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Ucraina, danni alla centrale di Zaporizhzhia. Aiea: “Nessuna minaccia nucleare”

L'accusa di Mosca: "Forze Kiev hanno usato armi chimiche". Evacuazioni a Belgorod. Governatore Kursk: "12 civili morti, 28 località in mano a Kiev, situazione difficile"

Macerie a Kursk - Fotogramma /Ipa

L'Ucraina continua la sua avanzata in territorio russo, rivendicando oggi il controllo di circa mille chilometri quadrati nella regione Kursk. "Continuiamo la nostra offensiva nel territorio della regione di Kursk - ha detto il capo delle Forze Armate ucraine, Oleksandr Syrsky, secondo quanto riporta Interfax Ukraine -. Attualmente circa mille chilometri quadrati di territorio russo sono sotto il nostro controllo".

Proseguono intanto intensi gli scontri nel Donbass, con le forze di Mosca che hanno provato nuovamente a sfondare le difese ucraine a Toretsk e Pokrovsk, ha reso noto lo stato maggiore a Kiev. I russi hanno effettuato 25 attacchi, la maggior parte dei quali sono stati respinti.

Mosca accusa: "Forza Kiev hanno usato armi chimiche"

Nella sua avanzata verso la Russia, l'Ucraina ha usato proiettili con armi chimiche. A denunciarlo il governatore ad interim della regione russa di Kursk, Aleksei Smirnov, parlando con Vladimir Putin. L'attacco è avvenuto nel distretto di Belovsky e risale a sabato, ha spiegato, secondo quanto scrive Ria Novosti.

Smirnov ha inoltre affermato che almeno 12 civili sono morti e 121 sono rimasti feriti durante l'incursione delle forze di Kiev, iniziata la scorsa settimana. E che l'Ucraina controlla 28 località nella regione di Kursk. "La situazione resta difficile", ha riconosciuto, aggiungendo che le forze ucraine sono riuscite a entrare nel territorio della regione per 12 chilometri e la linea del fronte è larga 40 chilometri. Circa duemila cittadini russi restano nelle aree occupate dalle forze russe nella regione, ha precisato, aggiungendo che "non sappiamo nulla delle loro sorti".

Mosca ha ordinato l'evacuazione dei residenti da un distretto della regione di confine di Belgorod e ampliato la zona di evacuazione dalla regione di Kursk.

Il governatore Viacheslav Gladkov ha annunciato che gli abitanti di Krasnoyaruzhsky sarebbero stati evacuati a causa delle segnalazioni di attività dell'esercito ucraino nella zona. "La mattinata è stata allarmante per noi: ci sono attività nemiche al confine", ha detto in un video pubblicato su Telegram. Secondo un censimento del 2021, la popolazione residente è di circa 14.000 persone.

Gladkov ha affermato di credere che i soldati russi saranno in grado di "far fronte alla minaccia che si è presentata, ma per proteggere la vita e la salute della nostra popolazione, stiamo iniziando a trasferire le persone che vivono nel distretto di Krasnoyaruzhsky in luoghi più sicuri".

L'esercito ucraino ha lanciato un'incursione a sorpresa oltre confine nell'Oblast di Kursk il 6 agosto, portando per la prima volta le forze regolari ucraine in Russia. Kiev ha continuato ad avanzare ulteriormente nella regione e oggi Mosca ha ampliato la zona di evacuazione. "Per quanto riguarda la situazione nel distretto di Belovsky, il centro di comando regionale ha deciso di evacuare i residenti", ha reso noto il governatore Alexei Smirnov. L'area interessata dal nuovo ordine ha una popolazione di circa 14mila abitanti.

Sabato, Gladkov ha annunciato che l'ingresso al villaggio di Poroz, situato nel distretto vicino a Krasnoyaruzhsky, era stato chiuso "per operazioni antiterrorismo". Media ucraini hanno condiviso un video che sembrava mostrare le truppe ucraine del 252° battaglione nel villaggio.

Mosca: "Conflitto è fra Russia e Occidente"

"Il nemico riceverà una degna risposta e non c'è dubbio che raggiungeremo tutti i nostri obiettivi", ha affermato il presidente russo Vladimir Putin che ha convocato una riunione al Cremlino per discutere di quanto sta accadendo al confine.

