Mostre: a Palazzo Merulana la retrospettiva della centenaria Anna Maria Fabriani
Dal 5 settembre al 6 ottobre quaranta nature morte, fiori e ritratti sorprendenti come Cecilia, simbolo della mostra
Dal 5 settembre al 6 ottobre Palazzo Merulana, museo gestito da CoopCulture, sede della Fondazione Elena e Claudio Cerasi, ospita la mostra 'Anna Maria Fabriani. Riverberi e trame dalla Scuola Romana', la prima retrospettiva in assoluto dedicata alla centenaria pittrice che oggi vive a Lucca e che fu allieva di Carlo Socrate. Il progetto espositivo rappresenta 'un viaggio intimo nel reale' da parte dell’artista, influenzata dagli anni trascorsi nella capitale nell'atelier di Villa Strohl-Fern, che ospitava moltissimi esponenti della Scuola Romana. Quaranta nature morte, fiori e ritratti sorprendenti come Cecilia, simbolo della mostra, ricchi di valenze, di trame e legami con il suo maestro dal quale Fabriani ha appreso tecniche pittoriche, il metodo di ricerca del colore, e rigore nella composizione sviluppando un'attenzione spasmodica alla luce, che diverrà nel corso del tempo una cifra stilistica dell'artista.
Con questa mostra Palazzo Merulana, già custode di numerosi capolavori della Scuola Romana appartenente alla Collezione Elena e Claudio Cerasi, continua la sua attenta opera di indagine, di valorizzazione e, talvolta, come nel caso di Fabriani, di scoperta di uno dei momenti più interessanti e vitali dell’arte italiana del ‘900 dall’ accademia di belle arti ad oggi. La pittrice inizia il suo percorso verso la fine degli anni ’40, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove stringe il legame artistico con Carlo Socrate che prosegue poi nell'atelier di Villa Strohl-Fern. La sua produzione si divide in due fasi con una pausa lunghissima una dall'altra: la prima termina negli anni ’70; la seconda si riapre nel 1997 quando l'artista, alla morte del marito, lo scrittore e drammaturgo Silvano Ambrogi, riprende dalla cantina il ritratto che gli aveva fatto trenta anni prima e che aveva lasciato incompiuto. Lo completa. Da allora ricomincia a dipingere fino a che fisicamente non riesce a rima-nere lunghe ore in piedi davanti al cavalletto.
Durante questo periodo, la pittura di Fabriani evolve, integrando nuove visioni con-temporanee, talvolta quasi inquadrature cinematografiche, in una ricerca continua della luce, della messa in scena dei soggetti nello spazio, pur mantenendo un legame esclusivo con la tradizione pittorica della Scuola Romana alla quale si è sempre sentita legata. L’esposizione inizia dal ritratto di Maria Magris (1945 circa) e arriva fino al 2018 con Limoni arance e Amaro del Capo. Raccoglie prestiti provenienti da collezioni private e appartenenti alla famiglia che documentano la ricerca artistica ed espressiva dell'artista durata decenni. Il progetto si inserisce, pienamente nel dibattito attuale sulle pittrici e la loro scarsa visibilità. L'effetto di difficoltà oggettive dell’accesso delle donne alla complessa filiera del mercato dell’arte è la cancellazione dai percorsi espositivi tradizionali, e perciò anche dalla lettura della critica. Una censura di uno sguardo femminile (che spesso diventa autocensura) laddove sono presenti tecnica, visione, e un universo, invece, ricchissimo. In questo contesto di mercato e della possibilità di uno spazio materiale per dipinge-re, molte pittrici, come è anche il caso di Fabriani, hanno operato quasi esclusiva-mente nello spazio domestico, raffigurando soggetti di uso e fruizione quotidiana, traducendo questi in elementi di studio, speculazione filosofica e libertà.
