllo e fiducia

Il registro elettronico, sebbene utile, è stato descritto come uno strumento di controllo che riduce l’autonomia degli studenti e la comunicazione tra loro e i genitori. “I nostri genitori vengono costantemente informati di quello che facciamo, i voti che prendiamo, dove siamo, annullando la comunicazione tra genitori e studenti“.

Questo sistema, infatti, tende a ridurre la comunicazione diretta e immediata, fondamentale per il funzionamento delle relazioni umane, soprattutto quando si parla di figli in età scolare.

Non è la prima volta che l’uso di strumenti digitali influenzi negativamente l’autonomia degli studenti e la loro capacità di autoregolarsi. Ma se si parla sempre dei cellulari e del loro divieto nelle scuole, si deve considerare anche valido poter mettere in discussione anche gli strumenti di controllo e non solo di “distruzione di massa” (come definito dal ministro italiano Valditara).

Il collettivo “Nubi Pe(n)santi” è costituito da un gruppo di adolescenti residenti nella ValMessa, Bassa Val di Susa, che si interrogano, negli spazi dell’Associazione LiberAmente, concessi dal Comune di Almese, in collaborazione con la Consulta Giovani, su argomenti a loro cari, su cui hanno necessità di esprimersi liberamente, senza giudizio, scambiando pensieri ed emozioni, utilizzando diversi linguaggi.

La loro lettera rappresenta una voce critica e riflessiva sul sistema scolastico attuale. I giovani esprimono il desiderio di un cambiamento radicale, basato su una maggiore comunicazione, empatia e comprensione reciproca. La loro speranza è che, attraverso il dialogo e la riflessione, sia possibile rendere la scuola un luogo migliore per tutti.

Continue Reading

Demografica

Vincent Cassel papà per la quarta volta: ma quali sono i...

Published

on

Vincent Cassel, 57 anni, diventa papà per la quarta volta. A dare il dolce annuncio è la fidanzata Narah Baptista, 27 anni, che con una foto sui social ha fatto sapere della gravidanza.

La modella brasiliana ha condiviso su Instagram le prime foto col pancione scrivendo: “Mamma ti aspetta. Fotografie scattate dalla nonna”. L’attore ha risposto con un dolce “Sono fortunato ad averti nella mia vita”. I due sono legati da poco più di un anno. E se per la modella è la prima gravidanza, per Cassel è la quarta volta.

L’attore è già padre di tre figlie, Deva e Leonie, rispettivamente 20 e 14 anni, nate dal matrimonio con Monica Bellucci. Poi cinque anni fa, con la seconda moglie Tina Kunakey, altrettanto 27enne, è venuta al mondo Amazonie.

E mentre l’attore diventerà papà per la quarta volta, c’è qualche collega che ha ampiamente superato questo record. Scopriamo alcuni dei papà vip “più proliferi”.

I papà vip più proliferi: ieri e oggi

Se prendessimo esempio da questi papà famosi, il problema della denatalità sarebbe estinto. Quantomeno non si può dire che non abbiano contribuito alla messa al mondo di un numero di figli tale sufficiente a mantenere alto il ricambio generazionale (almeno quello delle proprie famiglie). Perché mentre il tasso di natalità crolla a picco, alcune personalità dello showbiz hanno fatto la differenza e sono passate alla storia per essere dei papà proliferi, maternità surrogate incluse.

Di un’altra epoca, ma un evergreen della genitorialità rinomata per la quantità, c’è Marlon Brando. L’attore, noto per la sua tumultuosa vita privata, sia con partner maschili che con quelli femminili, ha messo al mondo e riconosciuto 12 figli, avuti da tre mogli diverse e donne sconosciute al grande pubblico e ne ha adottati altri tre, per un totale di 15.

Elon Musk, il miliardario fondatore di Tesla e SpaceX, ha 12 figli da diverse relazioni. L’imprenditore, di quasi 53 anni, ha accolto il terzo figlio con la compagna attuale Shivon Zilis, di 38 anni, lo scorso giugno.

