Gaza, secondo gli Usa è stato definito al 90% l’accordo su tregua e ostaggi
Nel frattempo continuano i raid. Le forze israeliane (Idf) hanno confermato un attacco "mirato" contro "terroristi" nella cosiddetta "zona umanitaria" nella Striscia di Gaza
È stato definito "il 90%" dell'accordo tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi tenuti prigionieri dal 7 ottobre scorso nell'enclave palestinese. E si basa principalmente sull'arrivo di aiuti umanitari a Gaza, su uno scambio di prigionieri e sul ritiro graduale delle forze israeliane dalla Striscia. "Queste sono principalmente le tre componenti dell'accordo - ha detto un alto funzionario Usa ai giornalisti - L'intesa è fatta in totale di 18 paragrafi. Quattordici sono conclusi".
"Un paragrafo contiene una disposizione molto tecnica e gli altri tre riguardano lo scambio tra prigionieri e ostaggi - ha aggiunto - In pratica il 90% di questo accordo è stato concordato". I nodi restano la Philadelphi Route, il 'corridoio' tra la Striscia e l'Egitto, e lo scambio tra ostaggi e detenuti.
Per quanto riguarda le tre fasi del cessate il fuoco, la prima è di 42 giorni, prorogabili, in cui verranno definite le condizioni per la seconda fase, che dovrà mantenere le condizioni sottoscritte in precedenza. "Quindi non appena avrà inizio l'attuazione di questo accordo, la guerra si fermerà completamente - ha detto il funzionario - I mediatori si impegnano a sostenere i colloqui indiretti per arrivare alla seconda fase. E la seconda fase è un cessate il fuoco permanente con il ritiro totale delle forze israeliane". Nella prima fase, il disimpegno riguarderà solo le "zone densamente abitate". Il funzionario ha precisato che "nulla nell'accordo menziona il Corridoio Philadelphi".
"Quello che afferma l'accordo è che si ritirano da tutte le zone densamente abitate. Ed è nata una disputa sul Corridoio Philadelphi se sia effettivamente una zona densamente abitata - ha proseguito - Gli israeliani nel corso delle ultime due settimane hanno presentato una proposta sulla base della quale ridurrebbero significativamente la presenza nel corridoio, una riduzione piuttosto significativa".
Il funzionario statunitense spiega però che ora bisogna tenere conto dei sei ostaggi trovati senza vita dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza e che, secondo i militari israeliani, sarebbero stati uccisi dai rapitori. "Mentre la settimana scorsa stavamo negoziando sulla lista degli ostaggi, ora ne abbiamo meno perché sei di loro sono stati uccisi - ha detto - E credo sia qualcosa di cui dobbiamo tenere conto. È assolutamente scandalosa l'esecuzione di ostaggi", ha ribadito.
Nuovo raid Idf in zona umanitaria
Nel frattempo continuano i raid. Le forze israeliane (Idf) hanno confermato un attacco "mirato" contro "terroristi" nella cosiddetta "zona umanitaria" nella Striscia di Gaza. Nella notte, sulla base di informazioni di intelligence, fanno sapere via X, è stata effettuata un'operazione contro "terroristi che operavano in un centro di comando e controllo utilizzato dalle organizzazioni terroristiche di Hamas e della Jihad Islamica palestinese", una struttura "all'interno della zona umanitaria a Deir al-Balah".
L'agenzia palestinese Wafa riferisce di almeno quattro morti e diversi feriti, donne e bambini compresi, in un bombardamento israeliano che ha colpito "tende di sfollati presso l'Ospedale dei Martiri di al-Aqsa a Deir al-Balah".
Secondo le Idf, che riferiscono di un'operazione per "rimuovere una minaccia immediata", il "centro di comando e controllo veniva utilizzato da Hamas come infrastruttura del terrore in cui venivano pianificati e condotti attacchi terroristici contro le forze israeliane e lo Stato di Israele". Le Idf precisano di aver adottato "numerose misure per contenere il rischio di danneggiare i civili" e citano fra l'altro l'utilizzo di "munizioni di precisione".
