Connect with us

Published

on

“Basta, mollo tutto e cambio vita!” Chi non ha mai sentito qualcuno pronunciare questa frase, magari durante una pausa caffè? Ma è solo un sogno fugace o c’è davvero un’ondata di persone pronte a riscrivere la propria storia? Stando a un’analisi di Hays Italia e Serenis, sembra proprio che il desiderio di rivoluzionare la propria esistenza sia più che un semplice capriccio.

Uno su 10 è pronto al grande salto

Lo studio, che ha coinvolto quasi mille lavoratori, svela che quasi un lavoratore su dieci (8%) ha già messo in moto i piani per dire addio alla vecchia vita entro un anno. E perché? Per inseguire la tanto agognata felicità. Questo desiderio di cambiamento non è un semplice capriccio del momento, ma una decisione ponderata da un numero sempre crescente di persone che vogliono rivedere le proprie scelte di vita. L’analisi ha rivelato che il “cambio vita” non è più solo un sogno ad occhi aperti, ma una realtà imminente per molti.

Non tutti sono così audaci: il 25% pianifica il cambiamento ma in un futuro non troppo immediato, mentre quasi la metà dei partecipanti vede il cambio di vita come un dolce sogno nel cassetto. Tuttavia, questi dati lanciano un messaggio chiaro: c’è un’ampia insoddisfazione tra i lavoratori, con quattro su dieci che non amano il proprio lavoro e sei su dieci che fantasticano almeno una volta a settimana di fare il grande salto.

Le ragioni del cambiamento

Perché tanti vogliono rivoluzionare la propria vita? La felicità è il motore principale per sei lavoratori su dieci. Altri desiderano migliorare la qualità della vita (57%), avere più tempo libero (54%) e ridurre lo stress (44%). Molti sognano di riscoprire se stessi, seguire le proprie passioni, vivere a contatto con la natura o offrire un ambiente più sano ai propri figli. La ricerca della felicità sembra essere la forza trainante, spingendo le persone a cercare un equilibrio migliore tra vita privata e lavorativa. La volontà di vivere in un ambiente meno frenetico e più in sintonia con i propri valori personali è un desiderio sempre più diffuso.

Per la maggior parte, il cambiamento resta un sogno. La paura di fallire e le implicazioni economiche (50%), così come le preoccupazioni per l’impatto sulla famiglia (47%), frenano molti. Tuttavia, chi ha amici che hanno intrapreso questa strada nota che pochi si pentono: solo il 6% ha rimpianti e il 4% è tornato sui propri passi. La maggioranza, invece, è soddisfatta o entusiasta e nonostante le paure e le incertezze, coloro che trovano il coraggio di fare il grande passo spesso non guardano indietro con rimpianto, ma con orgoglio e soddisfazione per aver cambiato la loro vita in meglio.

Le destinazioni dei sogni

Quando immaginano una nuova vita, gli italiani sono attratti dal mare: il 59% preferisce le città costiere e il 31% le isole, seguiti dalle montagne (29%). Vogliono luoghi vivi, socialmente attivi, e molti sognano di avviare nuove attività come B&B, agriturismi, o vivere in campagna/montagna. Questi scenari pittoreschi rappresentano non solo una fuga dalla routine quotidiana, ma anche un’opportunità per riscoprire un ritmo di vita più naturale e gratificante. L’idea di un cambio di vita include spesso un nuovo inizio professionale, con molti che desiderano intraprendere carriere più in linea con le loro passioni e interessi personali.

La Sardegna e la Sicilia sono le isole più ambite, seguite da Minorca, Ibiza, Santorini e Creta. Anche le Maldive e Bora Bora fanno capolino tra le mete ideali. In Italia, invece, le Dolomiti, il Lago di Garda e la Toscana sono in cima alla lista. Queste felicità non sono solo mete turistiche, ma rappresentano un’aspirazione di vita per molti italiani. La bellezza naturale e il richiamo di una vita più semplice e autentica rendono questi luoghi particolarmente attraenti per chi sogna di lasciare alle spalle lo stress della vita urbana.

Chi sono i potenziali sognatori in fuga?

L’identikit del sognatore in fuga è variegato: uomini e donne dai 50 ai 64 anni, spesso di alto profilo lavorativo (C-level) o giovani appena entrati nel mondo del lavoro, provenienti da piccoli comuni o grandi città.

