E' accaduto poco prima delle 9 nel tratto tra Meolo e San Doná in direzione Trieste
Un incidente, che ha coinvolto complessivamente dieci auto, è avvenuto poco prima delle 9 nel tratto a tre corsie dell'autostrada A4, tra Meolo e San Doná in direzione Trieste al chilometro 424. Dodici i feriti, distribuiti negli ospedali tra Treviso e Mestre. Sul posto elisoccorso, vigili del fuoco, polizia stradale e personale di Autostrade Alto Adriatico. Cinque i chilometri di coda nel tratto dove si sta facendo defluire il traffico sulla corsia d'emergenza.
Il tratto di strada è stato riaperto dopo qualche ora, dopo mezzogiorno. Il traffico ora è tornato a scorrere sulle tre corsie ma sono state registrate code a Portogruaro sulla A28, al bivio di Palmanova in direzione Tarvisio e anche al casello di Trieste Lisert, incrementando le code che erano già previste, essendo un sabato da bollino nero per il traffico da intenso a critico.
Altri due incidenti ma senza feriti hanno rallentato l’esodo anche sul Passante di Mestre, in direzione Trieste: alle 10.30 si sono registrati tre chilometri per un tamponamento tra tre veicoli avvenuto al chilometro 401, nel territorio di Mogliano Veneto (Treviso), tra gli svincoli di Preganziol e della A27 Venezia-Belluno. Coinvolti un camper e due auto, nessun ferito tra gli occupanti. In precedenza, sullo stesso tratto, ma al chilometro 402, un altro tamponamento aveva coinvolto un mezzo pesante e un’auto, anche in questo caso senza feriti. Il traffico risulta intenso su tutta la rete con code in A4 tra Padova Est e il Bivio A4/A57 Dolo in direzione Trieste e in uscita alla barriera di Mestre.
Cronaca
Carabinieri, passaggio consegne tra generali Luzi e Luongo:...
Cerimonia di avvicendamento del comandante generale dell’Arma dei Carabinieri stamattina alla caserma “Salvo D’Acquisto” di Tor di Quinto: passaggio di consegne tra il generale di Corpo d’Armata Teo Luzi, cedente ed il generale di Corpo d’Armata Salvatore Luongo, subentrante. L’evento è stato suggellato dalla presenza del ministro della Difesa, Guido Crosetto, e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano.
Il gen. c.a. Luzi, giunto al termine di una “entusiasmante vita militare iniziata 46 anni fa”, ha sottolineato: “L’Arma mi ha permesso di vivere la magia di rapporti profondi e autentici con i Carabinieri, che ammiro per la tempra e la professionalità. Li considero veri e propri eroi del quotidiano”. Rivolgendosi poi ai militari: “Fate il vostro dovere e sarete ricompensati da mille soddisfazioni, come lo è stato per me”. Concludendo: “Il mio grazie più grande all’Arma dei Carabinieri che mi ha spinto ogni giorno a spostare avanti i miei limiti, a pormi nuovi traguardi per affrontare sfide sempre più complesse”. Il generale di Corpo d’Armata Teo Luzi lascia il comando dopo aver guidato l’Arma dal 16 gennaio 2021. Ha intrapreso la carriera militare nel 1978, reggendo prestigiosi incarichi di comando per oltre 18 anni, tra cui quello di comandante della compagnia di Roma Centro e dei comandi provinciali di Savona e Palermo e della Legione Carabinieri “Lombardia”.
Ha ricoperto, dal 6 settembre 2018 al 15 gennaio 2021, l’incarico di capo di Stato maggiore del comando generale dell’Arma dei Carabinieri. Dall'1 gennaio 2023, nell’ambito dell’annuale presidenza di turno di EuroGendFor, ha assunto, in rappresentanza della Difesa, la Chairmanship italiana in seno al Comitato Interministeriale di Alto Livello (Cimin).
