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Consegnati in Campidoglio riconoscimenti per Premio Giornalistico ‘Un Giglio per la Pace e la Libertà di Stampa’

Onorato: "Questo è un premio importante, visto che va a valorizzare il lavoro di grandi professionisti"

Consegnati in Campidoglio riconoscimenti per Premio Giornalistico 'Un Giglio per la Pace e la Libertà di Stampa'

Si è svolta a Roma, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, la terza edizione del Premio Giornalistico 'Un Giglio per la Pace e la Libertà di Stampa', promosso dall’Università eCampus con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio e in collaborazione con Roma Capitale. Il Premio Giornalistico è dedicato ad un tema di estrema importanza per la società civile, come la libertà di stampa. Anche quest’anno si sono voluti premiare i giornalisti che si sono distinti nel loro lavoro per iniziative corrispondenti alle finalità del premio, in particolare per la corretta e libera informazione e divulgazione, per la promozione della pace e dei diritti umani e per la lotta contro le diseguaglianze. La Pace e la libertà di stampa sono gli elementi essenziali per garantire la vita democratica di un Paese civile.

Alessandro Onorato (Assessore Roma Capitale grandi eventi, sport, turismo e moda) ha dichiarato: "Questo è un premio importante, visto che va a valorizzare il lavoro di grandi professionisti che, spesso in condizioni difficili, portano avanti una professione nobile. Oggi più che mai c’è bisogno di giornalismo libero che aiuti a raccontare le situazioni difficili che viviamo, parlando di guerre e di difficoltà". Valeria Baglio (Capogruppo PD in Campidoglio) si è detta "particolarmente orgogliosa di questo premio. Ringrazio tutti i giornalisti presenti: saremo sempre al loro fianco, perché i principi della libertà e della pace sono gli stessi portati avanti da Roma Capitale".

Enzo Siviero (Magnifico Rettore dell’Università eCampus) ha spiegato: "Questo premio rappresenta ormai un must. Il tema della pace è, infatti, sempre più ricorrente e noi siamo orgogliosi di poter consolidare la posizione e la vocazione dell’Università eCampus. L’università, del resto, è il luogo dove la pace si pratica da sempre". Guido D’Ubaldo (Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio) ha sottolineato: "È sempre più importante ricordare l’importanza di questi premi e della libertà di stampa, soprattutto in un momento come questo, dove i giornalisti italiani rischiano di avere sempre più il bavaglio".

Enzo Fortunato (Francescano, giornalista e scrittore. Direttore della Comunicazione della Basilica papale di San Pietro in Vaticano, coordinatore della Giornata Mondiale dei Bambini) ha detto: "Libertà di stampa, più che un premio, dovrebbe essere un compito straordinario affidato a chi si accinge a vivere la vocazione del giornalismo. Ci sono sempre più yesman al potere, ma noi abbiamo bisogno di persone che sappiano mettere in discussione e, soprattutto, sappiano porre delle domande".

Sono stati premiati Ida Baldi (Vicedirettrice di RaiNews24), Alberto Barachini (Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega a Informazione ed Editoria), Gabriele Burini (Giornalista professionista al Corriere dell’Umbria), Tiziano Carmellini (Caporedattore de Il Tempo), Aldo Cazzullo (Inviato speciale, vicedirettore del Corriere della Sera e scrittore), Nicola Cerbino (Direttore Relazioni Media e Stampa Università Cattolica del Sacro Cuore e Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS), Luigi Contu (Direttore responsabile dell’Agenzia Ansa), Elisabetta Fiorito (Giornalista parlamentare di Radio 24-Il Sole 24 ore e vicecaposervizio), Enzo Fortunato (Francescano, giornalista e scrittore. Direttore della Comunicazione della Basilica papale di San Pietro in Vaticano, coordinatore della Giornata Mondiale dei Bambini), Vincenzo Frenda (Giornalista, reporter di guerra e inviato speciale del TG2), Maurizio Molinari (Direttore de La Repubblica), Sandro Piccinini (Conduttore televisivo e telecronista della Champions League su Prime Video) e Matteo Maria Zuppi (Cardinale Arcivescovo di Bologna. Presidente della Conferenza Episcopale Italiana).

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cronaca

Corteo a Roma contro la violenza sulle donne:...

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Il corteo in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Il corteo a Roma (Foto Adnkronos)

La marea fucsia torna in piazza a Roma. E' partito da piazzale Ostiense il corteo di Non Una di Meno promosso in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Sullo striscione che apre la manifestazione si legge 'disarmiamo il patriarcato' mentre su un altro appeso al lato di uno dei due tir presenti nel corteo 'La vergogna deve cambiare lato'. In piazza ci sono migliaia di persone. In testa al corteo sfilano i centri antiviolenza femministi. Tra i tanti slogan e cartelli si legge: "Siamo rivoluzione", "se il patriarcato non esiste perché continuiamo a morire", "vietare alle donne di lavorare è violenza", "principessa sei solo mia, possedere non è amare e la scuola lo deve insegnare".

