Haniyeh ucciso a Teheran, Litvak: “Suo assassinio umiliante per Iran ma risposta limitata”
Il professore dell'Università di Tel Aviv: "Ora le possibilità di un accordo con Hamas sono ancora più scarse"
L'uccisione di Ismail Haniyeh a Teheran, poche ore dopo l'insediamento del nuovo presidente Masoud Pezeshkian, "è un'umiliazione" per l'Iran, che "cercherà di vendicarsi, ma limitando la risposta". E' l'opinione di Meir Litvak, professore di storia del Medio Oriente all'Università di Tel Aviv e grande esperto di Iran, dopo il raid a Teheran e anche quello a Beirut, dove è stato ucciso il consigliere militare di Nasrallah, Fuad Shukr. Che poi esclude che la morte del leader di Hamas avrà un grande impatto sulla guerra a Gaza mentre ce l'avrà sui negoziati per il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco.
"Molto probabilmente l'Iran cercherà di vendicarsi, perché vede l'attacco come un affronto alla propria sovranità e al proprio orgoglio nazionale - dice Litvak all'Adnkronos - L'attacco nel cuore della capitale, al termine di una giornata così importante, soprattutto poche ore dopo l'incontro di Haniyeh con Khamenei, è umiliante. Le dittature non possono tollerare umiliazioni percepite. Allo stesso tempo, non credo che vogliano una guerra totale, quindi limiteranno la loro risposta".
L'esperto prevede "un'azione più forte" rispetto a quella della notte del 13 aprile scorso, quando Teheran, per rappresaglia all'uccisione di un generale dei Pasdaran a Damasco, lanciò l'attacco contro Israele, "magari con un maggior numero di razzi che mirano a località meno isolate".
La morte di Haniyeh, è poi il pensiero di Litvak, "non avrà un impatto sui combattimenti a Gaza, perché non era lui a dirigere lo spettacolo, lo fa Yahia Sinwar. I due non erano grandi amici, quindi non sono sicuro che Sinwar soffrirà troppo per la sua morte. Sinwar fa i suoi calcoli". Piuttosto, secondo il professore dell'Università di Tel Aviv, "la sua morte probabilmente complicherà le prospettive di un accordo sugli ostaggi israeliani e sul cessate il fuoco: le scarse possibilità di un accordo saranno ancora più scarse, a mio avviso".
Litvak ritiene quindi che "Israele continuerà con gli omicidi mirati perché non ha molte altre opzioni: sono dolorosi per la controparte, anche se non incidono in modo significativo sulle sue capacità di combattimento. E sono certamente meno costosi in termini di vite umane rispetto agli attacchi su larga scala a Beirut, a Dahieh e ai quartieri di Rafah".
L'esperto infine parla del nuovo presidente iraniano: "Israele non considera Pezeshkian una figura importante per la politica iraniana contro Israele. In Iran non è il presidente a determinare la politica estera, bensì la Guida Suprema e i generali dei Guardiani della rivoluzione, che sono comunque molto ostili. Non sarà nemmeno lui a decidere sulla questione nucleare, quindi dal punto di vista israeliano è una figura secondaria".
Esteri
Mali, attacco al-Qaeda a Bamako: oltre 70 morti e 200 feriti
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E' di oltre 70 morti e 200 feriti il bilancio di un duplice attacco sferrato dai jihadisti di al-Qaeda a Bamako, in Mali. Lo riferiscono fonti della sicurezza maliana parlando di 77 morti e 255 feriti. Nel mirino una scuola di ufficiali e l'aeroporto militare della capitale maliana. Il quotidiano Le Soir de Bamako ha seguito oggi un ''funerale di una cinquantina di studenti della gendarmeria''.
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Ucraina, Pd vota risoluzione all’Europarlamento:...
Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8: l'eurodeputata lo ha segnalato, verrà registrato voto contrario
Gli eurodeputati italiani del gruppo S&D non hanno votato compatti sulla risoluzione sul sostegno all'Ucraina, che contiene un paragrafo, il numero 8, che ribadisce la richiesta di rimuovere le restrizioni all'uso delle armi inviate dall'Ue, affinché possano essere utilizzate anche per colpire obiettivi militari legittimi in territorio russo. Molti eurodeputati hanno votato a favore della risoluzione nel suo insieme, inclusi il capodelegazione Nicola Zingaretti, Lucia Annunziata e Sandro Ruotolo, oltre a Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento, Irene Tinagli, Camilla Laureti, tra gli altri. Gli indipendenti Marco Tarquinio e Cecilia Strada si sono astenuti.
Nel voto separato per confermare il paragrafo 8, quello più controverso, Picierno si è espressa a favore, come ha annunciato pubblicamente prima del voto. Hanno votato contro gli eurodeputati Brando Benifei, Annalisa Corrado, Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Antonio Decaro, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada e Alessandro Zan. Si è astenuta Annunziata.
Dalla delegazione italiana del gruppo S&D precisano che Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8 della risoluzione, quello che riguarda la rimozione delle restrizioni all'uso delle armi. L'eurodeputata ha segnalato l'errore e verrà registrato voto contrario, come la maggior parte della delegazione. Anche sul testo della risoluzione sul Venezuela, dove Annunziata dal roll call risultava essersi astenuta, si tratta di un errore: il suo voto è contrario, come quello degli altri eurodeputati Pd.