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Russia, “giornalista Wsj Evan Gershkovich libero oggi: tornerà negli Usa”

Liberi anche Kara-Murza e Alsu Kurmasheva. Lo scambio ad Ankara. Biden: "Negoziato rilascio 16 persone". Putin grazie i rilasciati, Peskov: "Nemici restino all'estero, gli altri sono i benvenuti"

Un aereo russo Tupolev Tu-204-300 si prepara ad atterrare all'aeroporto Esenboga di Ankara quando le autorità turche hanno annunciato lo scambio di 26 prigionieri con la Russia e l'Occidente - (Afp)

Evan Gershkovich, Paul Whelan, Alsu Kurmasheva e Vladimir Kara-Murza, rilasciati dalla Russia oggi, giovedì 1 agosto. La liberazione del giornalista del Wall Street Journal, dell'ex marine, del dissidente e collaboratore del Washington Post e della giornalista russo-americana avviene nell'ambito di un maxi scambio di detenuti, avvenuto ad Ankara, che include 26 persone, due delle quali minori. A diffondere la notizia in un primo momento Bloomberg, citata da diversi media internazionali.

Lo scambio ad Ankara

Poi la conferma della presidenza turca che, attraverso un comunicato, ha fatto sapere che lo scambio di prigionieri è avvenuto ad Ankara. I detenuti, ha reso noto, provengono da Stati Uniti, Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia, Russia e Bielorussia. Dieci persone, tra cui due minori, sono state trasferite in Russia, 13 detenuti in Germania e tre negli Stati Uniti, si legge ancora nel comunicato citato dalla Bbc.

L'agenzia di intelligence turca, l'Organizzazione nazionale di intelligence (MIT), ha stabilito "canali di dialogo" per lo scambio di prigionieri, ha poi sottolineato la presidenza turca. "Le parti sono state riunite in Turchia nel luglio 2024 con l'organizzazione del MİT", ha aggiunto. "Si sono svolti i negoziati relativi all'attività di scambio da svolgere tra cittadini russi e cittadini di Paesi occidentali detenuti negli Stati Uniti, in Germania, Polonia, Norvegia, Slovenia, Russia e Bielorussia".

L’accordo che ha consentito di liberare tre cittadini americani e un titolare di Carta Verde Usa prigionieri in Russia "è stata un’impresa diplomatica", ha commentato il presidente Usa Joe Biden.

Chi è coinvolto nel maxi scambio di detenuti

A rientrare dalla Russia negli Usa sono il giornalista Evan Gershkovich, l'ex marine Paul Whelan, la giornalista russo-americana Alsu Kurmasheva, il dissidente Vladimir Kara-Murza, residente negli Stati Uniti.

Evan Gershkovich, 32 anni. Reporter del Wall Street Journal, è stato condannato a 16 anni di prigione per spionaggio nel luglio scorso, ed è il primo giornalista americano ad essere arrestato con l'accusa di spionaggio in Russia dai tempi della Guerra Fredda. Il governo degli Stati Uniti, il giornale di Gershkovich e i suoi sostenitori hanno denunciato il processo come una farsa.

Paul Whelan, 54 anni. L'ex marine statunitense ha trascorso quasi sei anni nelle carceri russe, dopo il suo arresto a Mosca nel dicembre 2018. È stato condannato nel 2020 a 16 anni di prigione con l'accusa di spionaggio, accusa che lui e il governo degli Stati Uniti negano con veemenza. Ha detto che era in campagna per il matrimonio di un amico. Come Gershkovich, Whelan è stato designato come detenuto ingiustamente dal Dipartimento di Stato americano. È anche cittadino irlandese, britannico e canadese.

Alsu Kurmasheva, 47 anni. Giornalista russo-americana, è stata condannata a sei anni e mezzo di prigione per aver diffuso false informazioni sull'esercito russo. Kurmasheva è stata condannata lo stesso giorno in cui un Tribunale della città russa di Ekaterinburg ha condannato Gershkovich.

Vladimir Kara-Murza, 42 anni. Eminente politico dell'opposizione russa e difensore dei diritti umani, Kara-Murza è stato condannato a 25 anni di prigione per tradimento, dopo aver condannato pubblicamente la guerra di Mosca in Ucraina. È residente permanente negli Stati Uniti e ha la doppia cittadinanza di Russia e Regno Unito. Inizialmente era stato arrestato nel 2022, poche ore dopo un’intervista alla Cnn in cui criticava il “regime di assassini” del presidente russo Vladimir Putin. È stato spostato diverse volte negli ultimi mesi ed è stato trasferito all'ospedale della prigione all'inizio di questo mese. Ai suoi avvocati è stata ripetutamente negata la possibilità di incontrarlo.