La fascia di età tra i 50 e i 64 anni emerge come particolarmente significativa. Questi individui, spesso alla soglia della pensione, guardano al futuro con un misto di introspezione e desiderio di cambiamento. Molti hanno trascorso decenni in ambienti aziendali frenetici, accumulando stress e sacrificando spesso il tempo per sé stessi e per le proprie passioni. Arrivati a un punto di riflessione, desiderano recuperare il tempo perduto, cercando un equilibrio migliore tra vita lavorativa e privata. La loro decisione è spesso influenzata dalla consapevolezza che il tempo è prezioso e che il momento di agire è adesso.

Al contrario, anche i giovanissimi appena entrati nel mondo del lavoro sono tra le potenziali persone che vogliono cambiare vita. Questa generazione, cresciuta in un’epoca di rapidi cambiamenti tecnologici e sociali, ha una visione del lavoro molto diversa da quella dei loro predecessori. Per loro, la flessibilità e il benessere personale sono priorità assolute. Spesso non sono disposti a tollerare ambienti lavorativi che percepiscono come soffocanti o privi di significato. La loro audacia e il loro spirito di avventura li rendono più propensi a esplorare nuove opportunità e a sperimentare stili di vita alternativi.

Gli aspiranti ‘cambio vita’ non si limitano a una specifica condizione economica o professionale. Anche se una parte consistente è costituita da professionisti di alto profilo (C-level), come dirigenti e manager, che lavorano in grandi aziende, il fenomeno coinvolge anche impiegati di medio livello, freelance e piccoli imprenditori.

Geograficamente, chi vuole cambiare vita si trova sia nei piccoli comuni che nelle grandi città. Nei piccoli comuni, la vita quotidiana può essere caratterizzata da una maggiore tranquillità, ma anche da limitate opportunità professionali e sociali. Gli abitanti di queste aree potrebbero desiderare un cambiamento per trovare nuovi stimoli e una rete di supporto più ampia. Al contrario, nelle grandi città, il ritmo frenetico e la pressione costante possono spingere le persone a cercare un rifugio più sereno. Qui, la voglia di evasione è spesso alimentata dall’idea di abbandonare il caos urbano per abbracciare un ambiente più naturale e rilassante. Tuttavia, anche in questi contesti urbani, non manca chi vede nel cambio vita un’opportunità per reinventarsi professionalmente, magari avviando un’attività autonoma che possa offrire maggiore indipendenza e creatività.

Il punto di vista delle aziende

Alessio Campi, People & Culture Director di Hays Italia, mette in chiaro che il dialogo con i dipendenti è essenziale per scoprire le radici profonde dell’insoddisfazione, che spesso si estendono al di là del mero ambito lavorativo. Le aziende, quindi, devono mettersi in gioco, investendo nella qualità della vita dei propri collaboratori. Offrire flessibilità, supporto nei momenti cruciali come la nascita di un figlio o problemi di salute, e promuovere un equilibrio sano tra lavoro e vita privata diventano strategie imprescindibili per trattenere i talenti e accrescere il benessere collettivo. Riconoscere e affrontare le cause di malcontento è fondamentale per prevenire una fuga di talenti verso nuovi orizzonti.

Dall’altra parte, Martina Migliore di Serenis sottolinea che, mentre il desiderio di felicità e miglioramento è una forza potente, la paura del fallimento può essere un grosso freno. Consiglia di pianificare con attenzione ogni aspetto del cambiamento, di cercare supporto tra amici e familiari e di essere preparati alle sfide emotive che si presenteranno. Il coraggio di perseguire i propri sogni, unito a una preparazione solida e a un robusto sistema di sostegno, è ciò che permette di trasformare un sogno audace in una realtà concreta. Sebbene la strada verso una vita più felice sia spesso accidentata, affrontarla con determinazione e ottimismo può portare a grandi soddisfazioni e realizzazioni personali.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Demografica

Denatalità, Bilotta: “Infertilità per il 15% di coppie, ma...

Published

on

Circa il 15% delle coppie in Italia non è fertile. Il numero medio di figli per donna negli ultimi sessant’anni è sceso dal 2,70 a 1,20. Da quarant’anni il tasso di fertilità non supera l’1.5. E l’infertilità è una delle cause.

