Tamberi torna in gara dopo Parigi 2024: “Dura dal punto di vista mentale”
L'azzurro in pedana alla Diamond League di Chorzow: "Non so cosa aspettarmi, non so come reagirò però so che combatterò come sempre"
Gianmarco Tamberi trona a gareggiare. L'azzurro sarà in pedana alla Diamond League in programma domani, domenica 25 agosto, a Chorzow in Polonia. E' l'azzurro stesso a raccontare le sensazioni dopo l’11esimo posto nella finale di Parigi 2024, condizionata da problemi di salute accusati nei giorni e nelle ore precedenti alla gara.
“Come sto? Come puoi sentirti dopo tre anni in cui ti alleni ma non puoi esprimerti come vorresti nel momento più importante. Ho fatto di tutto per farmi trovare al meglio a Parigi ed è accaduto tutto quello che non doveva succedere - ha detto il 32enne marchigiano - Non voglio essere triste, ma è veramente dura dal punto di vista mentale. Non so cosa aspettarmi per domani, non so come reagirò: però so che adoro questo meeting e che combatterò come sempre”, promette l’azzurro delle Fiamme Oro.
In pedana nell’alto anche Stefano Sottile (Fiamme Azzurre) per dare continuità al miglior periodo della propria carriera (2,34 a Parigi, quarto, con il nuovo record personale) e per lanciarsi verso il Golden Gala di venerdì prossimo dove troverà Gimbo e, come in Slesia, il campione olimpico Hamish Kerr (Nuova Zelanda).
Ci sarà anche Marcell Jacobs
Allo stadio Slaski ci sarà anche, nei 100 metri, Marcell Jacobs (Fiamme Oro) che si riaffaccia in pista dopo il quinto posto delle Olimpiadi in 9.85: nell’anteprima della sfida di Roma di venerdì prossimo, l’oro di Tokyo troverà il giamaicano d’argento a Parigi Kishane Thompson e il bronzo Fred Kerley (Usa).
Anche nel peso, per Leonardo Fabbri (Aeronautica) ci sono tutti i migliori rivali, dallo statunitense Ryan Crouser tre volte olimpionico (che in conferenza stampa ha parlato della “voglia di rivincita di Fabbri”), all’altro statunitense Joe Kovacs, al giamaicano Rajindra Campbell, ovvero l’intero podio dei Giochi.
Nei 110 ostacoli l’oro di Roma Lorenzo Simonelli (Esercito) ritrova i tre medagliati di Parigi: l’oro Grant Holloway (Usa), l’argento Daniel Roberts (Usa), il bronzo Rasheed Broadbell (Giamaica). Fausto Desalu (Fiamme Gialle) è in gara nei 200, al cospetto del botswano campione olimpico Letsile Tebogo (che al Golden Gala correrà i 100) e dell’americano Erriyon Knighton. Martello per la campionessa d’Europa Sara Fantini (Carabinieri) con l’oro mondiale Brooke Andersen (Usa), triplo per la finalista olimpica Dariya Derkach (Aeronautica), 1000 metri per Elena Bellò (Fiamme Azzurre).
Quattro superstar europee tra i nomi più attesi del meeting polacco: Armand Duplantis (Svezia) per un altro probabile assalto al record del mondo dell’asta (6,25 a Parigi), il norvegese Jakob Ingebrigtsen per impressionare anche nei 3000 metri, il connazionale Karsten Warholm nei 400 ostacoli, specialità che al femminile vede protagonista l’olandese Femke Bol. In chiave Golden Gala, occhio all’olimpionica statunitense Masai Russell nei 100 ostacoli. Per la storia, invece, il keniano Emmanuel Wanyonyi: il record degli 800 di David Rudisha (1:40.91 a Londra 2012) è sempre più in pericolo. Tra gli altri ori di Parigi anche la dominicana Marileidy Paulino nei 400 e il marocchino Soufiane El Bakkali nei 3000 siepi.
Sport
Parigi 2024, Castro atleta paralimpico dei rifugiati:...
Lo spadista colombiano vive come rifugiato nel Centro del sistema accoglienza e integrazione di 2° livello, nel quartiere romano di Centocelle
Peccato per Amelio Castro Grueso che l’ottimismo non sia tra le discipline olimpiche, altrimenti avrebbe già una bacheca piena di medaglie d’oro. Si consola realizzando sogni, le presenze sul podio arriveranno. Il primo: aver partecipato alle Paralimpiadi di Parigi come schermidore nella squadra dei rifugiati. Arrivarci è stata un’impresa: "Ho lottato tanto, è stato bellissimo. Ma ho capito che la vita è uno specchio, ricevi quello che dai", racconta a La Ragione.
Se così fosse, avrebbe ancora moltissimo da riscuotere. A lui è stato tolto tanto: quando aveva 16 anni sua madre è stata uccisa, a 20 ha perso l’uso delle gambe a causa di un incidente. Costretto per quattro anni in un ospedale in Colombia (dov’è nato), la famiglia lo ha gradualmente abbandonato fino a lasciarlo solo. "All’inizio è stato difficile, poi ho incontrato Dio. Proprio in quegli anni ho scoperto la fede: in mezzo a tutta quella sofferenza, in mezzo a tutta quella mancanza, ho capito che se credi alla fine le cose si risolvono. Dico sempre di essere un privilegiato perché ho la capacità di affrontare le difficoltà". Dote che ha allenato nel tempo, per spirito di sopravvivenza.
