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Il gotha dell’economia della Romagna a ‘Fattore R’ a Ravenna il 4 ottobre

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Il gotha dell'economia della Romagna a 'Fattore R' a Ravenna il 4 ottobre

Torna 'Fattore R', il Romagna Economic Forum. Giunto all’ottava edizione, ampio è il carnet di novità di questo evento, da sempre momento di incontro e confronto tra imprese, istituzioni e associazioni di categoria per delineare le strategie per la crescita del territorio. La presentazione dell’ottava edizione di 'Fattore R' è avvenuta questa mattina, presso la Biblioteca Classense, a Ravenna, con gli interventi di Eugenio Fusignani, vice sindaco di Ravenna, Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara Ravenna, Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna, Lorenzo Tersi, consigliere Cesena Fiera con delega 'Fattore R', Cecilia Bavera, responsabile Direzione Regionale Emilia Est-Romagna di Bper Banca, alla presenza dei rappresentanti delle associazioni di categoria che aderiscono all’evento.

In programma venerdì 4 ottobre, la prima novità sta nella location: Ravenna. Dopo Cesena e Rimini, il Forum conferma la sua natura itinerante e fa tappa nella città bizantina. Più precisamente nel Teatro Alighieri, luogo di forti connessioni per il suo rapporto tra cultura e imprenditoria. Perché è al tessuto economico della Romagna che pone il suo focus 'Fattore R', richiamando nel corso degli anni decine di imprenditori, analisti e associazioni in una riflessione collettiva di sistema verso il futuro.

Come conferma il tema di quest’anno che pone lo sguardo su tre sfide cruciali per il futuro della Romagna: 'Esg: ambiente, sostenibilità e governance nella Romagna del futuro'. Ovvero come evidenzia il sottotitolo: “La nuova Filantropia: come le aziende possono creare valore e comunità nel tessuto sociale del territorio”.

Più nel dettaglio, l'obiettivo dell’ottava edizione è valorizzare il ruolo strategico dell'innovazione nell'ambito della società, della governance e dell'ambiente come nuova linfa vitale utile alle prospettive di crescita e di sviluppo dei territori, delle nostre imprese e delle persone. Temi che possono essere racchiusi nel concetto di 'Environmental, Social and Governance', un insieme specifico di criteri come l'impegno ambientale, il rispetto dei valori aziendali, quali la trasparenza e accuratezza, che diventeranno nel prossimo futuro le sfide principali del nostro tessuto economico e non solo.

In questa direzione è stata approntata una cabina di regia insieme ai partner di 'Fattore R', già al lavoro da diverse settimane per individuare contenuti e programma della giornata. Ricordiamo che nelle edizioni passate 'Fattore R' ha ospitato oltre 180 testimonianze di attori del territorio (e non solo) che hanno stimolato i dibattiti sui vari temi. Insieme a loro la presenza di economisti e sociologi di fama internazionale e la presenza di due Nobel per l’economia (Joseph Stiglitz e Eric Maskin), e un personaggio di fama mondiale come l’economista francese Jean-Paul Fitoussi.

E sulla scia di queste importanti personalità, nell’ottava edizione sono previsti gli interventi di due nomi di primo piano del tessuto economico nazionale: Stefano Caselli, Dean della Sda Bocconi School of Management, e Antonio Patuelli, presidente di Abi (Associazione Bancaria Italiana). A condurre la giornata sarà il giornalista Rai Gianluca Semprini. L’evento è organizzato dalle Camere di commercio congiunte (Romagna insieme a Ferrara e Ravenna), da Cesena Fiera e Bper Banca, con il supporto e la collaborazione delle principali associazioni di categoria: Cia Romagna, Cna Romagna, Confartigianato Imprese, Confcommercio Ravenna, Confindustria Romagna, Confocooperative Romagna, Legacoop Romagna.

