Trump, giudice rimanda condanna su caso Stormy Daniels a dopo elezioni
La sentenza era attesa per il 18 di questo mese. Il tycoon: "Bene rinvio, ma caso deve essere chiuso"
Il giudice di Manhattan Juan Merchan ha accettato di rimandare al 26 novembre, quindi a dopo le elezioni, l'emissione della sentenza di condanna nel caso a carico contro Donald Trump per i versamenti effettuati per comperare il silenzio della pornostar Stormy Daniels, accogliendo così la richiesta dei legali del candidato repubblicano alla Casa Bianca. La sentenza era invece attesa per il 18 di questo mese.
La decisione è stata presa "per evitare che possa sembrare - per quanto ingiustificato - che il procedimento sia stato interessato o cerchi di interessare le prossime elezioni presidenziali in cui l'accusato è un candidato. La Corte è una istituzione apolitica, imparziale, giusta", ha scritto.
Lo scorso maggio Trump era stato condannato per 34 capi di accusa relativi alla copertura dei pagamenti alla pornostar con cui aveva avuto, a dire di lei, una relazione. Fissata per dopo le elezioni, vale a dire per il 12 novembre, anche la decisione del giudice sull'istanza di annullamento della sentenza sulla base del pronunciamento sull'immunità della Corte suprema.
"La caccia alle streghe del procuratore distrettuale di Manhattan è stata rinviata perché tutti si sono resi conto che non c'era nessun caso, che non ho fatto nulla di sbagliato. È un attacco politico contro di me da parte della compagna Kamala Harris e della sinistra radicale allo scopo di interferire nelle elezioni", ha dichiarato Trump.
"Niente di simile è mai accaduto negli Stati Uniti d'America - È roba da terzo mondo, da repubblica delle banane", ha aggiunto Trump, secondo cui "questo caso dovrebbe essere chiuso, mentre ci prepariamo per le elezioni più importanti nella storia del nostro Paese".
Esteri
Mali, attacco al-Qaeda a Bamako: oltre 70 morti e 200 feriti
Nel mirino una scuola di ufficiali e l'aeroporto militare della capitale maliana
E' di oltre 70 morti e 200 feriti il bilancio di un duplice attacco sferrato dai jihadisti di al-Qaeda a Bamako, in Mali. Lo riferiscono fonti della sicurezza maliana parlando di 77 morti e 255 feriti. Nel mirino una scuola di ufficiali e l'aeroporto militare della capitale maliana. Il quotidiano Le Soir de Bamako ha seguito oggi un ''funerale di una cinquantina di studenti della gendarmeria''.
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Esplosione da 1,8 chilotoni, annientato deposito di...
Esteri
Ucraina, Pd vota risoluzione all’Europarlamento:...
Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8: l'eurodeputata lo ha segnalato, verrà registrato voto contrario
Gli eurodeputati italiani del gruppo S&D non hanno votato compatti sulla risoluzione sul sostegno all'Ucraina, che contiene un paragrafo, il numero 8, che ribadisce la richiesta di rimuovere le restrizioni all'uso delle armi inviate dall'Ue, affinché possano essere utilizzate anche per colpire obiettivi militari legittimi in territorio russo. Molti eurodeputati hanno votato a favore della risoluzione nel suo insieme, inclusi il capodelegazione Nicola Zingaretti, Lucia Annunziata e Sandro Ruotolo, oltre a Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento, Irene Tinagli, Camilla Laureti, tra gli altri. Gli indipendenti Marco Tarquinio e Cecilia Strada si sono astenuti.
Nel voto separato per confermare il paragrafo 8, quello più controverso, Picierno si è espressa a favore, come ha annunciato pubblicamente prima del voto. Hanno votato contro gli eurodeputati Brando Benifei, Annalisa Corrado, Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Antonio Decaro, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada e Alessandro Zan. Si è astenuta Annunziata.
Dalla delegazione italiana del gruppo S&D precisano che Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8 della risoluzione, quello che riguarda la rimozione delle restrizioni all'uso delle armi. L'eurodeputata ha segnalato l'errore e verrà registrato voto contrario, come la maggior parte della delegazione. Anche sul testo della risoluzione sul Venezuela, dove Annunziata dal roll call risultava essersi astenuta, si tratta di un errore: il suo voto è contrario, come quello degli altri eurodeputati Pd.