Idf: "Brutalmente assassinati prima del nostro arrivo". Fra i morti un israelo-americano. Biden: "Sono devastato e indignato". Le famiglie contro Netanyahu: "Basta con le scuse". Il premier: "Chi uccide ostaggi non vuole un accordo". Attacco armato in Cisgiordania, uccisi 3 agenti polizia israeliani
Sono morti a causa di colpi d'arma da fuoco alla testa i sei ostaggi israeliani, i cui corpi sono stati ritrovati nelle scorse ore in un tunnel di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. E' quanto emerge dalle autopsie, ha spiegato una fonte citata da Haaretz, secondo la quale non c'è dubbio su quale sia la causa della loro morte.
Secondo la fonte, infatti, le condizioni fisiche degli ostaggi sebbene fossero fragili, non indicavano sofferenze per deperimento o fame e pertanto sarebbero sopravvissuti se non fossero stati colpiti. La fonte ha aggiunto che non è stato trovato alcun segno di altri traumi fisici sui corpi.
Il sito di notizie Ynet aggiunge ulteriori dettagli, spiegando che Ori Danino, Alex Lubnov, l'israelo-americano Hersh Goldberg-Polin, Almog Sarusi, Eden Yerushalmi e Carmel Gat sono morti nelle 48 ore precedenti il ritrovamento e proiettili sono stati ritrovati anche in altre parti dei loro corpi, non solo in testa. Uno degli ostaggi riportava segni che era stato legato. Inoltre, sono state trovate su alcuni di loro ferite riportate durante il rapimento che erano state curate.
In precedenza il portavoce dell'esercito israeliano Daniel Hagari aveva riferito che gli ostaggi sono stati "brutalmente assassinati" da Hamas poco prima dell'arrivo delle truppe. "Secondo una prima valutazione... sono stati brutalmente assassinati dai terroristi di Hamas poco prima che li raggiungessimo. Sono stati rapiti vivi la mattina del 7 ottobre dal gruppo terroristico di Hamas. I loro corpi sono stati trovati durante i combattimenti a Rafah, in un tunnel, a circa un chilometro di distanza da quello da cui abbiamo salvato Farhan al-Qadi qualche giorno fa", ha detto in una conferenza stampa, aggiungendo che le truppe hanno combattuto gli agenti terroristici di Hamas in superficie, nella zona in cui si trovava il tunnel.
Chi sono
Gli ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lubnov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 25 anni. L'esercito non aveva la posizione esatta degli ostaggi, ma aveva indicazioni di un'area generale in cui i sei potevano essere tenuti. Per questo, afferma di aver operato con cautela nell'area, iniziando a ispezionare un complesso di tunnel ieri, finché non hanno trovato gli ostaggi morti nel pomeriggio.
Goldberg-Polin, Yerushalmi, Danino, Lubnov e Sarusi sono stati rapiti dai terroristi di Hamas il 7 ottobre al festival musicale Nova, vicino al Kibbutz Re'im, mentre Gat è stato portato via dal Kibbutz Be'eri.
Netanyahu: "Chi uccide ostaggi non vuole un accordo"
Israele non avrà pace finché non avrà catturato i responsabili dell'uccisione dei sei ostaggi, ha assicurato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in un video messaggio diffuso dopo il ritrovamento dei corpi. "Dico ai terroristi di Hamas che hanno assassinato i nostri ostaggi e dico ai loro leader: non ci fermeremo e non staremo in silenzio. Vi daremo la caccia, vi prenderemo e vi porteremo a giudizio", ha affermato in una dichiarazione, sottolineando che "chiunque uccide gli ostaggi non vuole un accordo".
Netanyahu ha accusato la fazione palestinese di essere responsabile del mancato accordo finora sul cessate il fuoco ed il rilascio degli ostaggi. "Da dicembre - ha affermato - Hamas si rifiuta di condurre veri negoziati. Tre mesi fa, il 27 maggio, Israele ha accettato un accordo per il rilascio degli ostaggi con il pieno appoggio degli Stati Uniti. Hamas ha rifiutato".
Il primo ministro israeliano ha aggiunto che "anche dopo che gli Stati Uniti hanno aggiornato la bozza dell'accordo il 16 agosto, noi abbiamo accettato e Hamas ha nuovamente rifiutato", sostenendo che anche ora, "mentre Israele sta conducendo intensi negoziati con i mediatori nello sforzo massimo per raggiungere un accordo, Hamas continua a rifiutare fermamente qualsiasi offerta".