Eugenio Fusignani, vice sindaco del Comune di Ravenna, ha dichiarato: “Siamo lieti di ospitare a Ravenna l’ottava edizione del forum 'Fattore R'. Come sempre l’evento rappresenta un’occasione importante per fare il punto sui temi più rilevanti del tessuto economico della Regione. La Romagna deve, infatti, trovare occasioni di unione in modo da avere sempre più una visione di sistema, come peraltro hanno già indicato importanti associazioni economiche. Anche gli assetti amministrativi sempre più spingono verso forme di gestione territoriale integrata, anche sulla scorta di quanto accaduto l'anno scorso con gli eventi alluvionali che hanno sconvolto l’intero territorio romagnolo. Tutto questo ha inevitabilmente una influenza diretta sulle dinamiche economiche produttive, le quali in ogni caso non possono prescindere dalle innovazioni tecnologiche. Anche in questo senso momenti come Fattore R diventano fondamentali non solo per le imprese, ma per tutti gli attori del sistema territoriale: enti, associazioni e amministrazioni locali”.

“Convergere su una grande idea di sviluppo, con obiettivi e tempi di realizzazione certi e definiti, questo il fine che dobbiamo perseguire nel governo dei territori, abbandonando vecchie logiche e campanili. Dobbiamo saper indirizzare la nostra attenzione ai progetti il cui respiro sia più ampio, con larghezza di vedute, spirito di inclusione e profondità di analisi, avendo lo sguardo aperto e una visione allargata del nostro futuro. 'Fattore R' ne è un esempio, un evento itinerante, promosso congiuntamente dalle due Camere di commercio, della Romagna e di Ferrara Ravenna, e che ha l’obiettivo ambizioso di portare tutti noi ad una riflessione collettiva sul futuro dei nostri territori. La sostenibilità, tema di questa edizione sarà analizzato e approfondito, nella sua accezione più ampia, grazie ai contributi di relatori di grande livello”, ha osservato Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna.

Per Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna, “la Romagna economica mostra in questa occasione che, con il ruolo tattico e congiunto delle due Camere di commercio, sa approfondire le strategie per il territorio e sa fare squadra. Siamo consapevoli che il livello di sviluppo raggiunto non è acquisito per sempre, ma va guadagnato investendo e individuando le giuste direttrici dello sviluppo qualitativo del futuro”.

Da parte sua, Lorenzo Tersi, consigliere Cesena Fiera con delega a 'Fattore R', ha affermato: “Con l’ottava edizione di 'Fattore R' ospitata a Ravenna nel suo splendido teatro si conferma il carattere itinerante di questo progetto nato con l’idea di creare una rete di incontro tra istituzioni, organizzazioni economiche e stakeholder per trovare comuni risposte sui temi centrali del futuro economico della Romagna. 'Fattore R' lancia chiari segnali al territorio. Prima di tutto nel metodo, partendo dalla convinzione che solo uniti, tutti insieme, si possono trovare le risposte. In secondo luogo nel merito, ponendo al centro della riflessione tre tematiche cruciali sul piano dell’innovazione come ambiente, sostenibilità e governance”.

Cecilia Bavera, responsabile Direzione Regionale Emilia Est Romagna di Bper, ha ricordato che “Bper Banca è al fianco di 'Fattore R' anche per il 2024, confermandosi partner storico della manifestazione: siamo sempre in prima linea nel sostenere e promuovere le migliori iniziative che favoriscano le economie dei territori e valorizzino i distretti produttivi del Paese".

"'Fattore R' negli anni si è confermato in questo senso un punto di riferimento importante, creando occasioni di incontro e confronto tra imprenditori, banche, istituzioni, associazioni di categoria e influencer di tutta la Romagna. Il tema di questa edizione ci vede, inoltre, particolarmente interessati perché vogliamo essere partner delle aziende nei processi di trasformazione sostenibile e tecnologica”, ha concluso.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Cni: “Giornata nazionale ingegneria della sicurezza,...

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Il ministro Valditara ha espresso apprezzamento per impegno del Consiglio nazionale sulla formazione. Per il ministro Zangrillo dialogo necessario per aumentare livelli sicurezza. Per il sottosegretario Prisco la formazione è lo strumento più efficace per creare una cultura della protezione dagli incendi.

