È morto Marcello Testa, il pierre della movida romana aveva 65 anni
Si trovava solo in casa quando è stato colto da malore. Dagli anni '80 è stato il primo pierre inteso come 'aggregatore' di giovanissimi che in quegli anni frequentavano le discoteche
Marcello Testa, pierre di spicco della 'Roma by night' dagli anni '80 al 2000, è morto la scorsa notte. Si trovava solo in casa quando è stato colto da malore, ha chiamato lui stesso il 118 ma quando è sopraggiunto il personale medico ha potuto solo constatarne il decesso causato da un infarto. Classe '59 (65 anni compiti il 6 maggio) lascia due figli, Maria Camilla, 25 anni, avuta dalla prima moglie Elisabetta e Nicholas, 20 anni, avuto in seconde nozze. Le esequie si terranno lunedì a Roma alle 11 presso la chiesa Santa Maria della Mercede, in viale Regina Margherita. Il feretro sarà esposto a partire dalle 9 per l’ultimo saluto di parenti e amici.
Per chi ha vissuto gli anni d’oro della 'movida romana', Marcello Testa ha rappresentato senza dubbio una figura centrale, di spicco, forse il primo pierre inteso come 'aggregatore' di giovanissimi che in quegli anni frequentavano le discoteche, ai massimi del loro successo (FOTOGALLERY). Giancarlo Bornigia fu il primo che lo volle con sé, prima al Piper, poi al Gilda e infine all’Alien. Prestante e di bella presenza, già pilota e paracadutista, aveva anche un grande successo con le donne. "Marcello è stato una figura imprescindibile delle notti romane - lo ricorda Paola Lucidi, pierre di punta degli anni '90 -. Un uomo educato, simpatico e bellissimo…e non lo dico perché non c’è più! Era proprio così! Dove si trova ora organizzerà serate strepitose con i tanti, troppi amici che lo hanno preceduto! Ciao Marcello".
Commosso anche il ricordo di Davide Bornigia, figlio di Giancarlo. "Con Marcello siamo amici da sempre, prima ancora che facesse il pierre. È stato un pioniere nella sua professione. Gli affidammo l’organizzazione delle domeniche sera del Gilda, insieme a Paolo Marteletti e Nino Babudri. Fu un grande successo", ricorda. Anche Corrado Rizza, dj 'storico' di quegli anni ruggenti, insiste sulla sua figura di 'aggregatore di giovani'. “Marcello è stato una forza della natura. Il primo pierre di locali quando questo lavoro ancora non esisteva. Ha lavorato con successo nei posti più belli di Roma, dal Piper all’Histeria, arrivando a creare un posto tutto suo, la Ditta Marcello Testa. E poi le donne erano tutte pazze di lui!”
E ancora, la testimonianza di Fabio Carnevali, 'cantore' con la sua rivista 'Roma di Notte' della nightlife di quegli anni. "Per me e per Roma di Notte Marcello rappresentava, oltre che un amico, un sicuro punto di riferimento e fornitore di materiale fotografico, viste le sue importanti amicizie che puntualmente coinvolgeva e invitava alle sue serate. Una persona buona, genuina, sempre disponibile".
Economia
Coccinelle cresce a doppia cifra, nei primi 9 mesi...
Nei primi nove mesi del 2024 la strategia customer-centric adottata da Coccinelle, orientata a rispondere in modo sempre più preciso alle esigenze del consumatore, ha portato a un rafforzamento in termini di posizionamento del brand registrando una solida crescita a doppia cifra in tutti i canali distributivi e nelle diverse aree geografiche. Crescita anche in termini di comunicazione e di prodotto. L’espansione e il rinnovamento a livello retail hanno rappresentato un elemento chiave della strategia aziendale che ha portato a nuove aperture in Italia, casa del brand, in Medio Oriente ad Abu Dhabi, a Malta, in Cina e in Repubblica Ceca, e le ristrutturazioni di boutique in località turistiche di rilievo come Taormina e Napoli in Italia e Atene in Grecia.A livello di performance finanziaria, i primi nove mesi dell’anno hanno visto un incremento del fatturato pari al +13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, supportato da un Ebitda (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation, and Amortization) significativamente positivo.
