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Usa-Russia-Germania e scambio prigionieri: chi sono, perché erano detenuti

L'operazione si concretizza in Turchia. Per gli Usa è "un miracolo"

Evan Gershkovich, Paul Whelan, Alsu Kurmasheva e Vladimir Kara-Murza

Un maxi scambio di prigionieri e detenuti sull'asse Stati Uniti-Russia, con la sponda determinante della Germania. A sorpresa, oggi 1 agosto, sul campo neutro di Ankara, in Turchia, viene completata una monumentale operazione diplomatica che coinvolge nomi di primo piano: dal giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich al marine americano Paul Whelan, dal dissidente Vladimir Kara-Murza al killer russo Vadim Krasikov.

L'operazione top secret

Il direttore della Cia Bill Burns si è recato di recente in Turchia per discutere dello scambio dei prigionieri con la Russia, come ha spiegato una fonte dell'amministrazione americana, definendo l'operazione "un miracolo logistico", mentre il governo turco "è stato estremamente utile".

Da Mosca, il via libera formale è arrivato con la firma di un decreto da parte di Vladimir Putin. Il presidente russo, che negli ultimi mesi aveva accennato ad una soluzione diplomatica per il 'caso Gershkovich', ha firmato il provvedimento con cui ha graziato i detenuti rilasciati.

L'asse Washington-Mosca non sarebbe arrivato a dama senza il coinvolgimento di Berlino. La Germania ha accettato di liberare Krasikov, ex colonnello dell'FSB, condannato all'ergastolo da un tribunale tedesco per l'omicidio di un ex combattente ceceno in un parco di Berlino nel 2019.

Il portavoce del governo Steffen Hebestreit ha detto che la Germania ha soppesato il suo "obbligo" di mantenere i suoi cittadini al sicuro con la necessità di aiutare i suoi alleati a liberare "persone innocenti" detenute in Russia, come il giornalista Evan Gershkovich. "Il governo federale non ha preso questa decisione alla leggera. L'interesse dello Stato a far rispettare la pena detentiva di un criminale condannato è stato controbilanciato dalla libertà, dal benessere fisico e, in alcuni casi, dalla vita di persone innocenti detenute in Russia e di quelle ingiustamente imprigionate per motivi politici", ha dichiarato Hebestreit.

Chi sono i prigionieri liberati

La presidenza turca ha confermato con un comunicato lo scambio di prigionieri avvenuto ad Ankara. I detenuti, ha reso noto, provengono da Stati Uniti, Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia, Russia e Bielorussia. Dieci persone, tra cui due minori, sono state trasferite in Russia, 13 detenuti in Germania e tre negli Stati Uniti.

I cittadini statunitensi

Evan Gershkovich, 32 anni. Reporter del Wall Street Journal, è stato condannato a 16 anni di prigione per spionaggio nel luglio scors, ed è il primo giornalista americano ad essere arrestato con l'accusa di spionaggio in Russia dai tempi della Guerra Fredda. Il governo degli Stati Uniti, il giornale di Gershkovich e i suoi sostenitori hanno denunciato il processo come una farsa.

Paul Whelan, 54 anni. L'ex marine statunitense ha trascorso quasi sei anni nelle carceri russe, dopo il suo arresto a Mosca nel dicembre 2018. È stato condannato nel 2020 a 16 anni di prigione con l'accusa di spionaggio, accusa che lui e il governo degli Stati Uniti negano con veemenza. Ha detto che era in campagna per il matrimonio di un amico. Come Gershkovich, Whelan è stato designato come detenuto ingiustamente dal Dipartimento di Stato americano. È anche cittadino irlandese, britannico e canadese.

Alsu Kurmasheva, 47 anni. Giornalista russo-americana, è stata condannata a sei anni e mezzo di prigione per aver diffuso false informazioni sull'esercito russo. Kurmasheva è stata condannata lo stesso giorno in cui un Tribunale della città russa di Ekaterinburg ha condannato Gershkovich.