Il presidente del Cni Angelo Domenico Perrini

E’ in corso a Torino la 12sima Giornata nazionale dell’ingegneria della sicurezza, l’evento organizzato dal Consiglio nazionale degli ingegneri che quest’anno si avvale della collaborazione dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino. I lavori odierni si tengono presso la fiera Restructura al Lingotto Oval.

La giornata è cominciata con i saluti istituzionali. Il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha espresso “apprezzamento per l’impegno del Consiglio nazionale degli ingegneri e dell’Ordine di Torino su tematiche che riguardano l’attività di formazione sulla gestione dei rischi, considerando che la sicurezza nelle scuole è un diritto inalienabile di studenti, docenti, personale e famiglie”. Il ministro della Pa, Paolo Zangrillo, oltre a sottolineare l’azione del suo ministero in termini di semplificazione per facilitare la sicurezza, ha richiamato la necessità di un “dialogo e confronto tra tutti i soggetti interessati, in modo da favorire una consapevolezza collettiva che è l’unico modo per raggiungere l’obiettivo di aumentare i livelli di sicurezza in ogni ambito”. Emanuele Prisco, sottosegretario all’Interno, ha tenuto a sottolineare il lavoro congiunto col Cni per implementare la sicurezza, soprattutto grazie all’integrazione delle tecnologie più avanzate di cui disponiamo oggi. Inoltre, ha indicato nella formazione lo strumento più efficace per creare una cultura della protezione dagli incendi e, più in generale, ha indicato la necessità di investire nella cultura della prevenzione, in modo che diventi una consapevolezza diffusa.

Dopo i saluti istituzionali, è stata la volta del presidente del Cni Angelo Domenico Perrini: “Questa giornata è ormai diventato un appuntamento annuale atteso da tutti. Il tema centrale è quello di capire come possono le nuove tecnologie contenere il rischio, in particolar modo nei luoghi di lavoro. Noi riteniamo che ulteriori inasprimenti delle sanzioni possano fare poco per ridurre gli incidenti sul lavoro. Serve, invece, una diversa cultura della sicurezza e della prevenzione che va costruita a partire dai banchi di scuola”.

Il vice presidente del Cni, Remo Vaudano, ha sottolineato come la Giornata sia stata un successo sin dalla prima edizione. Inoltre, ha sottolineato l’importante riconoscimento attribuito all’evento, che ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica. Poi ha chiuso così: “La sicurezza è un diritto e un dovere”. A proposito della prima edizione, è intervenuto con i suoi saluti anche l’ex consigliere del Cni e attuale vice presidente della Fondazione Cni Gaetano Fede, promotore e curatore per un decennio della Giornata dell’ingegneria della sicurezza. A fare da padrone di casa il presidente dell’Ordine degli Ingegneri Giuseppe Ferro, mentre non ha fatto mancare i propri saluti Elena Lovera, presidente di Formedil, che ha sottolineato la collaborazione col Cni, anche attraverso la recente firma di un protocollo d’intesa sulla formazione. Infine, Armando Zambrano, coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche, si è espresso così: “La sicurezza è un tema trasversale, riguarda tutte le professioni, in particolare quelle tecniche. E’ per questo che richiede uno sforzo congiunto da parte di tutti noi”.

L’intervento centrale della mattinata è stato quello di Tiziana Petrillo, consigliera del Cni delegata ai temi della sicurezza e della prevenzione incendi, oltre che responsabile dell’evento. “Abbiamo deciso per quest’anno di articolare la Giornata Nazionale dell’Ingegneria della Sicurezza in due differenti appuntamenti – ha detto - consapevoli del fatto che il quadro complessivo in cui si inserisce il tema della Sicurezza risulta oggi molto composito, con linee di intervento differenti, ambiti di studio e di intervento diversi ed una molteplicità di attori con ruoli e competenze differenziate. Il Cni desidera sottolineare la “caratteristica plurale” di quell’ambito di studio e di intervento. Plurale significa composto da elementi e attori diversi che necessitano però di un sistema di governance. Uno degli obiettivi di queste due giornate è proprio quello di iniziare ad acquisire la maggiore consapevolezza che questo sistema oggi necessita di affinare il proprio processo di governance e di muoversi compatto verso un obiettivo principale, ovvero il miglioramento di norme, pratiche, procedure, conoscenze finalizzate ad innalzare il livello di ciò che oggi ricade sotto l’ombrello dell’Ingegneria della sicurezza”.