A seguire, Eddie Murphy, con i suoi dieci figli: i primi due, li avuti da due donne diverse, sono nati prima di sposare la modella Nicole Mitchell, dalla quale ne ha poi avuto altri cinque. Dopo il divorzio nasce Angel Iris, riconosciuta grazie al test del Dna, dalla relazione con la Spice Girl Mel B. Infine, ha avuto gli ultimi due figli dalla modella Paige Butcher.

Ma c’è anche, Mel Gibson con i sette figli, tutti nati dalla stessa madre, l’infermiera Robyn Moore, con cui il matrimonio è durato ben 26 anni e poi altri due figli, una avuta dalla musicista russa Oksana Grigorieva, e l’ultimo con la sceneggiatrice televisiva Rosalind Ros.

Rimanendo in tema non si possono non considerare altrettanto “proliferi” anche gli attori Robert De Niro, Brad Pitt e Jude Law. Tutti e tre hanno in comune le carriere costellate di successi e sei figli, nel caso di Pitt, tre adottati insieme alla moglie e collega Angelina Jolie.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da N A R A H (@narahbaptista)

Papà-vip italiani

Spostandoci in Italia, invece, celebri sono diventate le parole dell’attore Christian De Sica che sul padre Vittorio ha dichiarato: “Mio padre ci ha lasciato in eredità anche la scoperta di numerosi fratelli e sorelle nascoste. La mia non era una famiglia, ma una cooperativa. Gli uomini erano maschilisti e lui era innamorato di tutte quelle donne”. Dalla stessa mamma è nato il fratello Manuel De Sica, mentre da altre donne, Vittorio De Sica ha avuto Emiliana De Sica e Vicky Lagos. Gli altri figli ai quali ha alluso Christian non sono noti al grande pubblico.

Non è un attore, ma è famoso in tutta Italia per la sua musica: Gigi D’Alessio, negli scorsi giorni sul palco dell’Arena di Verona, al Tim Music Awards, ha risposto in modo ironico al conduttore Carlo Conti sul numero di figli messi al mondo fino ad oggi. Napoletano, 57 anni, il cantante ha in totale sei: ha avuto Claudio, Ilaria e Luca dal matrimonio con Carmela Barbato, poi Andrea dalla relazione con Anna Tatangelo e Francesco e Ginevra, nati dall’amore con la fidanzata Denise Esposito.

E sempre in tema musica, c’è Roby Facchinetti dei Pooh con i suoi cinque figli e Al Bano Carrisi con i suoi sei figli. Mentre, nel mondo dello sport c’è Antonio Cassano che ne ha avuti cinque.

Continue Reading

Ultime notizie

Spettacolo6 ore ago

Sophia Loren compie 90 anni: la festa a Roma dove “è...

L'attrice insignita oggi di un prestigioso e inedito riconoscimento a lei dedicato dal MiC, Cinecttà e Archivio Luce Per festeggiare...

Ultima ora6 ore ago

Fasce portabebè sulle statue: la protesta creativa dei papà...

E' accaduto nel centro di Londra: dagli ingegneri agli attori, tutti si battono per i diritti dei papà L'ingegnere Isambard...

Spettacolo6 ore ago

Sophia Loren compie 90 anni: “Quando vinsi...

Nel 1960 ricevette il prestigioso premio per 'La Ciociara' di Vittorio De Sica Sophia Loren compie 90 anni e nella...

Spettacolo6 ore ago

Sophia Loren compie 90 anni: la diva italiana senza tempo...

L'attrice italiana è diventata un'icona per la sua bellezza, forte personalità, esuberanza e per riconosciuti meriti artistici e professionali Protagonista...

Cronaca6 ore ago

Sciopero dei mezzi pubblici: oggi 24 ore di stop a bus,...

