Sospiro di sollievo in casa Milan per quanto riguarda le condizioni di Mike Maignan e Davide Calabria. Il portiere francese, che si è fermato per infortunio nel match di Champions League contro il Liverpool, dovrebbe essere regolarmente in campo nel derby contro l'Inter nel prossimo turno di Serie A. Nessun problema anche per il difensore rossonero che ha smaltito il problema fisico che lo ha costretto al cambio contro i Reds.
Parigi 2024, chi è il nuotatore Manuel Bortuzzo: dalla sparatoria alle Paralimpiadi
La storia che ha portato il venticinquenne triestino a competere alle Paralimpiadi 2024
Manuel Bortuzzo torna ad attirare l'attenzione degli italiani, pronti a seguirlo con orgoglio mentre gareggia in rappresentanza del Paese. Il nuotatore, oggi venticinquenne, è stato al centro delle cronache nazionali per la terribile aggressione nella periferia di Roma che gli procurò una lesione spinale, ora però si mostra sotto una vesta diversa: quella del talento e del duro lavoro che lo hanno portato fino a Parigi 2024.
Gli inizi
Nato a Trieste il 3 Maggio 1999, Manuel Bortuzzo mostra sin da bambino due grandi amori: la musica e il nuoto. A sei anni inizia a suonare la batteria e sempre da bambino pratica il nuoto, dimostrando un talento eccezionale.
Fa subito vedere di che pasta è fatto a livello giovanile, vincendo numerosi meeting regionali e nazionali in diverse gare e distanze. Si fa notare soprattutto nelle distanze del mezzo fondo, come i 400 e i 1500 metri stile libero. Nel 2015, firma il nuovo record italiano nella categoria Ragazzi nei 3000 metri, sottraendolo a una stella del calibro di Gregorio Paltrinieri.
Le prospettive per il giovane Bortuzzo appaiono rosee e ben presto viene notato anche dai tecnici della nazionale di nuoto assoluta: viene selezionato per il progetto “Road to Tokyo 2020” e si trasferisce al Centro Federale di Ostia per allenarsi con medagliati Olimpici come Paltrinieri e Gabriele Detti. "È come se prendi un ragazzo che gioca a calcio e lo metti ad allenarsi con Cristiano Ronaldo e Messi. Il sogno si stava realizzando e lì lo sentivo sempre più vicino", ha ricordato in un'intervista a Olympics.com.
L'aggressione
Nel mirino di Bortuzzo ci sono i Campionati del mondo 2019, ma a febbraio di quell'anno la sua vita cambia per sempre. Mentre si trova fuori da un pub della periferia di Roma, non lontano da casa sua, viene colpito alla schiena da alcuni proiettili, sparati contro di lui a causa di uno scambio di persona.
Per pochi millimetri uno dei proietti non arriva all'aorta e il ragazzo, appena diciannovenne, sopravvive, ma i colpi provocano una lesione al midollo, che gli paralizza metà del corpo.
La pausa dallo sport
Iniziano per Bortuzzo mesi difficilissimi. Nonostante i dolori fisici, il suo approccio al mondo resta inizialmente ingenuo. "Dicevo ai compagni che in due mesi sarei tornato a sfidarli in un 50sl", ricorda a Olympics.com, poi però la prima volta che rientra in piscina tutto diventa chiaro. "Tornare in acqua - dice - mi ha proprio sbattuto in faccia la realtà della mia condizione. Finché stavo sulla terraferma non me ne rendevo conto. Quando mi sono rimesso in gioco ho capito bene dove sono finito e da lì è iniziato un percorso lungo e difficile, soprattutto dal punto di vista mentale".
Quando ricomincia ad allenarsi, "combattendo anche l’aspetto mediatico che invece mi dava già per vincitore alle Paralimpiadi di Tokyo 2020", capisce che in quel momento il nuoto non è ciò di cui ha bisogno e che non è possibile puntare a una vittoria alle Olimpiadi senza prima concentrarsi su se stesso e comprendere come vivere la vita quotidiana.
La musica, che è sempre stata lì a dargli conforto, diventa uno dei suoi rifugi. Da bambino aveva iniziato con la batteria, ma poi aveva proseguito con il pianoforte (oltre ad avere "come sfizio" due chitarre, una elettrica e una acustica). "Suonare il piano - spiega sempre a Olympics - lo faccio seriamente ed è sempre stata una costante della mia vita. Non so comporre, per comporre c’è uno studio che non ho ancora affrontato, ma che sicuramente affronterò. Ogni tanto improvviso e quando improvviso sento qualcosa che mi piace".
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Poi inizia a tatuarsi, cosa che non aveva mai considerato di fare perché prima dell'incidente si immaginava con una carriera nell'esercito italiano, che non permette ai militari di avere tatuaggi. Compaiono così sul suo corpo la data del fatidico incidente, il numero "12" (i millimetri che hanno separato il proiettile dall'aorta addominale e lo hanno tenuto in vita), la parola "cambiamenti", l'aquila, un animale che vola solo non in gruppo e "rappresenta il fatto che nella vita, con tutti i nostri problemi, potremmo avere a fianco chiunque, ma poi alla fine saremo sempre soli a dover viaggiare e a dover vivere".