“L’appuntamento di oggi - ha proseguito - è particolarmente interessante in quanto mira ad illustrare una molteplicità di iniziative tese a trattare il tema dell’ingegneria della Sicurezza sotto molteplici aspetti tecnico-pratici e normativi, soffermandosi sulle principali novità. Ma, al di là di questo, è di particolare importanza l’innovazione culturale. La sicurezza non è solo un semplice elenco di azioni da svolgere ma avere una visione più dinamica ed integrata. Occorre la capacità di leggere ambienti complessi e rispondere con prontezza ai cambiamenti che questa complessità impone. La sicurezza, in una parola, è una mentalità che dobbiamo sforzarci di adottare e la direzione da intraprendere è quella di favorire una cultura della percezione del rischio”.

Nel corso della mattinata è stata presentata, a cura di Gianluca Giagni (GdL Sicurezza del Cni) e Liliana Rivautella (Gruppo Tematico Temporaneo del Gdl Sicurezza del Cni) la manifestazione finale del progetto 'La sicurezza a partire dai banchi di scuola' 2023-24. I vincitori sono risultati, per le prime medie una scuola di Pordenone, per le seconde una scuola di Palermo. E’ stato presentato, inoltre, il 'Quaderno Prevenzione incendi per le attività scolastiche' a cura di Raffaele Sabatino (Inail), Matteo Di Felice (Comitato Centrale tecnico-scientifico per la prevenzione incendi dei VV.F.) e Gianni Biggi (VV.F.). Michele Tritto di Formedil ha approfondito il tema della formazione e della consulenza tecnica per la sicurezza nei cantieri. Andrea Galli (Gdl Sicurezza del Cni) ha presentato le 'Linee guida per la valutazione del rischio degli ordigni bellici inesplosi'. Maurizio Sacchetti (GdL Sicurezza del Cni) ha parlato del tema della documentazione di cantiere, mentre Elisabetta Scaglia (Gdl Sicurezza Cni) e Raffaele De Rosa (GTT del Gdl Sicurezza Cni) hanno approfondito la questione della valutazione del rischio incendio e l’applicazione del DM 3.9.2021. Rita Amelia Grunspan (GdL Sicurezza Cni) ha illustrato le proposte per l’accordo Stato-Regioni sulla formazione. Infine, Daniela Sagarese e Maurizio Costa (GTT del Gdl Sicurezza Cni) hanno approfondito il rapporto della tecnologia e dell’innovazione per la sicurezza.

I lavori, moderati da Guido Razzano (Cni), sono proseguiti nel pomeriggio con la presentazione del Concorso nazionale 'Archivio delle buone pratiche per la salute e sicurezza sul lavoro nei cantieri temporanei e mobili' a cura di Antonio Leonardi (Gdl Sicurezza Cni e Coordinamento Tecnico delle Regioni) e Federico Serri (Gdl Sicurezza Cni e presidente dell’Ordine Ingegneri di Reggio Emilia).

A seguire ci sono stati gli interventi di alcuni rappresentanti dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino. Antonio Giangregorio ha trattato la formazione e lo sviluppo della cultura della sicurezza nelle economie emergenti; Massimo Pasquero ha spiegato come gli impianti di produzione idrogeno a zero emissioni stiano diventando i protagonisti della transizione green. Augusto Franzero ha trattato i sistemi di prossimità applicati alla sicurezza sul lavoro. Chiara Amaro si è soffermata sulla nuova frontiera degli impianti sportivi. Fabio Rosito, infine, si è soffermato sulla patente a punti come strumento di qualifica delle imprese. La conclusione dei lavori è stata affidata a Fulvio Giani (vice presidente vicario dell’Ordine degli Ingegneri di Torino e membro del Gdl Sicurezza Cni).