Le crescenti difficoltà di concepimento nelle coppie che desiderano avere un figlio rischiano di contribuire all’aumento della denatalità. Il 22 settembre si celebra la Giornata nazionale della salute riproduttiva. Per quell’occasione, il Professor Pasquale Bilotta, direttore del Centro Fecondazione Assistita “Alma Res” di Roma, ha spiegato quali sono e come si possono superare tali difficoltà.

Le cause della denatalità

La dimensione del fenomeno della denatalità è evidente. Con appena 379mila bambini venuti al mondo, il 2023 ha evidenziato nel nostro Paese l’ennesimo minimo storico di nascite, l’undicesimo di fila dal 2013. Il trend non si è fermato sin dal 2008 (577mila nascite), determinato sia da un’importante contrazione della fecondità (numero di figli per donne in età riproduttiva) sia dal calo del numero di donne in tale fascia di età (per l’invecchiamento della popolazione).

E se nel 1964 il numero di figli per donna si assestava sui 2.70, nel 2023 era pari a 1.20. Il bassissimo numero medio di figli per donna interessa tutto il territorio nazionale. Nel dettaglio, il Nord Italia ha una media di 1.21 figli per donna, il Centro 1.12 e Sud e Isole, 1.24. Fino a trent’anni fa la fecondità era molto superiore nel Sud rispetto al Centro e al Nord: basti pensare che nel 1964 era 3.30 nel Mezzogiorno, 2.38 nel Centro e 2.37 nel Nord.

Diverse sono le cause che hanno contribuito in questi anni a peggiorare la situazione:
Cause economico-sociali: come stipendi bassi, aumento del costo della vita, mancanza di servizi a sostegno delle famiglie
• Crescenti difficoltà di concepimento nelle coppie che desiderano avere un figlio.

In Italia è stata istituita la Giornata nazionale della salute riproduttiva (22 settembre), proprio con l’obiettivo di promuovere l’attenzione e l’informazione sul tema della fertilità.

“Infertilità? C’è soluzione”

“Secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità – afferma il Professor Pasquale Bilotta, direttore del Centro Fecondazione Assistita “Alma Res” di Roma -, in Italia circa il 15% delle coppie è infertile e questa condizione può dipendere in egual misura sia dalla donna che dall’uomo. Non esistono in Italia dati specifici sulla prevalenza di questo fenomeno. Generalmente si parla di infertilità di coppia in caso di mancato raggiungimento della gravidanza dopo un anno di rapporti sessuali regolari e non protetti”.
Tra le cause primarie, spiega Bilotta, vi è senz’altro il fattore età: “Dai 40 anni in poi la percentuale di fertilità media è il 20% rispetto a quella riscontrata a 25 anni”. Ma non solo. A pesare sull’infertilità ci sono “anche abitudini non sane, come fumo, consumo di alcol oppure condizioni psicologiche limitanti, quali ansia e stress da ritmi di vita/lavoro troppo frenetici”.

Spesso, quest’ultime, sono patologie prevenibili facilmente curabili: “Per questo è molto importante una corretta informazione”, ha aggiunto il professore.

Prevenzione e possibili soluzioni all’infertilità

Ricorrere a trattamenti di fecondazione assistita è una soluzione. Stando ai dati più recenti dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2021, oltre 86.000 donne in Italia si sono sottoposte a questo tipo di procedure. La fascia d’età più rappresentata è quella tra i 35 e i 40 anni, seguita dalla fascia tra i 30 e i 35 anni.

Il tasso di successo delle procedure varia in base all’età della donna e alla tecnica utilizzata, con una media nazionale del 25% di gravidanze per ciclo di trattamento di fecondazione in vitro. Le donne sotto i 35 anni hanno registrato i tassi di successo più alti, con una percentuale che raggiunge il 40%, mentre per le donne sopra i 40 anni il tasso di successo scende al 15%.

“Non esiste un percorso universalmente valido per tutte le coppie – ha spiegato il Professor Bilotta – Per questo, l’obiettivo primario del nostro Centro è ricercare approcci personalizzati, basati su caratteristiche genetiche e biologiche individuali. Non solo: puntiamo al miglioramento delle tecniche di congelamento e scongelamento di ovociti ed embrioni e investiamo nello sviluppo di nuove metodologie per la diagnosi precoce di malattie genetiche rare”.