Lo sport è arrivato dopo e gli ha cambiato la vita: "Dopo tutto quello che mi è capitato volevo scrivere un libro per aiutare soprattutto i più giovani, perché -quando ti succede qualcosa di brutto- pensi che stia capitando solo a te. Credo invece che leggere la testimonianza di qualcuno che ha sofferto e che è riuscito ad andare avanti col sorriso possa essere fonte d’ispirazione. Così ho deciso di dedicarmi allo sport: ho pensato che vincendo una medaglia olimpica la mia storia sarebbe arrivata a molte più persone", racconta Grueso a La Ragione.
Il primo approccio (col basket) è andato male. La scherma invece lo ha rapito subito. Merito anche di un allenatore italiano, Daniele Pantoni, conosciuto per caso in Colombia durante una tappa della Coppa del mondo con la Nazionale italiana di spada. Era il 2018, il suo viaggio in Italia nasce anche da quell’incrocio fortuito. Ora lo spadista colombiano vive come rifugiato nel Centro del sistema accoglienza e integrazione di 2° livello, nel quartiere romano di Centocelle.
Da dove tutti i giorni affronta un viaggio di due ore -fra andata e ritorno -per arrivare in palestra: "Già è difficile vivere come rifugiato convenzionale, ma quando ti mancano le gambe lo è ancora di più. A volte i mezzi di trasporto non sono adatti agli spostamenti per persone con disabilità, quindi bisogna lottare per fare anche le cose più semplici. Ma se ce la faccio io, penso proprio che possano farcela tutti", spiega l’atleta Grueso.
Ecco ancora l’ottimismo, l’incrollabile fede. Emerge nonostante l’ultimo grande ostacolo all’orizzonte: a fine ottobre dovrà lasciare il Centro di accoglienza in cui si trova. Col rischio di rimanere ancora senza una casa: "Ma rimango comunque fiducioso. Non sarà facile, ma se Dio non mi ha abbandonato quando ero in ospedale senza potermi muovere, non lo farà neanche ora", conclude a La Ragione.
Sport
Daniele De Rossi, una vita alla Roma, dalle giovanili...
Ha sempre considerato la Roma “una seconda pelle”. Romano e romanista, Daniele De Rossi vede concludersi, dopo appena 8 mesi, la sua avventura da tecnico della squadra giallorossa.
Sport
Champions League, Manchester City-Inter 0-0
I nerazzurri reggono sul campo dei campioni d'Inghilterra
Prova autorevole e di grande maturità da parte dell'Inter che pareggia 0-0 a Manchester contro il City, giocando alla pari con i campioni d'Inghilterra. All'Etihad Stadium la squadra nerazzurra riesce a contrastare efficacemente gli attacchi degli 'Sky Blues', per poi rendersi pericolosa in più di un'occasione dalle parti di Ederson.
Il primo tentativo del partita è dei padroni di casa con Grealish che, al 4', mette in mezzo per Haaland, anticipato con tempismo da Bastoni. Gli ospiti rispondono due minuti dopo con Taremi che serve Thuram, tiro in diagonale parato da Ederson. Al quarto d'ora l'Inter trova spazio alle spalle della difesa del City, ancora una volta Taremi per Thuram ma la conclusione del francese è debole. Al 19' primo acuto di Haaland servito da Savinho, colpo di testa del norvegese, para Sommer.
Al 28' dopo un'uscita approssimativa di Ederson, Darmian ci prova vedendo la porta vuota, Ruben Dias devia in angolo. Al 35' occasione per Haaland che calcia dal limite dell'area ma il tiro è un po' strozzato e termina di poco a lato. Al 41' attacca l'Inter con Zielinski per Thuram che calcia di prima intenzione: palla fuori. Al 43' occasione per il City, taglio di De Bruyne e conclusione sull'uscita di Sommer che respinge in angolo. Nel recupero ripartenza nerazzurra con Taremi che serve Carlos Augusto, conclusione in diagonale: Ederson devia in angolo.
La squadra di Guardiola rientra dopo l'intervallo con due cambi: entrano Gundogan e Foden, escono De Bruyne e Savinho. Al 3' proprio Foden riceve palla in area, si gira e calcio: palla oltre la traversa. Al 9' splendida palla in profondità di Taremi che serve Darmian che si ritrova davanti a Ederson ma tocca clamorosamente all'indietro, sciupando una grande occasione. Al 20' Inzaghi lancia Lautaro e Mkhitaryan per Thuram e Zielinski. Al 24' azione stile rugby del City che libera Foden al tiro, l'attaccante inglese calcia centrale e para Sommer
Alla mezz'ora escono Bisseck e Darmian, entrano Pavard e Dumfries. Proprio quest'ultimo un minuto dopo il suo ingresso crossa di prima intenzione per Mikhtaryan che calcia da ottima posizione ma manda la palla oltre la traversa. Al 34' mancino dalla distanza di Gvardiol, Sommer si distende ed evita il gol. Passa un minuto e Inzaghi esaurisce i cambi con Frattesi al posto di Calhanoglu. Per i 'citizens' entra Doku per Bernardo Silva. Al 38' altra transizione dell'Inter, Lautaro controlla la palla si accentra e calcia: Ederson para. Al 44' Gundogan, su assist di Gvardiol va vicino al gol ma Sommer para. Nel recupero il City spinge di più ma l'Inter si difende con ordine e porta a casa un punto prezioso e decisamente meritato.