Con un traguardo oltre i 100 milioni nel 2024, il mercato europeo si è distinto per una crescita del +15%, consolidando la posizione di Coccinelle come marchio leader nella regione. L’Italia ha mantenuto il suo ruolo centrale, contribuendo con il 44% delle vendite complessive, grazie alla forte presenza del brand sia nei canali diretti che in quelli indiretti. Mercati chiave come la Germania, l’Austria e l’Europa orientale hanno continuato a mostrare segnali di espansione. Il mercato asiatico ha contribuito per il 10% alle vendite totali del brand, mantenendosi stabile rispetto all’anno precedente. In quest’area, la riapertura della boutique nella città di Shanghai presso Daimaru Department Store in Cina e la riapertura della boutique presso il Central World Mall di Bangkok in Thailandia rappresentano importanti passi avanti nella strategia di espansione internazionale del marchio.
Nel Middle East, Coccinelle ha registrato una crescita significativa, con l'apertura della boutique presso The Galleria Al Maryah Island Mall ad Abu Dhabi, consolidando ulteriormente la presenza del marchio in un’area geografica strategica. L’e-commerce si conferma un canale fondamentale per l’azienda, contribuendo con il 6% al fatturato totale, una percentuale che sale oltre il 20% se si considera anche la distribuzione online attraverso il canale wholesale. I fatturati del canale coccinelle.com sono cresciuti del +10% contro il 2023. La rete di vendita globale di Coccinelle, oggi presente in 45 nazioni,include attualmente 120 negozi monomarca e circa 1.300 punti vendita nei principali department store e negozi multimarca di prestigio, oltre a una presenza rilevante nel settore del travel retail.Con risultati ottenuti, Coccinelle si posiziona come azienda in costante espansione e proiettata ad una crescita solida e costante. Tra le strategie per il 2025, il brand punta a consolidarsi con nuove aperture e restyling globali, una formazione mirata del personale tramite la Retail Academy e progetti di espansione in Giappone e Dubai entro il primo semestre. Il 2025 vedrà anche l’arrivo di importanti novità in ambito di prodotto, con il nuovo e simbolico modello C-ME e celebrazioni per il decimo anniversario della linea iconica Arlettis, oltre che a progetti speciali e nuove collaborazioni.
Economia
Manovra, a fine anno spunta la Rottamazione quinquies: come...
La risposta dei commercialisti: cosa sappiamo, come funziona, cosa potrebbe comportare
Rottamazione delle cartelle, nuovo capitolo. "A fine anno, con i regali di Natale, compare a sorpresa (ma non tanto) tra gli emendamenti al Dl 155/2024 Legge di Bilancio, la rottamazione quinquies. Le motivazioni della quinta pace fiscale possono essere sintetizzate nell’opportunità per il governo di incassare il delta del mancato incasso dalla 'quater' stimato in 100 milioni di euro, e per rispondere alle richieste di aiuto di un gran numero di contribuenti che pur aderendo alla rottamazione quater, non sono riusciti a pagare le rate. Ciò determinerebbe per tantissimi contribuenti il rischio di ricevere pignoramenti dello stipendio, conti correnti, case e automobili". Così, con Adnkronos/Labitalia, Mario Michelino, presidente Associazione Nazionale Dottori Commercialisti (Andoc) sull'emendamento della Lega alla manovra, che va ad aggiungersi al tentativo analogo di Forza Italia nel decreto Fiscale.
Come funziona la rottamazione quinquies
"Stando alle prime indiscrezioni, si tratterebbe -spiega Michelino- di una riapertura della quater che definiva i ruoli dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 con la nuova possibilità di includere il periodo dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2024. In tal modo sarebbero coperti esattamente quei debiti esclusi dalla precedente rottamazione. Le modalità sono quelle già note: il pagamento del debito con uno sconto sostanzioso su sanzioni e interessi, forfait del 5%, con il pagamento integrale dell'imposta dovuta. Sarà possibile pagare in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2025 o in 18 rate di cui la prima in scadenza entro la stessa data e le altre con interessi al 2%", aggiunge.
Secondo Michelino "nella rottamazione quinquies rientrano, come la precedente, l’Irpef, l’Iva, l’imposta di registro, le multe stradali, il bollo auto e i tributi locali, a fronte dell’annullamento di sanzioni, interessi per ritardata iscrizione a ruolo, somme aggiuntive ai crediti previdenziali e l’aggio della riscossione. Infine, i Comuni saranno liberi di decidere volontariamente se rottamare le ingiunzioni fiscali e gli accertamenti esecutivi, come previsto anche dalla precedente pace fiscale", aggiunge ancora.