Arriva la voglia di raccontarsi agli altri: scrive due libri (il primo è diventato anche un film, Rinascere), partecipa ad alcuni programmi televisivi, tra cui il Grande Fratello VIP, e crea contenuti sui social, dove ora ha quasi 500mila follower. "Non conoscevo nemmeno Instagram, né i social, né i media e il mondo televisivo", ha detto Bortuzzo. "Tuttavia, mi sono trovato in una posizione all'interno di quel mondo, e se hai l'opportunità di fare qualcos'altro nella vita, coglila".
Tutto questo permette di fermarsi, guardarsi dentro e ricominciare una vita diversa. Quando è il momento giusto per chiedersi di nuovo chi vuole essere, ecco che lo sport torna a fare capolino. Nella casa del Grande Fratello Vip conosce lo sciabolatore azzurro Aldo Montano, con cui nasce un'amicizia subito dopo Tokyo 2020, quando Montano aveva concluso la sua carriera con una quinta medaglia olimpiva. "Aldo Montano è quella persona che mi ha fatto tornare ad avere quella grinta, quella voglia. Magari la voglia di tornare a nuotare e di essere un atleta già ce l’avevo, ma mi mancava la grinta di un campione che te la fa percepire", dice Bortuzzo.
Il ritorno in vasca
Manue Bortuzzo torna a nuotare sapendo di dover ricominciare da capo per capire come gareggiare in modo diverso da quello a cui era abituato, ma con la certezza e la determinazione di voler fare l'atleta. Si rende conto di quanto, nel nuoto paralimpico, l'esperienza sia fondamentale e passi spesso sopra all'energia giovanile e alla potenza.
Nel novembre 2022 si classifica secondo ai Campionati italiani, poi vince le sue prime gare durante le Para swimming World Series a Lignano Sabbiadoro. "Ho fatto tappe di Coppa del mondo, per esempio a Berlino - ha raccontato a Olympics.com - dove ho conosciuto i miei avversari, il primo e il secondo al mondo sui 100 rana e c’è ancora un abisso, lo vedo, perché sono ragazzi che lo fanno da tantissimi anni. Il Campione del mondo sui 100 rana [il colombiano Moises Fuentes Garcia] ha fatto la sua prima gara nel 2003, quando io avevo solo quattro anni...".
L'allenamento, la determinazione e la perseveranza lo hanno portato a ottenere il quinto posto ai Mondiali di Manchester 2023, a classificarsi ai piedi del podio agli Europei di Funchal 2024 e a classificarsi per Parigi 2024. "La convocazione ai Giochi è un'emozione doppia. Sarà un onore rappresentare l'Italia e farlo nel più importante contesto agonistico”, ha detto.
Quando vederlo competere
Manuel Bortuzzo gareggia alle Paralimpiadi di Parigi 2024 lunedì 2 settembre nei 100 metri rana.
Sport
Rientra l’allarme Maignan? Il portiere ci sarà al...
Buone notizie anche per Calabria
Come vi abbiamo anticipato ieri, Maignan si è sottoposto agli esami strumentali che hanno escluso lesioni muscolari o tendinee. Le sue condizioni verranno controllate anche nelle prossime ore, ma non dovrebbero esserci problemi per la sua convocazione per il derby contro l'Inter nel prossimo turno di campionato. Il portiere del Milan, infatti, dovrebbe superare il trauma contusivo alla coscia destra riportato contro i Reds ed essere regolarmente in campo nella stracittadina. Solo panchina, in questo caso, per il giovane Torriani che comunque rimane pronto a subentrare.
Buone notizie in arrivo anche per quanto riguarda Davide Calabria. Il difensore, uscito malconcio dalla partita di Champions League contro il Liverpool, aveva fatto preoccupare tifosi milanisti e fantallenatori in vista del derby contro l'Inter. Stando alle ultime indiscrezioni, però, si è trattato solo di una botta e il terzino non è in dubbio per la stracittadina in programma nel prossimo turno di Serie A: Calabria è quindi pronto ad essere di nuovo protagonista al Fantacalcio.
Fantacalcio.it per Adnkronos
Sport
Premio Internazionale Eccellenza Mediterraneo,...
La cerimonia si terrà il 21 ottobre a Roma a Palazzo Valentini
Dall’attaccante del Beşiktaş, Ciro Immobile, al ct della nazionale di pallavolo turca, Daniele Santarelli. Sono solo alcuni dei nomi che il prossimo 21 ottobre a Roma, presso Palazzo Valentini, riceveranno il “Premio Internazionale Eccellenza Mediterraneo 2024”, un riconoscimento, giunto alla sua seconda edizione, volto a chi ha contribuito significativamente allo sviluppo e al miglioramento delle relazioni tra le nazioni, alla crescita di sport, imprese, all'inclusione sociale, alla diffusione culturale e alla conservazione del patrimonio artistico.