Per quanto riguarda i 5 cittadini tedeschi liberati nello scambio di prigionieri, la Germania ha dovuto liberare il russo Vadim Krasikov, che stava scontando l'ergastolo per omicidio. Si tratta di Rico Krieger, di 30 o 31 anni, condannato a morte in Bielorussia a giugno dopo essere stato accusato di terrorismo e attività mercenarie. Di lui si sa poco. Secondo il Centro per i diritti umani Viasna, Krieger è un dipendente della Croce Rossa tedesca. Secondo le autorità di Minsk, è un cittadino tedesco nato nel 1993. Secondo il suo profilo LinkedIn, ha lavorato come tecnico medico d'emergenza per la Croce Rossa tedesca e come agente di sicurezza armato per l'Ambasciata americana a Berlino. Krieger è stato graziato dal leader bielorusso Alexander Lukashenko il 30 luglio, secondo l'ufficio presidenziale.

 Kevin Lick, 18 anni, doppia cittadinanza russa e tedesca. E' stato condannato per alto tradimento nel dicembre 2023, secondo l'agenzia di stampa statale russa Tass. Lick è accusato di aver fotografato e filmato attrezzature e personale militare nella guarnigione di Maikop in Russia. Secondo la Corte, intendeva fornire le informazioni all'intelligence tedesca.

 Demuri (Dieter) Voronin è accusato di aver aiutato Ivan Safronov, ex giornalista e consigliere del capo dell'agenzia spaziale russa Roscosmos, accusato di tradimento, secondo la Tass. Secondo l’accusa Voronin, cittadino tedesco, avrebbe facilitato la cooperazione di Safronov con i servizi segreti federali tedeschi. Secondo l'agenzia di stampa statale russa Ria, Safronov è stato condannato a 22 anni di carcere e Voronin a 13 anni e 3 mesi.

 Herman Moyzhes, avvocato e attivista ciclistico, è stato accusato all'inizio di questo mese di tradimento per aver aiutato i cittadini russi a ottenere permessi di soggiorno in Europa, secondo la Tass. Il suo arresto è stato criticato, in quanto motivato politicamente, dalla Comunità ebraica tedesca.

  Patrick Schöbel è stato arrestato all'aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo a gennaio per aver trasportato una borsa contenente orsetti gommosi alla cannabis, secondo il servizio stampa dei Tribunali di San Pietroburgo.

 Sono almeno sette oppositori russi sono stati rilasciati. Ilya Yashin, 41 anni, critico nei confronti del Cremlino, è stato condannato a otto anni e sei mesi per aver diffuso "false informazioni" sull'esercito russo nel dicembre 2022. Yashin, stretto alleato del defunto leader dell'opposizione russa Alexey Navalny, è stato condannato per aver diffuso "false" dichiarazioni sulle circostanze delle uccisioni di civili ucraini da parte delle truppe russe a Bucha, una città a nord di Kiev. La Russia ha criminalizzato le critiche all'esercito dopo la sua invasione su vasta scala dell'Ucraina nel febbraio 2022. Il tribunale ha affermato che avrebbe scontato la sua pena "in una colonia correttiva a regime severo".

 Alexandra Skochilenko, 33 anni, artista russa, è stata condannata a sette anni di carcere nel 2023 dopo aver sostituito i cartellini dei prezzi con messaggi contro la guerra in un supermercato di San Pietroburgo, come atto di protesta. Nella sua ultima dichiarazione in Tribunale prima del verdetto, ha messo in dubbio la minaccia percepita dalle sue azioni: "Quanta poca fiducia ha il nostro procuratore nel nostro Stato e nella nostra società, se crede che la nostra statualità e la nostra sicurezza pubblica possano essere distrutte da cinque piccoli pezzi di carta?", ha detto.

 Oleg Orlov, 71 anni. Difensore dei diritti umani ed ex capo dell'organizzazione Memorial, vincitrice del premio Nobel per la pace, è stato condannato a due anni e mezzo di prigione per aver parlato contro la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina.

Lilia Chanysheva, 42 anni. Ex collaboratrice dell'organizzazione di Alexey Navalny, è stata condannata a sette anni e mezzo di prigione nel giugno 2023, dopo essere stata dichiarata colpevole di "organizzazione di una comunità estremista". Ad aprile, la Corte Suprema del Bashkortostan ha aumentato la sua condanna a nove anni e mezzo.