L’intera esposizione è frutto di un lavoro di ricerca, recupero e catalogazione, iniziato diversi anni fa, da parte della curatrice Sabina Ambrogi che ha sempre cercato di in-seguire dipinti che - per lo strano destino peculiare dei quadri - si disperdevano per incuria, negligenza, o per distrazione. Magari perché regalati o venduti. Alcuni sono stati ritrovati in cantine (Savoiardi e Grigio su Grigio). Uno in particolare il ritratto a Maria Magris (1945- olio su cartone) è stato di recente ritrovato dalla curatrice nella cantina del palazzo dove l'artista è cresciuta e vissuta in gioventù. La restauratrice Cristiana Noci ha letteralmente riportato alla luce l’opera distrutta dalla muffa, macchiata di vernice, e piegata da oggetti accatastati sopra nel tempo. Ha restaurato, tra gli altri, anche Rosea (1953), sicuramente il pezzo più forte e pregiato della collezione, danneggiato insieme a Grigio su grigio (1958) durante un trasloco.
Ma è stata l'occasione per riportare mirabilmente la palette di grigi di quest'ultima opera alla sua origine e lucentezza. Circa una decina di dipinti eseguiti con il maestro Socrate, nell’atelier di Villa Strohl Fern, sono ancora oggetto di ricerca. Sono andati perduti in Venezuela al porto di Caracas -La Guayra- dopo una spedizione in nave in una cassa, nel 1959. Il fratello dell’artista, Maurizio Fabriani, destinatario della spedizione, dirigeva cantieri per le costruzioni delle autostrade nel cuore del paese in zone molto impervie, a più di venti ore di macchina dalla capitale venezuelana. Non ha fatto in tempo a tornare per recuperarli. O si è forse persa la possibilità di un'organizzazione per farlo. La mostra è un’occasione per lanciare “un messaggio nella bottiglia” e chiedere a chi li avesse - compreso il circuito museale nazionale venezuelano - di farsi avanti per poterli catalogare ed esporre.
Cultura
“Mastroianni, divo gentile”, raccontato da...
Uscito ora per l'editore Gremese, il libro ne traccia il profilo di seduttore fragile e insicuro
"Non vorrei apparire snob, ma apprezzo molto il termine che usano i francesi: per dire 'recitare', loro dicono 'jouer', che in italiano sarebbe 'giocare'. Questo è un mestiere meraviglioso: ti pagano per giocare". Così diceva, parlando del suo rapporto con il mezzo cinematografico, Marcello Mastroianni ,'il divo gentile', come viene raccontato da Barbara Rossi nel volume, edito da Gremese, ora in libreria.
Tra sogno e realtà, tra arte della recitazione come gioco, in viaggio verso nuovi mondi fantastici o illusori (da cui deriva la lunghissima collaborazione con Federico Fellini) e - al contrario - come fascino del reale percepito in tutta la sua grottesca crudezza (i film per la regia di Marco Ferreri), Mastroianni ha incarnato nel cinema italiano e internazionale una nuova figura di divo, seduttivo ma insicuro, persino fragile. La signorilità e la raffinatezza dei modi, accompagnati da una spesso feroce autoironia e da un acuto senso dei propri limiti, hanno fatto di Mastroianni una figura d’attore senza paragoni e senz’altro concorrente rispetto ai modelli a lui coevi.
Scritta in occasione del centenario della sua nascita, la biografia ripercorre l’esistenza e la carriera artistica di Marcello Mastroianni con lo sguardo attento del critico, ma anche con l’amorevole attenzione di chi vive un meraviglioso percorso fra tempi, stagioni cinematografiche, affetti e amori diversi, pur sempre esaltanti. Tra gli attori più conosciuti al mondo, Mastroianni ha interpretato oltre 140 film dei generi più diversi: dalla commedia sentimentale al dramma, dalla satira di costume al film storico, dal thriller al grottesco. (segue)
Quanti film e quante avventure nella sua vita privata e cinematografica
Consacrato internazionalmente da La dolce vita (1960) e 81/2 (1963) di Federico Fellini, una sorta di suo alter ego cinematografico- nel corso di cinque decenni Mastroianni ha dato prova di un talento poliedrico che accende la recitazione di sfumature e sotto toni. Lo testimoniano film amati e celebrati come Il bell’Antonio (Bolognini, 1960), Matrimonio all’italiana (De Sica, 1964), Dramma della gelosia (Scola, 1970), La grande abbuffata (Ferreri, 1973), Una giornata particolare (Scola, 1977), La città delle donne (Fellini, 1980), Ginger e Fred (Fellini, 1985), Il volo (Anghelopulos, 1986), Oci ciornie (Michalkov, 1987), Il passo sospeso della cicogna (Anghelopulos, 1991), Sostiene Pereira (Faenza, 1995), fino all’ultima, struggente interpretazione teatrale di Le ultime lune (1996), suo definitivo congedo artistico.
