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‘Rivoluzione all’idrogeno’ nel mondo dei trasporti all’Hydrogen Expo 2024

A Piacenza, dall'11 al 13 settembre

'Rivoluzione all'idrogeno' nel mondo dei trasporti all'Hydrogen Expo 2024

La filiera dei trasporti è al lavoro per la riconversione all’idrogeno, ma chiede alle istituzioni un maggior impegno per produzione, pianificazione e infrastrutture, così da consolidare l’intero ecosistema basato sul vettore energetico green. È il messaggio che le più importanti associazioni del comparto – a partire da Unrae e Fiap – e “player” di primaria importanza a livello mondiale – come Greenforce – porteranno alla 3ª edizione di Hydrogen expo che, grazie alla presenza di 200 espositori, non solo costituisce la più importante mostra-convegno italiana del comparto, ma entra di diritto anche nell’elenco delle più grandi manifestazioni europee del settore.

La tre giorni piacentina riunirà dall'11 al 13 settembre, non solo le principali novità del comparto - con particolare riguardo agli aspetti legati a produzione, trasporto e stoccaggio dell’idrogeno oltre che alle varie applicazioni ed all’utilizzo finale - ma anche tutti i principali protagonisti delle filiere interessate dalla “rivoluzione idrogeno”. Sarà, quindi, il palcoscenico privilegiato per fare il punto sullo “stato dell’arte” dell’utilizzo del vettore energetico e, soprattutto, per far emergere le necessità e richieste dei tanti protagonisti delle filiere coinvolte.

Come sottolinea Michele Crisci, presidente Unrae, Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, che tornerà a chiedere all’Esecutivo una “pianificazione strategica” per una maggiore diffusione di veicoli a idrogeno e nuove infrastrutture in conformità con il nuovo Regolamento Afir (Ue) 2023/1804, il quale prevede la realizzazione di almeno una stazione di rifornimento ogni 200 km lungo la rete Autostradale centrale europea (Ten-T) entro il 2031.

"L’Italia, a differenza di altri Paesi dell’Ue, vanta una filiera industriale già matura nella gestione dei gas per la mobilità, che sta rapidamente convertendosi all’idrogeno, con importanti ricadute in termini di valore della produzione e livelli occupazionali", spiega Crisci. "Tuttavia, per raggiungere i target di diffusione delle stazioni di rifornimento in ambito urbano ed extraurbano, è fondamentale la creazione di un Piano integrato per la mobilità a idrogeno, che dovrà prevedere l’allocazione di ulteriori risorse per agevolare la produzione e la distribuzione di idrogeno ‘verde’, favorendo così, insieme allo sviluppo dell’e-mobility, una transizione efficace verso un trasporto stradale sostenibile".

E sul ritardo nell’infrastrutturazione concorda Alessandro Peron, Segretario generale della Federazione italiana autotrasportatori profesionali (Fiap): “Il vettore energetico Idrogeno, con specifico riferimento a quello verde, sarà senza alcun dubbio uno dei combustibili che entreranno in gioco nello scenario del trasporto stradale delle merci – dice Peron. “Non è, certamente, una novità e le valutazioni svolte dagli Oem, da organismi di ricerca nel mercato ed in ambito universitario, imputano ai veicoli alimentati con H2, siano Hicev o Fcev, una previsione percentuale interessante di possibile impiego, soprattutto per quelli a celle a combustibile, nei servizi di trasporto di medio e lungo raggio. Tuttavia, il percorso da effettuare prima di cogliere evidenti risultati dal punto di vista operativo, in Italia, è ancora lungo, soprattutto guardando alla produzione di H2 e alla infrastrutturazione che permetterà la sua distribuzione, ancora carenti nel nostro Paese, a differenza di altre aree d’Europa dove le iniziative, alcune peraltro già operative, sono invece molte. Entrano poi in gioco anche gli aspetti connessi alla rete di assistenza tecnica, alla sua capacità di intervento e gli elementi di sicurezza complessivi".