Cosa potrebbe comportare?
"In ogni caso questo ulteriore sconto a favore dei contribuenti -sottolinea- potrebbe intaccare gli equilibri di finanza pubblica generando problematiche per la tenuta dei conti. Vale la pena ricordare che sono in discussione ulteriori misure. Il ravvedimento speciale (da non confondere con quello legato al concordato) anche per le dichiarazioni appena chiuse (anno d’imposta 2023) e quelle dei periodi precedenti, il tutto con una sanzione ridotta a un diciottesimo. Sul tavolo, come l’anno scorso, anche la rateizzazione degli acconti fiscali e previdenziali per le persone fisiche titolari di partita Iva, fino a 170.000 euro di ricavi o compensi nel 2023. Una novità importante riguarda la cartolarizzazione del magazzino dei crediti, attualmente di circa 1.247 miliardi di cartelle per tasse, multe e contributi non pagati, che andrebbero affidate ad un soggetto pubblico per la riscossione", conclude Michelino.
E per Francesco Cataldi, presidente Unione Giovani Dottori Commercialisti: “Si parla di "rottamazione quinquies" perché negli ultimi otto anni questa sarebbe la quinta volta in cui viene presentata questa misura. Sostanzialmente -spiega ad Adnkronos/Labitalia il professionista- la ricetta è sempre la medesima, ovvero si dà a privati ed imprese la possibilità di versare - con pagamenti decorrenti da luglio 2025, in unica soluzione o in misura rateale - le imposte già in carico all'agente della riscossione, senza dover corrispondere interessi di mora e sanzioni ma appunto unicamente le imposte e gli interessi in misura legale".
Come Unione giovani "rileviamo che la misura indubbiamente può essere d'ausilio ai contribuenti in difficoltà; allo stesso tempo, non possiamo non rilevare che la sistematicità con cui è stata introdotta negli ultimi anni e l'aspettativa che si crea inevitabilmente sulla futura riproposizione dello strumento crea un effetto che scoraggia l'adempimento regolare in una platea non indifferente di contribuenti, ed il fatto che una misura straordinaria venga reintrodotta regolarmente è probabilmente spia del fatto che la riscossione debba essere ripensata dalla fondamenta”, conclude Cataldi.
Economia
Nicola Levoni: “Pronti a escludere fornitori che non...
Il presidente di Levoni, in un'intervista all'Adnkronos, risponde ai rilievi dell'associazione 'Essere animali'. Apre al confronto e sostiene la necessità di un patto per l'intera filiera
'No' fermo a qualsiasi accostamento con aziende che non rispettino gli animali. E l'impegno a intervenire, escludendole dal parco fornitori, nel caso in cui dovessero essere accertate violazioni. Nicola Levoni, presidente di Levoni Spa, azienda leader nel settore dei salumi, risponde in un'intervista all'Adnkronos ai rilievi dell'associazione 'Essere animali', che ha denunciato il cattivo stato di allevamenti che ritiene siano fornitori del Gruppo. L'imprenditore parla delle strategie per garantire il benessere animale, apre al confronto e sostiene la necessità di un patto per l'intera filiera.
Levoni è un’azienda che cresce, anche a livello internazionale. Quanto conta la reputazione del marchio?
"Da oltre un secolo portiamo avanti la missione del fondatore, nostro bisnonno Ezechiello Levoni: perseguire l’assoluta eccellenza nella produzione di un ampio assortimento di salumi, senza mai scendere a compromessi sulla qualità, ad ogni livello. Continuiamo a lavorare con serietà ed impegno, prestando sempre attenzione alle esigenze dei nostri clienti e consumatori. È da questo dialogo aperto e attivo che si è generata la fiducia e, di conseguenza, la reputazione del marchio: grazie a ciò che dicono dell’azienda le persone che lavorano con noi, i fornitori, i nostri clienti ed i nostri consumatori. La loro fiducia ed il loro apprezzamento hanno per noi un valore inestimabile ed è grazie ad essi se - in oltre cento anni di storia – siamo cresciuti, arrivando ad investimenti e progetti ambiziosi, come la recente apertura di una sede negli USA, un importante obbiettivo raggiunto a seguito di un lavoro iniziato negli anni 90".
Come e quanto investite sul benessere animale?