Vladimir Kara-Murza, 42 anni. Eminente politico dell'opposizione russa e difensore dei diritti umani, Kara-Murza è stato condannato a 25 anni di prigione per tradimento, dopo aver condannato pubblicamente la guerra di Mosca in Ucraina. È residente permanente negli Stati Uniti e ha la doppia cittadinanza di Russia e Regno Unito. Inizialmente era stato arrestato nel 2022, poche ore dopo un’intervista alla Cnn in cui criticava il “regime di assassini” del presidente russo Vladimir Putin. È stato spostato diverse volte negli ultimi mesi ed è stato trasferito all'ospedale della prigione all'inizio di questo mese. Ai suoi avvocati è stata ripetutamente negata la possibilità di incontrarlo.

Gli oppositori russi liberati

Almeno sette oppositori russi sono stati rilasciati. Ecco chi sono:

Ilya Yashin, 41 anni. Critico nei confronti del Cremlino, Yashin è stato condannato a otto anni e sei mesi per aver diffuso "false informazioni" sull'esercito russo nel dicembre 2022. Yashin, stretto alleato del defunto leader dell'opposizione russa Alexey Navalny, è stato condannato per aver diffuso "false" dichiarazioni sulle circostanze delle uccisioni di civili ucraini da parte delle truppe russe a Bucha, una città a nord di Kiev. La Russia ha criminalizzato le critiche all'esercito dopo la sua invasione su vasta scala dell'Ucraina nel febbraio 2022. Il tribunale ha affermato che avrebbe scontato la sua pena "in una colonia correttiva a regime severo".

Alexandra Skochilenko, 33 anni. Artista russa, condannata a sette anni di carcere nel 2023 dopo aver sostituito i cartellini dei prezzi con messaggi contro la guerra in un supermercato di San Pietroburgo, come atto di protesta. Nella sua ultima dichiarazione in Tribunale prima del verdetto, ha messo in dubbio la minaccia percepita dalle sue azioni: "Quanta poca fiducia ha il nostro procuratore nel nostro Stato e nella nostra società, se crede che la nostra statualità e la nostra sicurezza pubblica possano essere distrutte da cinque piccoli pezzi di carta?", ha detto.

Oleg Orlov, 71 anni. Difensore dei diritti umani ed ex capo dell'organizzazione Memorial, vincitrice del premio Nobel per la pace, è stato condannato a due anni e mezzo di prigione per aver parlato contro la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina.

Lilia Chanysheva, 42 anni. Ex collaboratrice dell'organizzazione di Alexey Navalny, è stata condannata a sette anni e mezzo di prigione nel giugno 2023, dopo essere stata dichiarata colpevole di "organizzazione di una comunità estremista". Ad aprile, la Corte Suprema del Bashkortostan ha aumentato la sua condanna a nove anni e mezzo.

Ksenia Fadeeva, 32 anni. Anche lei ex collaboratrice di Navalny, Fadeeva è stata condannata a nove anni di prigione nel dicembre 2023, per aver organizzato le attività di un gruppo estremista usando la sua posizione ufficiale e per aver partecipato a un'organizzazione senza scopo di lucro che violava i diritti dei cittadini.

Vadim Ostanin (età sconosciuta). Un altro ex collaboratore della fondazione di Alexei Navalny, era stato condannato a nove anni di prigione per accuse di estremismo.

Andrei Pivovarov (età sconosciuta). Attivista dell'opposizione e difensore dei diritti umani, Pivovarov è stato a capo del movimento Open Russia, ora fuorilegge. È stato condannato a quattro anni in una colonia penale nel luglio 2022, secondo Amnesty International.

I cittadini tedeschi liberati

Sono almeno cinque i cittadini tedeschi liberati nello scambio. Per garantire il loro rilascio, la Germania ha dovuto liberare il russo Vadim Krasikov, che stava scontando l'ergastolo per omicidio.

Rico Krieger, di 30 o 31 anni, condannato a morte in Bielorussia a giugno dopo essere stato accusato di terrorismo e attività mercenarie. Di lui si sa poco. Secondo il Centro per i diritti umani Viasna, Krieger è un dipendente della Croce Rossa tedesca. Secondo le autorità di Minsk, è un cittadino tedesco nato nel 1993. Secondo il suo profilo LinkedIn, ha lavorato come tecnico medico d'emergenza per la Croce Rossa tedesca e come agente di sicurezza armato per l'Ambasciata americana a Berlino. Krieger è stato graziato dal leader bielorusso Alexander Lukashenko il 30 luglio, secondo l'ufficio presidenziale.