A tali aspetti, sottolinea, "si aggiunge anche la questione dei pesi e delle dimensioni dei veicoli dotati di motorizzazioni H2, ma su questo aspetto l’Europa è già intervenuta proponendo una modifica della specifica Direttiva. Un percorso che è già a buon punto, ma dovrà essere confermato dalle neo elette Istituzioni comunitarie. Su questi aspetti FIAP è in piena attività di lobby, insieme ad altri organismi associativi a livello EU. Inoltre, la partecipazione diretta della Federazione al Progetto Europeo H2 Accelerate Trucks, con un ruolo di disseminazione delle informazioni, ci permette di osservare da vicino l’evoluzione della tecnologia e della sua implementazione pratica nei tre pilastri, ossia i veicoli, la produzione di H2 e gli impianti di distribuzione, insieme ad alcuni dei primari attori di ciascun ambito, Oem, Energia e Hrs . Una scelta che Fiap ha intrapreso – conclude - per poter comprendere la tecnologia, per poi supportare al meglio le Imprese nelle future scelte di cambiamento dei veicoli utilizzati nello svolgimento dei propri servizi".

Ma oltre a essere un megafono per le esigenze e le richieste della filiera, la 3ª edizione di Hydrogen Expo sarà anche una vetrina per quelle innovazioni già disponibili sul mercato. Greenforce, per esempio, presenterà la sua innovativa spazzatrice stradale a celle combustibili. “Greenforce considera Hydrogen Expo la vetrina nazionale ideale per presentare le proprie novità di prodotto. Quest’anno faremo un ulteriore passo avanti: non presenteremo solo un singolo componente come la singola cella combustibile, ma un prodotto finale a celle combustibili a idrogeno. In anteprima italiana, sveleremo la spazzatrice stradale a idrogeno di Green Machines, la prima in Europa, di cui siamo importatori e distributori esclusivi per l’Italia. Questa innovativa spazzatrice arricchisce la nostra gamma di prodotti a idrogeno, affiancandosi ai camion Holthausen Clean Technology, già disponibili sul mercato italiano da inizio anno”, dichiara il sales manager della società, Roberto Sterza. Che però aggiunge: “Sebbene l’offerta di soluzioni a idrogeno sia una realtà consolidata, il sistema infrastrutturale nazionale è ancora in fase embrionale, in contrasto con i progressi dei Paesi del centro e nord Europa. Auspichiamo un’accelerazione nello sviluppo dell’ecosistema idrogeno in Italia, anche grazie al contributo di eventi come l’Hydrogen Expo”.

Hydrocell, azienda innovativa con sede a Bolzano, presenterà invece nei padiglioni del Piacenza Expo la prima imbarcazione italiana dotata di un sistema propulsivo a idrogeno certificato. Il progetto prende vita a Venezia, dove il peschereccio “Nobody’s Perfect” verrà convertito da propulsione diesel a idrogeno, rappresentando un traguardo significativo per la nautica sostenibile. Il progetto prevede di far salpare la versione rinnovata del peschereccio in occasione del Salone Nautico di Venezia del 2025.

“Siamo molto soddisfatti del numero di adesioni pervenuteci a questa 3ª edizione della Hydrogen Expo ma anche per la quantità dei convegni che sono stati calendarizzati durante la 3 giorni piacentina” afferma Fabio Potestà Direttore della Mediapoint & Exhibitions “Per queste ragioni, siamo certi che anche il numero di visitatori qualificati aumenterà rispetto ai 7.000 riscontrati nel Maggio del 2023. Già dalla prossima settimana, ovvero con largo anticipo sulla apertura ufficiale della fiera, sarà on-line sul sito www.hydrogen-expo.it la versione digitale del catalogo ufficiale, consentendo così a tutti gli operatori del settore provenienti anche dall’estero di avere il tempo necessario per organizzare una loro visita alla nostra fiera”.

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Economia

Salone Nautico, Cecchi (Conf. Nautica): “Ogni...

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Il presidente di Confindustria Nautica: "Governo Meloni mostra sensibilità al settore che prima non c’era"

Saverio Cecchi, presidente di Confindustria Nautica,

“Come ricordato in occasione della presentazione alla stampa, ogni Salone Nautico rappresenta un traguardo sempre diverso, in questo caso è anche un traguardo personale, poiché è il mio ultimo Salone in veste di presidente di Confindustria Nautica. Tra alcuni mesi terminerò il mio mandato: sono stati sei anni veramente intensi, durante i quali ho avuto il privilegio di rappresentare l'industria della nautica da diporto, una delle quattro eccellenze del Made in Italy". Sono le parole di Saverio Cecchi, presidente di Confindustria Nautica, in occasione della prima giornata del 64° Salone Nautico Internazionale di Genova, in svolgimento fino al 24 settembre e la cui edizione 2024 è intitolata 'We are made of sea'.