Secondo il prof. Bilotta – tra i primi ricercatori in Italia che, nel 1980, realizzarono su coppia infertile il prelievo, la fecondazione dell’ovocita ed il trasferimento embrionario in utero – è fondamentale continuare a migliorare il quadro normativo per assicurare un accesso equo e sicuro per tutti: “Nel Lazio, per esempio, le coppie che decidono di ricorrere alla fecondazione assistita tramite Sistema sanitario nazionale si recano in altre regioni. Le motivazioni sono legate alla scarsa offerta pubblica o convenzionata nel territorio regionale, lunghe liste d’attesa e costi elevati. Con altri 21 Centri autorizzati privati, stiamo costituendo un Coordinamento a livello regionale: auspichiamo la creazione di un Network di centri pubblici e privati, disponibili a erogare prestazioni in convenzione con il Servizio sanitario nazionale, in modo da aumentare l’offerta e garantire alle coppie un maggiore accesso ai trattamenti di fecondazione assistita”.

Continue Reading

Demografica

La voce dei giovani: una lettera aperta alla Scuola

Published

on

Cosa pensano i giovani della Scuola? A rispondere a questa domanda c’è il collettivo “Nubi Pe(n)santi”, composto da ragazzi e ragazze della provincia di Torino, che ha deciso di scrivere una lettera aperta a questa istituzione.

Utilizzando il metodo maieutico, gli studenti hanno riflettuto profondamente sul tema dell’educazione. La lettera è stata presentata durante il Caffè pedagogico con Daniele Novara (premio ricevuto durante il convegno Cpp “La scuola non è una gara” a cui i ragazzi e le ragazze hanno partecipato con una rappresentanza).

La Scuola è una seconda casa?

La scuola è spesso definita come una “seconda casa” per i giovani, ma non sempre ciò corrisponde al vero. “La maggior parte di noi non sente questo luogo simile a una casa perché nel percorso scolastico gli aspetti negativi prevalgono rispetto a quelli positivi.” Questo mette in luce come molti studenti non percepiscano la scuola come un luogo sicuro e di supporto.

Un sondaggio condotto da Unisona Live e Unicef ha rilevato che il 75% degli studenti associa il proprio malessere a episodi legati alla scuola. Questo dato sottolinea quanto sia cruciale creare un ambiente scolastico positivo per il benessere degli studenti. La percezione di un ambiente accogliente è fondamentale per la salute mentale degli studenti.

Il peso del giudizio

Uno dei temi principali emersi è il giudizio costante a cui sono sottoposti gli studenti. “Essere valutati e valutate e avere un voto che giudichi il nostro operato non può che generare in ognuno di noi un vorticoso senso di ansia e frustrazione.

I voti e le valutazioni generano ansia e frustrazione, distogliendo l’attenzione dal vero obiettivo dell’educazione: l’apprendimento e la crescita personale. Lo ha dimostrato un’indagine Ocse-Pisa che ha rilevato che gli studenti italiani manifestano ansia e disagio in situazioni legate al rendimento scolastico, con il 56% degli alunni che dichiara di diventare particolarmente nervoso durante le verifiche. Questo evidenzia l’importanza di un ambiente scolastico che supporti non solo l’apprendimento, ma anche il benessere emotivo degli studenti.

Incoerenza e preferenze

Il collettivo torinese ha, inoltre, criticato la mancanza di coerenza tra i professori, che inviano messaggi contraddittori riguardo all’importanza dei voti. “Ci insegnano che il giudizio personale negativo non va bene, ma invece perché quello positivo va bene?”. La risposta è “No”. Il fenomeno si chiama “ansia da prestazione” e ha portato centinaia di studenti a soffrire di disturbi di vario tipo o, spesso, anche al suicidio.

L’American College Health Association (Acha), ritiene che ansia e depressione siano i principali ostacoli al rendimento negli studi. Questo espone i soggetti ad un maggiore rischio di abuso di sostanze tossiche e a pensieri suicidi. Secondo i dati, il 65,7% degli studenti ammette di aver provato “ansia travolgente” raddoppiata negli ultimi 10 anni.

