Malore in mare per Vito Procacci, morto primario multato per troppo lavoro durante Covid
Fatale il bagno a mezzanotte, nel 2023 aveva scritto a Mattarella dopo essere stato sanzionato per troppe ore in corsia
Bagno fatale nella tarda serata di ieri per il direttore del Pronto soccorso del Policlinico di Bari, Vito Procacci, morto a 65 anni. "Stanotte il nostro amatissimo Vito è improvvisamente salito in cielo proprio come ha vissuto, con la leggerezza e la gioia di vivere che lo rendevano unico. Ha deciso di andarsene nel mare che amava tanto, nella terra per cui ha lottato, fino all’ultimo giorno", scrive la famiglia sul profilo Facebook del medico dove si annuncia che le esequie si terranno domani nella Cattedrale di Bitonto.
Procacci, noto professionista, nell'ottobre 2023 aveva scritto una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver ricevuto una multa di 27mila euro (poi sospesa) per 'l'eccessivo lavoro' durante l'emergenza Covid. "Senza se e senza ma - scriveva Procacci nella lettera a Mattarella - abbiamo lavorato, dando il massimo, come ancora facciamo, con situazioni che hanno scavato solchi profondi sui nostri corpi e sulle nostre anime. Da professionisti, con responsabilità e con il Giuramento di Ippocrate dentro il cuore. Tutti i cittadini che sono stati e sono accolti, soccorsi, trattati dovrebbero ribellarsi e solidarizzare indignati con gli operatori sanitari!".
Il cordoglio dei medici: "Simbolo di dedizione, lascia un vuoto"
"Una persona sempre disponibile, un medico di profonda umanità, un professionista molto competente e preparato. La prematura scomparsa di Vito lascia un grande vuoto nella classe medica barese". Ricorda così Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari, il collega Vito Procacci. "Esprimo il mio profondo cordoglio e la vicinanza dell’Ordine di Bari alla famiglia e ai colleghi. Vito incarnava il simbolo della dedizione al lavoro di medico: in una situazione di perenne carenza di personale, si offriva in prima persona per coprire i turni".
"La sua abnegazione l’ha dimostrata anche durante la pandemia, quando non si è risparmiato in nessun modo, tanto da ricevere una sanzione per l’eccessivo numero di ore di straordinario. Una multa paradossale, fortunatamente annullata dal risolutivo intervento del presidente Mattarella", aggiunge Anelli.
"Ha sempre collaborato con l’Ordine dei medici, mettendo a disposizione le sue competenze per individuare risposte e soluzioni concrete ed efficaci ai tanti problemi che affliggono la medicina d’urgenza. Ha dato anche un contributo importate a diversi progetti dell’Ordine, come il ciclo di incontri formativi sui colpi di calore, in collaborazione con il Comune di Bari", conclude.
Cronaca
Totò Schillaci ricoverato, condizioni peggiorano
L'ex calciatore ricoverato all'ospedale Civico di Palermo
Si sarebbero aggravate le condizioni dell'ex calciatore palermitano Totò Schillaci ricoverato nel reparto di Pneumologia dell'ospedale Civico. Nei giorni scorsi i medici che stanno assistendo il 59enne ex attaccante di Juventue e Inter avevano parlato di un leggero miglioramento ma nelle ultime ore le condizioni del bomber della Nazionale ai Mondiali di Italia '90 sembra siano peggiorate. In passato Schillaci è stato operato per un cancro al colon e al retto.
Cronaca
Influenza, medici Roma: “Con ministero Salute...
Magi: "Per tutelare la salute di tutti"
E' in arrivo l'influenza stagionale e "anche i medici dovranno vaccinarsi. Su questo tema c'è l'invito del ministero della Salute, oltre che dell'Ordine, affinché tutti i professionisti sanitari si sottopongano a vaccinazione proprio per cercare di non sguarnire il già scarso personale nel Ssn, e quindi le attività di assistenza all'interno di ospedali, pronto soccorso e ambulatori". Così all'Adnkronos Salute il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi.
"Se il medico si ammala in condizioni di carenza di personale, anche il paziente per avere una prestazione sanitaria si troverà in difficoltà - fa notare Magi - Quindi l'invito alla vaccinazione è rivolto a tutti i medici e professionisti sanitari". "Purtroppo - osserva - alcuni camici bianchi sono contrari alla vaccinazione. Ma il medico deve sempre dare il buon esempio, condividendo con i pazienti le informazioni corrette sulla vaccinazione al fine di tutelare la salute di tutti. Se non lo fa perde la fiducia del paziente", conclude Magi.
Cronaca
Sanità, medici Roma: “Carenza personale e...
Magi: "A Roma il 10% dei medici italiani, quindi nel nostro Paese in 15mila, abbandonano ogni anno il Ssn per Gb, Usa, Israele e Paesi arabi"
"Carenza cronica di personale, insicurezza, ricorso alla medicina difensiva per evitare contenziosi con i pazienti. Questi i principali problemi che assillano i medici italiani tanto da voler abbandonare il Servizio sanitario nazionale. Solo a Roma, dove lavora circa il 10% di tutti medici italiani, ogni anno gettano la spugna in 1.500. Il che vuol dire che in Italia ogni 12 mesi sono 15mila i camici bianchi che per le stesse ragioni fanno richiesta per andare a lavorare all'estero. Tra le mete preferite Gran Bretagna, Stati Uniti e Israele". Lo afferma il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, che con l'Adnkronos Salute fa il punto sullo stato di salute del Ssn.
I nostri medici lavorano sempre peggio, "si ritrovano in una situazione molto difficile in questo periodo. Chiaramente molto è dovuto alla carenza cronica di personale, di struttura, di sicurezza sul posto di lavoro - spiega Magi - e direi anche poca serenità per il clima nel quale devono lavorare tra violenze, pressioni quotidiane e denunce. Quindi operano in condizioni non favorevoli e questo purtroppo si ripercuote sui pazienti. Per tale motivo noi cerchiamo di far capire a tutti quanti che il medico sta sul posto di lavoro, in pronto soccorso, nei reparti, nei laboratori, solo per curare i pazienti".
La spia di questo malessere "è la scelta di abbandonare il Ssn per andare all'estero, per motivi economici e di possibilità di carriera". Quello di Roma, con 48mila medici, "è l'Ordine più grande d'Europa - sottolinea Magi - Ogni anno registriamo un dato: circa 1.500 tra medici giovani e più anziani chiedono di poter andare a lavorare all'estero. La maggioranza dei giovani sceglie Paesi quali Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele. I colleghi più avanti con gli anni e ai quali manca poco per la pensione, invece, optano per i Paesi arabi. Per i medici giovani un altro motivo a spingerli a lasciare l'Italia è che in questi Paesi non esiste il reato penale per l'atto medico".