Giappone alza in volo i jet: “Un velivolo militare cinese ha violato lo spazio aereo”
Secondo il ministero della Difesa di Tokyo la violazione è avvenuta nella zona delle isole Danjo, nel Mar cinese orientale
Alta tensione nei cieli del Giappone. Il ministero della Difesa di Tokyo ha reso noto di aver fatto alzare in volo i jet in risposta a una violazione dello spazio aereo da parte di un velivolo militare cinese nella zona delle isole Danjo, nel Mar cinese orientale. Lo riferisce l'emittente Nhk.
Secondo il ministero, riporta anche l'agenzia Kyodo, un Y-9 cinese, un velivolo da ricognizione, è entrato nello spazio aereo giapponese intorno alle 11.30 ora locale, sorvolando per circa due minuti le acque al largo delle isole Danjo, nella prefettura sudoccidentale di Nagasaki. Il vice ministro degli Esteri del governo di Tokyo, Masataka Okano, ha convocato l'incaricato d'affari, Shi Yong, per una "protesta estremamente seria".
È la prima volta che accade qualcosa di simile, sottolineano i media del Paese del Sol Levante, anche se in passato il Giappone aveva denunciato due episodi con il coinvolgimento di un velivolo per la sorveglianza marittima e di un drone partito da un'unità della Guardia costiera cinese. Episodi che risalgono al 2012 e al 2017, entrambi nella zona delle acque intorno alle isole Senkaku (oggetto di un'annosa disputa e che i cinesi chiamano Diaoyu), nel Mar cinese orientale.
Esteri
Tajani: “Ruolo Unifil va rafforzato, attacchi a forza...
Il ministro degli Esteri: "Cessate il fuoco a Gaza chiave di svolta crisi"
"Abbiamo detto più volte che gli attacchi all’Unifil sono inaccettabili, i soldati italiani non si toccano e l’ho ribadito anche a Netanyahu lunedì scorso". A dichiararlo è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ad Agorà Weekend su Rai Tre, condotto da Sara Mariani.
"Credo invece che si debba rinforzare il ruolo dell’Unifil, perché soltanto con un Unifil più forte, con nuove regole d’ingaggio, si potrà creare un cuscinetto tra Israele e Hezbollah, tra i due paesi fino al fiume. Poi a nord dovrà essere schierato l’esercito regolare libanese. Ma bisogna tenere Hezbollah lontano dal confine di Israele altrimenti non finisce questa situazione", ha aggiunto.
"Purtroppo la tensione nel Medio Oriente cresce - ha detto ancora Tajani parlando a margine della kermesse di Fi a Santa Flavia (Palermo), dell'attacco a Tel Aviv dove un camion si è schiantato contro una fermata di autobus - C'è una escalation. Hamas è una organizzazione terroristica e raccoglie militanti tra la popolazione palestinese fomentando l'odio. Mi auguro che ci possa essere una de escalation in tutta l'area. Noi lavoriamo per costruire la pace, lavoriamo per il cessate il fuoco. In Libano stiamo aiutando la popolazione civile, ma deve prevalere il buon senso e bisogna impedire che ci siano altri attacchi terroristici, per noi la sicurezza di Israele è fondamentale così come è fondamentale la sicurezza delle popolazioni civili in Libano e a Gaza".
Poi ha sottolineato: "Il cessate il fuoco a Gaza è la chiave di tutta la crisi in Medioriente. Crisi che è nata con la decisione di Hamas di attaccare Israele il 7 ottobre l’anno scorso per impedire l’accordo tra Israele e l’Arabia Saudita che avrebbe cambiato la situazione". "Forse avrebbe potuto stabilizzare la situazione e forse poteva portare anche in tempi più rapidi di quanto si pensasse alla nascita di uno stato palestinese - ha continuato il ministro - Ora questo è complicato, ma noi non dobbiamo lasciare la presa. Intanto si tratta per arrivare ad un cessate il fuoco, che sarà frutto di un accordo che dovrà portare alla liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani dei terroristi e alla fuoriuscita con il salvacondotto israeliano dei capi di Hamas dal territorio di Gaza".
"Noi continuiamo a lavorare per aiutare la popolazione civile, abbiamo messo sul tavolo 25 milioni di euro. Nei prossimi giorni partirà il primo di 15 tir alla volta di Gaza, per il progetto italiano Food for Gaza, dal porto di Genova. Carichi di materiali sanitari e beni alimentari", ha ricordato ancora Tajani
Esteri
Tel Aviv, tir contro fermata bus: “Persone...