Incontrato i genitori di Alex Lobnov, che ha cittadinanza anche russa, il capo del governo ha quindi voluto eprimere il suo dispiacere: "Voglio dirvi quanto mi dispiace e chiedervi perdono per non essere riuscito a riportare indietro Alex vivo", ha dichiarato Netanyahu ai due genitori. Due delle famiglie dei sei ostaggi ritrovati, hanno invece rifiutato di parlare con il primo ministro.
Hamas: "Israele è responsabile morte prigionieri"
Hamas ritiene Israele responsabile della morte dei sei prigionieri israeliani. "La responsabilità della morte dei prigionieri detenuti dalla resistenza è dell'occupazione che insiste nel continuare la guerra genocida", ha dichiarato in una nota un esponente della fazione palestinese, il membro del politburo Izzat al-Rishq. Tra i sei corpi ritrovati figurano quelli di un cittadino russo , Alexander Lobanov, 32 anni, e di un cittadino statunitense , Girsh Goldberg-Polin, 23 anni.
Biden: "Sono devastato e indignato"
"Sono devastato e indignato", ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in una dichiarazione rilasciata dalla Casa Bianca che ha anche reso omaggio ai genitori di Goldberg-Polin. "Sono stati coraggiosi, saggi e risoluti, anche quando hanno sopportato l'inimmaginabile", ha aggiunto. "Sono stati campioni implacabili e irrefrenabili del loro figlio e di tutti gli ostaggi tenuti in condizioni inaccettabili".
97 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre rimangono a Gaza
Attualmente 97 dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre restano a Gaza, compresi i corpi di almeno 33 morti confermati dalle Idf. A fine novembre, durante una tregua durata una settimana, Hamas ha rilasciato 105 civili e prima di allora erano stati rilasciati quattro ostaggi.
Otto ostaggi sono stati tratti in salvo vivi dalle truppe e sono stati recuperati anche i corpi di 37 ostaggi, tra cui tre uccisi per errore dai militari mentre cercavano di sfuggire ai loro rapitori. Hamas detiene anche due civili israeliani entrati nella Striscia nel 2014 e nel 2015, nonché i corpi di due soldati delle Idf uccisi nel 2014.
Herzog: "Il cuore di un'intera nazione è stato fatto a pezzi"
Il presidente Isaac Herzog ha affermato in una dichiarazione che "il cuore di un'intera nazione è andato in pezzi". "A nome dell'intero Stato di Israele, tengo le loro famiglie nel mio cuore e chiedo perdono. Perdono per non essere stato in grado di riportare a casa i vostri cari sani e salvi", dice. Herzog afferma che l'omicidio degli ostaggi dimostra la disponibilità di Hamas a compiere crimini contro l'umanità, aggiungendo che "l'obiettivo sacro" del Paese era quello di riportarli a casa.
Lapid contro Netanyahu
Queste morti sono “strazianti per l’intero Paese, tranne che per coloro che lo guidano”, ha scritto su X il leader dell'opposizione Yair Lapid, accusando il governo di "seppellire gli ostaggi". “Invece di fare un accordo, stanno facendo politica, invece di salvare vite, stanno seppellendo gli ostaggi. Invece di fare di tutto per riportarli a casa, il Primo Ministro Benjamin] Netanyahu sta facendo di tutto per restare al potere. Il governo dei disastri sta seppellendo lo Stato di Israele”, si legge nel post.
Ira dei familiari
Il Forum delle famiglie degli ostaggi ha fatto appello a uno sciopero generale in Israele per fare pressioni sul governo e spingerlo ad accelerare nei negoziati per raggiungere un accordo con Hamas. E ha convocato manifestazioni oggi contro il primo ministro, Benjamin Netanyahu. Secondo l'account X del Forum, una protesta si terrà alle 15 a Gerusalemme durante la riunione del governo, mentre una più imponente è in programma alle 18 a Tel Aviv davanti alla Kirya, il quartier generale delle Forze di difesa dello Stato ebraico.
"Se non ci fossero i sabotatori, le scuse e la retorica, gli ostaggi di cui abbiamo appreso la morte questa mattina sarebbero probabilmente vivi", ha affermato il Forum in un post. "Netanyahu: basta con le scuse. Basta con la retorica. Basta con l'abbandono. È arrivato il momento di riportare a casa i nostri ostaggi", ha aggiunto.