L''operazione militare speciale' di Mosca in Ucraina è in realtà "un conflitto armato con l'Occidente guidato dagli Stati Uniti", ha affermato il ministro della Difesa russo Andrey Belousov alla cerimonia di apertura del forum 'Esercito - 2024'. Secondo Belousov, lo scontro armato "è guidato dal desiderio degli Stati Uniti e dei suoi alleati di mantenere il predominio e impedire la costruzione di un nuovo ordine mondiale multipolare ed equo. In questo modo, lo scontro tocca gli interessi di ogni Paese".

Scambio accuse fra Kiev e Mosca su incendio Zaporizhzhia

Ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica hanno verificato la situazione della torre di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia dopo l'incendio che si è sviluppato ieri, ha reso noto la portavoce del sito occupato dalle forze russe, Evghenia Yashina, citata dall'agenzia Tass. L'incendio nel frattempo è stato completamente spento.

Il governatore russo della regione occupata di Zaporizhzhia vgeny Balitsky ha accusato le forze di Kiev di aver fatto esplodere un drone sulla centrale per errore, durante un bombardamento della vicina città di Enerhodar. Mentre il Presidente ucraino Volodymir Zelensky ha accusato la Russia di aver provocato l'incendio per "ricattare" Kiev. Il ceo di Rosatom, Alexey Likhachev, aveva chiesto all'Aiea di attribuire l'origine dell'attaco.

Il direttore generale dell'agenzia, Rafael Grossi, si è limitato a precisare che l'incendio non costituisce una minaccia per la sicurezza della centrale nucleare.

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Esteri

Tregua in Libano, la fretta di Netanyahu: attesa per...

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Secondo i media israeliani, il Paese dei Cedri dovrebbe replicare entro 24 ore alla proposta di cessate il fuoco inviata tramite gli Stati Uniti

Raid su Beirut - Afp

Potrebbe arrivare nell'arco delle prossime 24 ore una risposta dal Libano a una proposta di cessate il fuoco inviata a Beirut tramite gli Stati Uniti. A riferirlo è Channel 12 in una notizia rilanciata dal Times of Israel mentre proseguono le operazioni militari israeliane contro Hezbollah nel Paese dei Cedri.

Cessate il fuoco in Libano, perché Israele ha fretta

Secondo il Washington Post, che cita tre funzionari ed ex funzionari israeliani, un consigliere del premier israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe riferito questa settimana a Donald Trump e Jared Kushner che Israele si sta affrettando verso un cessate il fuoco in Libano per consegnare al presidente eletto un primo successo in politica estera.

Ron Dermer, ministro per gli Affari strategici del governo Netanyahu, ha fatto domenica a Mar-a-Lago - ha scritto il giornale - la prima tappa del suo viaggio negli Stati Uniti, per parlare della proposta israeliana di cessate il fuoco in Libano, per poi andare a Washington ad aggiornare funzionari dell'Amministrazione Biden, compreso Amos Hochstein, sullo stato dei colloqui.

Un portavoce di Dermer ha confermato al Post che la missione è servita per parlare di una serie di questioni, senza entrare nei dettagli. No comment dall'ufficio di Netanyahu e da un portavoce di Trump. Nessuna risposta da un portavoce di Kushner, che contribuì alla normalizzazione tra quattro Paesi arabi e Israele durante il primo mandato di Trump alla Casa Bianca.

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Esteri

“Ucraina può sviluppare una bomba nucleare in pochi...

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Secondo un documento di un think tank ucraino presentato al ministero della Difesa di Kiev che però smentisce

Soldati ucraini - (Afp)

Nel giro di "mesi" l'Ucraina potrebbe sviluppare una bomba nucleare rudimentale, da utilizzare in teoria nella guerra contro la Russia, qualora il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, decidesse di sospendere l'assistenza militare a Kiev.

Lo indica un documento pubblicato dal Center for Army, Conversion and Disarmament Studies (Cacds), un influente think tank militare ucraino, secondo cui Kiev sarebbe in grado rapidamente di costruire un ordigno elementare con una tecnologia simile alla 'Fat Man', la bomba sganciata su Nagasaki nel 1945.

Ecco come l'Ucraina potrebbe sviluppare la bomba atomica

"Creare una semplice bomba atomica, come hanno fatto gli Stati Uniti nell'ambito del Progetto Manhattan, non sarebbe un compito difficile 80 anni più tardi", si legge nel documento citato dal Times, mentre martedì prossimo saranno mille giorni dall'inizio dell'invasione. Senza tempo per costruire e gestire le strutture necessarie per arricchire l'uranio, l'Ucraina userebbe il plutonio estratto dalle barre di combustibile esaurito prelevate dai suoi reattori nucleari. L'Ucraina può ancora contare su nove reattori operativi e ha una notevole competenza in ambito nucleare nonostante nel 1996 abbia accettato di disfarsi del terzo arsenale nucleare più grande al mondo.