La zona - Glilot, vicino Herzliya - è sede del quartier generale del Mossad e di diverse unità dell'intelligence dell'Idf. Aggressore 'neutralizzato' da civili armati
E' morto uno dei feriti colpiti questa mattina nell'attacco sferrato a nord di Tel Aviv da un uomo che ha mandato il suo camion a schiantarsi contro una fermata dell'autobus. Ad annunciarlo sono state fonti mediche. La polizia ha annunciato che considera quanto avvenuto un attentato terroristico, anche se continua a indagare sul movente. Sono 33 le persone rimaste ferite. L'uomo alla guida del camion è stato colpito e neutralizzato da alcuni civili armati.
La zona dell'attacco - Glilot, vicino Herzliya - è sede del quartier generale del Mossad e di diverse unità dell'intelligence dell'Idf, tra cui l'Unità 8200, riporta il Times of Israel.
Secondo i servizi di emergenza, citati da Ynet, persone sarebbero ancora intrappolate sul luogo dell'impatto del mezzo pesante ("Ci sono civili schiacciati e intrappolati sotto il camion").
Per la polizia è attentato, aggressore 'neutralizzato' da civili armati
La polizia israeliana considera un attentato terroristico quanto avvenuto a nord di Tel Aviv e ha annunciato che imponenti forze sono state dispiegate nell'area.
L'assalitore è stato colpito e neutralizzato da civili armati sul posto. Lo rende noto il Times of Israel precisando inoltre che secondo le prime ricostruzioni dell'incidente un autobus si era appena fermato per far scendere i passeggeri quando il camion è piombato sulla fermata travolgendo la gente in attesa.
Tra i feriti dell'attacco vicino Tel Aviv ci sono molti anziani che erano appena sbarcati dall'autobus diretti a un vicino museo per prendere parte alla giornata di commemorazioni nazionali per le vittime del 7 ottobre e degli scontri successivi. Lo scrive il Times of Israel. Sul posto c'era anche un autobus, che stava facendo scendere alcuni passeggeri. Alcuni dei feriti sono rimasti intrappolati sotto il mezzo mandato a schiantarsi dall'attentatore contro la gente in attesa.
Esteri
Gaza, raid Israele su case. Hamas: “Almeno 30...
Cinque abitazioni rase al suolo a Beit Lahiya a nord. Dopo i bombardamenti Teheran rivendica: "E' nostro diritto difendere il nostro territorio". Biden: "Spero finisca qui"
Almeno 30 persone sono morte nei raid israeliani su Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha riferito il ministero della Sanità controllato da Hamas, denunciando che nei raid sono state prese di mira cinque abitazioni.
Attacco in Iran, Teheran: "Difenderemo il nostro territorio"
Dopo il raid israeliano l'Iran annuncia risposta. "Ci riserviamo pienamente il diritto di rispondere a questa aggressione che non può essere separata dal genocidio di Israele a Gaza e dallo spargimento di sangue in Libano" scrive su X il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi. "Il mondo deve unirsi contro questa minaccia comune alla pace e alla sicurezza internazionale". "Condanniamo fermamente l'attacco criminale ai centri militari iraniani come violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. Quattro dei nostri eroi dell'esercito hanno sacrificato la vita per sconfiggere questo assalto sconsiderato e codardo", ha aggiunto il capo della diplomazia di Teheran.
Come Israele ha scelto gli obiettivi
"Israele ha scelto gli obiettivi in anticipo, in base ai suoi interessi nazionali" e "non in base alle direttive americane". "Così è stato, e così sarà". Lo ha dichiarato l'ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, smentendo la notizia riportata dall'emittente Channel 13, secondo cui inizialmente lo Stato ebraico aveva previsto di colpire impianti del petrolio e del gas, ma ha poi cambiato i suoi piani, limitando i raid agli obiettivi militari, a causa della pressione Usa. "E' totalmente falsa", ha precisato l'ufficio di Netanyahu, commentando la ricostruzione dell'emittente.
Iran: "Attacco partito da spazio aereo Iraq, Usa complici"
L'attacco israeliano contro l'Iran è partito dallo "spazio aereo iracheno" ed è per questo motivo che gli Stati Uniti sono "complici". Lo ha dichiarato sul social X la missione diplomatica dell'Iran presso le Nazioni Unite. "Gli aerei da guerra del regime sionista hanno attaccato diversi siti militari e radar iraniani dallo spazio aereo iracheno, a circa 110 chilometri dal confine con l'Iran", ha sostenuto la missione diplomatica, sottolineando che "lo spazio aereo iracheno è sotto l'occupazione, il comando e il controllo dell'esercito statunitense" e per questo "la complicità degli Stati Uniti in questo crimine è certa".
Biden: "Spero sia la fine"
"La mia speranza è che questa sia la fine". Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, rispondendo ai giornalisti che a Philadelphia gli hanno chiesto un commento sui raid israeliani contro l'Iran. Il presidente ha anche sottolineato come sembrerebbe che Israele abbia colpito solo obiettivi militari nei suoi attacchi.