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Barnier, chi è il nuovo premier francese che si sente “patriota ed europeo”

Il 73enne originario di La Tronche, nell'Isère, è il più anziano premier nominato in Francia

Michel Barnier - Fotogramma

Il nuovo premier francese, Michel Barnier, viene da una lunga carriera politica in Francia, dove negli anni, con governi diversi e diversi presidenti ha assunto numerosi incarichi ministeriali. Ma è all'interno delle istituzioni comunitarie e in particolare in qualità di 'Monsieur Brexit' che si è imposto come personalità politica di primo piano, riuscendo a dipanare una matassa che sembrava inestricabile.

Ministro dell'Ambiente con Mitterrand (1993), titolare degli Affari europei (1995) e degli Esteri (2004) con Chirac, il 73enne originario di La Tronche, nell'Isère, dove è nato il 9 gennaio 1951 - il più anziano premier nominato in Francia, che succede al più giovane - è stato anche ministro di Sarkozy, al dicastero dell'Agricoltura e della Pesca (2007). Una carriera che lo ha visto in giovane età conseguire il primato di più giovane deputato eletto in Francia, nel 1978, un primato che ha mantenuto per circa due decenni.

Gollista convinto, fortemente europeista - "ho sempre pensato che si potesse essere al tempo stesso patriota ed europeo", ama ripetere - nel 1999 viene nominato a Bruxelles commissario Europeo alle Politiche regionali, nel 2010 al Mercato interno e ai servizi. Nel 2016 infine riceve l'incarico a negoziare la Brexit. Grande lavoratore, giudicato molto serio nel suo impegno, viene descritto come un uomo di energia, il cui segreto consiste nella pratica sportiva quotidiana e in un'alimentazione sana. Poco incline alla mediaticità - "L'uomo invisibile della politica francese", lo descrive Laurent Fabius, suo rivale al Quai D'Orsay - spiega di preferire l'"essere efficace all'essere mediatico".

Sulla Brexit, la parola d'ordine è stata non lasciar trasparire "né emozione né passione" e garantire trasparenza, con rendiconti continui agli stati membri sull'andamento dei negoziati. "Barnier è un gentleman, ma un gentleman coriaceo", commentava Boris Johnson parlando della sua fermezza nelle trattative. Se il suo metodo è oggetto di elogi da parte di chi gli sta accanto, Oltremanica i giudizi sul suo conto non sono stati altrettanto lusinghieri, già in qualità di Commissario agli Affari Interni: "L'uomo più pericoloso d'Europa" lo definivano alcuni media britannici.

Nel 2021 l'esponente dei Les Républicains tenta la fortuna nelle primarie repubblicane per le elezioni presidenziali del 2022, un tentativo che lo vede assumere posizioni più ferme sull'immigrazione e sulla sovranità, con una svolta a destra che confonde alcuni dei suoi sostenitori storici. Per finire, non riesce a spuntarla su Valérie Pecresse. A qualche anno di distanza, è pronto a riprendere il suo posto sulla scena nazionale.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Onu, risoluzione chiede ritiro Israele da Territori...

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La risoluzione non vincolante chiede il ritiro entro un anno: 124 voti a favore, 43 astenuti. Usa, Israele e altri 12 paesi votano contro

La votazione all'Onu

Con 124 voti a favore l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione non vincolante che chiede il ritiro di Israele dai Territori palestinesi occupati entro un anno. Quarantatre Paesi, tra cui Germania e Italia, si sono astenuti mentre Israele, Usa ed altri 12 Stati hanno votato contro. Alcuni Paesi non hanno votato.

Il testo della risoluzione - che Israele ha definito "cinica" e "distorta" - si basa su un parere consultivo della Corte internazionale di giustizia, che ha definito "illegale" l'occupazione israeliana iniziata nel 1967. Su X il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Oren Marmorstein, ha commentato dicendo che si tratta di una decisione "scollegata dalla realtà" e che "incoraggia il terrorismo e danneggia le possibilità di pace".

Intanto l'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Volker Turk, in una nota ha dichiarato che i responsabili dell'attacco in Libano che ha falcidiato Hezbollah "devono essere chiamati a risponderne". "L'attacco simultaneo a migliaia di individui, siano essi civili o membri di gruppi armati, senza sapere chi fosse in possesso dei dispositivi presi di mira, la loro ubicazione e l'ambiente circostante al momento dell'attacco, viola il diritto internazionale dei diritti umani e, nella misura in cui è applicabile, il diritto internazionale umanitario", ha affermato Turk.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà venerdì per discutere dell'ondata di esplosioni di dispositivi, dai cercapersone ai walkie talkie. La riunione, richiesta dall'Algeria, è in programma alle 15 ora locale (le 9 in Italia).

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Esteri

Libano, nuovo attacco a Hezbollah: esplosi migliaia di...