Tajani: "Subito cessate il fuoco, non si può più aspettare"
Il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza "ha la priorità del governo italiano", è quanto affermato dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in una conversazione con 'Il Foglio'. E "la comunità internazionale, - ha continuato - quando si parla del conflitto in Medio Oriente, non dovrebbe mai scordare, neppure per un istante, chi è l’aggredito e chi è l’aggressore, ed è incredibile che ci sia qualcuno che consideri il terrorismo di Hamas come il simbolo di una resistenza legittima contro il presunto invasore. Ma una volta stabilite le coordinate bisogna anche chiedersi che destino possa avere la campagna di Israele a Gaza". "Lo dico da amico di Israele: - ha detto Tajani - ci sono troppi morti, ci sono troppi palestinesi uccisi, non si vedono un’uscita e una direzione possibili e per questo gli sforzi della comunità internazionale dovrebbero essere sempre di più rivolti a chiedere al premier israeliano di lavorare per una tregua, un cessate il fuoco: non si può più aspettare".
"Vede, noi siamo contro tutti i totalitarismi. Siamo, con forza, contro il totalitarismo putiniano. Siamo, con forza, contro il totalitarismo incarnato da Hamas - ha dichiarato nell'intervista - Siamo, con forza, contro una dittatura come quella di Maduro, e trovo preoccupante che vi sia una richiesta di arresto, del tutto ingiustificata, per il leader dell’opposizione del Venezuela. Noi siamo contro tutti i fascismi del presente. Senza sconti e senza se e senza ma. Mi chiedo se tutta l’opposizione che ogni giorno accusa i suoi avversari di essere titubanti sul tema dell’antifascismo possa considerarsi fino in fondo distante come lo siamo noi da tutti gli estremismi del presente. Sarebbe bello poter dire di sì, ma qualche dubbio mi resta, e a voi?".
Esteri
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E' di oltre 70 morti e 200 feriti il bilancio di un duplice attacco sferrato dai jihadisti di al-Qaeda a Bamako, in Mali. Lo riferiscono fonti della sicurezza maliana parlando di 77 morti e 255 feriti. Nel mirino una scuola di ufficiali e l'aeroporto militare della capitale maliana. Il quotidiano Le Soir de Bamako ha seguito oggi un ''funerale di una cinquantina di studenti della gendarmeria''.
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Ucraina, Pd vota risoluzione all’Europarlamento:...
Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8: l'eurodeputata lo ha segnalato, verrà registrato voto contrario
Gli eurodeputati italiani del gruppo S&D non hanno votato compatti sulla risoluzione sul sostegno all'Ucraina, che contiene un paragrafo, il numero 8, che ribadisce la richiesta di rimuovere le restrizioni all'uso delle armi inviate dall'Ue, affinché possano essere utilizzate anche per colpire obiettivi militari legittimi in territorio russo. Molti eurodeputati hanno votato a favore della risoluzione nel suo insieme, inclusi il capodelegazione Nicola Zingaretti, Lucia Annunziata e Sandro Ruotolo, oltre a Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento, Irene Tinagli, Camilla Laureti, tra gli altri. Gli indipendenti Marco Tarquinio e Cecilia Strada si sono astenuti.
Nel voto separato per confermare il paragrafo 8, quello più controverso, Picierno si è espressa a favore, come ha annunciato pubblicamente prima del voto. Hanno votato contro gli eurodeputati Brando Benifei, Annalisa Corrado, Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Antonio Decaro, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada e Alessandro Zan. Si è astenuta Annunziata.
Dalla delegazione italiana del gruppo S&D precisano che Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8 della risoluzione, quello che riguarda la rimozione delle restrizioni all'uso delle armi. L'eurodeputata ha segnalato l'errore e verrà registrato voto contrario, come la maggior parte della delegazione. Anche sul testo della risoluzione sul Venezuela, dove Annunziata dal roll call risultava essersi astenuta, si tratta di un errore: il suo voto è contrario, come quello degli altri eurodeputati Pd.