Inoltre, nella lettera è emerso quanto gli studenti percepiscano i favoritismi e i pregiudizi, che influenzano negativamente il clima scolastico e i rapporti tra pari. Studi hanno dimostrato che le percezioni degli insegnanti riguardo alla motivazione e all’impegno degli studenti possono influenzare significativamente i risultati scolastici.

Competizione e conformismo

La scuola per i giovani del collettivo viene poi descritta come un ambiente competitivo e conformista, dove gli studenti sono spinti a competere tra loro piuttosto che a collaborare. “Si innesca una competizione ‘sgomitante, muscolare, darwiniana’ in cui si perde di vista il significato originario di ‘cumpetere: procedere insieme, correre insieme verso la stessa meta’”.

Questo sistema promuove una standardizzazione che annulla il pensiero critico e la crescita individuale, favorendo un conformismo opprimente. Un’analisi del Centro Studi Erickson ha esaminato l’inclusione scolastica e sociale in Italia, evidenziando come la competizione possa creare un ambiente meno inclusivo e aumentare il rischio di esclusione per gli studenti.

Il Registro Elettronico: tra controllo e fiducia

Il registro elettronico, sebbene utile, è stato descritto come uno strumento di controllo che riduce l’autonomia degli studenti e la comunicazione tra loro e i genitori. “I nostri genitori vengono costantemente informati di quello che facciamo, i voti che prendiamo, dove siamo, annullando la comunicazione tra genitori e studenti“.

Questo sistema, infatti, tende a ridurre la comunicazione diretta e immediata, fondamentale per il funzionamento delle relazioni umane, soprattutto quando si parla di figli in età scolare.

Non è la prima volta che l’uso di strumenti digitali influenzi negativamente l’autonomia degli studenti e la loro capacità di autoregolarsi. Ma se si parla sempre dei cellulari e del loro divieto nelle scuole, si deve considerare anche valido poter mettere in discussione anche gli strumenti di controllo e non solo di “distruzione di massa” (come definito dal ministro italiano Valditara).

Il collettivo “Nubi Pe(n)santi” è costituito da un gruppo di adolescenti residenti nella ValMessa, Bassa Val di Susa, che si interrogano, negli spazi dell’Associazione LiberAmente, concessi dal Comune di Almese, in collaborazione con la Consulta Giovani, su argomenti a loro cari, su cui hanno necessità di esprimersi liberamente, senza giudizio, scambiando pensieri ed emozioni, utilizzando diversi linguaggi.

La loro lettera rappresenta una voce critica e riflessiva sul sistema scolastico attuale. I giovani esprimono il desiderio di un cambiamento radicale, basato su una maggiore comunicazione, empatia e comprensione reciproca. La loro speranza è che, attraverso il dialogo e la riflessione, sia possibile rendere la scuola un luogo migliore per tutti.

Continue Reading

Demografica

Vincent Cassel papà per la quarta volta: ma quali sono i...

Published

on

Vincent Cassel, 57 anni, diventa papà per la quarta volta. A dare il dolce annuncio è la fidanzata Narah Baptista, 27 anni, che con una foto sui social ha fatto sapere della gravidanza.

La modella brasiliana ha condiviso su Instagram le prime foto col pancione scrivendo: “Mamma ti aspetta. Fotografie scattate dalla nonna”. L’attore ha risposto con un dolce “Sono fortunato ad averti nella mia vita”. I due sono legati da poco più di un anno. E se per la modella è la prima gravidanza, per Cassel è la quarta volta.

L’attore è già padre di tre figlie, Deva e Leonie, rispettivamente 20 e 14 anni, nate dal matrimonio con Monica Bellucci. Poi cinque anni fa, con la seconda moglie Tina Kunakey, altrettanto 27enne, è venuta al mondo Amazonie.

E mentre l’attore diventerà papà per la quarta volta, c’è qualche collega che ha ampiamente superato questo record. Scopriamo alcuni dei papà vip “più proliferi”.