Con l’idea che la memoria - come ricordava lo stesso Mastroianni in Viaggio all'inizio del mondo di Manoel de Oliveira (1997), sua ultima apparizione sul grande schermo - alla fine è ciò che dà senso sia al vivere, che al recitare. E che a scandire il tempo è sempre, come cantava Rabagliati nella memoria di Marcello ormai anziano, "l'orologio del cuor”.
Mastroianni era nato a Fontana Liri (Ciociaria) nel 1924. Proprio nella sua città natale, venerdì 27 settembre, alle 17, presso il Centro Studi a lui dedicato, nell'ambito delle giornate del Premio che gli è stato intitolato, avrà luogo la prima presentazione del volume, alla presenza dell'autrice e dell'editore Gianni Gremese.
Cultura
Al via ‘Capri d’autore’, tra gli ospiti...
Le storie che scandiscono il nostro tempo raccontate e analizzate da politici, giornalisti, economisti, accademici, manager e magistrati
Le storie che scandiscono il nostro tempo e che ci aiutano a interpretare in quale direzione sta andando il nostro Paese, raccontate e analizzate da leader politici, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni, economisti e accademici, manager, magistrati e personaggi della cronaca nazionale. Sono questi gli ingredienti del ciclo di rassegne D’Autore, che venerdì 20 e sabato 21 settembre ripartirà dall’isola di Capri prima di fare tappa a Portofino (27-29 settembre) e Sorrento (5-6 ottobre). Gli appuntamenti culturali curati da Valentina Fontana e Gianluigi Nuzzi, e organizzati da Vis Factor - società leader a livello nazionale nel posizionamento strategico - con il patrocinio del ministero della Cultura e del ministero del Turismo, tornano ad animare le più esclusive località turistiche italiane. Lo fanno con l’obiettivo di entrare nella peculiarità dei singoli luoghi, per cogliere attraverso le differenze le dinamiche della cronaca e dell’attualità e interpretare le contraddizioni e i delicati equilibri che caratterizzano il cambiamento in atto nel nostro Paese.
Ad aprire questa seconda parte del ciclo di rassegne, che a luglio ha avuto il proprio prologo a Ponza, sarà quindi Capri D’Autore. La due giorni culturale, patrocinata anche dalla Città di Capri, prenderà il via venerdì 20 alle 18.30 nella suggestiva Certosa di San Giacomo, con i saluti istituzionali del neosindaco Paolo Falco. Poi spazio agli ospiti della serata, condotta dalla giornalista Claudia Conte. Al centro del primo dibattito il ruolo strategico e discusso del Mediterraneo, fra risorse, investimenti e infrastrutture, con un’intervista al Gilberto Pichetto, Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, condotta da Roberto Napoletano, Direttore de Il Mattino, con gli interventi di Vincenzo Nunziata, Presidente di Aeroporti di Roma, e di Giuliano Noci, Prorettore del Politecnico di Milano.
Il focus passerà poi sui temi caldi dell’autunno politico tra Europa, Finanziaria, elezioni regionali e americane, con una discussione senza sconti sulla spettacolarizzazione della politica e sui nodi della Legge di Bilancio. A scaldare il dibattito, condotto da Michele Guerriero, Direttore editoriale di Start Magazine, saranno personaggi di spicco del mondo politico, imprenditoriale e giornalistico: Maurizio Gasparri, Capogruppo di Forza Italia in Senato, Italo Bocchino, direttore de 'Il Secolo d’Italia', Davide Maria Desario, direttore dell’AdnKronos, Valerio D’Angelo, Ceo di Fiven, e Claudio Velardi, direttore de 'Il Riformista'.
