Ucraina, Kuleba si dimette: Kiev verso il rimpasto di governo
Si dimette anche il ministro degli Esteri. Il presidente: "Tutti questi passi servono a rafforzare il nostro stato in varie aree"
Il governo dell'Ucraina ha bisogno di "nuova energia". Così il presidente Volodymyr Zelensky ha spiegato le ragioni dei rimpasto annunciato oggi, che ha coinvolto anche il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. "Abbiamo bisogno di nuova energia - ha detto - Tutti questi passi sono collegati a rafforzare il nostro stato in varie aree. Sono grato ai ministri ed all'intero team di governo che per quattro anni e mezzo ha lavorato per l'Ucraina e per il bene degli ucraini".
Kuleba ha presentato oggi le sue dimissioni, come ha annunciato il presidente della Verkhovna Rada - il Parlamento di Kiev - Ruslan Stefanchuk, pubblicando su Facebook la foto della lettera di Kuleba. Secondo quanto riporta Kiev Independent, Stefanchuk ha spiegato che le potenziali dimissioni saranno "considerate in una delle prossime riunioni plenarie", ma non ha fornito una data.
Il passo indietro arriva all'indomani del drammatico attacco della Russia contro Poltava e poche ore dopo che il presidente Zelensky, aveva annunciato "cambiamenti". "Mi aspetto novità nella direzione della politica interna e estera. Abbiamo bisogno di maggiore interazione tra le comunità" locali "e le autorità centrali, in particolare prima della stagione invernale", aveva detto Zelensky nel suo messaggio serale.
Ieri sera l'Ukrainska Pravda aveva spiegato che il rimpasto di governo a Kiev avrebbe potuto coinvolgere anche il capo della diplomazia, che potrebbe essere sostituito dal suo vice, Andrei Sibiga. Il portavoce del partito di Voloydmyr Zelensky, David Arakhamia, ha parlato di un rimpasto che coinvolgerà "oltre il 50%" del governo.
Ieri hanno rassegnato le dimissioni anche i ministri delle Industrie strategiche, Alexander Kamishin, della Giustizia, Denis Maliuska, dell'Ambiente e delle Risorse naturali, Ruslan Strilets, e il direttore del Fondo per le proprietà statali, Vitali Kova. In serata si è appreso poi dell'intenzione di lasciare il governo anche da parte delle vice premier Olha Stefanishyna e Iryna Vereshchuk, la prima responsabile dell'integrazione europea, la seconda dei rifugiati.
La posizione della Russia
Il Cremlino non nasconde che la Russia "sta seguendo attentamente" il rimpasto di governo in atto in Ucraina ma esclude che le dimissioni e le nomine in corso possano avere "un qualsiasi effetto". Il processo in atto non ha nessuna conseguenza "sulle prospettive di un processo negoziale" per una tregua in Ucraina, ha affermato il portavoce, Dmitry Peskov.
Media, per Kuleba possibile nomina ambasciatore a Bruxelles
Al dimissionario ministro Kuleba potrebbe essere offerto un incarico diplomatico di prestigio. Lo riferiscono fonti citate dall'agenzia Rbc-Ukraine, secondo cui Kuleba potrebbe essere nominato ambasciatore a Bruxelles, dove oltre alle rappresentanze di Kiev presso l'Ue e la Nato, si trova anche l'ambasciata dell'Ucraina in Belgio e Lussemburgo.
Esteri
Russia, il super missile di Putin fa flop: nuovo test...
Il Sarmat esplode durante il collaudo: quarto tentativo senza successo
Il super missile di Vladimir Putin fa flop, un'altra volta. La Russia ha effettuato un nuovo test per il missile intercontinentale RS-28 Sarmat e anche questo collaudo, il quarto, si è trasformato in un fallimento. Il test è stato effettuato sabato 21 settembre nel Cosmodromo di Plesetsk, nel nordovest della Russia: secondo gli elementi raccolti da analisti e esperti, il Sarmat è esploso nel silo di lancio creando un enorme cratere sul terreno e provocando danni significativi al sito.
