La kermesse in programma dal 17 al 23 settembre. Giorgio Armani vola a New York ma sfila Emporio. Il presidente di Cnmi, Carlo Capasa: "Faremo ancora di più per il nostro calendario"
Un giorno in più in calendario e 173 appuntamenti, 57 sfilate fisiche e 8 digitali, 69 presentazioni, 6 presentazioni su appuntamento e 33 eventi. Torna Milano Fashion Week Women's Collection, la settimana della moda milanese in programma dal 17 al 23 settembre prossimi. Un’edizione che oltre a ritorni importanti, come quelli di Laura Biagiotti e The Attico in passerella, celebrerà anche importanti anniversari, a sparire da Iceberg, che si prepara a festeggiare il suo 50esimo anniversario con una sfilata Co-Ed, interpretata dal direttore creativo James Long, cui seguirà un party celebrativo volto a ripercorre i momenti chiave che in questi cinque decenni hanno fatto la storia del brand.
Laura Biagiotti celebrerà invece i 50 anni esatti dalla prima sfilata del brand nel calendario della Milano Fashion Week, mentre Redemption festeggerà 10 anni dalla sua nascita. La kermesse sarà l’occasione per celebrare anche i 60 anni di Vogue Italia con l’esposizione ‘Sixty Years of Vogue Italia - Sessant'anni di Futuro’, in programma dal 19 al 21 settembre a Palazzo Citterio a Milano. Ad aprire la carrellata di sfilate sarà Fendi mentre tra i nuovi nomi in calendario spiccano per la prima volta quelli di Susan Fang supported by Dolce&Gabbana, Federico Cina, supportato dal Camera Moda Fashion Trust, Chiccomao e Phan Dang Hoang, già presente nel calendario digitale.
“Credo sia un passo importante aver aggiunto un giorno al calendario di Milano Fashion Week - afferma il presidente della Camera nazionale della moda italiana, Carlo Capasa -. È difficilissimo incidere sui calendari internazionali ma abbiamo fatto un lavoro di cesello. Noi siamo tra Londra e Parigi e vogliamo restare lì ma non è facile guadagnare spazi”. Completamente soddisfatto? “Direi mediamente - aggiunge Capasa -. Iniziamo martedì pomeriggio e spero che in futuro si cominci al mattino. Un pezzo alla volta dobbiamo allargarci”.
Durante la fashion week grande assente sarà Giorgio Armani, che sfilerà con la sua collezione primavera estate 2025 a New York. Lo stilista sarà comunque in calendario con due sfilate della sua Emporio Armani, il 19 settembre. “Armani non ha mai fatto mancare il suo supporto e lo ringraziamo per tutto quello che fa - osserva Capasa -. Da febbraio torna con noi con la prima linea, Giorgio Armani. A settembre brand che di solito sfilano faranno presentazioni, poi torneranno in passerella, e quindi in futuro avremo bisogno di più spazi perché la moda è in Italia. Ora siamo riusciti a ottenere un giorno e cercheremo di fare di più se sarà possibile”.
La fitta settimana di appuntamenti si aprirà martedì 17 settembre, con l’evento di inaugurazione del Fashion Hub, dalle 12 alle 15, a Palazzo Giureconsulti. A seguire sarà Fendi ad aprire le danze degli show, alle 15, in via Moncucco, mentre le sfilate fisiche si chiuderanno domenica 22 con la passerella di Chiccomao in piazza del Duomo, 12. Lo stesso giorno avrà luogo al Teatro alla Scala la cerimonia di premiazione dei Cnmi Sustainable Fashion Awards 2024, i riconoscimenti realizzati da Camera Nazionale della Moda Italiana, in collaborazione con Ethical Fashion Initiative (Efi) dell'Agenzia Itc delle Nazioni Unite e con il sostegno del Comune di Milano. Lunedì sarà infine dedicato alle sfilate digitali.
"Abbiamo tanti eventi e un'incredibile affluenza di buyer stranieri da tutto il mondo anche grazie a Ice Agenzia - ricorda Capasa -. Un giorno in più significa dare più spazio ai tanti brand che presentano e più respiro a una settimana che è il traino della moda italiana, la seconda industria del nostro Paese". Il sindaco di Milano Giuseppe Sala sottolinea invece come a ogni edizione della Milano Fashion Week "il legame tra la nostra città e il mondo della moda si rinforza con rinnovato entusiasmo. Giovani e sostenibilità sono le principali chiavi di sviluppo del settore, aspetti che trovano a Milano il luogo giusto per essere valorizzati".
