Haniyeh ucciso a Teheran, Vaez (Icg): “Motivo imbarazzo e dilemma per Iran”
"Sua sicurezza una groviera. Probabile una rappresaglia coordinata contro Israele e Usa"
Per il governo iraniano l'omicidio a Teheran del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, a poche ore dalla sua partecipazione alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente Masoud Pezeshkian, "è motivo di imbarazzo e un dilemma". E mentre "ancora una volta", Israele ha dimostrato la capacità di portare a termine un'operazione mirata nel cuore della capitale del suo nemico, l'assassinio di Haniyeh dimostra che "la sicurezza dell'Iran assomiglia a un groviera". Lo sottolinea in un'intervista all'Adnkronos, Ali Vaez, direttore dell'Iran Project presso International Crisis Group (Icg).
Secondo l'esperto, "il principale dilemma dell'Iran" ora è che il meccanismo che ha creato per scoraggiare gli attacchi sul suo stesso territorio, il cosiddetto 'Asse di resistenza' formato da alleati regionali non statali, non sta funzionando. Anzi è la causa per cui questi attacchi si verificano.
La Guida Suprema, Ali Khamenei, che ha incontrato Haniyeh ieri, ha già dichiarato che è "un dovere" vendicare la morte del capo di Hamas. "Se l'Iran non risponde in un modo tale da ripristinare la deterrenza, la sua credibilità agli occhi dei suoi partner regionali e il suo stesso senso di sicurezza subiranno danni enormi. Ma se dovesse rispondere, rischierebbe il tipo di conflagrazione regionale che ha cercato faticosamente di evitare dal 7 ottobre", prosegue Vaez, secondo cui la leadership iraniana - "dati gli attacchi quasi simultanei degli Stati Uniti in Iraq contro l'Hashd al-Shaabi e gli attacchi israeliani a Beirut e Teheran rispettivamente contro Hezbollah e Hamas - non sembra credere alla tesi di Washington secondo cui l'operazione contro Haniyeh era "qualcosa di cui non eravamo a conoscenza o in cui non eravamo coinvolti".
"L'Iran probabilmente ritiene di non avere altra scelta che reagire per scoraggiare ulteriori attacchi israeliani, difendere la propria sovranità e preservare la propria credibilità agli occhi dei suoi partner regionali. Questo assassinio è il culmine di molteplici omicidi di alto profilo e di importanti attacchi contro le forze dell'Asse in tutta la regione e quindi è probabile che provochi una rappresaglia coordinata a livello di Asse contro gli Stati Uniti e Israele", ritiene l'esperto di Icg, sottolineando che anche se Israele ha condotto operazioni segrete e assassini sul suolo iraniano in precedenza "uccidere un leader straniero di alto rango sul loro territorio è particolarmente umiliante per i Guardiani della Rivoluzione".
L'attacco, sostiene Vaez, apre inoltre una "grave crisi" per il nuovo presidente iraniano proprio nel suo primo giorno di lavoro. Pezeshkian si è candidato con la promessa di riequilibrare le relazioni estere dell'Iran, "ma un'escalation regionale contro un alleato chiave degli Stati Uniti chiuderà la finestra già estremamente stretta che avrebbe potuto esserci per un impegno diplomatico - conclude - Ciò è particolarmente vero se gli alleati dell'Iran in Iraq e Siria intensificassero gli attacchi contro le forze statunitensi nella regione, che negli ultimi giorni hanno visto un aumento dopo una pausa di tre mesi".
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Mali, attacco al-Qaeda a Bamako: oltre 70 morti e 200 feriti
Nel mirino una scuola di ufficiali e l'aeroporto militare della capitale maliana
E' di oltre 70 morti e 200 feriti il bilancio di un duplice attacco sferrato dai jihadisti di al-Qaeda a Bamako, in Mali. Lo riferiscono fonti della sicurezza maliana parlando di 77 morti e 255 feriti. Nel mirino una scuola di ufficiali e l'aeroporto militare della capitale maliana. Il quotidiano Le Soir de Bamako ha seguito oggi un ''funerale di una cinquantina di studenti della gendarmeria''.
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Ucraina, Pd vota risoluzione all’Europarlamento:...
Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8: l'eurodeputata lo ha segnalato, verrà registrato voto contrario
Gli eurodeputati italiani del gruppo S&D non hanno votato compatti sulla risoluzione sul sostegno all'Ucraina, che contiene un paragrafo, il numero 8, che ribadisce la richiesta di rimuovere le restrizioni all'uso delle armi inviate dall'Ue, affinché possano essere utilizzate anche per colpire obiettivi militari legittimi in territorio russo. Molti eurodeputati hanno votato a favore della risoluzione nel suo insieme, inclusi il capodelegazione Nicola Zingaretti, Lucia Annunziata e Sandro Ruotolo, oltre a Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento, Irene Tinagli, Camilla Laureti, tra gli altri. Gli indipendenti Marco Tarquinio e Cecilia Strada si sono astenuti.
Nel voto separato per confermare il paragrafo 8, quello più controverso, Picierno si è espressa a favore, come ha annunciato pubblicamente prima del voto. Hanno votato contro gli eurodeputati Brando Benifei, Annalisa Corrado, Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Antonio Decaro, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada e Alessandro Zan. Si è astenuta Annunziata.
Dalla delegazione italiana del gruppo S&D precisano che Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8 della risoluzione, quello che riguarda la rimozione delle restrizioni all'uso delle armi. L'eurodeputata ha segnalato l'errore e verrà registrato voto contrario, come la maggior parte della delegazione. Anche sul testo della risoluzione sul Venezuela, dove Annunziata dal roll call risultava essersi astenuta, si tratta di un errore: il suo voto è contrario, come quello degli altri eurodeputati Pd.