Bruciata foto Valditara di fronte ministero

Prima dell'inizio del corteo una fotografia del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara è stata bruciata da alcuni manifestanti di fronte al ministero.

"Disarmiamo il patriarcato"

"Siamo in piazza con lo slogan disarmiamo 'il patriarcato' proprio perché la violenza sulle donne non è un'emergenza, se non nella sua drammaticità, ma è una dimensione strutturale che ogni anno ripete gli stessi numeri e le stesse modalità a fronte di una carenza di fondi per i centri antiviolenza e per le politiche a sostegno delle donne vittime di violenza. E quindi siamo in piazza per ribadire che c'è una guerra sui nostri corpi - e c'è una guerra globale - in cui i governi cercano di rafforzare costantemente la famiglia patriarcale e il razzismo contro le donne", dice Carlotta di Non Una di Meno.

"E ben sappiamo - spiega Carlotta - che il femminicidio è solo la punta dell'iceberg che riguarda molestie sul posto di lavoro, discriminazioni nelle scuole, forme di violenza che non arrivano al femminicidio ma portano più di 20mila a rivolgersi ogni anno ai centri antiviolenza". E sottolinea: "Siamo in piazza per potenziare una forza collettiva partita dal basso e affermare che il patriarcato esiste e continua a ucciderci".

Non Una di Meno conferma "la sua autonomia dai partiti politici e questo non vuole dire che non abbiamo una nostra posizione. In questo senso, chiediamo lo stop al genocidio perché riconosciamo che l'autodeterminazione della Palestina non è solo una questione femminista e transfemminista, ma anche perché nelle guerre le donne sono sempre le prime vittime insieme ai bambini".

"Parole Valditara? Dati dicono che responsabili sono soprattutto italiani"

"A noi non interessa chi commette la violenza ma se guardiamo i dati a noi risulta che si tratta soprattutto di uomini italiani. Se vogliamo stare sui dati è interessante vedere che più dell'80% delle persone che commettono violenza sono partner o ex partner. Questo ci dice che non conta la nazionalità ma la relazione che le donne instaurano con gli uomini e il senso di possesso che gli uomini hanno sulle donne che considerano proprie e questo è vero a ogni latitudine e in ogni parte del mondo", dice Carlotta di Non Una di Meno rispondendo poi sulle dichiarazioni del ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. "La violenza è trasversale, il patriarcato lo è, può assumere forme diverse ma sicuramente non c'è un aumento dei femminicidi dovuto a un cambiamento della popolazione italiana", aggiunge.

"Questo è indubitabilmente un governo patriarcale: non basta avere una donna presidente del Consiglio perché il governo cambi di segno - afferma ancora Carlotta - Quello che dobbiamo guardare sono le politiche e le politiche ci parlano davvero di un rafforzamento della famiglia patriarcale in cui le donne vengono considerate valide solo in quanto madri e mogli".

In piazza performance ispirata al gesto della studentessa iraniana

La prima performance di Non Una di Meno al corteo a Roma ha visto diverse giovani incappucciate con passamontagna ricoperti di lustrini, volendo replicare il gesto della studentessa iraniana, Ahoo Daryaei, che si è spogliata davanti all'università a Teheran per protestare contro l'imposizione del velo (VIDEO). "Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce", lo slogan con cui si è aperta la performance. Le giovani, coperte dallo striscione sopra il quale c'era la scritta "il corpo è mio, decido io", si sono tolte le maglie e sul finale hanno tirato giù lo striscione mostrandosi a seno nudo.

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Cronaca

PoliMi accreditato come Collaborating Center dall’Oms

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Il Politecnico è la prima università tecnica al mondo a ricevere il prestigioso riconoscimento, dopo anni di intensa collaborazione

PoliMi accreditato come Collaborating Center dall'Oms

Il Politecnico di Milano ha ottenuto l’accreditamento come “Who Collaborating Center for Design & Health: Healthcare Infrastructures Planning, Design and Evaluation” da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). È la prima università tecnica al mondo a ricevere questo prestigioso riconoscimento. L’annuncio ufficiale è stato comunicato tramite una lettera firmata da Hans Kluge, Direttore della Regione Europea dell’OMS, sottolineando il valore strategico dell’impegno del Politecnico nella progettazione e valutazione delle infrastrutture sanitarie.

