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Picco di caldo africano fino a 40°C, ecco Caronte: le previsioni meteo

Che tempo farà fino a domenica 28 luglio

Turisti e caldo a Roma - Afp

Ancora più caldo con Caronte, che riporta l'afa sull'Italia con picchi di 40°C all’ombra su tante città. L'anticiclone africano punta ora sull'Europa, con la nuova ed ennesima ondata infernale che si dirige dal Marocco verso la Penisola, ma anche verso Francia e Spagna. E gli esperti, nelle previsioni meteo di oggi 26 luglio, attendono nuovi record.

Dal weekend picchi di caldo africano fino ad agosto

Si prepara sul Marocco l’ennesima ondata di calore del 2024 verso l’Italia. Da Marrakech con 48°C a 450 metri di quota, da Fes con 45°C a 579 metri di altitudine, l'anticiclone africano punterà l’Europa.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma la risalita dal Marocco del caldo africano verso la Spagna, la Francia e l’Italia. Almeno fino alla fine di luglio, avremo 6-8°C in più rispetto alla media del periodo in Italia.

La bolla subtropicale marocchina porterà un caldo ancora più estremo (fino a 12-14°C in più rispetto alla climatologia) su Spagna e Francia occidentale, frantumando vari record del periodo. Ma, come detto, anche in Italia il termometro supererà di 6-8 gradi la normalità, se di normalità ultimamente si può parlare. Sul nostro Paese ci saranno numerosi picchi di 40°C, ovviamente all’ombra.

Nel dettaglio, le prossime ore vedranno ancora temperature accettabili da Nord a Sud, seppur siano previsti ancora i 37°C a Firenze e Terni con 35°C sulla Capitale. A Milano la minima sarà ‘tropicale’ con circa 21-23°C mentre la massima non supererà i 32°C.

Dal weekend invece tornerà Caronte, l’anticiclone africano, direttamente dal Marocco: le temperature saranno in sensibile risalita con picchi sabato di 38°C a Taranto e Terni, 37°C ancora a Firenze con la Capitale che salirà a 36.

Durante l’ultima domenica di luglio il mercurio del termometro si espanderà ancora di più: Benevento, Oristano e Terni 39°C, Ferrara, Firenze, Foggia, Forlì e Taranto 38°C, Arezzo, Bologna, Bolzano, Frosinone, Macerata, Matera e Roma con la febbre a 37°C.

Ricordiamo tra l’altro che 37,8°C (Celsius) corrispondono a 100°F (100 gradi Fahrenheit): negli USA si usa allertare la popolazione per previsioni di caldo con ‘Triple Digit Temperature’, massime a 3 cifre (da 100°F in su).

Ebbene, in Italia, andremo spesso ben oltre i 37,8°C, i 100 Fahrenheit dell’allarme ‘Triple Digit Temperature’: vivremo un lungo periodo a tre cifre, oltre i 100°F su gran parte del Paese.

Tornare a respirare aria più fresca sembra dunque un miraggio, anche se qualche clamorosa novità, o sorpresa, non è esclusa all’inizio di agosto: da giovedì 1, infatti, con il passaggio di un’intensa perturbazione atlantica oltralpe (tra Svizzera, Germania ed Austria), ci potrebbe essere un break temporalesco al Nord e su parte del Centro con aria leggermente meno africana.

Per quanto riguarda il Sud Italia, al momento, sembra invece che Caronte voglia passare gran parte delle vacanze estive sulle nostre bellissime regioni meridionali.

Le previsioni nel dettaglio

Venerdì 26. Al Nord: soleggiato e un po’ più caldo, isolati temporali sulle Alpi. Al Centro: sole, caldo in aumento. Al Sud: soleggiato.

Sabato 27. Al Nord: soleggiato, caldo in aumento. Al Centro: possibile temporale sull’aquilano, sole e caldo altrove. Al Sud: soleggiato e più caldo.

Domenica 28. Al Nord: soleggiato, caldo in aumento. Al Centro: sole e molto caldo. Al Sud: soleggiato e più caldo.

Tendenza: anticiclone africano ad oltranza con caldo in forte aumento.

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Cronaca

Giulia Cecchettin, oggi parola alla difesa e Turetta torna...