Kevin Lick, 18 anni, doppia cittadinanza russa e tedesca. E' stato condannato per alto tradimento nel dicembre 2023, secondo l'agenzia di stampa statale russa Tass. Lick è accusato di aver fotografato e filmato attrezzature e personale militare nella guarnigione di Maikop in Russia. Secondo la Corte, intendeva fornire le informazioni all'intelligence tedesca.

Demuri (Dieter) Voronin. E' accusato di aver aiutato Ivan Safronov, ex giornalista e consigliere del capo dell'agenzia spaziale russa Roscosmos, accusato di tradimento, secondo la Tass. Secondo l’accusa Voronin, cittadino tedesco, avrebbe facilitato la cooperazione di Safronov con i servizi segreti federali tedeschi. Secondo l'agenzia di stampa statale russa Ria, Safronov è stato condannato a 22 anni di carcere e Voronin a 13 anni e 3 mesi.

Herman Moyzhes. Avvocato e attivista ciclistico, Moyzhes è stato accusato all'inizio di questo mese di tradimento per aver aiutato i cittadini russi a ottenere permessi di soggiorno in Europa, secondo la Tass. Il suo arresto è stato criticato, in quanto motivato politicamente, dalla Comunità ebraica tedesca.

Patrick Schöbel. E' stato arrestato all'aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo a gennaio per aver trasportato una borsa contenente orsetti gommosi alla cannabis, secondo il servizio stampa dei Tribunali di San Pietroburgo.

Chi sono i russi liberati

I cittadini russi rilasciati sono: Vadim Krasikov, dalla Germania, Artem Viktorovich Dultsev, dalla Slovenia, Anna Valerevna Dultseva, dalla Slovania, Mikhail Valeryevich Mikushin, dalla Norvegia, Pavel Alekseyevich Rubtsov, dalla Norvegia, Roman Seleznev, dagli Stati Uniti, Vladislav Klyushin, dagli Stati Uniti, Vadim Konoshchenock, dagli Stati Uniti.

Tutti i "nemici" della Russia devono rimanere all'estero mentre il rientro di coloro che non sono "nemici" è benvenuto, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass.

"Penso che tutti i nemici debbano rimanere all'estero e che tutti coloro che non sono nemici possano tornare. Questo è il mio punto di vista", ha affermato. Ad una domanda specifica sullo scambio di prigionieri, Peskov ha indicato che il Cremlino risponderà "a tempo debito", e ha detto di sperare che ciò possa avvenire in giornata.

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Esteri

Energia, Meloni: “Siglato accordo con Albania ed...

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La premier al summit di Abu Dhabi: "Italia piattaforma naturale nel Mediterraneo, hub tra Ue e Africa". Poi sul nucleare: "Fusione può cambiare corso della storia, risorsa accessibile per tutti"

Giorgia Meloni al summit di Abu Dhabi

"Sono estremamente lieta di annunciare qui la firma di un accordo per dare il via a un progetto ambizioso tra le due sponde dell'Adriatico. Con Sua Altezza lo sceicco Mohammed bin Zayed e il primo ministro Edi Rama, oggi assisteremo alla firma di un impegno di estrema importanza per realizzare una nuova interconnessione energetica, volta a produrre energia verde in Albania e a esportarne una parte in Italia, grazie a un cavo sottomarino attraverso il Mar Adriatico. Crediamo fermamente in questo progetto che coinvolge i nostri tre governi, oltre ai nostri settori privati e agli operatori delle reti". Così la premier Giorgia Meloni, intervenendo al summit sull'energia ad Abu Dhabi.

La presidente del Consiglio si è detta "molto orgogliosa di questa iniziativa", perché, ha spiegato, "dimostra concretamente come possano essere costruite nuove forme di cooperazione anche tra partner apparentemente distanti, almeno da un punto di vista geografico. Partner che, tuttavia, sanno guardare alla scacchiera nel suo insieme e non solo al quadrante che sembra riguardarli più da vicino", ha rimarcato Meloni.

"Italia piattaforma naturale Mediterraneo, hub tra Ue e Africa"

"L'Italia ha l'opportunità di diventare l'hub strategico per i flussi energetici tra Europa e Africa. Siamo una piattaforma naturale nel Mediterraneo, il che ci consente di agire come centro di approvvigionamento e distribuzione, collegando sia l'offerta esistente che quella potenziale dall'Africa con la domanda energetica dell'Europa", ha detto la premier intervenendo al summit.