L’Euromediterraneo non è solo un luogo geografico che comprende l’Europa e le aree che si affacciano nel Mediterraneo. E’ molto di più, è un immenso continente che racchiude in sé culture e civiltà millenarie sulle quali sono stati costruiti rapporti economici, culturali, scientifici, linguistici, religiosi. Per questo saranno tantissimi i personaggi e le celebrità presenti a Roma a partire dall’ex capitano della Lazio, oggi al Beşiktaş, Ciro Immobile, passando per il vice presidente del club turco, Huseyin Yücel ed Emre Gokdemir, imprenditore da sempre vicino ai giovani sportivi sostenendoli con diverse iniziative. Poi Daniele Santarelli, tecnico di Conegliano e della nazionale femminile di pallavolo turca con la quale ha vinto il mondiale nel 2022 e fatto semifinale olimpica a Parigi 2024. Santarelli sarà accompagnato dal presidente della federazione turca di pallavolo, Mehmet Akif Üstündağ, che negli ultimi anni ha avuto un ruolo strategico nella crescita del movimento del volley nel proprio paese.
Una kermesse di assoluto livello che sarà arricchita nei prossimi giorni quando saranno svelati gli altri nomi vincitori del premio ideato dal giornalista Dundar Kesapli e dal presidente dell'Associazione Giornalisti del Mediterraneo, in collaborazione con l'Unione Stampa Sportiva Italiana (Ussi - Gianfranco Coppola - Presidente) e l'Aips Europe (International Sport Press Association - Charles Camenzuli Presidente).
Sport
Parigi 2024, Castro atleta paralimpico dei rifugiati:...
Lo spadista colombiano vive come rifugiato nel Centro del sistema accoglienza e integrazione di 2° livello, nel quartiere romano di Centocelle
Peccato per Amelio Castro Grueso che l’ottimismo non sia tra le discipline olimpiche, altrimenti avrebbe già una bacheca piena di medaglie d’oro. Si consola realizzando sogni, le presenze sul podio arriveranno. Il primo: aver partecipato alle Paralimpiadi di Parigi come schermidore nella squadra dei rifugiati. Arrivarci è stata un’impresa: "Ho lottato tanto, è stato bellissimo. Ma ho capito che la vita è uno specchio, ricevi quello che dai", racconta a La Ragione.
Se così fosse, avrebbe ancora moltissimo da riscuotere. A lui è stato tolto tanto: quando aveva 16 anni sua madre è stata uccisa, a 20 ha perso l’uso delle gambe a causa di un incidente. Costretto per quattro anni in un ospedale in Colombia (dov’è nato), la famiglia lo ha gradualmente abbandonato fino a lasciarlo solo. "All’inizio è stato difficile, poi ho incontrato Dio. Proprio in quegli anni ho scoperto la fede: in mezzo a tutta quella sofferenza, in mezzo a tutta quella mancanza, ho capito che se credi alla fine le cose si risolvono. Dico sempre di essere un privilegiato perché ho la capacità di affrontare le difficoltà". Dote che ha allenato nel tempo, per spirito di sopravvivenza.
Lo sport è arrivato dopo e gli ha cambiato la vita: "Dopo tutto quello che mi è capitato volevo scrivere un libro per aiutare soprattutto i più giovani, perché -quando ti succede qualcosa di brutto- pensi che stia capitando solo a te. Credo invece che leggere la testimonianza di qualcuno che ha sofferto e che è riuscito ad andare avanti col sorriso possa essere fonte d’ispirazione. Così ho deciso di dedicarmi allo sport: ho pensato che vincendo una medaglia olimpica la mia storia sarebbe arrivata a molte più persone", racconta Grueso a La Ragione.
Il primo approccio (col basket) è andato male. La scherma invece lo ha rapito subito. Merito anche di un allenatore italiano, Daniele Pantoni, conosciuto per caso in Colombia durante una tappa della Coppa del mondo con la Nazionale italiana di spada. Era il 2018, il suo viaggio in Italia nasce anche da quell’incrocio fortuito. Ora lo spadista colombiano vive come rifugiato nel Centro del sistema accoglienza e integrazione di 2° livello, nel quartiere romano di Centocelle.
Da dove tutti i giorni affronta un viaggio di due ore -fra andata e ritorno -per arrivare in palestra: "Già è difficile vivere come rifugiato convenzionale, ma quando ti mancano le gambe lo è ancora di più. A volte i mezzi di trasporto non sono adatti agli spostamenti per persone con disabilità, quindi bisogna lottare per fare anche le cose più semplici. Ma se ce la faccio io, penso proprio che possano farcela tutti", spiega l’atleta Grueso.
Ecco ancora l’ottimismo, l’incrollabile fede. Emerge nonostante l’ultimo grande ostacolo all’orizzonte: a fine ottobre dovrà lasciare il Centro di accoglienza in cui si trova. Col rischio di rimanere ancora senza una casa: "Ma rimango comunque fiducioso. Non sarà facile, ma se Dio non mi ha abbandonato quando ero in ospedale senza potermi muovere, non lo farà neanche ora", conclude a La Ragione.