Social, Meritocrazia Italia: “Furto identità digitale nuovo pericolo, politica intervenga”
"Un fenomeno tanto frequente quanto sottovalutato, improvviso, senza responsabilità e di difficile controllo"
''I “social” stanno di fatto distruggendo la socialità, un ossimoro argomentativo che dovrebbe far riflettere il mondo istituzionale. E invece le attrattive giornaliere ondeggiano tra questioni superficiali e situazioni che non centrano l’obiettivo primario di salvaguardia della comunità. Meritocrazia Italia si chiede cosa aspetti la Politica ad intervenire''. Così in una nota Meritocrazia Italia.
''Quale certezza possiamo regalare alle future generazioni se accettiamo supinamente che una quantità imponente di persone vivono con lo sguardo costantemente rivolto a uno schermo, in spiaggia, in montagna, a scuola, al ristorante, ovunque?A questi quesiti bisogna dare una risposta. Meritocrazia fa la sua parte e ha proposto l’adozione di un Testo Unico dei social che possa garantire il limite temporale di accesso, i siti visitabili, i profili da attenzionare, il filtro delle informazioni ed il furto delle generalità.Sarebbe importante comprendere che, con queste limitazioni, si amplieranno la vita reale, le emozioni, le relazioni, cercando di riassestare lo stare “insieme”''.
''Tra i nuovi pericoli portati dall’uso massivo della Rete, vi è anche quello del furto di identità digitale. Un fenomeno tanto frequente quanto sottovalutato, improvviso, senza responsabilità e di difficile controllo. Indirizzi di posta elettronica, profili social, home banking, nulla è più al sicuro e tutto rischia di essere violato con grande facilità e senza che sia davvero possibile proteggersi dal rischio. Se, poi, si considera la fortissima tendenza alla condivisione di informazioni strettamente personali, nel desiderio di far conosce-re ad altri abitudini e attività, con pubblicazione anche di foto di minori, si comprende meglio l’interesse ad acquisire illecitamente la mole sterminata di dati disseminati in Rete. Nella migliore delle ipotesi per ragioni di profilazione commerciale, ma spesso anche per commettere ulteriori reati e svolgere attività sostituendosi all’utente violato, grazie alla sottrazione di password, numeri di telefono, codici fiscali, numeri di carte di identità o di credito. Senza contare l’esposizione di gruppi politici e personaggi noti. Si sa che, in un mondo ormai quasi interamente digitalizzato piccoli device sono in grado di contenere l’intera vita di un individuo, dalle app legate al conto corrente, alla cartella clinica o alle prestazioni atletiche, si passa ai social che contengono ricordi, passioni, frammenti di vita quotidiana, più o meno spontanei, condivisi con la propria community''.
''Nonostante l’accresciuto impegno della polizia postale, che ha implementato le competenze e intensificato l’opera di tracciamento, e la severità delle pene per i reati di sostituzione di persona e di frode informatica (con reclusione da 2 a 6 anni e multa da 600 a 3.000 euro), il volume dei furti cresce di giorno in giorno. Di rimando, infatti, i mezzi di frode divengono sempre più sofisticati e invasivi.Secondo il Rapporto Censis-DeepCyber sulla sicurezza informatica in Italia, pubblicato nell’aprile 2022, l’81,7% della popolazione italiana teme di risultare incappare in condotte violative ai propri danni, mentre quasi l’11% ha scoperto, sui social, account fake con il proprio nome, cognome ed immagine. Negli ultimi quattro anni, solo Facebook ha subito tre diversi attacchi informatici che hanno provocato la violazione dei dati personali di oltre 500 milioni di iscritti (gli italiani coinvolti sarebbero stati 35 milioni). Numeri da capogiro! Del resto se, da un lato, è vero che la soluzione più semplice sarebbe quella di ridurre ai minimi ter-mini la quantità di dati e informazioni condivisa online, lo sviluppo degli strumenti e delle finalità attraverso cui si declina il loro utilizzo è una conferma del loro essere ormai imprescindibili nel contesto delle attività quotidiane, private e professionali''.
''Meritocrazia Italia invita anzitutto alla responsabilità nell’uso di internet. Bastano pochi accorgimenti. I social network, in particolare, dovrebbero essere utilizzati con maggiore prudenza, evitando, per quanto possibile, di condividere dati riservati e Utile anche non utilizzare reti wi-fi pubbliche, proteggere le attività online con l’uso di vpn e diversificare le password. Scrupoloso e frequente deve essere anche il controllo di conti online e contenuto delle email. Per altro verso, dovrebbe insistersi maggiormente sui termini di responsabilità dei gestori delle piattaforme, che traggono oggi guadagni vertiginosi da un’attività che, seppure apparentemente gratuita, è attività d’impresa fortemente remunerativa. Che siano obbligati ad adottare migliori ed efficaci sistemi di sicurezza, senza costi a carico degli utenti, e a rendere informative veritiere, complete e chiare sui rischi connessi all’utilizzo del sistema, con previsione di sanzioni severe per il caso di inottemperanza''.
''Non ultimo, darebbe un contributo una più adeguata regolazione della fattispecie, imponendo l’abbinamento di ogni profilo social a spid o numero di carta di identità e impronta digitale (questo consentirebbe anche di vigilare sull’età di chi richiede l’iscrizione) in modo da evitare tripli e quadrupli profili fake. Non si può prescindere da nuove procedure volte a verificare la veridicità del profilo e, successivamente, da procedere contestualmente all’eliminazione in caso di esito negativo (soluzioni efficaci possono essere fornite da sistemi di autenticazione a due fattori, misure di cyber security affidabili nella prevenzione e nel blocco di malware, comunicazioni di phishing o altre tipologie di at-tacchi informatici e creare con il tempo una vera e propria anagrafe digitale, un po’ come è stato fatto con lo spid). Serve anche un nuovo sistema di pene, che abbiano maggiore efficacia, ad esempio con inibitoria dell’uso dei social per un periodo sufficientemente lungo, non inferiore ai dieci anni, e sequestri per equivalente. Insomma regolamentare questo mondo “social” con un TU sarebbe la vera svolta per una società che si sta velocemente allontanando dalla Socialità''.