Il test flop
Media ucraini e statunitensi, compreso Newsweek, evidenziano le informazioni fornite da un profilo su X (@MeNMyRC), il primo a riferire dell'incidente. "Secondo quanto risulta, il test del Sarmat è stato un fallimento totale. Il missile è esploso nel sito lasciando un cratere notevole e distruggendo il sito del test", si legge nel post a cui sono abbinate immagini satellitari fornite da Planet Labs.
Le ipotesi fanno riferimento ad un'esplosione durante le operazioni di rifornimento e non durante il lancio vero e proprio. Nei post si osserva l'assenza di aerei 'Cobra Ball' della Nato durante l'evento. Tali velivoli sono attivi per monitorare lanci di missili e test come quello programmato dalla Russia. L'assenza del 'Cobra Ball' tenderebbe ad avvalorare la tesi di un lancio totalmente abortito.
My thanks to @MT_Anderson for providing this Planet Labs imagery and allowing me to publish it with comments.
— MeNMyRC (@MeNMyRC1) September 21, 2024
As is readily apparent, the RS-28 Sarmat test was a complete failure. The missile detonated in the silo leaving a massive crater and destroying the test site. The… https://t.co/FuKIaTNFVs pic.twitter.com/AuIpQRrDLa
Il Sarmat ha debuttato nell'aprile 2022 con il primo test, effettuato sempre a Plesetsk. Nell'occasione, Putin ha affermato che i nemici della Russia avrebbero "riflettuto due volte" prima di intraprendere azioni. "Questa arma davvero unica costringerà tutti coloro che stanno cercando di minacciare il nostro Paese, nel fervore di una retorica frenetica e aggressiva, a pensarci due volte", le parole del presidente russo. Da allora, però, il programma si è arenato.
Come dovrebbe funzionare il Sarmat
Un anno fa il ministero della Difesa ha annunciato che il missile sarebbe stato dispiegato per operazioni combattimento "nel prossimo futuro" e avrebbe debuttato nella guerra in corso con l'Ucraina. I missili sono prodotti dalla Krasmash, compagnia industriale militare, sussidiaria delll'agenzia spaziale di stato Roscomos. All'epoca, nell'autunno 2023, Putin assicurava che erano stati completati i test per il missili balistico intercontinentale Sarmat: per la fumata bianca mancavano solo procedure burocratiche. Evidentemente, la situazione è nettamente diversa.
I Sarmat dovrebbero essere in grado di trasportare 10 o più testate nucleari, come ha reso noto in passato l'agenzia spaziale Roscosmos. Il sistema basato in silos è in grado di essere armato con testate nucleari multiple. Nei programmi della Russia dovrebbe sostituire gli R-36M2 Voyevoda, dispiegato dal 1988.
Esteri
“Trump vincerà perché c’è un tema in cima ai...
Il deputato di Fdi Andrea Di Giuseppe spiega perché nonostante attacchi e attentati, il tycoon resta favorito
“La polarizzazione americana non inizia con Trump ma con Obama. Vivo qui da oltre vent’anni e ho attraversato quattro presidenze. Credo che Trump vincerà, perché è la prima volta nella storia recente in cui l’immigrazione pesa tanto quanto l’economia per gli elettori”. Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia eletto nella circoscrizione del Nord e Centro America, è stato da poco sentito dal ‘New York Times’ sul tema del secondo attentato al candidato repubblicano. “Hanno provato a farlo fuori in tutti i modi, con campagne stampa, processi, impeachment, lo spauracchio della ‘fine della democrazia’. E ora stanno provando ad ammazzarlo. Ma Trump ha fatto sentire alla classe media dei benefici che lo rendono più popolare di qualsiasi altro repubblicano”, dice all'Adnkronos.