Attacco armato in Cisgiordania, uccisi 3 agenti polizia israeliani
Tre agenti di polizia israeliani sono stati uccisi a Tarqumiyah, città poco distante da Hebron, in Cisgiordania. Lo ha confermato il capo della polizia israeliana, Danny Levy, incontrando i giornalisti sul posto. I tre agenti, riferisce il Times of Israel, sono stati colpiti mentre si trovavano a bordo di un'auto.
Hamas ha elogiato "l'eroica operazione di resistenza" eseguita stamane in Cisgiordania. In una nota, la fazione palestinese ha descritto l'attacco avvenuto a Tarqumiyah, vicino Hebron, come una "risposta naturale" alla "guerra genocida" nella Striscia di Gaza e ai "crimini sionisti" in Cisgiordania. Hamas ha anche lanciato un appello agli abitanti della Cisgiordania a bloccare le strade usate dai coloni israeliani e a "chiunque possieda un'arma" a usarla contro gli "occupanti".
Esteri
Ucraina, centinaia di yemeniti reclutati dalla Russia:...
La mossa di una misteriosa compagnia legata ai ribelli dello Yemen per mandarli con l'inganno al fronte: la rivelazione del Financial Times
Reclutati con l'inganno, mandati con la forza a combattere in Ucraina. La Russia starebbe reclutando centinaia di yemeniti per combattere contro le truppe di Kiev, in una mossa che evidenzia i crescenti legami tra Mosca ed i ribelli Houthi, movimento filo-iraniano di fede zaydita che controlla ampie zone dello Yemen tra cui la capitale Sana'a. A rivelarlo è il Financial Times, secondo cui gli yemeniti verrebbero arruolati con la forza e quindi inviati in prima linea.
La promessa: stipendio alto e cittadinanza russa
Le reclute hanno raccontato al giornale della City di essere arrivate in Russia tramite una misteriosa società collegata agli Houthi, con la promessa di un impiego con stipendi elevati e persino della cittadinanza russa. La notizia, evidenzia il Ft, mostra il sempre maggiore allargamento del conflitto, mentre aumenta il numero delle vittime e il Cremlino cerca di evitare una mobilitazione generale. Tra le file russe ci sono già mercenari provenienti da Nepal e India e circa 12mila soldati dell'esercito regolare nordcoreano di stanza nella provincia russa di Kursk.
Il legame Russia-Houthi
L'inviato speciale degli Stati Uniti per lo Yemen, Tim Lenderking, ha spiegato che la Russia sta lavorando per aumentare i legami con gli Houthi e che tra le parti ci sono colloqui sui trasferimenti di armi. "Sappiamo che c'è personale russo a Sana'a che aiuta ad approfondire questo dialogo - ha precisato - I tipi di armi di cui si sta discutendo sono molto allarmanti e consentirebbero agli Houthi di colpire meglio le navi nel Mar Rosso e forse oltre".
Il mese scorso è emersa la notizia che la Russia ha fornito dati satellitari per aiutare gli Houthi ad attaccare le navi nel Mar Rosso. I ribelli da tempo prendono di mira le navi commerciali in questo tratto di mira in quella che definiscono un'azione solidale con i palestinesi nella Striscia di Gaza.
Esteri
Trovato corpo del rabbino scomparso negli Emirati, ira...
Il rav Zvi Kogan è stato trovato morto, l'uomo era scomparso giovedì scorso. Spari nei pressi dell'ambasciata israeliana ad Amman, Giordania: "Attacco terroristico"
E' stato ritrovato il corpo del rabbino Zvi Kogan, scomparso giovedì negli Emirati Arabi Uniti e la cui auto era stata individuata ieri abbandonata ad Al-Ain, a circa 90 minuti da Dubai. Ad annunciarlo l'ufficio del primo ministro emiratino ed il ministero degli Esteri in una nota congiunta.
Nel comunicato, riporta il Times of Israel, si precisa che l'ambasciata di Israele nel Paese del Golfo è in contatto con la famiglia del rabbino Chabad, che è cittadino israeliano e moldavo. Secondo Channel 12, Kogan è imparentato con il rabbino Gavriel Holtzberg, assassinato insieme alla moglie in un attacco terroristico alla Nariman Chabad House di Mumbai nel 2008.
I media israeliani ieri evidenziavano i timori dei servizi di intelligence e sicurezza, i quali sospettavano che Kogan fosse stato rapito da tre cittadini uzbeki - presumibilmente incaricati dall'Iran e poi fuggiti in Turchia - e assassinato.