Il Salone Nautico non è solo un appuntamento irrinunciabile per il mercato internazionale della nautica e per gli appassionati del mare, ma anche una piattaforma globale di confronto istituzionale, tecnico e di mercato per tutto il settore. "La visita della presidente del consiglio Giorgia Meloni, lo scorso anno - prosegue Cecchi - non è stata una circostanza. Infatti, con i ministeri delle Infrastrutture, delle Politiche del Mare e del Made in Italy abbiamo iniziato un percorso che deve continuare - e accelerare - e che ha posto le basi di un cambiamento, a cominciare da come tutte le istituzioni pubbliche percepiscono oggi il nostro settore”.

"È notizia di ieri che i 14 ministri competenti hanno firmato il regolamento di attuazione del codice della nautica, presentato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, cosa non riuscita ai tre ministri che lo hanno preceduto. La firma è arrivata prima dell’apertura del Salone - aggiunge il presidente di Confindustria Nautica - come il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi mi aveva rassicurato sarebbe stato. Grazie al ministro Adolfo Urso siamo entrati a pieno titolo nelle politiche del Made in Italy, assieme al legno, all’arredo, alla moda e all’agroalimentare. Con il ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, abbiamo lavorato a un nuovo pacchetto di norme di semplificazioni al ddl Blue Economy, necessario per competere al meglio con i Paesi nostri concorrenti. Questo percorso va rafforzato e tutti i progetti vanno messi a terra rapidamente, ma certamente registriamo una sensibilità che prima non c'era”.

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Economia

Confimi-Confsal, ecco il primo Contratto di lavoro...

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Confimi-Confsal, ecco il primo Contratto di lavoro multimanifatturiero

Il primo Contratto di lavoro multimanifatturiero siglato da Confimi Industria e da Confsal e p resentato oggi si articola in due parti. La parte prima raccoglie le norme di carattere generale che riguardano i principi contrattuali e i sistemi di tutela e benessere del lavoratore, i quali prescindono dalla natura dei singoli processi produttivi e sono applicabili a tutti i settori e in tutti i comparti configurandosi come norme universali. E la parte seconda, in continuità con la parte prima, raggruppa invece le norme di carattere settoriale, che disciplinano aspetti particolari di alcuni istituti contrattuali sulla base delle peculiarità dei diversi processi produttivi e anche delle prassi contrattuali che caratterizzano i vari settori economici.

Le norme generali, contenute nella prima parte, si articolano in tre sezioni principali. La sezione I disciplina l'articolazione e funzione della contrattazione collettiva di lavoro, le relazioni sindacali e in particolare la partecipazione dei lavoratori, la libertà e l’attività sindacale. La sezione II costituzione, svolgimento e risoluzione del rapporto di lavoro disciplina le varie tipologie contrattuali norme specifiche per i quadri, la classificazione e inquadramento del personale, la struttura del trattamento economico le esternalizzazioni, norme di comportamento e disciplinari. La sezione III riguarda il sistema di tutela e benessere dei lavoratori disciplinando in particolare la contrattazione come politica attiva del lavoro, bilateralità’ e sistema di welfare contrattuale i congedi, permessi e aspettative; la tutela della maternità e della genitorialità; la tutela contro le discriminazioni e limiti ai poteri datoriali; la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, il patto di responsabilità sociale aziendale.

Le norme settoriali, contenute nella seconda parte, completano e dettagliano le norme generali, integrandole attraverso una contestualizzazione settoriale. In particolare esse disciplinano: strumenti della bilateralità e contribuzioni; profili professionali impegnati nel singolo settore e relativo inquadramento nei livelli; minimi salariali tabellari ed elementi retributivi aggiuntivi; le norme integrative per la sicurezza; regimi orari e altri aspetti dell’organizzazione aziendale e della prestazione lavorativa.

I livelli di contrattazione del nuovo contratto sono i due classici livelli: 1° e 2° livello. Il 1° è quello nazionale, il 2° è principalmente quello aziendale ma può riguardare, con accordi territoriali, ambiti provinciali o territoriali, quali ad esempio l’accordo regionale per l'istituzione della retribuzione premiale e l’accordo regionale per l'istituzione del welfare contrattuale aziendale (anche in assenza di rappresentanze sindacali in azienda). La delega alla contrattazione di 2° livello è subordinata al divieto di deroghe peggiorative, nonché a limiti e condizioni alla contrattazione di prossimità pur se essa è prevista per legge.