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Ieri l'esplosione di cercapersone che ha causato almeno 12 morti tra cui due bambini e migliaia di feriti

 I dispositivi esplosi (Afp)

Migliaia di walkie talkie sono esplosi in Libano, provocando 14 morti e 450 feriti. Nel mirino dispositivi utilizzati dai membri di Hezbollah. Sembra essere, quindi, una seconda operazione contro l'organizzazione sciita, dopo l'attacco di ieri e le esplosioni su larga scala di cercapersone che hanno causato almeno 12 morti tra cui due bambini e migliaia di feriti. Gli esplosivi utilizzati nell'attacco di oggi "sono stati piazzati dal Mossad", secondo il canale saudita all news al-Sharq che cita una fonte di alto profilo della sicurezza libanese.

"Questi attacchi saranno certamente puniti, ci sarà una vendetta sanguinosa", la minaccia a Israele arrivata da Hashem Safieddine, capo del Consiglio esecutivo di Hezbollah, oltre che cugino del leader del gruppo, Hassan Nasrallah.

Tre persone hanno perso la vita a causa di esplosioni a Sohmor nella Valle della Bekaa come riporta l'agenzia di stampa libanese Nna. L'emittente al-Jazeera ha parlato di oltre 20 feriti in diverse aree del Libano.

Secondo fonti citate dal giornalista Barak Ravid sul social X, i walkie talkie con all'interno trappole esplosive facevano parte del sistema di comunicazioni di emergenza che Hezbollah avrebbe dovuto utilizzare in caso di guerra con Israele.

Secondo la Cnn americana, sarebbero state 15-20 le esplosioni nei sobborghi meridionali di Beirut e altre 15-20 nel sud del Paese. I walkie talkie, ha precisato una fonte della sicurezza all'emittente, sono nettamente meno diffusi tra i militanti di Hezbollah rispetto ai cercapersone. Vengono distribuiti, infatti, solo alle persone che organizzano eventi come funerali e marce.

I walkie talkie erano stati acquistati da Hezbollah circa cinque mesi fa, spiegano fonti di sicurezza citate dal Times of Israel, nello stesso periodo dunque in cui erano stati comprati i cercapersone.

Esplosioni sono state registrate anche al quartier generale delle milizie sciite di al-Hashd al-Shaabi a Mosul in Iraq, nello stesso momento di quelle dei walkie talkie in dotazione a esponenti di Hezbollah in Libano, rende noto l'emittente saudita al-Hadith.

Anche diversi pannelli solari, essenziali per la tenuta del sistema energetico del Libano, denuncia l'agenzia libanese Nna, sono esplosi in un certo numero di abitazioni nel sud del Paese dei Cedri.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà venerdì per discutere dell'ondata di esplosioni di dispositivi, dai cercapersone ai walkie talkie. Lo ha indicato un portavoce della presidenza slovena del Consiglio. La riunione, richiesta dall'Algeria, è in programma alle 15 ora locale (le 9 in Italia).

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Esteri

Usa, pacchi con polvere sospetta inviati a uffici...

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Indaga l'Fbi. In nessun caso la polvere si è rivelata essere pericolosa

(Afp)

L'Fbi ha avviato un'indagine su pacchi contenenti una polvere bianca sospetta inviati negli uffici elettorali in almeno 16 Stati. Secondo quanto riferisce Abcnews i pacchi sono arrivati questa settimana in uffici elettorali a New York, Tennessee, Wyoming, Kentucky, Oklahoma, Iowa, Nebraska, Missouri, Kansas, Indiana, Massachusetts e Colorado, facendo scattare l'allarme e in alcuni casi l'evacuazione dei locali. In altri Stati, tra i quali Arizona, Georgia, Connecticut e Maryland, i pacchi sono stati intercettati dagli inquirenti prima di arrivare negli uffici elettorali.

In nessun caso la polvere si è rivelata essere pericolosa, in un caso si trattava di farina, rendono noto fonti dell'indagine, che l'Fbi sta conducendo insieme all'ispettorato dell'Us Postal Service. Alcuni dei pacchi sono stati inviati da un sedicente 'United States Traitor Elimination Army', l'Esercito per l'eliminazione dei traditori degli Stati Uniti, rivela ancora l'emittente americana.

E' la seconda volta che negli ultimi mesi pacchi contenenti polvere sospetta vengono inviati a uffici elettorali: lo scorso novembre erano arrivati negli uffici di 5 Stati, e l'Fbi riscontrò la presenza di Fentanyl in quattro pacchi. Gli addetti elettorali di molti Stati hanno seguito corsi per rispondere a situazioni di emergenza con materiale pericoloso inviato per posta. Mentre l'associazione dei segretari di Stato, che a livello statale sono responsabili del processo elettorale, ha chiesto la fine di "minacce e intimidazioni verso i funzionari elettorali: devono finire, punto e basta, la nostra democrazia non ha spazio per la violenza politica, minacce e intimidazioni di ogni tipo".

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