Il generale Luongo, intervenuto successivamente ha ricordato la figura di “un maresciallo, comandante di Stazione, che, pur avendo difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena per la propria famiglia si prodigava a ospitare nel proprio alloggio bambini per offrire loro un pasto caldo. Era un vero tutore dell’ordine, un militare dalla schiena dritta, ma al tempo stesso un uomo di straordinaria dignità, con un enorme attaccamento alla sua comunità e con innato senso della giustizia. Quel maresciallo riuniva in sé, nel suo agire, tutti i valori dell’Arma, la generosità, il coraggio, l’empatia, l’attitudine ad essere vicino ai più bisognosi”.
Successivamente, il gen. c.a. Luongo ha sottolineato come “l’Arma deve continuare a massimizzare l’impiego della tecnologia, sia in funzione preventiva che repressiva, sfruttando anche le reali potenzialità dell’intelligenza artificiale e migliorando la capacità di governare lo spazio cibernetico per contrastare il crimine”. Rivolgendosi poi alle nuove generazioni tra le fila dell’Arma: “Scommettiamo sui nostri giovani Carabinieri, incitiamoli al cambiamento, stimoliamoli a cercare nuove strade in modo che ogni militare si senta pienamente coinvolto in un virtuoso progresso di crescita”. Infine, concludendo: “Nel solco della secolare storia dell’Arma e degli insegnamenti che ho ricevuto dai miei maestri, sarò sempre a fianco di tutti i carabinieri che servono i cittadini con determinazione, diligenza e costanza, perché l’Arma deve continuare essere strumento virtuoso per la costruzione di una società più giusta”.
La carriera del nuovo comandante, gen. c.a. Luongo, classe 1962, è iniziata nel 1977 alla scuola militare “Nunziatella”. Ha ricoperto ruoli di prestigio nell’Arma dei Carabinieri, tra cui comandante provinciale di Milano e Roma, assistente militare e aiutante di Campo per l’Arma dei carabinieri del presidente della Repubblica e capo Ufficio legislativo del ministro della Difesa. Dal dicembre 2023 è comandante interregionale carabinieri 'Podgora' e, dal giugno 2024, è vice comandante generale dell’Arma. Ha ricevuto numerosi encomi e onorificenze, tra cui quella di Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, medaglia mauriziana e, da ultimo, cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.
Ha quindi preso la parola il generale Luciano Portolano, capo di Stato maggiore della Difesa, il quale ha evidenziato il suo orgoglio per l’Arma, una nicchia di eccellenza che ha assunto un ruolo di primo piano nel campo delle moderne missioni di training, advising, assistance e capacity building; oltre a rappresentare un riferimento mondiale nell’esercizio della funzione di stability policing, anche con il Centro di Eccellenza “CoEspu” di Vicenza.
Infine il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha dichiarato: “Si chiude un capitolo di storia dell’Arma dei Carabinieri. Sotto la guida del generale Luzi, cui esprimo profonda gratitudine, abbiamo visto una Benemerita all’avanguardia, radicata nelle tradizioni, con 'il Carabiniere' sempre al centro. Al generale Luongo il compito di confermare l’Arma come presidio di legalità e, insieme, punta di innovazione. A tutti i carabinieri il plauso, la fiducia e la riconoscenza della Nazione. Non esiste Difesa senza Carabinieri e non esiste Italia senza Carabinieri”.
In mattinata, prima dell’evento, i due alti ufficiali hanno reso omaggio ai Caduti deponendo prima una corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto, situato presso l’Altare della Patria e poi al sacrario presso il Museo Storico dell’Arma, un gesto simbolico che sottolinea l’importanza dei sacrifici compiuti dai militari italiani per la difesa e la libertà del Paese.
Cronaca
Covid, no risarcimento per morte 85enne contagiato in...