Il governo italiano, ha proseguito Meloni, "dà voce a questa ambizione anche attraverso il Piano Mattei (il nostro piano di cooperazione con i Paesi africani), che pone l'energia come uno dei suoi pilastri fondamentali e prevede anche progetti di connessione strategica. Penso, ad esempio, all'interconnessione elettrica Elmed tra Italia e Tunisia".

"Sono certa - ha sottolineato davanti alla platea del summit - che sviluppare interconnessioni possa rappresentare la chiave di volta di una nuova diplomazia energetica, in grado di moltiplicare le opportunità di cooperazione tra di noi e generare benefici condivisi per tutti".

"No decarbonizzazione a prezzo desertificazione economia"

In un passaggio del suo intervento davanti alla platea del World Future Energy Summit di Abu Dhabi la premier ha poi sottolineato che "non riusciremo a triplicare la capacità di generazione di energia rinnovabile entro il 2030, né a raddoppiare il tasso di efficienza energetica, se continuiamo a inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione economica o a mettere da parte, per ragioni ideologiche, soluzioni che invece potrebbero aiutare a costruire un'alternativa sostenibile ai combustibili fossili. Dobbiamo essere pragmatici, semplicemente perché la realtà lo impone".

Nucleare

Per la premier bisogna puntare su "un mix energetico equilibrato, basato sulle tecnologie attualmente disponibili, su quelle in fase di sperimentazione e su quelle che devono ancora essere identificate. Non mi riferisco solo alle energie rinnovabili, ma anche al gas, ai biocarburanti, all'idrogeno verde e alla cattura della CO₂ - senza dimenticare la fusione nucleare, che potrebbe potenzialmente produrre energia pulita, sicura e illimitata, trasformando l'energia da arma geopolitica in una risorsa ampiamente accessibile, cambiando di fatto il corso della storia".

"Il futuro della transizione energetica e della digitalizzazione dipenderà dalla nostra capacità di trovare un equilibrio tra sostenibilità e innovazione", ha detto la presidente del Consiglio.

"Stiamo vivendo in un'epoca particolarmente complessa, segnata da trasformazioni epocali. Ora abbiamo una scelta da fare: possiamo subire queste trasformazioni restando inerti, oppure possiamo interpretarle come opportunità. Credo che dovremmo scegliere la seconda strada e percorrerla con coraggio e visione, senza paura di osare", ha proseguito la premier, concludendo il suo discorso con una citazione dell'economista Julian Simon: "Il principale carburante per accelerare il progresso del mondo è il nostro patrimonio di conoscenze; i freni sono la nostra mancanza di immaginazione".

Secondo quanto si apprende, a margine del summit è in corso un incontro tra la premier Meloni e il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Oggi pomeriggio i due leader si vedranno nuovamente per il bilaterale.

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Esteri

Israele-Gaza, media: Hamas chiede di rivedere diverse...

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Lo ha riferito la rete televisiva saudita Al Arabiya, citando fonti. I colloqui sono ancora in corso

Bombardamenti nella Striscia di Gaza (Afp)

Hamas ha chiesto qualche ora in più per rivedere diverse clausole nell'accordo per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi, prima di presentare la sua risposta finale. Lo ha riferito la rete televisiva saudita Al Arabiya, citando fonti. I colloqui sono ancora in corso.

Secondo quanto ha detto all'agenzia di stampa Al-Araby Al-Jadeed un'importante fonte palestinese, è stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco a Gaza, ma il suo annuncio è stato ritardato a causa di disaccordi sui meccanismi di attuazione. Secondo la fonte, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha tentato di sabotare l'accordo e di ritardarne l'avanzamento all'ultimo minuto, insistendo affinché i soldati israeliani tenuti in ostaggio da Hamas fossero inclusi nella lista dei 33 ostaggi da rilasciare nella prima fase dell'accordo.

Biden proroga sanzioni contro coloni estremisti per altri 12 mesi

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato formalmente che prorogherà di altri 12 mesi l'ordine esecutivo di sanzioni contro i coloni israeliani estremisti, oltre la data di scadenza che era stata fissata al primo febbraio 2025. La situazione in Cisgiordania - in particolare gli alti livelli di violenza dei coloni estremisti, gli sfollamenti forzati di persone e villaggi e la distruzione di proprietà - ha raggiunto livelli intollerabili e costituisce una seria minaccia per la pace, la sicurezza e la stabilità della Cisgiordania e di Gaza, di Israele e della più ampia regione del Medio Oriente", ha scritto Biden in una nota.