Politica
Lega, ecco i nuovi dipartimenti: Salvini lascia...
Fontana lascia gli Esteri, Durigon il Lavoro, Molteni la Sicurezza. Anche Bongiorno cede il testimone
Avvicendamenti, nuovi dipartimenti, e un rimescolamento dei compiti nella Lega. Sono queste le decisioni rese note oggi da Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva nominato due nuovi vicesegretari: Alberto Stefani e Claudio Durigon. Una mossa, quella della riorganizzazione dei dipartimenti, sempre coordinati da Armando Siri, che lo stesso leader ha spiegato servirà per gestire al meglio le prossime sfide, per cogliere "la vittoria anche alle politiche 2027".
Cosa cambia
Complessivamente, i dipartimenti salgono a 31 rispetto ai 29 precedenti, con alcuni nomi importanti in uscita e altri in ingresso. L'attuale presidente della Camera, Lorenzo Fontana, dopo aver lasciato la vicesegreteria non sarà più il responsabile del dipartimento Esteri, al suo posto il deputato Paolo Formentini. Un altro avvicendamento riguarda il dipartimento Lavoro: Claudio Durigon, da poco vicesegretario della Lega, lascia il dipartimento a Tiziana Nisini. Anche Giulia Bongiorno, avvocato di Salvini a Palermo, lascia il posto all'ex sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone. Inoltre l'attuale sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni, lascia la Sicurezza all'ex sindacalista di polizia Gianni Tonelli. Così come arriva all'Ambiente Vincenzo Pepe, al posto di Vannia Gava.
Tra le novità poi lo spacchettamento del dipartimento Agricoltura e Turismo. Qui resta Gian Marco Centinaio, che è anche vicepresidente di Palazzo Madama, mentre l'Agricoltura viene assegnata al senatore Giorgio Maria Bergesio. Mirco Carloni diventa invece nuovo responsabile delle Attività produttive al posto di Massimo Bitonci. Nasce infine il dipartimento della Cultura affidato alla deputata marchigiana Giorgia Latini.
La mossa, attesa da parte del leader della Lega, "per dare nuovo slancio al partito: l’obiettivo è creare eventi ad hoc in ogni provincia e spalancare le porte a nuovi ingressi", viene spiegato in un comunicato. Salvini e Siri hanno incontrato i coordinatori oggi pomeriggio, nel corso di una riunione negli uffici della Lega alla Camera.
Politica
Tavolo su castrazione chimica, sponda governo a Lega:...
Via libera del governo all'ordine del giorno al ddl Sicurezza, all'esame dell'aula di Montecitorio, presentato dal deputato Iezzi
La Lega rilancia la battaglia per arrivare a una legge sulla castrazione chimica per i pedofili e gli stupratori. Raccogliendo oggi il via libera del governo all'ordine del giorno al ddl Sicurezza, all'esame dell'aula di Montecitorio, presentato dal deputato Igor Iezzi che impegna l'esecutivo ad "istituire quanto prima una commissione o un tavolo tecnico con lo scopo di valutare, nel rispetto dei principi costituzionali e sovranazionali, in caso di reati di violenza sessuale o di altri gravi reati determinati da motivazioni sessuali, la possibilità per il condannato di aderire, con il suo consenso, a percorsi di assistenza sanitaria, di natura sia psichiatrica sia farmacologica, anche con eventuale trattamento di blocco androgenico mediante terapie con effetto temporaneo e reversibile, diretti ad escludere il rischio di recidiva". Un'apertura del governo che lo stesso Salvini subito saluta con favore: "Vittoria della Lega! Bene così, un altro importante passo in avanti per una nostra storica battaglia di giustizia e buonsenso: tolleranza zero per stupratori e pedofili".
Insorgono le forze di opposizione. "Con buona pace di Fi il governo è ormai piegato sulle posizioni estremiste di Salvini e della Lega", attaccano dal Partito democratico. Sottolineando con la deputata Simona Bonafè che siamo di fronte a "una proposta incostituzionale che mina alle basi il nostro ordinamento giuridico che ha superato da secoli il ricorso alle pene corporali". Da Avs si accusano i leghisti di una "vocazione repressiva senza confini che trascina tutta la destra, senza distinzioni".
Politica
Draghi da Meloni a Palazzo Chigi
Un'ora e un quarto di colloquio tra la presidente del Consiglio e l'ex premier a Palazzo Chigi
Colloquio di un'ora e un quarto oggi a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e l'ex premier e numero uno della Bce, Mario Draghi.
Al centro dell'incontro, informa una nota diffusa da Palazzo Chigi, "un confronto approfondito sul Rapporto sul futuro della competitività europea presentato da Draghi, che contiene secondo il governo diversi importanti spunti, tra cui la necessità di un maggiore impulso all’innovazione, la questione demografica, l’approvvigionamento di materie prime critiche e il controllo delle catene del valore e, più in generale, la necessità che l’Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie - dal rafforzamento dell’industria della difesa fino alle doppie transizioni - senza escludere aprioristicamente nulla, compresa la possibilità di un nuovo debito comune. Priorità condivise che rispecchiano anche il lavoro portato avanti dal Governo in Italia e nelle Istituzioni europee. I due presidenti - informa la nota - sono rimasti d’accordo di tenersi in contatto per continuare ad approfondire queste materie".