Alessia Cappello, assessore allo Sviluppo Economico, con delega a Moda e Design ricorda invece la fotografia del 1985 che racconta il forte legame tra la città e la moda. Lo scatto ritrae 12 talenti italiani, tra cui Armani, Missoni, Versace, sotto le guglie del Duomo di Milano. "Da quel momento moda e città sono cresciute insieme intrecciando i loro destini - evidenzia -. Oggi, la Milano Fashion Week è molto più di una passerella: è il cuore pulsante di un’industria che abbraccia innovazione, tradizione e il lavoro di migliaia di piccole e medie imprese che sono il simbolo del saper fare italiano".
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Le città d’Oriente secondo Jil Sander
Per la prossima stagione estiva i direttori creativi Lucie e Luke Meier si ispirano al lavoro del fotografo canadese Greg Girard e ne rileggono l'immaginario
Guardano all'Oriente e alla vita delle grandi metropoli asiatiche Lucie e Luke Meier per la nuova collezione di Jil Sander. Partendo dal lavoro del fotografo canadese Greg Girard, che ha esaminato la trasformazione sociale e fisica nelle più grandi città asiatiche per più di tre decenni, i due direttori creativi si ispirano alle sue stampe fotografiche, ai neon e alla vita notturna nascosta di una Hong Kong pre-tecnologica, tratteggiando una collezione estremamente curata, tra pennellate di colore, stampe e tessuti cangianti.
Negli spazi di via Perin del Vaga, a Milano, gli ospiti sono accolti da una tenda di velluto marrone drappeggiata e continua, con un tappeto floreale a contrasto e un'illuminazione fredda a completare la scenografia. La colonna sonora è tutta sintetizzatori, drum machine e testi stridenti. Un luogo apparentemente inquietante, che intrinseca paesaggi urbani e motivi orientaleggianti. In passerella il racconto parte dai tessuti cangianti e termina là dove il femminile e il maschile si fondono. Formale e casual, con quel tocco di intellettuale eleganza che da sempre è la cifra stilistica del marchio.
Gli abiti da sera sono morbidi e lunghi in georgette, con fiori lavorati a maglia e all'uncinetto. Le silhouette e le forme sono più reali e concrete. Frange di seta fanno capolino dai polsi delle giacche dei tailleur o si muovono sui lunghi orecchini. Le spalle di giacche e cappotti sono ampie, i pantaloni lunghi e sottili morbidi e voluminosi. Le spalline over degli lunghi abiti camicia si coprono di paillettes argentate o corallo. Tra i pezzi più iconici un impermeabile nero di vinile con dettagli floreali che conferiscono un tocco di romanticismo al capo. In prima fila l'iconica artista serba Marina Abramovic assiste allo show soddisfatta. (di Federica Mochi)
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Venuja, il brand beachwear che celebra femminilità...
Dalla visione comune di Paola Zoli, Chiara Da Ronch e Virginia Spadini nasce il nuovo marchio di soft luxury
Dalla visione comune di Paola Zoli, Chiara Da Ronch e Virginia Spadini nasce Venuja, il nuovo brand di soft luxury che rivoluziona il concetto di beachwear. Paola Zoli (ceo del brand) assieme a Chiara Da Ronch, e Virginia Spadini, designer con passate esperienze moda nel settore beachwear, forti delle loro conoscenze che spaziano dal design, marketing, visual e retail, hanno trasformato l’amicizia e il talento in un qualcosa di nuovo e autentico che rispecchiasse al meglio il trio e l’anima caleidoscopica e dinamica che lo contraddistingue.
Il marchio si ispira alle seduzioni del passato per creare capi versatile e moderni dai tagli sportivi e decisi, con focus di partenza sull’universo beachwear ma pensati per accompagnare le donne day to night. Il nome deriva dal latino 'Venus', Venere, il gioiello del nostro sistema solare, il quale risplende di un'affascinante tonalità dorata. Questo bagliore etereo induce l'immaginazione, evocando mistero e meraviglia nel cielo notturno.
La collezione, pensata e immaginata immersa in una dinamica Downtown baciata dalla luce di L.A., arricchisce con dettagli gioiello, ricami e applicazioni western i tagli contemporanei dei capi. L’attenzione e la cura con cui sono stati scelti materiali e dettagli combina stile e comfort per regalare al pubblico un prodotto di qualità. Venuja diventa così un invito a scoprire il lato più autentico di sé stesse, valorizzando la bellezza innata della femminilità rappresentando tutte le donne che brillano, celebrando la propria forza e unicità.
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Il tributo di Puglisi a Cavalli: “Roberto nel cuore,...