"Queste azioni compromettono gli obiettivi di politica estera degli Stati Uniti, tra cui la fattibilità di una soluzione a due Stati e la garanzia che israeliani e palestinesi possano raggiungere uguali misure di sicurezza, prosperità e libertà. Compromettono anche la sicurezza di Israele e hanno il potenziale per portare a una più ampia destabilizzazione regionale in tutto il Medio Oriente, minacciando il personale e gli interessi degli Stati Uniti", ha continuato Biden, sottolineando che la situazione in Cisgiordania "continua a rappresentare una minaccia insolita e straordinaria per la sicurezza nazionale e la politica estera degli Stati Uniti".

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Esteri

Ucraina, Corea del Sud e Russia: che fine fanno i soldati...

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Kiev vuole usare i prigionieri nordcoreani per riavere propri uomini da Mosca, Seul pronta ad accoglierli

Zelensky e Kim

Tutti, o quasi, vogliono i soldati di Kim-Jong un catturati dall'Ucraina. Da giorni, Kiev diffonde video e news relativi ai due militari nordcoreani ora prigionieri: le forze armate ucraine li hanno bloccati nella regione russa di Kursk, dove reparti asiatici affiancano le forze armate di Vladimir Putin.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, convinto che altri nordcoreani verranno fatti prigionieri, è pronto a consegnare i soldati a Pyongyang se Kim Jong-un favorirà la liberazione di militari di Kiev attualmente nelle mani della Russia.

In scena, però, entra anche la Corea del Sud. Il governo di Seul intende consultarsi con le autorità ucraine sull'eventuale trasferimento dei soldati nordcoreani se questi ne faranno richiesta. A darne notizia è stato un portavoce del ministero degli Esteri sudcoreano.

"Essendo i soldati nordcoreani, il governo intende consultarsi con l'Ucraina nel caso in cui questi chiedessero di fare defezione in Corea del sud", ha affermato, con riferimento alla Costituzione del paese, riferita all'intera penisola coreana, e che riconosce di fatto tutti i residenti nella penisola come cittadini.

Al momento, ha poi precisato il portavoce, questa richiesta non è arrivata, ma le autorità di Seul sono in contatto con l'Ucraina sulle questioni di loro pertinenza. La cattura dei due militari era stata anche confermata dall'agenzia di intelligence della Corea del sud che si è impegnata a garantire una stretta cooperazione con l'Ucraina.

Domenica Zelensky ha pubblicato un post su X con il video in cui si vedono i due militari feriti rispondere ad alcune domande. "Dopo i primi soldati catturati dalla Corea del Nord, ce ne saranno senza dubbio altri. È solo questione di tempo prima che le nostre truppe riescano a catturarne altri. Non dovrebbe esserci alcun dubbio nel mondo che l'esercito russo dipende dall'assistenza militare della Corea del Nord", ha scritto, spiegando poi che "l'Ucraina è pronta a consegnare i soldati di Kim Jong Un a quest'ultimo se riuscirà a organizzare il loro scambio con i nostri soldati tenuti prigionieri in Russia".

"Per quei soldati nordcoreani che non desiderano tornare, potrebbero esserci altre opzioni disponibili. In particolare, coloro che esprimono il desiderio di avvicinare la pace diffondendo la verità su questa guerra avranno questa opportunità".

I militari catturati spiegano nel video diffuso da Zelensky di non sapere dove si trovano. "Sapevi che stavi combattendo una guerra contro l'Ucraina?", viene chiesto a uno di loro. "No", risponde. "Cosa ti hanno detto i tuoi comandanti quando ti hanno mandato in guerra?". "Mi hanno detto che era solo un'esercitazione". Il militare ha raccontato poi di un'offensiva del 3 gennaio, di aver visto "i suoi soldati morire", di essersi nascosto e di essere stato trovato il 5 gennaio. Uno dei due militari ha risposto poi affermativamente alla domanda sulla volontà di tornare in Corea del nord, l'altro ha dichiarato che vorrebbe rimanere in Ucraina ma che farà quello che gli viene chiesto, tornare o - se gliene sarà data l'opportunità, restare.

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