Secondo il rapporto, l'Ucraina ha plutonio a sufficienza per realizzare "centinaia di testate con una resa tattica di diversi kilotoni". Una bomba del genere avrebbe circa un decimo della potenza di 'Fat Man', concludono gli autori del documento, che è stato condiviso con il vice ministro della Difesa ucraino e verrà presentato mercoledì a una conferenza a cui probabilmente parteciperanno i ministri della Difesa e delle Industrie strategiche.

La smentita di Kiev

Il rapporto del think tank non è avallato dal governo di Kiev, ma stabilisce la base giuridica in base alla quale l'Ucraina potrebbe ritirarsi dal Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), la cui ratifica era subordinata alle garanzie di sicurezza fornite da Stati Uniti, Regno Unito e Russia nel memorandum di Budapest del 1994.

Il mese scorso il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato di aver detto a Donald Trump che l'Ucraina avrebbe bisogno di armi nucleari per garantire la sua sicurezza se le venisse impedito di entrare nella Nato.

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Esteri

Ucraina-Russia, Trump e il dialogo in salita: le condizioni...

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L'analisi dell'Isw evidenzia che le posizioni della Russia non sono cambiate: Mosca vuole la resa di Kiev

Putin e Trump

Vladimir Putin non ha intenzione di fare alcuna concessione a Donald Trump. La Russia non cambia linea: vuole dettare le condizioni per la conclusione della guerra con l'Ucraina. E' il quadro che l'Institute for the study of war (Isw), think tank che monitora il conflitto quotidianamente, elabora in un momento cruciale nello scacchiere internazionale.

Trump, presidente eletto degli Stati Uniti, si insedierà a gennaio e appena arrivato alla Casa Bianca cercherà di dare seguito agli annunci fatti in campagna elettorale: lavorerà per favorire un rapido accordo tra Mosca e Kiev.

Il piano di Trump

Secondo il Wall Street Journal, i consiglieri di Trump avrebbero tracciato un perimetro del piano da sviluppare per arrivare alla pace: una zona demilitarizzata lungo la linea del fronte, con forze internazionali ma non americane presenti, e l'Ucraina fuori dalla Nato per almeno 20 anni. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sempre rifiutato l'ipotesi di sacrifici territoriali, ma a Kiev - evidenziano media Usa - la posizione potrebbe mutare parzialmente se un'eventuale intesa prevedesse garanzie di sicurezza blindate per il paese.

La Russia non cambia obiettivo

In realtà, secondo l'Isw, tali ragionamenti non tengono conto di un elemento chiave: la posizione della Russia e quella del suo presidente Vladimir Putin non pare cambiata rispetto all'inizio del conflitto e l'obiettivo ultimo di Mosca rimane sempre lo stesso, "la completa resa dell'Ucraina". "Il Cremlino -osserva il think tank- sembra poco disposto a fare concessioni alla nuova amministrazione Trump, così come non è stato disposto a farne all'attuale amministrazione", si legge nel rapporto.

"Il Cremlino sembra poco disposto a fare concessioni alla nuova amministrazione Trump, così come non è stato disposto a farne all'attuale amministrazione", si legge nel rapporto. Putin si è congratulato con Trump per l'elezione e nelle dichiarazioni pubbliche ha manifestato una generica disponibilità a riprendere il dialogo con Washington. Mosca ha smentito il contatto diretto tra i due presidenti che, secondo il Washington Post, sarebbe avvenuto con una telefonata giovedì 7 novembre.

I messaggi da Mosca

Nelle ultime ore, le posizioni russe sono state illustrate dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov e dalla sua portavoce Maria Zakharova. Per Lavrov, l'avvento di Trump non modificherà la situazione e l'ipotesi di congelare il conflitto va scartata. Per Zakharova, c'è solo un modo per arrivare alla pace: "Serve lo stop all'assistenza militare che l'Occidente fornisce all'Ucraina".

Apparentemente, quindi, lo spazio per dialogare è poco. A completare il quadro, le parole di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino: non ci sono stati contatti con la nuova amministrazione americana, gli eventuali piani di Trump in relazione all'Ucraina al momento sono ignoti.

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