"Sono oltre 60 anni che Levoni s’impegna su questo fronte: anticipando requisiti divenuti nel corso degli anni cogenti a livello comunitario, negli ultimi 3 anni l’azienda ha investito indicativamente il 3% del fatturato di filiera per promuovere standard di biosicurezza più elevati, maggiore spazio, migliori condizioni ambientali e assicurando l’adeguata disponibilità di acqua e alimenti. E ancora, limitando al massimo lo stress durante il trasporto ed eliminando le azioni che generano sofferenza. Tutto questo perché siamo convinti che solo da un animale sano e accudito si possono ottenere salumi di alta qualità, dal gusto tipico e apprezzato in tutto il mondo".
Come risponde alle contestazioni dell’associazione animalista Essere Animali?
"Levoni ha fatto del Benessere Animale la sua filosofia e si è volontariamente data requisiti molto più restrittivi delle normative in vigore per un selezionato gruppo di allevamenti con cui ha costituito la filiera certificata benessere animale. Non possiamo e non vogliamo accettare alcun accostamento, anche indiretto, con aziende e/o fornitori che non rispettino gli animali e, con essi, i consumatori. Nonostante sia stata fatta da noi una richiesta specifica proprio per far luce su quanto viene contestato, al momento non ci sono stati forniti elementi su queste strutture e dunque non possiamo effettuare verifiche ad hoc. Non dimentichiamo, poi, che le restrizioni biosanitarie imposte a causa della Peste Suina Africana purtroppo non rendono semplici i controlli. Anche per esempio, da parte dell’Ente certificatore. Ma una cosa possiamo dirla con certezza: interverremo subito, una volta identificate le strutture segnalate, per accertare che siano effettivamente fornitrici e, qualora fossero coinvolte come le segnalazioni denunciano, verranno escluse dal nostro parco di fornitori".
In che modo è possibile garantire anche per gli allevamenti da cui vi rifornite?
"Non possiamo certo garantire per altre aziende, ma possiamo garantire il nostro impegno nel rifornirci da allevamenti che rispettino la nostra filosofia e i nostri standard. Un impegno che confermiamo anche in questo momento così difficile a causa della Peste Suina Africana. Per questo siamo disponibili a dialogare con le associazioni animaliste, per proporre loro di collaborare al nostro progetto di rafforzamento del benessere animale. Inoltre, vogliamo farci promotori di un’iniziativa strategica e multisettoriale per il miglioramento delle condizioni negli allevamenti con gli enti di controllo e altri attori della nostra filiera. L’idea, però, è quella di partire coinvolgendo attivamente le associazioni animaliste in un tavolo di lavoro".
A cosa serve il tavolo di lavoro aperto con le associazioni animaliste?
"Abbiamo molti obiettivi comuni ed è giunto il momento di superare le contrapposizioni e i conflitti. Il benessere animale non è solo un atteggiamento etico e rispettoso verso gli animali, ma anche una garanzia di qualità e sostenibilità per i consumatori. Sono decenni che ci impegniamo su questo fronte e siamo convinti che coinvolgere nel nostro cammino tutti quelli che vogliono migliorare su questo fronte sia una grande opportunità".
Quali procedure e quali controlli si possono mettere in campo per prevenire il rischio di comportamenti scorretti?
"Un’imprescindibile base di partenza è il lavoro sinergico tra pubblico e privato, ovvero tra chi deve far rispettare la legge e il mondo produttivo. Siamo tutti chiamati a impegnarci nel seguire un percorso virtuoso che coinvolge anche il benessere animale per giungere ad un futuro migliore e più sostenibile per tutti. Noi in prima persona abbiamo deciso di farci affiancare nel nostro operato da enti di certificazione accreditati. Questi verificano l’applicazione di protocolli precisi, attraverso controlli e verifiche periodiche negli allevamenti da parte di personale formato e qualificato".
Quali obiettivi deve avere un ‘Patto etico’ per l’intera filiera?
"Più che di Patto etico, parlerei di una sorta di Patto Benessere Animale. Gli obiettivi sono diversi. In primis, arrivare a garantire uno standard condiviso dai vari soggetti della filiera produttiva; superare differenze e contraddizioni che finiscono anche per danneggiare la filiera stessa e porre finalmente al centro il concetto di Benessere animale. Che poi è il nostro impegno da oltre sessant’anni". (Di Fabio Insenga)