I papà vip più proliferi: ieri e oggi

Se prendessimo esempio da questi papà famosi, il problema della denatalità sarebbe estinto. Quantomeno non si può dire che non abbiano contribuito alla messa al mondo di un numero di figli tale sufficiente a mantenere alto il ricambio generazionale (almeno quello delle proprie famiglie). Perché mentre il tasso di natalità crolla a picco, alcune personalità dello showbiz hanno fatto la differenza e sono passate alla storia per essere dei papà proliferi, maternità surrogate incluse.

Di un’altra epoca, ma un evergreen della genitorialità rinomata per la quantità, c’è Marlon Brando. L’attore, noto per la sua tumultuosa vita privata, sia con partner maschili che con quelli femminili, ha messo al mondo e riconosciuto 12 figli, avuti da tre mogli diverse e donne sconosciute al grande pubblico e ne ha adottati altri tre, per un totale di 15.

Elon Musk, il miliardario fondatore di Tesla e SpaceX, ha 12 figli da diverse relazioni. L’imprenditore, di quasi 53 anni, ha accolto il terzo figlio con la compagna attuale Shivon Zilis, di 38 anni, lo scorso giugno.

A seguire, Eddie Murphy, con i suoi dieci figli: i primi due, li avuti da due donne diverse, sono nati prima di sposare la modella Nicole Mitchell, dalla quale ne ha poi avuto altri cinque. Dopo il divorzio nasce Angel Iris, riconosciuta grazie al test del Dna, dalla relazione con la Spice Girl Mel B. Infine, ha avuto gli ultimi due figli dalla modella Paige Butcher.

Ma c’è anche, Mel Gibson con i sette figli, tutti nati dalla stessa madre, l’infermiera Robyn Moore, con cui il matrimonio è durato ben 26 anni e poi altri due figli, una avuta dalla musicista russa Oksana Grigorieva, e l’ultimo con la sceneggiatrice televisiva Rosalind Ros.

Rimanendo in tema non si possono non considerare altrettanto “proliferi” anche gli attori Robert De Niro, Brad Pitt e Jude Law. Tutti e tre hanno in comune le carriere costellate di successi e sei figli, nel caso di Pitt, tre adottati insieme alla moglie e collega Angelina Jolie.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da N A R A H (@narahbaptista)

Papà-vip italiani

Spostandoci in Italia, invece, celebri sono diventate le parole dell’attore Christian De Sica che sul padre Vittorio ha dichiarato: “Mio padre ci ha lasciato in eredità anche la scoperta di numerosi fratelli e sorelle nascoste. La mia non era una famiglia, ma una cooperativa. Gli uomini erano maschilisti e lui era innamorato di tutte quelle donne”. Dalla stessa mamma è nato il fratello Manuel De Sica, mentre da altre donne, Vittorio De Sica ha avuto Emiliana De Sica e Vicky Lagos. Gli altri figli ai quali ha alluso Christian non sono noti al grande pubblico.

Non è un attore, ma è famoso in tutta Italia per la sua musica: Gigi D’Alessio, negli scorsi giorni sul palco dell’Arena di Verona, al Tim Music Awards, ha risposto in modo ironico al conduttore Carlo Conti sul numero di figli messi al mondo fino ad oggi. Napoletano, 57 anni, il cantante ha in totale sei: ha avuto Claudio, Ilaria e Luca dal matrimonio con Carmela Barbato, poi Andrea dalla relazione con Anna Tatangelo e Francesco e Ginevra, nati dall’amore con la fidanzata Denise Esposito.

E sempre in tema musica, c’è Roby Facchinetti dei Pooh con i suoi cinque figli e Al Bano Carrisi con i suoi sei figli. Mentre, nel mondo dello sport c’è Antonio Cassano che ne ha avuti cinque.

Continue Reading

Ultime notizie

Cronaca22 minuti ago

Maltempo Italia, ancora pioggia da lunedì: cosa dobbiamo...

Un'ennesima saccatura atlantica si avvicinerà rapidamente al Nord e, successivamente, si sposterà verso le regioni centrali tirreniche, infine a parte...

Cronaca22 minuti ago

SuperEnalotto, numeri combinazione vincente oggi 19...

Nessun '6' né '5+1', jackpot sale a 77,7 milioni Nessun '6' né '5+1' nell'estrazione del SuperEnalotto di oggi 19 settembre....

Tecnologia2 ore ago

PS5 Pro ha già un’edizione speciale: PlayStation...