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Lavoro

Design: brand di luxury furniture indiano Diviana sceglie...

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Fondato da Kapil Chopra, sotto la direzione artistica di Marco Corti fonde artigianalità indiana e stile italiano

Design: brand di luxury furniture indiano Diviana sceglie Milano per aprire il primo hub europeo

Capitale indiscussa del design mondiale, Milano accoglie nel cuore del quadrilatero della moda, in via Monte di Pietà 13/1, il lancio internazionale di un nuovo marchio d’arredo destinato a riscuotere un grande successo. Si tratta di Diviana, brand indiano che ha l’ambizione di proporre mobili di lusso che coniugano modernità e tradizione, stile e contemporaneità, superando i confini prestabiliti tra eleganza e innovazione. Una sfida che vede alleati manifattura indiana e design italiano: infatti l’Art director del marchio e autore delle prime due collezioni per l’Europa è Marco Corti, architetto e designer di grande esperienza e fama internazionale. I numeri di Diviana - 900 professionisti appassionati e qualificati in tutto il mondo, un fatturato di circa 15 milioni di euro e un investimento in Italia e in Europa che nel prossimo biennio raggiungerà i 50 milioni di euro - mostrano le dimensioni dell’investimento internazionale in corso da parte del brand indiano.

Fondato nel 2009 da Kapil Chopra, imprenditore visionario con una profonda conoscenza del settore dell’arredo-design, Diviana è un marchio che in pochi anni è cresciuto fino a diventare un simbolo di raffinatezza in tutta l’area Asian e Middle Est. “L’obiettivo di Diviana - spiega Chopra - non è solo quello di partecipare al mercato del lusso, ma stabilire nuovi standard di raffinatezza ed esclusività grazie alla nostra miscela unica di qualità, eleganza e a una vasta gamma di prodotti premium-to-luxury. Noi creiamo mobili che trascendono la mera estetica, infondendo in ogni ambiente un senso di raffinata eleganza e profondità emotiva. Ogni pezzo è meticolosamente progettato per ispirare, elevando spazi ordinari in straordinari santuari di stile e raffinatezza, incarnando l'essenza stessa del vivere moderno".

"Non ci limitiamo a creare mobili - prosegue il Ceo - ma creiamo pezzi che parlano di uno stile di vita definito dall'eleganza, dall'innovazione e dal rifiuto di scendere a compromessi con la qualità. L’azienda è consapevole che il vero lusso consiste nel creare ambienti su misura che riflettano lo stile unico dei clienti e ne elevino lo stile di vita. I nostri clienti sono intenditori di design, individui che cercano non solo la bellezza, ma anche il significato e la distinzione in ogni angolo dei loro spazi".

Per questo motivo, il marchio ha creato un processo di soluzioni personalizzate progettate per soddisfare ogni esigenza e superare le aspettative. Dalla consultazione iniziale all'installazione finale e oltre, ogni fase è ottimizzata per offrire ai clienti un'esperienza di progetto senza soluzione di continuità. Servizi di progettazione e produzione su misura di mobili, fornitura di rivestimenti, armadi e porte, l’azienda offre un pacchetto completo chiavi in mano per creare ambienti unici e sofisticati.

Per il proprio debutto nel Vecchio Continente, Diviana ha scelto Milano e, in particolare, via Monte di Pietà 13/1, in pieno Quadrilatero della moda, cuore pulsante dell’economia meneghina dove arte, moda e design sono protagonisti assoluti. Una location che conferma quel percorso creativo che mette in contatto le tradizioni indiane e il moderno design italiano per dare vita a un hub di sofisticata eleganza. Realizzato su una superficie di circa 220 mq, il progetto di interior design per il primo Flagship Store Diviana ha avuto come obiettivo principale la valorizzazione delle nuove collezioni Sublime e Q Collection entrambe firmate da Marco Corti.