Per la spring-summer 2025 lo stilista omaggia il creativo toscano scomparso ad aprile con 7 pezzi d'archivio, in passerella le super top Mariacarla Boscono, Karen Elson ed Eva Herzigova
Occhi lucidi e applausi scroscianti. E tante lacrime per chi ha avuto la fortuna di partecipare a una celebrazione così importante. Si chiude così la sfilata di Roberto Cavalli tratteggiata dal direttore creativo Fausto Puglisi, che ha voluto rendere omaggio al glamour sexy e rock del fondatore della maison, scomparso nell’aprile scorso. Niente riedizioni o reinterpretazioni: quelli che escono sul finale della sfilata sono sette pezzi d’archivio che tornano a vivere in passerella mentre l’immagine commemorativa dello stilista viene proiettata sulla scenografia di Palazzo Mezzanotte.
Sulla pedana una parata di super top, capitanate da Mariacarla Boscono, marcia sulle note di ‘Living on My Own’ di Freddie Mercury. Tra loro Karen Elson, Eva Herzigova, Natasha Poly, Alek Wek, Isabeli Fontana e la supermodella portoricana, Joan Smalls. Le modelle si abbracciano, sorridono e vengono accolte da applausi scroscianti e urla tra gli ospiti presenti. Tutti si alzano in piedi, prendono in mano il telefono, provano a immortalare questo momento magico. Del resto, è il primo show dopo la morte dello stilista fiorentino, e niente potrebbe essere più perfetto di così.
"Roberto è nel nostro cuore, e meritava assolutamente un regalo speciale - racconta Fausto Puglisi -. Ricordo quando ero molto giovane e vivevo a New York. Facevo il cameriere, quello era il periodo di massima gloria di Roberto Cavalli, tutte vestivano Cavalli, aveva una distribuzione eccezionale, era veramente un Dio. Questi sono i pezzi più iconici e ho voluto rendere omaggio anche ad Eva (l'ex moglie di Cavalli, ndr) con la quale Roberto ha creato questo sogno meraviglioso”.
I pezzi cult sono tre sottovesti in taglio sbieco con stampa zebrata della collezione autunno-inverno 2000, un abito da sirena in pelle nera e chiffon della collezione autunno-inverno 2003 e tre abiti piumati dell’autunno-inverno 2004. Creazioni che oltre a catturare lo spirito selvaggio di Cavalli rappresentano un momento iconico nei primi anni 2000, nella moda e nella cultura pop. Un flashback nella storia del brand dalla quale è stata sviluppata una capsule collection contemporanea di dieci pezzi con stampe zebrate, chiamata ‘Zebra 2000’ e composta da sottoveste lunga e corta, camicia, t-shirt, body e due forme di jeans in tre colori, e già disponibile per l'acquisto.
E non è tutto. Il genio creativo di Fausto Puglisi per la spring-summer 2025 è un richiamo alle sue origini. Intitolata ‘Views from Zancle’ la collezione riprende l’antico nome della città di Messina, nella quale lo stilista è nato e cresciuto, prima di diventare uno dei nomi preferiti dallo star system hollywoodiano. “L’ispirazione nasce nel 2023 - spiega Puglisi - ero a Messina, sin da bambino sono innamorato degli intonaci delle ville in stile moresco costruite dopo il terremoto del 1908. Ho lavorato sulle texture, sui tessuti naturali come lino, cotone e juta con pigmenti e lavorazioni che dessero tridimensionalità a questi materiali naturali in modo da renderli moderni e semplici”.
La passerella si apre con questa sinfonia di abitini bianchi, avorio ed ecru, simbolo della collezione. Ma non dimentichiamo che Roberto Cavalli era il re delle stampe animalier. “Il pitone è il più neutro degli animalier - ammette Puglisi - Roberto era il genio della stampa fotografica. Ha immortalato tantissime pelli di animali, i fiori, il mare”. Così, in Sicilia, il creativo ha scattato tramonti e alcune foto sul Caronte (il traghetto che da Messina porta in Calabria), poi riprodotti su lunghi abiti, pantaloni e strascichi. “Queste stampe sono diventate tessuti dai serici ai cotoni, alle lavorazioni con lurex e vari trattamenti very Cavalli tra cui il plissé e il dévoré”.
Il segnale che manda Puglisi è forte e chiaro: Roberto Cavalli vive ancora nello spirito della maison, e continua a emozionare gli estimatori della prima ora e le nuove generazioni che non hanno mai avuto la fortuna di ammirare dal vivo le sue fantastiche creazioni ma che ancora oggi riescono a comprenderne il valore e l'eredità. (di Federica Mochi)