Una contrattazione di qualità statuisce alcuni principi fondamentali: l’inscindibilità, l’inderogabilità, l’ultrattività. Il principio dell’Inscindibilità afferma che le norme dei contratti collettivi sono correlate e inscindibili e che non è ammessa un’applicazione parziale dei contratti. Il principio dell’inderogabilità afferma che i contratti individuali di lavoro devono uniformarsi alle disposizioni del Ccnil; clausole difformi si intendono sostituite di diritto e si può derogare solo con trattamenti di miglior favore. Il principio dell’ultrattività stabilisce che i contratti collettivi di qualsiasi livello, se non rinnovati in tempo, continuano a produrre i loro effetti fino al rinnovo. L’indennità di vacanza contrattuale subentra in caso di ritardo nel rinnovo.

Una contrattazione di qualità è caratterizzata da completezza, omogeneità e innovazione. La completezza si traduce in un’articolazione esaustiva e chiara di tutti gli aspetti del rapporto di lavoro, dalla costituzione all’estinzione. La omogeneità risponde all’esigenza di assicurare una regolamentazione uniforme per tutti i lavoratori, in ogni settore produttivo di appartenenza. L’innovazione si traduce nell’introduzione di istituti innovativi diretti a garantire una disciplina del rapporto di lavoro conforme alle dinamiche socio-economiche, in una prospettiva di tutela del lavoratore e di produttività dell’impresa.

Il Ccnil introduce il preavviso attivo, un istituto di carattere innovativo che rappresenta una misura di tutela dei lavoratori e si configura come una misura di politica attiva del lavoro. Nel caso in cui la programmazione economica dell’azienda imponga la risoluzione del rapporto di lavoro (licenziamento per giusto motivo oggettivo), in una prospettiva solidaristica tra le parti del rapporto di lavoro, il datore di lavoro provvede a effettuare una comunicazione all’Ente bilaterale di riferimento al fine di consentire la formazione e la ricollocazione del dipendente in uscita, auspicabilmente prima che il rapporto di lavoro si risolva e il lavoratore diventi disoccupato.

Il contratto dà piena attuazione all’art. 36 della Costituzione secondo cui ai lavoratori deve essere riconosciuta una retribuzione sufficiente e comunque proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto. Le tabelle salariali con i minimi associati a livelli di inquadramento fissa a 9 euro lordi orari il trattamento economico minimo garantito a tutti i lavoratori, a prescindere dal settore economico e dalla zona geografica in cui è resa la prestazione. Il divieto di discriminazione retributiva di genere è accompagnato dall’impegno del datore di lavoro a favorire azioni positive volte a realizzare l’uguaglianza nel regime retributivo e un sistema di monitoraggio con certificazione della parità retributiva.

Gli aspetti retributivi sono articolati in due distinte definizioni: il T.E.B. (Trattamento Economico di Base), all’interno del quale sono ricomprese: la retribuzione tabellare e dunque l’importo retributivo mensile o orario corrispondente a ciascun livello di inquadramento garantito alla generalità dei lavoratori; la tredicesima mensilità, ossia la corresponsione di una mensilità aggiuntiva rispetto alle 12 annuali, proporzionata ai mesi interi di servizio prestato; gli scatti di anzianità, il cui ammontare è espresso in forma percentuale, in una quota non inferiore al 2%; il T.E.G. (Trattamento Economico Globale), comprende invece anche gli elementi retributivi aggiuntivi, quali: l’indennità di qualificazione, l’aumento retributivo per competenza, la gratifica annuale premiale, una retribuzione variabile nella forma di premio correlata ai risultati dell’andamento economico dell’impresa; le maggiorazioni previste per lavoro straordinario; gli aumenti per merito le misure di welfare ed ogni ulteriore indennità.

IL Ccnil disciplina la retribuzione premiale come una forma di salario accessorio a fronte del raggiungimento di determinati obiettivi, sulla base di criteri oggettivi e relativi indicatori, quali: la produttività, l’innovazione, l’assiduità, la qualità, l’efficienza. I premi produzione rappresentano uno strumento importante per favorire la competitività e produttività dell’impresa, consentendo, al lavoratore e all’impresa, di beneficiare di alcuni vantaggi fiscali, pertanto anche nell’aziende del sistema Confimi-Confsal, prive di Rsa, quindi di accordi aziendali, è possibile istituire il premio di produzione attraverso il ricorso agli accordi territoriali, depositati presso l’Itl.

