Naufragio Palermo, De Giorgi: “Stupisce rapidità affondamento, forse portelli aperti”
La riflessione dell'ammiraglio, ex capo di Stato maggiore della Marina Militare, sul naufragio del Bayesian a Porticello
''Lascia perplessi che una nave così attrezzata e così moderna sia affondata così rapidamente. E' proprio questo l'aspetto strano di questo naufragio: la rapidità con cui la nave è sparita tra le onde''. E' la riflessione dell'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ex capo di Stato maggiore della Marina Militare, sul naufragio dello yacht Bayesian a Porticello.
''L'ipotesi che si può fare - spiega De Giorgi all'Adnkronos - è che quell'albero altissimo, 75 metri, con un vento così potente, da 150 km orari, abbia esercitato una leva talmente forte da fare inclinare la nave fino a mettere in acqua il bordo. E se effettivamente non ci sono lesioni sullo scafo l'acqua deve essere entrata attraverso dei portelli aperti. La nave a quel punto è andata rapidamente a fondo perché tonnellate di acqua sono entrate all'interno. Il mare si sarà molto agitato in quel momento''.
''Se una nave del genere è tutta chiusa e rimane integra, poi si raddrizza e l'acqua non entra - chiarisce - Peraltro su uno yacht come quello, che sicuramente avrà avuto l'aria condizionata, non ci sarebbe motivo di avere portelli aperti''.
Per quanto riguarda la posizione, De Giorgi sottolinea che ''per una nave di 56 metri la distanza di 700 metri dal porto non è certo un problema, la correttezza della posizione dipende dalla profondità del fondale. Il problema non è la lontananza o la vicinanza dal porto''. Secondo De Giorgi poi anche l'ipotesi che la nave sia stata sbattuta dalla tromba marina su una secca ''non sta in piedi''. ''La nave è affondata su 49 metri - chiarisce - Se ci fosse andata a sbattere su una secca, e in quella zona ci sono, la nave probabilmente si troverebbe sulla secca. Quindi credo che possiamo escluderlo. La stessa cosa vale per gli scogli. Se avesse urtato gli scogli ora sarebbe vicina agli scogli''.
Poi rispetto alle possibilità di prevedere un evento atmosferico del genere, l'ex capo di Stato Maggiore della Marina Militare aggiunge: ''Le trombe marine si generano all'improvviso, sono velocissime e sviluppano venti potentissimi. Si formano quando ci sono dei cumulinembi bassi sul mare che provocano delle correnti verticali molto forti. Conta anche la temperatura del mare: quindi più caldo è il mare e più forte è l'energia che si sviluppa e più forti sono questi fenomeni atmosferici. Sono eventi più comuni nei mari tropicali però si verificano anche da noi. Le trombe marine ci sono da molti anni e si vedono anche dalle spiagge, poi di solito arrivando in costa si dissolvono''.
''La nave era ferma, di notte, cosa poteva fare? - dice De Giorgi - Una tromba marina non si vede se non con il radar. Purtroppo non si riesce a prevedere dove e quando la tromba marina si formerà. In questo caso ci sarà stata una condizione meteo benevola quando la nave si è posizionata. Poi nel corso della notte è arrivato un evento che avrebbe potuto essere a tutti gli effetti un semplice temporale estivo ma che invece è degenerato''. (di Giorgia Sodaro)
Cronaca
Totò Schillaci ricoverato, condizioni peggiorano
L'ex calciatore ricoverato all'ospedale Civico di Palermo
Si sarebbero aggravate le condizioni dell'ex calciatore palermitano Totò Schillaci ricoverato nel reparto di Pneumologia dell'ospedale Civico. Nei giorni scorsi i medici che stanno assistendo il 59enne ex attaccante di Juventue e Inter avevano parlato di un leggero miglioramento ma nelle ultime ore le condizioni del bomber della Nazionale ai Mondiali di Italia '90 sembra siano peggiorate. In passato Schillaci è stato operato per un cancro al colon e al retto.
Cronaca
Influenza, medici Roma: “Con ministero Salute...
Magi: "Per tutelare la salute di tutti"
E' in arrivo l'influenza stagionale e "anche i medici dovranno vaccinarsi. Su questo tema c'è l'invito del ministero della Salute, oltre che dell'Ordine, affinché tutti i professionisti sanitari si sottopongano a vaccinazione proprio per cercare di non sguarnire il già scarso personale nel Ssn, e quindi le attività di assistenza all'interno di ospedali, pronto soccorso e ambulatori". Così all'Adnkronos Salute il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi.
"Se il medico si ammala in condizioni di carenza di personale, anche il paziente per avere una prestazione sanitaria si troverà in difficoltà - fa notare Magi - Quindi l'invito alla vaccinazione è rivolto a tutti i medici e professionisti sanitari". "Purtroppo - osserva - alcuni camici bianchi sono contrari alla vaccinazione. Ma il medico deve sempre dare il buon esempio, condividendo con i pazienti le informazioni corrette sulla vaccinazione al fine di tutelare la salute di tutti. Se non lo fa perde la fiducia del paziente", conclude Magi.
Cronaca
Sanità, medici Roma: “Carenza personale e...
Magi: "A Roma il 10% dei medici italiani, quindi nel nostro Paese in 15mila, abbandonano ogni anno il Ssn per Gb, Usa, Israele e Paesi arabi"
"Carenza cronica di personale, insicurezza, ricorso alla medicina difensiva per evitare contenziosi con i pazienti. Questi i principali problemi che assillano i medici italiani tanto da voler abbandonare il Servizio sanitario nazionale. Solo a Roma, dove lavora circa il 10% di tutti medici italiani, ogni anno gettano la spugna in 1.500. Il che vuol dire che in Italia ogni 12 mesi sono 15mila i camici bianchi che per le stesse ragioni fanno richiesta per andare a lavorare all'estero. Tra le mete preferite Gran Bretagna, Stati Uniti e Israele". Lo afferma il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, che con l'Adnkronos Salute fa il punto sullo stato di salute del Ssn.
I nostri medici lavorano sempre peggio, "si ritrovano in una situazione molto difficile in questo periodo. Chiaramente molto è dovuto alla carenza cronica di personale, di struttura, di sicurezza sul posto di lavoro - spiega Magi - e direi anche poca serenità per il clima nel quale devono lavorare tra violenze, pressioni quotidiane e denunce. Quindi operano in condizioni non favorevoli e questo purtroppo si ripercuote sui pazienti. Per tale motivo noi cerchiamo di far capire a tutti quanti che il medico sta sul posto di lavoro, in pronto soccorso, nei reparti, nei laboratori, solo per curare i pazienti".
La spia di questo malessere "è la scelta di abbandonare il Ssn per andare all'estero, per motivi economici e di possibilità di carriera". Quello di Roma, con 48mila medici, "è l'Ordine più grande d'Europa - sottolinea Magi - Ogni anno registriamo un dato: circa 1.500 tra medici giovani e più anziani chiedono di poter andare a lavorare all'estero. La maggioranza dei giovani sceglie Paesi quali Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele. I colleghi più avanti con gli anni e ai quali manca poco per la pensione, invece, optano per i Paesi arabi. Per i medici giovani un altro motivo a spingerli a lasciare l'Italia è che in questi Paesi non esiste il reato penale per l'atto medico".