Secondo Di Giuseppe, alla guida di un gruppo con oltre 2700 dipendenti, non c’è il rischio di una transizione pacifica dopo le elezioni. “Non ho motivo di pensare che il voto non sia trasparente. Nel 2020 a causa del Covid furono cambiate le leggi sul voto postale in modo molto opaco, mentre ora nella maggior parte degli Stati hanno ripristinato un sistema più rigoroso. Come dicevo, l’immigrazione è diventata una questione centrale, non più solo negli stati del Sud, al confine, ma anche al Nord, perché dal Messico entra un killer devastante che si chiama Fentanyl e semina morte dappertutto. Se i repubblicani conquistano la Casa Bianca e il Congresso, avendo anche una maggioranza schiacciante alla Corte suprema (che durerà per i prossimi 20 anni) saremo davanti a un fatto inedito e che avrà conseguenze per l'Europa”.
Ma non c’è l’effetto-Kamala a galvanizzare i democratici? “La spinta del primo mese si è già esaurita - continua Di Giuseppe - tutti sanno che è una costruzione mediatica, fino all’abbandono di Biden era considerata ineleggibile. Provano a farla distanziare dal presidente ma lei è la vice, peraltro con la delega all’immigrazione, su cui questa amministrazione è stata un disastro. Ora hanno dato l’impressione (soprattutto all’estero) di un’ascesa irresistibile ma più va avanti e più questa panna montata si squaglia”.
Giorgia Meloni ha però un buon rapporto con Biden. “Il nostro presidente del Consiglio ha dimostrato che è in grado di parlare e di essere ben accolta da qualsiasi presidente. È il suo compito. Posso dirle che da italiano che vive da 21 anni negli Usa, negli ultimi due anni ho assistito a una grande crescita di credibilità del nostro popolo agli occhi degli americani. Noi non siamo cambiati, ma Giorgia Meloni è stata magistrale in politica estera e nel fare gli interessi del nostro Paese. In particolare con la crisi politica in Germania e Francia, lei è diventata l'interlocutore naturale per parlare con un partner europeo conservatore e solido.. Passerà dall'Italia il ponte tra Europa e Stati Uniti”, conclude Di Giuseppe.
Esteri
Trump: “Se perdo contro Harris non mi ricandido...
In caso di sconfitta a novembre il tycoon esclude una nuova candidatura alla Casa Bianca tra quattro anni
Donald Trump promette che non si ricandiderà nelle elezioni del 2028 nel caso di nuova sconfitta a novembre contro Kamala Harris nel voto per la Casa Bianca. "Non non credo, non la vedo proprio", ha risposto durante un'intervista a chi gli chiedeva se vedeva la possibilità di una sua nuova candidatura alla presidenza degli Stati Uniti Bianca tra quattro anni, quando avrebbe 82 anni.
Trump oggi ha incontrato nella sua residenza di Mar-a-Lago in Florida l'emiro del Qatar, Tamim Al Thani, e il primo ministro Mohammed bin Abdulrahman Al Than come ha reso noto l'ex presidente stesso con un post su Truth Social.
"L'emiro si è dimostrato un leader grande e potente del suo Paese avanzando a tutti i livelli a velocità record - ha scritto Trump - è qualcuno che vuole con forza la pace in Medio Oriente e nel mondo. Abbiamo avuto un grande rapporto quando ero alla Casa Bianca e sarà ancora più forte la prossima volta".
Gli ultimi sondaggi
Intanto, a circa 40 giorni dal voto, arrivano quotidianamente sondaggi sull'orientamento degli elettori. Harris al 50% dei sostegni contro il 47% di Trump, secondo il nuovo Poll of Polls della Cnn, una media di cinque diversi sondaggi realizzati dopo il dibattito del 10 settembre. Si tratta sempre di un vantaggio di tre punti, da testa a testa, ma la democratica ha allargato la forbice rispetto all'ultimo Poll of Polls in cui, prima del dibattito, aveva appena un punto di vantaggio.