La linea dedicata all'anniversario comprende edizioni limitate di PS5 Pro, PS5, DualSense, DualSense Edge e PlayStation Portal PlayStation ha annunciato...

Politica2 ore ago

M5S, Conte: “Grillo è il papà ma non può esercitare...

Il leader del M5S parla dello scontro con il garante "Grillo dice che non è il padrone del Movimento 5...

Esteri3 ore ago

Mali, attacco al-Qaeda a Bamako: oltre 70 morti e 200 feriti

Nel mirino una scuola di ufficiali e l'aeroporto militare della capitale maliana E' di oltre 70 morti e 200 feriti...

Politica3 ore ago

Lega, Vannacci: “Partito mio? Invenzione stampa di...

"Rosicate quanto volete, ma il governo italiano dura" "Il nome non l’ho scelto io della associazione, a me va benissimo....

Ultima ora3 ore ago

Ritrovato aereo disperso sull’Appennino, morti i tre...

I tecnici del Soccorso alpino e speleologico toscano sono riusciti a individuare i relitti sul versante toscano del Monte Bocco...

Ultima ora4 ore ago

Manovra, Bernini: “Mi batterò con Mef per risorse a...

La ministra per l'Università e la Ricerca al convegno di Codau a Firenze "Da sindacalista della categoria mi batterò al...

Sport4 ore ago

Sinner e l’amore per lo sci: “Nessuno sport mi...

"Vorrei portare la fiaccola per le Olimpiadi di Milano-Cortina" "L'adrenalina che riesce a darmi lo sci? Non l'ho ancora provata...

Ultima ora4 ore ago

Nautica, nel 2023 fatturato raggiunge record storico di...

Ad affermarlo Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica che in occasione del 64°Salone Nautico Internazionale di Genova "Il settore della...

Politica4 ore ago

Rai, sudoku nomine ancora senza soluzione: ‘fumata...

Dopo la visita di Roberto Sergio ieri a Palazzo Chigi per un faccia a faccia con Giorgia Meloni, salgono i...

Demografica4 ore ago

Denatalità, Bilotta: “Infertilità per il 15% di coppie, ma...

Circa il 15% delle coppie in Italia non è fertile. Il numero medio di figli per donna negli ultimi sessant’anni...

Demografica4 ore ago

La voce dei giovani: una lettera aperta alla Scuola

Cosa pensano i giovani della Scuola? A rispondere a questa domanda c’è il collettivo “Nubi Pe(n)santi”, composto da ragazzi e...

Spettacolo4 ore ago

Chiara Ferragni, messaggio a Fedez e Tony Effe:...

L'imprenditrice digitale citata in entrambe le canzoni dei rapper. E spunta la voce... Dopo ore di silenzio, anche Chiara Ferragni...

Spettacolo4 ore ago

Chiara Ferragni risponde a Fedez e Tony Effe:...

L'imprenditrice digitale citata in entrambe le canzoni dei rapper. E spunta la voce... Dopo ore di silenzio, anche Chiara Ferragni...

Economia5 ore ago

Salone Nautico Internazionale di Genova, al via la 64esima...

Ha preso il via oggi a Genova il 64° Salone Nautico Internazionale, in svolgimento fino al 24 settembre e intitolato...

Cronaca5 ore ago

Trasporto pubblico, domani sciopero per 24 ore

Modalità diverse da città a città Sono previsti domani disagi per pendolari e viaggiatori per lo sciopero nazionale di 24...

Ultima ora5 ore ago

Inaugurata la 64esima edizione del Salone Nautico...

L’industria del diporto nautico, dai grandi yacht alle imbarcazioni più piccole, passando dall’accessoristica, i servizi e i porti, torna così,...

Sport5 ore ago

Milano-Cortina 2026, servono volontari: Jannik Sinner è il...

Il tennista n.1 al mondo iniziò la carriera da atleta sugli sci Jannik Sinner, ormai è noto, iniziò la carriera...

Cultura5 ore ago

Cultura, a Palazzo Reale a Milano la mostra ‘Picasso....

Si sviluppa attorno al concetto di accoglienza la mostra ‘Picasso. Lo straniero’, ospitata da Palazzo Reale a Milano e visitabile...