L'omicidio del rabbino Zvi Kogan negli Emirati è un "crimine terroristico antisemita codardo e spregevole", il commento del ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, sul social X. "Lo Stato di Israele non si fermerà né rimarrà in silenzio finché i responsabili di questo atto criminale non pagheranno per le loro azioni", ha aggiunto.
Il Consiglio di sicurezza nazionale israeliano ha intanto ribadito l'invito ai suoi connazionali ad evitare i viaggi non essenziali negli Emirati. Il Consiglio, riporta il Times of Israel, attribuisce agli Emirati un livello di allerta 3 in quanto persiste una minaccia per gli israeliani e gli ebrei che si trovano nel Paese.
"Evitate di visitare attività commerciali, luoghi di ritrovo e luoghi di intrattenimento identificati con la popolazione israeliana ed ebraica", si sottolinea nel 'warning' in cui si chiede anche di "mantenere una maggiore vigilanza nei luoghi pubblici (inclusi ristoranti, hotel, bar, ecc.) ed evitare di esporre simboli israeliani". I viaggiatori sono inoltre invitati ad evitare di pubblicare sui social media e a bloccare i loro profili online.
Spari vicino ambasciata israeliana ad Amman: "E' terrorismo"
La sparatoria avvenuta nei pressi dell'ambasciata israeliana ad Amman, in Giordania, è stata un "attacco terroristico" che ha preso di mira le forze di sicurezza del Paese arabo, ha dichiarato il ministro delle Comunicazioni del governo giordano, Mohamed Momani, precisando in una nota che sono in corso indagini sull'attacco.
Secondo l'agenzia di stampa ufficiale Petra, nelle scorse ore la polizia ha sparato e ucciso un uomo armato che aveva aperto il fuoco contro una pattuglia nel quartiere Rabiah. Tre agenti sono rimasti feriti.
Esteri
Cop29 raggiunge accordo sul clima, Biden: “Nessuno...
L'intesa: 300 miliardi di dollari all'anno entro il 2035 alle nazioni più povere, chiamate a contrastare fenomeni sempre più gravi in relazione alla crisi climatica, Pichetto: "Italia ha portato spirito del Piano Mattei"
Accordo raggiunto sul clima alla Cop29 di Baku, in Azerbaigian, e il presidente degli Stati Uniti uscente, Joe Biden, esulta parlando di "risultato storico" e "rivoluzione verde" che "nessuno può impedire".
"Oggi alla Cop29, grazie in parte agli instancabili sforzi di una forte delegazione statunitense, il mondo ha raggiunto un accordo su un altro risultato storico. A Baku, gli Stati Uniti hanno sfidato i Paesi a fare una scelta urgente: consegnare le comunità vulnerabili a disastri climatici sempre più catastrofici o farsi avanti e mettere tutti noi su un percorso più sicuro verso un futuro migliore", ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti commentando l'accordo raggiunto.
"Insieme, i Paesi hanno fissato un ambizioso obiettivo di finanziamento internazionale per il clima entro il 2035. Aiuterà a mobilitare il livello di finanziamento, da tutte le fonti, di cui i Paesi in via di sviluppo hanno bisogno per accelerare la transizione verso economie pulite e sostenibili, aprendo al contempo nuovi mercati per veicoli elettrici, batterie e altri prodotti di fabbricazione americana", ha proseguito Biden in una nota.
Il presidente americano si è quindi detto fiducioso che "negli anni a venire" gli Stati Uniti continueranno questo lavoro "attraverso i nostri Stati e le nostre città, le nostre aziende e i nostri cittadini, sostenuti da una legge duratura come l'Inflation Reduction Act, il più grande investimento nel clima e nell'energia pulita della storia". Biden ha poi lanciato indirettamente una stoccata alla futura Amministrazione Trump, che secondo diversi media come il New York Times avrebbe già pronto l'ordine esecutivo per abbandonare l'Accordo di Parigi. "Mentre alcuni potrebbero cercare di negare o ritardare la rivoluzione dell'energia pulita in corso in America e nel mondo, nessuno può invertirla, nessuno", ha scandito il presidente.