Ksenia Fadeeva, 32 anni. Anche lei ex collaboratrice di Navalny, Fadeeva è stata condannata a nove anni di prigione nel dicembre 2023, per aver organizzato le attività di un gruppo estremista usando la sua posizione ufficiale e per aver partecipato a un'organizzazione senza scopo di lucro che violava i diritti dei cittadini.

 Vadim Ostanin (età sconosciuta). Un altro ex collaboratore della fondazione di Alexei Navalny, era stato condannato a nove anni di prigione per accuse di estremismo.

 Andrei Pivovarov (età sconosciuta). Attivista dell'opposizione e difensore dei diritti umani, Pivovarov è stato a capo del movimento Open Russia, ora fuorilegge. È stato condannato a quattro anni in una colonia penale nel luglio 2022, secondo Amnesty International.

Putin grazia i rilasciati, Peskov: "Nemici restino all'estero, gli altri sono i benvenuti"

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto con cui ha graziato i detenuti che sono stati rilasciati oggi nell'ambito del maxi scambio, ha reso noto il Cremlino.

Tutti i "nemici" della Russia devono rimanere all'estero mentre il rientro di coloro che non sono "nemici" è benvenuto, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass, dopo la notizia dello scambio di prigionieri ad Ankara.

"Penso che tutti i nemici debbano rimanere all'estero e che tutti coloro che non sono nemici possano tornare. Questo è il mio punto di vista", ha affermato. A una domanda specifica sullo scambio di prigionieri, Peskov ha indicato che il Cremlino risponderà "a tempo debito", e ha detto di sperare che ciò possa avvenire in giornata.

Più volte, negli ultimi mesi, il presidente russo Vladimir Putin aveva accennato all'ipotesi di una soluzione diplomatica del caso, facendo riferimento a contatti tra Mosca e Washington a livello di intelligence. La situazione di Gershkovich è entrata anche nella campagna elettorale americana in vista del voto presidenziale di novembre: Donald Trump ha detto e ripetuto che la liberazione del giornalista sarebbe arrivata dopo la sua elezione e prima dell'inizio del suo mandato. Il nuovo presidente eletto assumerà la carica a gennaio 2025.

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto con cui ha graziat

Gershkovich libero, festa al Wsj

Ed è grande festa nella redazione del Wall Street Journal per il rilascio di Gershkovich, che era stato arrestato nel marzo dello scorso anno in Russia. La direttrice del quotidiano, Emma Tucker, ha comunicato ufficialmente la notizia della liberazione allo staff di New York poco prima di mezzogiorno. "Questo è un giorno storico per il Wall Street Journal", ha detto Tucker alla redazione, "siamo sopraffatti dal sollievo ed euforici per Evan e la sua famiglia, così come per gli altri che sono stati rilasciati".

"Allo stesso tempo, condanniamo con la massima fermezza il regime di Vladimir Putin in Russia, che ha orchestrato i 491 giorni di ingiusta detenzione di Evan sulla base di accuse fasulle e di un falso processo, come parte di un attacco totale alla libera stampa e alla verità - hanno dichiarato Tucker e l'editore del giornale, Almar Latour - Purtroppo, molti giornalisti rimangono ingiustamente imprigionati in Russia e nel mondo".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Iran, esplosione in miniera di carbone: 51 morti

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E’ salito a 51 morti il bilancio dell’esplosione in una miniera di carbone nella provincia del Khorasan meridionale, in Iran. “Il numero dei lavoratori morti è salito a 51 e il numero dei feriti a 20”, hanno dichiarato le autorità locali all’agenzia iraniana Irna. Continuano le operazioni di soccorso per individuare i dispersi.

Nell’esprimere le sue condoglianze alle famiglie, il presidente iraniano Masud Pezeshkian ha sollecitato “l’adozione di misure per evitare che si ripetano questi incidenti, migliorando gli standard di lavoro nelle miniere”.

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Esteri

Hezbollah lancia oltre 100 razzi contro Israele

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I miliziani libanesi: "E' la prima risposta ai massacri e alle ripetute aggressioni di Israele". Ministero Sanità del Libano: "45 morti nel raid su Beirut". Soldati israeliani in sede al Jazeera a Ramallah, chiusa per 45 giorni

Palazzo danneggiato da attacco Hezbollah (Afp)

Hezbollah attacca Israele in rappresaglia per le esplosioni e i raid mirati dei giorni scorsi, che hanno fatto decine di morti. I miliziani libanesi hanno lanciato 140 razzi e droni, la maggior parte dei quali intercettati, contro la Galilea, colpendo in particolare l'area di Haifa.

