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Harris-Trump, dibattito si apre con stretta di mano: il ‘Var’

Chi ha preso l'iniziativa? L'analisi delle immagini

La stretta di mano tra Trump e Harris

Kamala Harris e Donald Trump si stringono la mano prima dell'inizio del dibattito tv a Philadelphia oggi nella notte italiana dell'11 settembre. Il saluto tra la vicepresidente e l'ex presidente, che si sfideranno nelle elezioni del 5 novembre, diventa un argomento da analizzare e viene vivisezionato 'al Var'. I due candidati salgono sul palco e appare evidente che l'iniziativa parta da Harris.

La vicepresidente 'invade il campo' e si spinge fino al podio di Trump. "Kamala Harris", dice presentandosi e scandendo il proprio nome, che spesso è stato oggetto di ironie da parte di Trump durante i comizi. "Facciamo un buon dibattito", dice la vicepresidente. "Piacere di vederla, tutto bene", la risposta di Trump.

La stretta di mano, che precede poi 90 minuti roventi, è un elemento di novità e di rottura rispetto al dibattito di giugno, in cui Trump si è confrontato con il presidente Joe Biden. Nel duello di Philadelphia, l'ex presidente adotta la stessa 'strategia' di 3 mesi fa: sguardo fisso davanti a sé durante gli interventi della rivale, anche se non mancano interazioni e interruzioni. Rispetto a Biden, che guardava costantemente la telecamera davanti al podio, Harris adotta una linea diversa: il microfono spento non le impedisce di contestare le affermazioni di Trump, con sguardi diretti, smorfie e frasi pronunciate sotto voce che vengono chiaramente lette dal telespettatore.

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Esteri

Energia, Meloni: “Siglato accordo con Albania ed...

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La premier al summit di Abu Dhabi: "Italia piattaforma naturale nel Mediterraneo, hub tra Ue e Africa". Poi sul nucleare: "Fusione può cambiare corso della storia, risorsa accessibile per tutti"

Giorgia Meloni al summit di Abu Dhabi

"Sono estremamente lieta di annunciare qui la firma di un accordo per dare il via a un progetto ambizioso tra le due sponde dell'Adriatico. Con Sua Altezza lo sceicco Mohammed bin Zayed e il primo ministro Edi Rama, oggi assisteremo alla firma di un impegno di estrema importanza per realizzare una nuova interconnessione energetica, volta a produrre energia verde in Albania e a esportarne una parte in Italia, grazie a un cavo sottomarino attraverso il Mar Adriatico. Crediamo fermamente in questo progetto che coinvolge i nostri tre governi, oltre ai nostri settori privati e agli operatori delle reti". Così la premier Giorgia Meloni, intervenendo al summit sull'energia ad Abu Dhabi.

La presidente del Consiglio si è detta "molto orgogliosa di questa iniziativa", perché, ha spiegato, "dimostra concretamente come possano essere costruite nuove forme di cooperazione anche tra partner apparentemente distanti, almeno da un punto di vista geografico. Partner che, tuttavia, sanno guardare alla scacchiera nel suo insieme e non solo al quadrante che sembra riguardarli più da vicino", ha rimarcato Meloni.

"Italia piattaforma naturale Mediterraneo, hub tra Ue e Africa"

"L'Italia ha l'opportunità di diventare l'hub strategico per i flussi energetici tra Europa e Africa. Siamo una piattaforma naturale nel Mediterraneo, il che ci consente di agire come centro di approvvigionamento e distribuzione, collegando sia l'offerta esistente che quella potenziale dall'Africa con la domanda energetica dell'Europa", ha detto la premier intervenendo al summit.

Il governo italiano, ha proseguito Meloni, "dà voce a questa ambizione anche attraverso il Piano Mattei (il nostro piano di cooperazione con i Paesi africani), che pone l'energia come uno dei suoi pilastri fondamentali e prevede anche progetti di connessione strategica. Penso, ad esempio, all'interconnessione elettrica Elmed tra Italia e Tunisia".

"Sono certa - ha sottolineato davanti alla platea del summit - che sviluppare interconnessioni possa rappresentare la chiave di volta di una nuova diplomazia energetica, in grado di moltiplicare le opportunità di cooperazione tra di noi e generare benefici condivisi per tutti".

"No decarbonizzazione a prezzo desertificazione economia"

In un passaggio del suo intervento davanti alla platea del World Future Energy Summit di Abu Dhabi la premier ha poi sottolineato che "non riusciremo a triplicare la capacità di generazione di energia rinnovabile entro il 2030, né a raddoppiare il tasso di efficienza energetica, se continuiamo a inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione economica o a mettere da parte, per ragioni ideologiche, soluzioni che invece potrebbero aiutare a costruire un'alternativa sostenibile ai combustibili fossili. Dobbiamo essere pragmatici, semplicemente perché la realtà lo impone".

Nucleare

Per la premier bisogna puntare su "un mix energetico equilibrato, basato sulle tecnologie attualmente disponibili, su quelle in fase di sperimentazione e su quelle che devono ancora essere identificate. Non mi riferisco solo alle energie rinnovabili, ma anche al gas, ai biocarburanti, all'idrogeno verde e alla cattura della CO₂ - senza dimenticare la fusione nucleare, che potrebbe potenzialmente produrre energia pulita, sicura e illimitata, trasformando l'energia da arma geopolitica in una risorsa ampiamente accessibile, cambiando di fatto il corso della storia".