Con l’accreditamento, il Politecnico di Milano si unisce ai 26 centri collaborativi Oms presenti in Italia. Da oggi, enti sanitari di tutta Europa potranno richiedere il supporto del Politecnico attraverso un portale dedicato, per sviluppare infrastrutture sanitarie innovative e green. Il riconoscimento arriva dopo due anni di intensa collaborazione con l’Oms. Durante la pandemia di Covid-19, il Politecnico, attraverso il Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito, ha sviluppato le linee guida per progettare gli ospedali del futuro, condivise con i Paesi membri dell’Oms. Nel 2023, il gruppo di ricerca ha supportato la Moldavia nella riorganizzazione delle sue infrastrutture sanitarie, con un focus sulle esigenze causate dal conflitto in Ucraina. L'OMS è inoltre parte del Comitato Consultivo della Joint Research Partnership Healthcare Infrastructures dell’ateneo milanese e di Fondazione Politecnico di Milano, che vedrà il prossimo incontro annuale a febbraio 2024.

Il Collaborating Center lavorerà su una roadmap di quattro anni, sviluppando report e coordinando workshop su temi chiave per gli ospedali europei, come sostenibilità, progettazione funzionale e centralità del paziente. Le attività coinvolgeranno un team multidisciplinare composto da docenti, giovani ricercatori e dottorandi del Design & Health Lab. "Questo riconoscimento rappresenta una straordinaria opportunità per mettere a disposizione dell’Europa e del mondo il nostro know-how nella progettazione di infrastrutture sanitarie innovative e sostenibili. Collaborare con l’Oms ci permette di contribuire concretamente a migliorare la salute globale attraverso soluzioni all’avanguardia e centrate sui bisogni dei pazienti", ha dichiarato il professor Stefano Capolongo, direttore del Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano. Questo traguardo rappresenta un passo importante per la ricerca accademica e applicata nell’ambito della salute, consolidando il ruolo del Politecnico di Milano come leader internazionale nel settore.

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Cronaca

UniCal: in pensione la direttrice generale Masè

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Il ringraziamento del rettore Nicola Leone per il "Suo contributo, determinante nella riorganizzazione amministrativa e per l’attuazione di processi strategici che hanno reso più efficiente e moderno l’ateneo"

UniCal: in pensione la direttrice generale Masè

Dopo 42 anni di carriera, l’Università della Calabria saluta la sua direttrice generale Giancarla Masè, prossima alla pensione. Un punto che chiude un quinquennio di profondo rinnovamento e trasformazione per l’ateneo calabrese, a conclusione di un mandato in cui la dg ha introdotto nuovi modelli di gestione e strategie per ottimizzare l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa, ristrutturando il bilancio per centri di responsabilità, migliorando il legame con la programmazione strategica e garantendo piena continuità, fin dall'inizio dell'anno, alla spesa dei dipartimenti che, nel passato, subivano un blocco di 2-3 mesi. Ha inoltre avviato un profondo percorso di digitalizzazione e dematerializzazione, aggiornando diversi processi di gestione e di comunicazione e introducendo uno smart working regolamentato, rispondendo così alle esigenze di flessibilità che sono emerse negli ultimi anni.

Per il rettore dell’ateneo Nicola Leone, “Giancarla Masè non è stata solo un'ottima amministratrice, ma un vero punto di svolta per l’Università della Calabria. Il suo impegno costante, la sua esperienza e la capacità di realizzare importanti trasformazioni amministrative hanno portato l’UniCal verso nuovi traguardi di efficienza e innovazione. La direttrice, dopo una lunghissima esperienza a Trento e Verona, ha avuto il coraggio di affrontare la sfida di rilanciare un’amministrazione del profondo Sud. È stata senz’altro una delle scelte più importanti e positive del mio mandato. La dottoressa Masè ha dimostrato un'energia straordinaria, trasformando le difficoltà in opportunità, le criticità in occasioni di crescita. Il suo sguardo non si è mai fermato alla superficie dei problemi, ma ha saputo penetrare in profondità, individuando soluzioni innovative che hanno ridisegnato l'intero assetto organizzativo. La direttrice ha portato con sé un enorme bagaglio di competenze, realizzando ambiziosi progetti amministrativi di notevole rilevanza per l’efficacia dell’azione di governo. Per tutti questi motivi desidero ringraziarla per la dedizione e l’entusiasmo con cui ha svolto il suo ruolo

L’ateneo, che nella classifica Censis 2024/25 è al primo posto fra i grandi atenei statali che hanno fra i 20 e i 40mila iscritti, ha accolto nel 2019 la dottoressa Masè: “È stata una bella esperienza professionale. Ho potuto apprezzare i segni distintivi e qualitativi dell’Ateneo quale il Campus e l’attenzione verso gli studenti. Ho avuto modo di guardare il sistema universitario da una diversa prospettiva, sfatando molti luoghi comuni e toccando con mano le difficoltà che un ateneo inserito in un contesto socioeconomico disagiato deve affrontare”. Nella sua carriera, Giancarla Masè ha lavorato prima in Accenture e poi per 18 anni all’Università di Trento, provincia di cui è originaria, e poi a Verona.

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