La sentenza ad Alessandria su caso in seconda ondata pandemica con misure preventive in atto ma contagi elevatissimi
Nessun risarcimento per la morte di un paziente di 85 anni, contagiato in ospedale, dopo un intervento per la frattura del femore, a ottobre 2020. Pur nell'evidenza che il virus era stato contratto in ospedale, la giudice del tribunale di Alessandria ha ritenuto che l'azienda sanitaria, chiamata in causa dalla moglie e dalla figlia dell'uomo deceduto, aveva adottato tutte le misure prescritte e che, in base alle consulenze tecniche, "non era possibile evitare o contenere se non molto limitatamente il rischio di diffusione del virus in ambiente ospedaliero". La sentenza, del 16 ottobre 2024, ha quindi rigettato le richieste delle familiari condannandole al pagamento di tutte le spese del procedimento.
"Si tratta - spiega all'Adnkronos Salute l'avvocato torinese Federico Fossati, legale dell'azienda sanitaria pubblica di Alessandria contro la quale le congiunte del paziente deceduto avevano fatto causa - del primo provvedimento decisorio su scala nazionale di rigetto di richiesta di risarcimento per una morte da contagio da Sars-CoV-2. Ad oggi abbiamo soltanto un'altra sentenza, pronunciata dal tribunale di Padova a settembre, di segno opposto", che riguardato un anziano di 82 anni deceduto in Rsa e che si è conclusa con un maxi risarcimento da circa 500mila euro alla famiglia.
"La giudice alessandrina - sottolineato l'avvocato Fossati - ha considerato il problema attraverso una lente di realtà clinica, considerando che Sars-CoV-2 non è una comune infezione nosocomiale. Inoltre ha tenuto conto anche della sequenza temporale. Il contagio è avvenuto all'interno della seconda ondata pandemica, durante la quale i controlli erano noti, erano diffusi, ma la giudice, in base ai dati, ha considerato che anche una stretta osservanza dei protocolli non avrebbe potuto scongiurare il contagio in una fase di altissima circolazione virale. La Asl è stata assolta per la richiesta di risarcimento perché il caso è stato ritenuto senza colpa dato che non poteva essere evitato".
Cronaca
“Basta parlare ai giovani di vini blasonati e...
"Trasmettere i concetti della qualità, ma senza andare a parlare solo e sempre di vini blasonati, costosi e introvabili". Così Andrea Alpi, responsabile formazione del Seminario Veronelli, offre all'Adnkronos una possibile soluzione per attrarre i giovani, che si stanno allontanando sempre più dal mondo del vino: "Bisogna iniziare a parlare dei vini quotidiani, quelli con un rapporto qualità-prezzo eccellente, che si trovano nelle nostre Regioni (ognuna ha almeno tre o quattro uve importanti)". Il vino, continua Alpi, "viene snobbato da qualche ragazzo perché viene considerato solo nel suo contenuto alcolico: se lo vediamo come una delle tante bevande alcoliche spiritose che portano all'ebrezza - continua - siamo finiti perché ci sono infinite concorrenti che portano all'ebrezza in modo più veloce e anche più economico".
'Dopo l'uomo, il vino è il personaggio più capace di raccontare storie', spiega Alpi citando Luigi Veronelli, massimo critico gastronomico del Novecento. Veronelli - continua - "raccontava il vino come si può raccontare la vita di una persona: non si limitava a descrivere sapore e profumo, ma portava nei suoi scritti il territorio e la storia: peraltro con una scrittura brillante e anche molto creativa". A Veronelli, spiega, si deve l'invenzione di numerosi termini come "vino da meditazione" e ancora la modalità di degustazione: prima con gli occhi, poi il naso, infine la bocca.
Oggi, ricorda Alpi, c'è stata la presentazione della Guida Oro Veronelli 2025, che ha offerto una fotografia particolareggiata delle realtà che da Nord a Sud popolano il panorama enologico italiano. "Più che la Bibbia del vino, è la più antica guida di vini in Italia", sintetizza Alpi che invia a mantenere "uno sguardo laico come avrebbe fatto il fondatore". Per assaggiare il vino, prosegue, "bisogna avere consapevolezza sensoriale e competenza tecnica: ogni vino deve avere il diritto di essere assaggiato da un critico che sia al massimo della propria capacità descrittiva. Ma non basta, sostiene Alpi, "oltre a questo serve cultura e conoscenza del produttore: dietro ogni vino c'è un progetto".