In risposta all'attacco di Hezbollah le Forze di difesa israeliane hanno condotto una serie di raid sul sud del Libano. Lo riferisce il Jerusalem Post, mentre la radio dell'Esercito e l'emittente Kan hanno confermato che i miliziani libanesi hanno per la prima volta preso di mira dall'inizio della guerra la base Ramat David vicino ad Haifa, che il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant aveva visitato mercoledì scorso, nel pieno delle esplosioni in Libano di cercapersone e walkie talkie, annunciando "una nuova fase della guerra".

Israele ha lanciato 400 attacchi contro siti nel sud del Libano la notte scorsa, in due ondate, la prima che ha preso di mira 290 target e la seconda 110. Il ministero della Sanità libanese ha reso noto che tre persone sono rimaste uccise nei raid.

Hezbollah: "Lancio razzi prima risposta a massacri Israele, colpita base militare"

Il lancio di razzi contro il nord di Israele "è la prima risposta ai massacri e alle ripetute aggressioni" dei giorni scorsi, quando decine di persone sono state uccise o ferite in Libano dalle esplosioni di cercapersone e walkie talkie e nei raid a Beirut. Lo ha rivendicato Hezbollah, spiegando di aver colpito anche una base militare e un aeroporto vicino Haifa. "La Resistenza islamica - riferisce il Partito di Dio in una nota - ha attaccato con decine di razzi Fadi 1 Fadi 2 e Katyusha la base militare israeliana e l'aeroporto Ramad David, ad Haifa e razzi hanno raggiunto gli obiettivi in forma precisa e diretta".

In risposta ai "massacri" di Israele, Hezbollah afferma di aver attaccato il complesso militare industriale Rafael Advanced Defence Systems, specializzata nella produzione di equipaggiamento elettronico, che si trova a nord di Haifa.

Netanyahu: "Se Hezbollah non ha ricevuto il messaggio prometto lo riceverà"

"Se Hezbollah non ha ricevuto il messaggio, vi prometto che lo riceverà", ha dichiarato Benjamin Netanyahu in un video pubblicato oggi su X in cui rivendica che Israele ha "inflitto ad Hezbollah una serie di colpi che non si sarebbe neanche immaginato".

"Siamo determinati a far tornare i nostri residenti nel nord al sicuro alle loro case", ha ribadito il premier israeliano. "Nessun Paese può tollerare che si spari sui propri cittadini, sulle proprie città e noi, lo Stato di Israele, non lo tollereremo. Noi faremo tutto il necessario per ristabilire la sicurezza", ha concluso Netanyahu.

Libano: salito a 45 numero morti in raid su Beirut

E' salito a 45 il numero dei morti provocati dal raid israeliano di venerdì sulla periferia sud di Beirut, dove è stato colpito un edificio nel quale era in corso una riunione dei vertici di Hezbollah. Lo ha riferito il Centro delle operazioni di emergenza del ministero della Sanità libanese, secondo cui le squadre di soccorso sono ancora al lavoro tra le macerie alla ricerca di altri eventuali corpi.

Soldati israeliani in sede al Jazeera a Ramallah, chiusa per 45 giorni

Questa mattina i soldati israeliani hanno fatto irruzione negli uffici di al Jazeera a Ramallah, in Cisgiordania, ordinandone la chiusura per 45 giorni. Lo ha rivelato la stessa emittente del Qatar, ricordando che a maggio il governo di Tel Aviv aveva ordinato lo stop alle trasmissioni di al Jazeera in Israele perché considerata 'un rischio per la sicurezza'.

Hamas condanna la decisione di Israele di chiudere la sede di al Jazeera a Ramallah e afferma che è un tentativo di coprire le sue perdite. In un comunicato il membro del politburo di Hamas, Izzat al-Rishq, afferma che la misura è una "violazione della libertà di stampa, una rappresaglia contro il ruolo dell'emittente nello smascherare i crimini dell'occupazione".

Il comunicato, ripreso da Times of Israel, parla poi di "un tentativo di coprire le azioni della resistenza a Gaza e di Hezbollah che prende di mira le basi militari ben all'interno" del territorio israeliano, aggiunge Al-Rishq esprimendo la solidarietà di Hamas ad al Jazeera.

Gruppi filo Iran in Iraq rivendicano attacco droni contro Israele

Intanto un attacco con droni contro Israele dall'Iraq è stato rivendicato dalla coalizione che riunisce una serie di gruppi filoiraniani, mentre le Forze di difesa israeliane hanno fatto sapere di avere intercettato "diversi oggetti aerei sospetti" provenienti dall'Iraq. "I combattenti della Resistenza islamica irachena - si legge in una nota - hanno colpito questa mattina una località strategica nei territori occupati usando i droni", un'operazione condotta "a sostegno del popolo di Gaza".