“L’approccio progettuale - sottolinea l’Art director - si è basato sulla creazione di un contesto raffinato e accogliente, pensato per mettere in risalto le qualità distintive degli arredi, grazie all’utilizzo di pannellature murali di vario tipo e lampade decorative accuratamente progettate. L'idea - prosegue Corti - è stata quella di dare vita a un ambiente sobrio ed elegante, dove ogni elemento fosse studiato per esaltare al meglio l’essenza dei prodotti esposti. Texture murali neutre e una pavimentazione armoniosa sono state scelte per creare un equilibrio visivo che permettesse agli arredi di emergere come veri protagonisti dello spazio, trasmettendo un’esperienza sensoriale unica e coinvolgente per il visitatore".

“Stabilire un hub a Milano - conferma Chopra - ci darà l’opportunità di connetterci con i mercati chiave di tutto il continente in modo più efficace, sfruttando i forti legami della città con i settori del design, della moda e del lusso. Una base da cui coordinare i nostri sforzi commerciali, produttivi e di partnership in tutto il Vecchio Continente, assicurandoci di rimanere agili e reattivi alle esigenze del mercato europeo e alle preferenze dei consumatori".

“Milano - rimarca Chopra - è più di una località, è un simbolo di eccellenza globale, nella moda, nella cultura e ovviamente, nel design. Dopo aver considerato altre candidate in ogni lato del pianeta, abbiamo scelto Milano perché incarna lo spirito di eleganza, artigianalità e design lungimirante che definisce Diviana. Questo debutto non è solo un ingresso in Europa, non siamo qui solo per aprire uno showroom, ma per aggiungere la nostra voce alla ricca narrativa del design di questa città, per diventare una parte importante dell'eredità di Milano nel mondo del design.

"Con l’arrivo a Milano, ci proponiamo di trarre ispirazione da questo contesto così dinamico per offrire ai consumatori qualcosa di diverso. La clientela esigente di una città così cosmopolita e l'apprezzamento per l'artigianato di alta qualità si allineano perfettamente con la nostra visione di elevare la scelta dei consumatori attraverso offerte innovative e ponderate", aggiunge.

Le collezioni in anteprima firmate Marco Corti sono Sublime Collection e Q Collection. Definizione pulita, chiara, mai serpeggiante né rigidamente geometrica, morbidezza controllata, mai lasciata all'abbandono caratterizzano Sublime, dove la qualità dei materiali si veste di colori semplici, dettagli sartoriali che non accecano né giocano, ma riposano. L'ambiente della collezione Sublime è infatti un luogo lussuoso e accogliente che favorisce la calma e le voci sommesse di chi comprende l'importanza delle parole e delle relazioni. “Per Sublime - racconta il designer - i miei riferimenti sono l'architettura e gli interni italiani degli anni '20 e '30 del XX secolo, dove i dettagli avevano forti richiami al passato. Questa è la mia collezione, il mio significato di stile, lusso e bellezza amichevole; in una parola il mio stile di vita. Citando Baudelaire, i miei mobili e i miei interni si chiudono con calma, lusso e sensualità”.

La Collezione Q, invece, è una famiglia di arredi con una forte personalità internazionale, il cui concetto si basa su tre qualità: moderno, minimale e sofisticatezza. Forme morbide e colori cipria caratterizzano tutti i pezzi, creando un ambiente in cui ognuno contribuisce a raccontare un'identità unica. Queste caratteristiche distintive diventano il motore della realizzazione di ogni singolo articolo, infatti la collezione è pensata per creare un linguaggio contemporaneo nell'atmosfera domestica.

“La nostra aspirazione - dice Corti - è quella di progettare una collezione ricca, solida e completa, che si distingua sia per il design che per la qualità, e che proietti in modo coerente il nostro valore e la nostra visione dell'abitare contemporaneo, affinché tutti possano condividerla. A 'moderno, minimale e sofisticato' potremmo aggiungere anche 'rigore, semplicità e lusso'. Infatti, tutti i singoli elementi della collezione sono stati progettati con linee pulite, sensazione di equilibrio e attenzione alla qualità”. Ogni singolo particolare è stato curato al dettaglio, dalle forme morbide alla scelta di texture e colori tenui. Il mondo della Collezione Q si esprime non solo attraverso i singoli pezzi, ma anche nella capacità di trasformarla in uno 'stile di vita' in ogni ambiente e in ogni contesto interno.