"Il futuro della transizione energetica e della digitalizzazione dipenderà dalla nostra capacità di trovare un equilibrio tra sostenibilità e innovazione", ha detto la presidente del Consiglio.

"Stiamo vivendo in un'epoca particolarmente complessa, segnata da trasformazioni epocali. Ora abbiamo una scelta da fare: possiamo subire queste trasformazioni restando inerti, oppure possiamo interpretarle come opportunità. Credo che dovremmo scegliere la seconda strada e percorrerla con coraggio e visione, senza paura di osare", ha proseguito la premier, concludendo il suo discorso con una citazione dell'economista Julian Simon: "Il principale carburante per accelerare il progresso del mondo è il nostro patrimonio di conoscenze; i freni sono la nostra mancanza di immaginazione".

Secondo quanto si apprende, a margine del summit è in corso un incontro tra la premier Meloni e il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Oggi pomeriggio i due leader si vedranno nuovamente per il bilaterale.

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Esteri

Israele-Gaza, media: Hamas chiede di rivedere diverse...

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Lo ha riferito la rete televisiva saudita Al Arabiya, citando fonti. I colloqui sono ancora in corso

Bombardamenti nella Striscia di Gaza (Afp)

Hamas ha chiesto qualche ora in più per rivedere diverse clausole nell'accordo per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi, prima di presentare la sua risposta finale. Lo ha riferito la rete televisiva saudita Al Arabiya, citando fonti. I colloqui sono ancora in corso.

Secondo quanto ha detto all'agenzia di stampa Al-Araby Al-Jadeed un'importante fonte palestinese, è stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco a Gaza, ma il suo annuncio è stato ritardato a causa di disaccordi sui meccanismi di attuazione. Secondo la fonte, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha tentato di sabotare l'accordo e di ritardarne l'avanzamento all'ultimo minuto, insistendo affinché i soldati israeliani tenuti in ostaggio da Hamas fossero inclusi nella lista dei 33 ostaggi da rilasciare nella prima fase dell'accordo.

Biden proroga sanzioni contro coloni estremisti per altri 12 mesi

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato formalmente che prorogherà di altri 12 mesi l'ordine esecutivo di sanzioni contro i coloni israeliani estremisti, oltre la data di scadenza che era stata fissata al primo febbraio 2025. La situazione in Cisgiordania - in particolare gli alti livelli di violenza dei coloni estremisti, gli sfollamenti forzati di persone e villaggi e la distruzione di proprietà - ha raggiunto livelli intollerabili e costituisce una seria minaccia per la pace, la sicurezza e la stabilità della Cisgiordania e di Gaza, di Israele e della più ampia regione del Medio Oriente", ha scritto Biden in una nota.

"Queste azioni compromettono gli obiettivi di politica estera degli Stati Uniti, tra cui la fattibilità di una soluzione a due Stati e la garanzia che israeliani e palestinesi possano raggiungere uguali misure di sicurezza, prosperità e libertà. Compromettono anche la sicurezza di Israele e hanno il potenziale per portare a una più ampia destabilizzazione regionale in tutto il Medio Oriente, minacciando il personale e gli interessi degli Stati Uniti", ha continuato Biden, sottolineando che la situazione in Cisgiordania "continua a rappresentare una minaccia insolita e straordinaria per la sicurezza nazionale e la politica estera degli Stati Uniti".

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Esteri

Corea del Sud, arrestato il presidente Yoon Suk-yeol

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E' stato interrogato in merito alla sua dichiarazione di legge marziale il mese scorso. Si è avvalso della facoltà di non rispondere

Yoon Suk-yeol (Afp)

Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol è stato arrestato alle 10.33, ora locale (1.33 Gmt), nella residenza presidenziale. Le riprese televisive hanno mostrato che un veicolo nero con a bordo Yoon è arrivato all'ufficio del Cio a Gwacheon, appena a sud di Seul, prima di essere trattenuto al centro di detenzione di Seul a Uiwang, a soli 5 km dall'ufficio. Il Cio ha 48 ore di tempo per richiedere un mandato separato per trattenere Yoon fino a 20 giorni per ulteriori interrogatori o se rilasciarlo. Yoon è il primo presidente in carica ad essere arrestato nella storia moderna del Paese.

Yeol, accusato di impeachment, è stato interrogato in merito alla sua dichiarazione di legge marziale il mese scorso. Lo hanno reso noto gli inquirenti, aggiungendo che il capo dello Stato "sta esercitando il suo diritto a non rispondere".

In un videomessaggio rivolto alla nazione prima del suo arresto, Yoon aveva detto di aver accettato di comparire davanti al Corruption Investigation Office (Cio) per essere interrogato. "Ho deciso di comparire davanti al Cio anche se si tratta di un'indagine illegale, per evitare qualsiasi spargimento di sangue", aveva dichiarato il presidente sudcoreano.

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