Un drone entrato nello spazio aereo israeliano da est è stato abbattuto dalle difese aeree sulle alture del Golan, ha reso noto l'Idf. Il drone è stato probabilmente lanciato dall'Iraq, da dove le milizie filoiraniane oggi hanno rivendicato attacchi con i droni contro Israele.

Prima dell'alba, sono stati intercettati e abbattuti fuori dallo spazio aereo israeliano due missili, forse cruise, anche partiti dall'Iraq e diretti verso il sud del Golan. Più tardi un altro drone dall'Iraq è stato intercettato mentre era diretto verso il sud di Israele. E' stato abbattuto prima che potesse entrare nello spazio aereo israeliano, riferiscono i militari citati da Times of Israel.

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Esteri

Ucraina, ecco il piano della vittoria. Zelensky vuole...

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Il presidente ucraino illustrerà il piano a Biden. Mosca sarà invitata al secondo summit ma c'è già la risposta negativa

Zelensky e Putin

L'Ucraina si appresta a svelare il suo "piano per la vittoria" nella guerra con la Russia e 'invita' Vladimir Putin al tavolo del dialogo. Mosca, però, anticipa il no alla proposta diplomatica.

Prima della partenza per gli Stati Uniti, Volodymyr Zelensky ribadisce che presenterà quello che chiama il suo "piano per la vittoria" che, a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, presenterà prima al presidente degli Stati Uniti Joe Biden, poi alla candidata democratica Kamala Harris e al suo sfidante repubblicano Donald Trump, che probabilmente incontrerà giovedì o venerdì.

E afferma che è possibile un dialogo con la Russia come parte di questo piano, pur senza fornire dettagli. "Il piano per la vittoria prevede passi veloci e concreti da parte dei nostri partner strategici, in un periodo tra qui e la fine di dicembre", dice il presidente ucraino nell'intervista a Interfax-Ukraine.

Biden dirà sì?

Secondo Zelensky,i Biden potrà prendere delle decisioni importanti per l'Ucraina prima della fine del suo mandato presidenziale a gennaio. E lancia un esplicito messaggio: "Abbiamo bisogno di armi a lungo raggio", dice ribadendo quindi all'appello affinché Washington autorizzi l'uso delle sue armi per colpire il territorio russo. Kiev spinge per utilizzare i missili Atacms americani e gli Storm Shadow anglofrancesi contro obiettivi militari nel territorio russo. Intanto, però, Mosca potrebbe aver riposizionato uomini e mezzi per collocarli fuori dalla portata dei missili.

I dettagli del piano non sono noti, ma per Zelensky quello che può fare davvero la differenza è consentire a Kiev di colpire la Russia in profondità con missili occidentali. Il Regno Unito ha mostrato un'apertura in questa direzione, dicendosi disposto a consentire all'Ucraina di utilizzare gli Storm Shadow. Ma la Casa Bianca rimane scettica e il primo ministro britannico, Keir Starmer, non è riuscito convincere Biden incontrato a Washington la scorsa settimana.

Zelensky spiega che i partner dell'Ucraina sono essenziali per il suo piano, affermando che questo delinea una roadmap che dovrebbe portare ad un secondo summit per la pace - dopo il primo che si è svolto lo scorso giugno in Svizzera senza la Russia - al quale dovrebbe partecipare anche Mosca.

Mosca dice no al summit di Zelensky

"Senza la Russia e senza tenere conto degli interessi russi è impossibile raggiungere un accordo giusto e sostenibile. Ma Kiev e l'Occidente non stanno pensando alla pace, loro hanno bisogno della guerra", la risposta a stretto giro della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

Non parteciperemo a "questo cosiddetto secondo summit", aggiunge, affermando che avrebbe lo stesso "obiettivo" del primo, che si è svolto a giugno in Svizzera senza la Russia, cioè "spingere l'assolutamente insostenibile 'formula Zelensky' come unica base per risolvere il conflitto".

Questo non significa che la Russia rifiuta una soluzione politica e diplomatica della crisi, dice ancora Zakharova nella sua dichiarazione rilanciata dalla Tass: "Siamo pronti a discutere veramente proposte serie che prendano in considerazione la situazione sul terreno, le realtà geopolitiche emergenti", afferma facendo riferimento "all'iniziativa presentata il 14 giugno da Vladimir Putin".

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