Il contratto collettivo prevede, inoltre, che il lavoratore possa decidere di convertire il proprio premio di produzione in servizi di welfare, in questo caso, la retribuzione premiale sarà totalmente esente da tassazione per il lavoratore, mentre l’azienda potrà dedurre dalle tasse gli importi spesi

Il contratto introduce un principio importante in tema di riconoscimento dell’importanza dell’istruzione e della formazione, che denominiamo principio di qualificazione, sul presupposto che la qualità della prestazione lavorativa è correlata anche a un maggior grado di istruzione. In coerenza con il rapporto italiano di referenziazione delle qualificazioni italiane connesse al quadro europeo EQF - che stabilisce la corrispondenza tra i titoli di studio rilasciati dall’ordinamento italiano e il quadro europeo delle qualifiche - è riconosciuta l’equivalenza tra i livelli di inquadramento e i corrispondenti titoli di studio, associando le conoscenze e le abilità richieste al lavoratore per la prestazione lavorativa corrispondente ad un determinato livello professionale di inquadramento, al completamento di percorsi di istruzione o di formazione professionale.

Pertanto, al lavoratore in possesso o che consegua un titolo di studio superiore rispetto a quello corrispondente al livello di inquadramento, viene riconosciuta un’indennità mensile, denominata indennità di qualificazione, che concorre a formare il trattamento economico globale (Teg), nella misura del 10% della differenza retributiva tra il livello di inquadramento e il livello superiore corrispondente al titolo di studio pertinente alle mansioni svolte e al 5% in caso di titolo non pertinente.

Il Contratto prevede diverse forme di flessibilità organizzativa per incrementare la capacità produttiva dell’impresa e con essa la competitività, fattore di crescita dell’impresa e dell’occupazione. In tal senso, fermo restando il riconoscimento economico ai lavoratori attraverso le maggiorazioni previste per le diverse tipologie di prestazione lavorativa, la flessibilità organizzativa riguarda diversi piani, a partire dalla possibilità dell’ utilizzo degli impianti secondo i vari cicli di produzione. Riguarda anche programmazione dell’orario di lavoro multi periodale, con diversi regimi orari e turnazioni, andando incontro alle variazioni di intensità delle attività produttive, sempre nel rispetto della media settimanale dell’orario normale contrattuale; si prevede anche la possibilità di distribuire l’orario su 4 giorni, di norma fissato a 36 ore a parità di salario.

Le norme generali sul rapporto di lavoro garantiscono forme di flessibilità in ingresso al fine di promuovere politiche occupazionali volte a privilegiare il ricorso al contratto a tempo indeterminato (quale forma privilegiata del rapporto di lavoro) anche facendo ricorso a modalità e condizioni contrattuali differenti, quali: equiparazione della quota del tempo determinato per chiamata diretta alla quota prevista dalla legge per i contratti a termine in regime di somministrazione (il numero dei contratti a termine stipulabile per l’azienda è pari al 30%); le indicazioni di specifiche causali per la stipula di contratti a tempo determinato di durata superiore a 12 mesi quando sussistono esigenze eccezionali e particolari delle imprese; formazione professionalizzante iniziale, con regime retributivo differenziato in alternativa all’apprendistato,(pur prevedendo la possibilità di avviare le 3 forme di apprendistato) finalizzata ad offrire sin da subito un’occupazione stabile al lavoratore privo di esperienza professionale e che necessita di una formazione professionalizzante iniziale; contratto di lavoro intermittente, in alternativa al ricorso all’agenzia di somministrazione, con o senza obbligo di risposta e relativa indennità di disponibilità.

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Economia

Amazon, apre al pubblico l’Innovation Lab di Vercelli

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Amazon apre ufficialmente le porte dell’European Operations Innovation Lab di Vercelli con le visite guidate gratuite al pubblico: esperti, curiosi, appassionati, studenti, potranno vedere da vicino alcune delle tecnologie più all’avanguardia, le soluzioni di robotica avanzata e le innovazioni basate sull’intelligenza artificiale destinate a trasformare il futuro del lavoro nella rete europea dei centri logistici di Amazon.

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