A chiudere la prima serata il tema centrale che ha animato la cronaca degli ultimi mesi, il ruolo politico e sociale della cultura nel nostro Paese, tra valorizzazione e conservazione del nostro patrimonio e necessità di uno sviluppo progettuale. A discuterne, sotto la regia di Camilla Ferranti, attrice e conduttrice radiofonica, Pietro Valsecchi, produttore cinematografico e televisivo, Vittorio Sgarbi, appena sbarcato in libreria con Arte e fascismo, e Franco e Andrea, fondatori della onlus I Bambini delle Fate, che sostiene progetti di inclusione sociale a favore di famiglie al cui interno ci siano persone con autismo e altre disabilità.
Sabato 20, sempre alle 18.30 alla Certosa di San Giacomo, l’intervista al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nicola Gratteri, condotta da Gianluigi Nuzzi, si aprirà con Giustizia e Media - Informazione e magistratura negli scandali italiani, un dialogo a viso aperto tra Nicola Gratteri, in libreria con Il grifone. Come la tecnologia sta cambiando il volto della 'ndrangheta, e Corrado Formigli, giornalista di La7. La rassegna proseguirà sulle note satiriche delle vignette di Federico Palmaroli, in arte Osho per chiudersi con l’incontro tra Simona Ventura e Giovanni Terzi sui segreti più reconditi che caratterizzano il potere e le sue relazioni, anche sulla scorta dell’ultimo libro di Terzi, Madame Camorra. Biografia non autorizzata di Pupetta Maresca.
“Con Capri prosegue il ciclo delle nostre rassegne d’autore, che ci vedrà poi a fine settembre a Portofino e il primo weekend di ottobre a Sorrento” spiega Valentina Fontana, ad di Vis Factor, curatrice da oltre dieci anni di rassegne nei più esclusivi luoghi simbolo dell’Italia. “Un progetto culturale ricco e stimolante che entra nelle radici dei luoghi per raccontare le Storie che stanno dentro ai processi di cambiamento, che generano consenso e polarizzano, che muovono potere, economia, innovazione, direzioni sociali. Metteremo al centro i protagonisti delle storie del nostro tempo, con un programma che entrerà nelle dinamiche della cronaca e dell’attualità nazionale e internazionale, per interpretare le contraddizioni e i delicati equilibri del momento storico che stiamo vivendo. Lo faremo con un dibattito a più voci e senza sconti”.
Cultura
‘La mescolanza’ di Anton Zimmerman, un racconto...
Non solo un romanzo, ma anche una riflessione sulla necessità di colmare il vuoto che c'è dentro di noi
Unione e separazione: questo il senso della 'Mescolanza', il romanzo appena pubblicato di Anton Zimmerman. È la storia di un incontro casuale fra due persone, che sfocia in una relazione densa di attese ed emozioni, inframezzate da riflessioni sullo stare insieme, sul tempo, sul vuoto che esiste in ciascuno di noi, sul desiderio di riempirlo e sulla difficoltà di riuscirvi, di dare risposte alle aspettative che riponiamo nell'altro.
Un racconto originale su ciò che davvero ci unisce, sul senso dello stare insieme, sui limiti della conoscenza, sulla difficoltà di dialogo, sull’impossibilità di comunicare i sentimenti. Filo conduttore e lente attraverso la quale leggere questa storia è il pensiero di Empedocle sulla mescolanza e sulla separazione, dove la prima è il luogo dell’incontro in cui non può esserci spazio per la coscienza, mentre la seconda costituisce il momento della comprensione dei limiti reciproci.
Il racconto - disponibile su Amazon - è quello di un incontro, da cui nasce un’unione che all’inizio è impossibile cogliere in tutta la sua portata. Presto, tuttavia, appaiono le prime, differenti aspettative, riconducibili al senso opposto che della vita hanno i due protagonisti. Le rispettive e diverse posizioni si fanno strada nel rapporto fino alla separazione finale.