"Mi congratulo con le parti e la presidenza della Cop29 per aver raggiunto questo risultato. Sebbene ci sia ancora molto lavoro da fare per raggiungere i nostri obiettivi sul clima, il risultato di oggi ci avvicina significativamente - ha concluso Biden - A nome del popolo americano e delle generazioni future, dobbiamo continuare ad accelerare il nostro lavoro per mantenere un pianeta più pulito, più sicuro e più sano alla nostra portata".
Ue: "Nuova era per finanza climatica"
Anche l'Unione Europea ha accolto con favore l'accordo raggiunto al vertice Cop 29 definendolo l'inizio di una "nuova era" nella finanza "climatica" per i Paesi più poveri per combattere il riscaldamento globale. "La Cop29 sarà ricordata come l'inizio di una nuova era per la finanza climatica", ha affermato il commissario europeo per l'Azione per il clima, Wopke Hoekstra, dopo l'intesa che aumenta l'assistenza finanziaria alle nazioni povere a circa 300 miliardi di dollari all'anno nel prossimo decennio
"L'Unione Europea e i suoi Stati membri continueranno a svolgere un ruolo di primo piano in questo processo. Abbiamo lavorato attivamente con tutti i partecipanti per aumentare significativamente il volume dei finanziamenti. Abbiamo triplicato l'obiettivo di 100 miliardi di dollari e consideriamo questo obiettivo ambizioso, necessario, realistico e realizzabile", ha osservato.
Guterres: "Accordo è base, ora onorare impegni"
Non nasconde invece di avere sperato in un accordo più ambizioso il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres commentando sui social l'intesa, definendola una "base" per il futuro e aggiungendo che i 300 miliardi di dollari promessi dai paesi più ricchi per aiutare quelli più poveri dovrebbero essere erogati al più presto. L'accordo - sottolinea - "deve essere onorato per intero e in tempo. Faccio appello ai governi affinché lo facciano con urgenza". "Avevo sperato in un risultato più ambizioso, sia in termini finanziari che di mitigazione, per soddisfare la portata della grande sfida che ci troviamo ad affrontare, ma l'accordo raggiunto fornisce una base su cui costruire", ha affermato il capo delle Nazioni Unite sottolineando come la fine dell'era dei combustibili fossili è inevitabile, mentre il Gruppo dei 20, ovvero i paesi con le maggiori emissioni climalteranti, devono guidare la strada verso un futuro più sostenibile.
Pichetto: "Portato spirito del Piano Mattei nel dibattito"
"Con una semplificazione potremmo dire che abbiamo portato lo spirito del Piano Mattei nel dibattito della Cop29", sottolinea quindi il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, commentando l'accordo finale raggiunto a Baku.
"Il significato e la rilevanza del numero finale - osserva - vanno analizzati rispetto al risultato raggiunto nell'allargare la platea di attori che partecipano a questo processo e soprattutto al modo in cui vi partecipano, utilizzando ad esempio meccanismi di finanziamento pubblico-privato che noi già stiamo sperimentando nei nostri progetti dedicati all'Africa, non solo nel settore climatico, attraverso partenariati paritari e non predatori"
"Nel negoziato condotto dall'Unione europea a nome dei 27 - ricorda - l'Italia ha portato la sua strategia per una finanza climatica più efficace che rifletta i nuovi equilibri globali con alcuni obiettivi specifici: allargare la base dei contributori con un ruolo maggiore dei paesi sin qui non considerati donatori; contabilizzare i contributi delle banche multilaterali di sviluppo; incoraggiare le iniziative filantropiche; favorire meccanismi che, partendo dai contributi degli stati, spingano i grandi investitori a finanziare progetti per una decarbonizzazione come motore di sviluppo nei paesi più vulnerabili". Parlando a Rainews 24 il ministro definisce "importante" l'indicazione "di allargare la base dei contributori".
Cop29, cosa prevede l'accordo
Nel cuore della notte, è stata raggiunta l'intesa secondo cui i paesi più ricchi e avanzati garantiranno 300 miliardi di dollari all'anno entro il 2035 alle nazioni più povere, chiamate a contrastare fenomeni sempre più gravi in relazione alla crisi climatica. "Le persone dubitavano che l'Azerbaigian potesse mantenere le promesse e che tutti potessero essere d'accordo. Si sbagliavano su entrambi i fronti", ha detto Mukhtar Babayev, , presidente della Cop29. L'accordo, che coinvolge circa 200 paesi, è stato raggiunto dopo complesse trattative che sono state sul punto di naufragare. Molte, tra le nazioni più povere, hanno considerato la cifra di 300 miliardi largamente insufficiente.