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Il pm ha chiesto ieri l'ergastolo

Filippo Turetta - Agenzia Fotogramma

Dopo la richiesta di ieri di una condanna all'ergastolo a Filippo Turetta da parte del pm di Venezia Andrea Petroni, oggi la parola nel processo per l'omicidio di Giulia Cecchettin passa alla difesa. Gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera terranno la loro arringa davanti alla corte d'Assise di Venezia e per il 22enne chiederanno la pena che gli spetta con la speranza che il carcere assuma la sua funzione di rieducazione e possa permettere al giovane, accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata, di capire il disvalore del suo gesto e avere la possibilità - data sua giovane età - di riscattarsi. Non chiederanno altro i difensori, l'avvocato Giovanni Caruso e la collega Monica Cornaviera, che domani terranno la loro arringa davanti alla corte d'Assise di Venezia.

Secondo indiscrezioni, la difesa parlerà un paio di ore per rispondere alla richiesta di ergastolo formulata dal pm Andrea Petroni. Oggi l'imputato, che ieri ha assistito all'intera udienza quasi immobile e sempre a testa bassa, dovrebbe tornare in aula per l'ultima udienza prima della sentenza prevista il 3 dicembre.

Gino Cecchettin: "Vengano applicate le leggi"

"Mi aspetto solo che vengano applicate le leggi. Io sono già morto dentro di fatto, la mia battaglia, ma preferirei chiamarla il mio percorso ,è fuori dall'aula. Per me non cambierà nulla, Giulia non la rivedrò più. L'unica cosa che posso fare è prodigarmi, come farebbe Giulia, per fare in modo che ce ne siano il meno possibile di casi come il suo, di genitori che debbano piangere una figlia morta. Io so cosa vuol dire e lavorerò per questo", ha affermato Gino Cecchettin, il papà della ventiduenne di Vigonovo uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta, ospite a Rai Radio2, ai microfoni di Serena Bortone e del 'consigliere' Francesco Cundari a '5 in Condotta'.

Nel corso dell'intrevento Cecchettin ha annunciato che "con il ministro Valditara ci incontreremo i primi di dicembre. Vorrei portare dei dati concreti insieme al nostro comitato scientifico e vorrei confrontarmi in modo costruttivo. Ognuno ha le sue opinioni ma penso che si possa cercare di trovare un percorso sulle parti condivisibili. La scuola dovrebbe continuare il percorso di formazione verso l’affettività, dare come valori fondamentali il rispetto della vita altrui e l’amore verso gli altri, e condannare la violenza in tutte le sue forme e da ovunque arrivi".

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Cronaca

Carabinieri, Mario Cinque nominato vicecomandante generale

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Lo riferisce la nota del Cdm

Carabinieri, Mario Cinque nominato vicecomandante generale

Su proposta del ministro della Difesa, Guido Crosetto, il consiglio dei ministri ha deliberato la nomina del Generale di Corpo d’armata del ruolo normale dell’Arma dei Carabinieri in servizio permanente, Mario Cinque, a Vicecomandante generale dell’Arma dei Carabinieri. Lo riferisce la nota del Cdm.

Nato a Napoli il 6 febbraio 1963, sposato, con due figli, il generale di Corpo d'Armata Mario Cinque ha intrapreso la vita militare nel 1978, frequentando la Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli e successivamente i corsi dell’Accademia Militare di Modena, della Scuola di Applicazione Carabinieri di Roma e della Scuola di Guerra a Civitavecchia.

Laureato in Giurisprudenza e in Scienze della Sicurezza Interna ed Esterna, master in “Scienze Strategiche”, Cinque ha ricoperto numerosi incarichi nelle varie organizzazioni dell’Arma. In quella addestrativa, ha svolto servizio presso la Scuola Sottufficiali di Firenze e all’Accademia Militare di Modena. Nell’Arma territoriale, ha operato per diversi anni nel Lazio, quale Comandante della Compagnia di Bracciano e del Reparto Territoriale di Frascati, in Campania, quale Comandante Provinciale di Napoli e della Legione e in Sicilia, in provincia di Catania, quale Comandante di Compagnia. In Sicilia è stato anche Comandante della Sezione Anticrimine del Raggruppamento Operativo Speciale.

I suoi periodi di Comando sono stati alternati con incarichi di Stato Maggiore presso il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, tra cui Capo Sala Operativa e Capo Ufficio Operazioni, Capo Ufficio Personale Ufficiali e Capo del I Reparto. Inoltre, da Colonnello, ha retto l’incarico di Comandante del Reggimento Corazzieri e Aiutante di Campo del Presidente della Repubblica. Dal 6 settembre 2018 al 24 gennaio 2021 è stato Sottocapo di Stato Maggiore del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. Il 25 gennaio 2021 è stato nominato Capo di Stato Maggiore del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri dopo che il suo predecessore Teo Luzi ha assunto la carica di Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri.