Come sempre ci saranno delle fasce di garanzia Venerdì nero per i mezzi pubblici. Oggi, 20 settembre, si fermano in...

Ultima ora6 ore ago

Maltempo e alluvione, allerta rossa in Romagna e nel...

La Regione colpita dagli effetti del ciclone Boris. Due i dispersi, oltre un migliaio gli sfollati Torna l'incubo alluvione e...

Ultima ora6 ore ago

Escalation in Libano, Hezbollah: “Risponderemo ad...

Secondo fonti della sicurezza libanese, si tratta dei bombardamenti più intensi dal 7 ottobre scorso Il Medio Oriente sempre più...

Ultima ora6 ore ago

Ucraina, armi Ue contro Russia: Strasburgo spacca governo e...

Confermate le divisioni interne sul tema sia nella maggioranza che nella minoranza La risoluzione non vincolante del Parlamento Europeo sul...

Spettacolo6 ore ago

Tale e quale show 2024, da oggi la nuova edizione: giudici...

Carlo Conti conduce il varietà in onda su Rai1 da stasera. New entry in giuria Torna oggi, venerdì 20 settembre...

Ultima ora7 ore ago

Olanda, attacco con coltello a Rotterdam: un morto e due...

L'aggressione nei pressi del ponte Erasmus Attacco con coltello a Rotterdam, nei Paesi Bassi. Secondo quanto riferisce il quotidiano olandese...

Cronaca7 ore ago

Maltempo Italia, ancora pioggia da lunedì: cosa dobbiamo...

Un'ennesima saccatura atlantica si avvicinerà rapidamente al Nord e, successivamente, si sposterà verso le regioni centrali tirreniche, infine a parte...

Cronaca7 ore ago

SuperEnalotto, numeri combinazione vincente oggi 19...

Nessun '6' né '5+1', jackpot sale a 77,7 milioni Nessun '6' né '5+1' nell'estrazione del SuperEnalotto di oggi 19 settembre...

Moda7 ore ago

Emporio Armani riscrive i codici della cravatta

Per la prossima primavera/estate elogio dell’accessorio maschile, lo stilista: "Gesto allora radicale oggi diventa gioco" La gigantografia in bianco e...

Moda7 ore ago

MM6 tra techno club e citazioni d’archivio

Per la prossima primavera-estate pennellate di vernice, maxi occhiali e strutture decostruite, Rosso (Otb): "Brand è iconico’" Musica da techno...

Moda7 ore ago

Prada, supereroine contro la dittatura dell’algoritmo

Per la prossima primavera-estate Raf Simons e Miuccia Prada celebrano l’individualità con look tutti diversi Visiere e occhiali space age,...

Moda8 ore ago

Moschino ‘cita’ il giovane Franco, il...

Per la prossima primavera estate il direttore creativo del marchio del gruppo Aeffe, Adrian Appiolaza, presenta la sua seconda prova...

Tecnologia9 ore ago

PS5 Pro ha già un’edizione speciale: PlayStation...

La linea dedicata all'anniversario comprende edizioni limitate di PS5 Pro, PS5, DualSense, DualSense Edge e PlayStation Portal PlayStation ha annunciato...

Politica9 ore ago

M5S, Conte: “Grillo è il papà ma non può esercitare...

Il leader del M5S parla dello scontro con il garante: "Non vedo scissioni, se Grillo continua con le pec risponderanno...

Esteri9 ore ago

Mali, attacco al-Qaeda a Bamako: oltre 70 morti e 200 feriti

Nel mirino una scuola di ufficiali e l'aeroporto militare della capitale maliana E' di oltre 70 morti e 200 feriti...

Politica9 ore ago

Lega, Vannacci: “Partito mio? Invenzione stampa di...

"Rosicate quanto volete, ma il governo italiano dura" Roberto Vannacci non fonderà un partito suo, non adesso perlomeno. A dirlo...