Tigre tenta di sbranare l’addestratrice, panico al parco divertimenti
L'addetta è stata ricoverata in ospedale con "gravi ferite e lacerazioni al braccio"
Momenti di paura in un parco divertimenti in Australia, quando una tigre ha attaccato la sua addestratrice e cercato di sbranarla. Fortunatamente l'episodio non ha avuto conseguenze tragiche, ma la donna è stata ricoverata in ospedale con "gravi ferite e lacerazioni al braccio".
L'addestratrice 47enne, di cui non è stato reso noto il nome, stava lavorando con una delle nove tigri del parco di divertimenti Dreamworld, situato a Coomera, sulla Gold Coast, quando, secondo il Queensland Ambulance Service, è stata attaccata poco prima delle 9 di lunedì mattina, ora locale. Il personale del parco è riuscito a immobilizzare l'animale prima dell'arrivo dei paramedici.
"La paziente ha ovviamente riportato gravi lacerazioni e ferite da taglio causate dall'animale", ha detto ai giornalisti il direttore distrettuale facente funzione del Queensland Ambulance Service, Justin Payne. "Fortunatamente, al nostro arrivo l'emorragia era stata gestita molto bene dagli operatori di primo soccorso del Dreamworld", ha sottolineato Payne. L'addetto "era piuttosto pallido e non si sentiva bene", ma ora è in condizioni stabili al Gold Coast University Hospital, ha aggiunto.
In una dichiarazione, Dreamworld ha affermato che l'attacco di lunedì è stato un "incidente isolato e raro" e che "l'attenzione immediata dell'azienda è rivolta al supporto del membro del team". L'azienda si è rifiutata invece di rispondere ad ulteriori domande sul benessere della tigre, mentre il parco è rimasto aperto al pubblico.
L'attrazione, note come Tiger Island, è pubblicizzata come un'esperienza "interattiva" in cui i visitatori "possono avvicinarsi così tanto da poter sentire il respiro di una tigre". Il sito web del parco pubblicizza la possibilità per i visitatori di dare da mangiare ad alcune delle nove tigri del Bengala e di Sumatra.
L'attacco di lunedì non è il primo all'interno del Dreamworld. Nel 2011, una tigre del Bengala di 160 chili di nome Keto aveva morso due addestratori in due incidenti separati, secondo quanto riportato dai media locali dell'epoca.
Esteri
Usa, pacchi con polvere sospetta inviati a uffici...
Indaga l'Fbi. In nessun caso la polvere si è rivelata essere pericolosa
L'Fbi ha avviato un'indagine su pacchi contenenti una polvere bianca sospetta inviati negli uffici elettorali in almeno 16 Stati. Secondo quanto riferisce Abcnews i pacchi sono arrivati questa settimana in uffici elettorali a New York, Tennessee, Wyoming, Kentucky, Oklahoma, Iowa, Nebraska, Missouri, Kansas, Indiana, Massachusetts e Colorado, facendo scattare l'allarme e in alcuni casi l'evacuazione dei locali. In altri Stati, tra i quali Arizona, Georgia, Connecticut e Maryland, i pacchi sono stati intercettati dagli inquirenti prima di arrivare negli uffici elettorali.
In nessun caso la polvere si è rivelata essere pericolosa, in un caso si trattava di farina, rendono noto fonti dell'indagine, che l'Fbi sta conducendo insieme all'ispettorato dell'Us Postal Service. Alcuni dei pacchi sono stati inviati da un sedicente 'United States Traitor Elimination Army', l'Esercito per l'eliminazione dei traditori degli Stati Uniti, rivela ancora l'emittente americana.
E' la seconda volta che negli ultimi mesi pacchi contenenti polvere sospetta vengono inviati a uffici elettorali: lo scorso novembre erano arrivati negli uffici di 5 Stati, e l'Fbi riscontrò la presenza di Fentanyl in quattro pacchi. Gli addetti elettorali di molti Stati hanno seguito corsi per rispondere a situazioni di emergenza con materiale pericoloso inviato per posta. Mentre l'associazione dei segretari di Stato, che a livello statale sono responsabili del processo elettorale, ha chiesto la fine di "minacce e intimidazioni verso i funzionari elettorali: devono finire, punto e basta, la nostra democrazia non ha spazio per la violenza politica, minacce e intimidazioni di ogni tipo".
Esteri
Ucraina, droni colpiscono arsenale Russia: Mosca perde armi...
L'attacco a segno nella regione di Tver: civili costretti a lasciare le case
I droni dell'Ucraina assestano un duro colpo ai piani della Russia. Un attacco con un drone di Kiev nella regione russa di Tver ha colpito un arsenale di missili e proiettili di artiglieria del ministero della difesa russo, provocando un vasto incendio e costringendo le autorità a chiedere ai residenti di lasciare le loro case.
Le fiamme si sono sviluppate in una zona di 13 chilometri quadrati di Toropets, dove vivono 11mila persone, ha reso noto l'amministrazione regionale. Il governatore, Igor Rudenya, ha annunciato una "evacuazione parziale" delle case vicino al sito che, secondo quanto rende noto il Moscow Times, corrisponde a un arsenale della direzione principale per i missili e proiettili di artiglieria, a 488 chilometri dal confine con l'Ucraina.
Perché l'attacco è importante
Andriy Kovalenko, a capo del centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha spiegato, in una intervista a Rbc, che nel magazzini si trovavano missili S-300, S-400, sistemi Grad, Iskander e i Kn24 nordcoreani.
Nella cittadina ci sono due siti militari russi, uno dei quali era già stato colpito da raid di droni ucraini due volte negli ultimi sei mesi. Il deposito di missili e munizioni era stato costruito a Toropets nel 2018. I residenti dell'insediamento di Tsikarevo, su un lago a est di Topets, non riescono a lasciare le loro case e sono in attesa di aiuto. Avevano chiesto sei barche ma le autorità avrebbero perso i contatti con loro, secondo il sito di notizie Astra.
Esteri
Offensiva ucraina nel Kursk, vittoria tattica e dilemma...
Una spina nel fianco per Mosca, dura ormai da 40 giorni l’operazione militare ucraina nella regione russa del Kursk.