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Lavoro

Olimpia Splendid, con Unico economia circolare e produzione...

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Francesco Saccone: "Elettrificare, efficientare e decarbonizzare sono le parole chiave del piano europeo per il Green Deal, ma anche del nostro piano di crescita"

Francesco Saccone, r&d manager e consigliere con delega alle Esg di Olimpia Splendid

L'economia circolare a misura di climatizzatore. E' il caso della strategia aziendale messa in atto da Olimpia Splendid, azienda italiana che, da quasi 70 anni, progetta, produce e commercializza tecnologie per climatizzare, riscaldare e trattare l’aria di casa. "L'economia - dice all'Adnkronos/Labitalia Francesco Saccone, r&d manager e consigliere con delega alle Esg di Olimpia Splendid - diventa circolare quando iniziamo a pensare all'intero ciclo di vita del prodotto. Sebbene i life cycle assessment abbiano evidenziato come l'impatto ambientale di un climatizzatore dipenda in gran parte dal consumo energetico, e quindi dalla fase di utilizzo, lavorare sull'efficienza tecnologica dei prodotti non può essere l'unico driver di sviluppo per noi produttori".

"La progettazione per la riparabilità e la disassemblabilità - spiega -allungano la vita utile del prodotto e semplificano la trasformazione del rifiuto in una risorsa, attraverso il recupero e la rigenerazione. Un tema che in Olimpia Splendid abbiamo a cuore da quasi 20 anni, ovvero da quando abbiamo contribuito alla fondazione dei consorzi Ecoped e Ridomus".

"La nostra gamma di climatizzatori Unico - dice - si è ulteriormente innovata introducendo per alcuni suoi componenti, estetici e non, la plastica 100% riciclata post-consumo. Da tempo - fa notare - eravamo alla ricerca di polimeri termoplastici provenienti dalla filiera del riciclo, da inserire nelle nostre linee di produzione. Individuare una materia prima secondaria con caratteristiche simili a quelle della plastica vergine, dal punto di vista sia tecnico sia estetico, sembrava però impossibile. Grazie alla collaborazione con Safe e all’incontro con Stena recycling siamo però riusciti a trovare un polimero post-consumo di elevata qualità, frutto di tecnologie di separazione avanzate. L'abbiamo quindi utilizzato per la produzione di alcune componenti interne sul prodotto e abbiamo iniziato ad introdurlo anche su piccole porzioni estetiche, dove il tema è ancora più complesso perché tocca la sfera estetica del prodotto".

"La plastica - afferma - è una materia prima importante per il mondo della climatizzazione: i prodotti si distinguono anche per finitura estetica e la plastica è riconosciuta come materiale ideale per il mondo del design. In questo scenario è quindi fondamentale per noi adottare e valorizzare tutti quei comportamenti virtuosi che permettono di ridurne l’impatto ambientale e di alimentare un’economia circolare. Essere tra le prime aziende del nostro settore a introdurre plastica riciclata post-consumo è sicuramente motivo di orgoglio".

"La sostenibilità - rimarca Francesco Saccone - è uno dei nostri 3 drivers di sviluppo industriale, insieme all'innovazione e alla presenza internazionale. Elettrificare, efficientare e decarbonizzare sono le parole chiave del piano europeo per il Green Deal, ma anche del nostro piano di crescita. Nell'ultimo anno abbiamo dato vita a collaborazioni strategiche che ci permetteranno di essere ancora più incisivi rispetto agli obiettivi dell'Agenda Onu 2030".

"E - ricorda - abbiamo raggiunto importanti risultati anche per noi stessi: il nostro polo produttivo è stato interamente convertito a energia elettrica rinnovabile, attraverso l'auto-produzione e l'acquisto da enti certificati e abbiamo ridotto del 17% le emissioni di gas a effetto serra rispetto al 2019 (nostra base di partenza). Obiettivo: raggiungere la completa neutralità climatica entro il 2040".

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