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Cronaca

Violenza sulle donne. “La mia Paola uccisa mentre...

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Vito Calabrese, marito della psichiatra Labriola: "Se fosse stata uomo forse sarebbe ancora con noi. Recuperiamo i valori della bellezza e della gentilezza"

Violenza sulle donne.

"Ho un pensiero fortissimo, anche se non potrei sostenerlo in nessun modo: che se al posto di Paola ci fosse stato un uomo, quel giorno, sarebbe andata diversamente". Chissà quante volte avrà sognato di riportare indietro le lancette del tempo, Vito Calabrese, marito di Paola Labriola, la psichiatra uccisa a coltellate da un paziente nel settembre del 2013 nel Centro di salute mentale in cui prestava servizio. "A mio parere - ragiona mentre si celebra la Giornata contro la violenza sulle donne - la sua morte si potrebbe definire un femminicidio. E' stato certo un episodio di violenza verso un operatore sanitario, violenza che è molto aumentata", ma colpiscono i numeri: in 2 casi su 3 anche qui ad essere colpite sono le donne. "E' chiaro che è un discorso anche culturale e c'è sempre tantissimo da fare, in tutti i momenti della vita, in tutte le situazioni, a partire dal linguaggio. E' un lavoro culturale che, secondo me, dobbiamo fare tutti", per opporre "cultura, bellezza, gentilezza", alla violenza sulle donne, ma anche in sanità, dice Calabrese, psicologo in pensione, amante del bello e della letteratura.

Sul fronte sanitario "non è cambiato niente. Penso che la risposta non sia quella 'securitaria'. Certo, l'inasprimento delle pene ci sta, anche il rafforzamento della sicurezza con vigilantes e tutto il resto, è chiaro che ci vogliono centri attrezzati anche contro questo tipo di problematica. Ma c'è anche altro: la sanità pubblica è diventata sempre più calpestata. Le risorse sono sempre diminuite. Dalla situazione di Paola in poi, se ci penso, le cose sono peggiorate, è aumentata la violenza ed è diminuito il personale. Sono cresciute le liste d'attesa. E se si lavora male, diminuisce la gentilezza, le persone sono esasperate dal grandissimo disagio sociale ed economico. Questo non giustifica la violenza - precisa - Ma sono dei presupposti. Noi viviamo in un mondo violento, le cose belle vengono poco rappresentate. Penso a una mia cara amica, che faceva rappresentare i sogni dei bambini, e ha scritto un libro bellissimo. Sarebbe bello che si parlasse di questo, anche del fatto che in un piccolo paesino è stata fatta un'esperienza così bella in una scuola. Ma non importa a nessuno. Sembra una banalità, o facile buonismo, ma si tratta di opporre la gentilezza, le cose belle alla violenza".

Il film di quello che è accaduto in quel terribile giorno del 2013 lo ha scorso tante volte nella sua mente, Vito. "Ma questo fa parte dei tormenti di una persona che vive una vicenda del genere, è normale, fa parte di un percorso personale - racconta - E' stata una prova notevole per la nostra famiglia. Però, devo essere anche sincero, ho sentito una grande partecipazione da parte delle persone. Paola è stata molto rappresentata. Anche gli aspetti simbolici sono importanti. C'era chi mi diceva: che cosa ti interessa di una medaglia se ti hanno ammazzato la moglie? Lo pensavo anch'io, però poi ho capito il senso. Noi non dobbiamo soltanto abitare lo spazio, dobbiamo anche abitare il tempo, la ritualità".

Insomma, "anche l'aspetto simbolico è importante, per i miei figli lo è stato - assicura - Paola ha avuto un riconoscimento, una medaglia d'oro, siamo stati dal presidente della Repubblica, che ha parlato con noi. Non è che questo me la può restituire, ma quel discorso sarà stato prezioso per i miei figli, sono state anche esperienze di partecipazione. Io poi ho scritto un libro, sto continuando anche una mia riflessione. Ho fondato un'associazione, come fanno un po' tutte le vittime. E' una risposta che uno può dare per dare un senso a quel che è successo. Potevo chiudermi nel mio silenzio, non l'ho fatto. E oggi mi sento un uomo più forte di prima, anche se è chiaro che Paola mi manca da morire, e mi mancherà per sempre".

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