Ucraina, Russia avvia ‘terza fase’ esercitazioni tattiche su armi nucleari
E' la volta dei distretti militari centrali e meridionali. Più soldi ai militari al fronte, Putin raddoppia il bonus per i volontari
La Russia ha avviato la terza fase delle esercitazioni tattiche sulle armi nucleari non strategiche. Lo ha affermato il ministero della Difesa russo. La terza fase delle esercitazioni coinvolge unità dei distretti militari centrale e meridionale. Quest'ultimo distretto include forze dispiegate nei territori ucraini occupati dalla Russia.
"Come parte di questa fase delle esercitazioni, il personale delle formazioni missilistiche dei distretti militari meridionali e centrali svolgerà compiti di addestramento al combattimento, tra cui l'acquisizione di munizioni speciali per l'addestramento per i sistemi missilistici tattici Iskander-M", si legge nella dichiarazione del Ministero della Difesa.
I soldati che prenderanno parte alle esercitazioni si eserciteranno ad "equipaggiare i lanciatori e ad avanzare segretamente verso le posizioni per preparare i lanci elettronici". Le due fasi precedenti includevano unità dei distretti militari del Sud e di Leningrado, delle Forze aerospaziali e unità della Marina, ha affermato il ministero.
Più soldi ai soldati, Putin raddoppia bonus per i volontari
La leadership russa sta intanto cercando di attirare più volontari per la guerra contro l'Ucraina, offrendo più soldi ai potenziali soldati. Un decreto firmato oggi dal presidente Vladimir Putin prevede che ogni persona che firmerà un contratto per l'invio al fronte tra il primo agosto e il 31 dicembre 2024 riceverà un pagamento una tantum di 400mila rubli (circa 4.650 dollari), più del doppio della somma precedente, 195mila rubli. Inoltre, a chi si arruola viene offerto uno stipendio mensile significativamente superiore al reddito medio russo.
Da quando la Russia ha iniziato la coscrizione forzata dei riservisti come parte di una controversa mobilitazione nell’autunno del 2022, ha fatto affidamento principalmente su incentivi finanziari per reclutare soldati per la guerra. Molte regioni offrono bonus monetari per la firma di un contratto. Ad esempio, la città di Mosca ha fissato questo mese un premio una tantum di 1,9 milioni di rubli (22mila dollari) per i contratti della durata di un anno o più. Diverse regioni hanno aumentato i loro pagamenti speciali nelle ultime settimane, per distinguersi nel confronto nazionale nel reclutamento di nuovi combattenti.
A San Pietroburgo l'importo una tantum è di 1,8 milioni di rubli, nella regione di Rostov di 1,2 milioni di rubli e nella zona di Sverdlovsk sugli Urali la somma minima raccomandata dal Cremlino è di 400mila rubli. A Mosca e in altre città russe i manifesti pubblicizzano lo schieramento al fronte, con le somme allettanti spesso in evidenza. Poiché molte persone, soprattutto nelle province, guadagnano poco, andare in guerra è visto come un modo relativamente semplice per guadagnare rapidamente una quantità di denaro notevole, in base agli standard russi. Il Ministero della Difesa ha annunciato questo mese che dall’inizio dell’anno 190mila russi hanno firmato contratti per andare in guerra. Nell’autunno del 2022, la coscrizione forzata dei riservisti ordinata da Putin ha scatenato proteste e un’ondata di emigrazione all’estero. L'apparato cerca quindi di risolvere con il denaro il problema dei rinforzi per il personale al fronte.
Esteri
Mali, attacco al-Qaeda a Bamako: oltre 70 morti e 200 feriti
Nel mirino una scuola di ufficiali e l'aeroporto militare della capitale maliana
E' di oltre 70 morti e 200 feriti il bilancio di un duplice attacco sferrato dai jihadisti di al-Qaeda a Bamako, in Mali. Lo riferiscono fonti della sicurezza maliana parlando di 77 morti e 255 feriti. Nel mirino una scuola di ufficiali e l'aeroporto militare della capitale maliana. Il quotidiano Le Soir de Bamako ha seguito oggi un ''funerale di una cinquantina di studenti della gendarmeria''.
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Ucraina, Pd vota risoluzione all’Europarlamento:...
Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8: l'eurodeputata lo ha segnalato, verrà registrato voto contrario
Gli eurodeputati italiani del gruppo S&D non hanno votato compatti sulla risoluzione sul sostegno all'Ucraina, che contiene un paragrafo, il numero 8, che ribadisce la richiesta di rimuovere le restrizioni all'uso delle armi inviate dall'Ue, affinché possano essere utilizzate anche per colpire obiettivi militari legittimi in territorio russo. Molti eurodeputati hanno votato a favore della risoluzione nel suo insieme, inclusi il capodelegazione Nicola Zingaretti, Lucia Annunziata e Sandro Ruotolo, oltre a Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento, Irene Tinagli, Camilla Laureti, tra gli altri. Gli indipendenti Marco Tarquinio e Cecilia Strada si sono astenuti.
Nel voto separato per confermare il paragrafo 8, quello più controverso, Picierno si è espressa a favore, come ha annunciato pubblicamente prima del voto. Hanno votato contro gli eurodeputati Brando Benifei, Annalisa Corrado, Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Antonio Decaro, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada e Alessandro Zan. Si è astenuta Annunziata.
Dalla delegazione italiana del gruppo S&D precisano che Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8 della risoluzione, quello che riguarda la rimozione delle restrizioni all'uso delle armi. L'eurodeputata ha segnalato l'errore e verrà registrato voto contrario, come la maggior parte della delegazione. Anche sul testo della risoluzione sul Venezuela, dove Annunziata dal roll call risultava essersi astenuta, si tratta di un errore: il suo voto è contrario, come quello degli altri eurodeputati Pd.