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Gli Italiani che tornano, dove vanno? Cosa dicono i dati sul rientro dei cervelli e quali prospettive per l’imminente futuro alla luce della revisione delle agevolazioni

Gli Italiani che tornano, dove vanno? Cosa dicono i dati sul rientro dei cervelli e quali prospettive per l’imminente futuro alla luce della revisione delle agevolazioni

Milano, 11/09/2024 - Negli ultimi anni, l'Italia ha assistito a un fenomeno di grande rilevanza: il crescente ritorno di connazionali dall'estero, un flusso che ha modificato il panorama economico e sociale del Paese. Se da una parte gli incentivi fiscali introdotti nel 2019 hanno giocato un ruolo chiave nell'incoraggiare questo rientro, dall'altra vi sono considerazioni più profonde e complesse che spingono molti italiani a tornare a casa dopo aver trascorso anni, o addirittura decenni, all'estero.

Il 2021 è stato un anno emblematico per questo trend, con un raddoppio dei rimpatri rispetto agli anni precedenti. A livello numerico, il fenomeno è stato significativo: dai circa 2-3 mila rientri annuali pre-pandemia, si è passati a oltre 6.500 italiani che hanno scelto di tornare in patria, mantenendo tale numero costante negli anni successivi. Questo aumento è stato alimentato non solo dalle agevolazioni fiscali del DL 34/2019 (il decreto cosiddetto “rientro dei cervelli, ormai praticamente dismesso, ndr), che hanno reso l’Italia una destinazione fiscale attraente per i "cervelli in fuga", ma anche da una rinnovata volontà di contribuire allo sviluppo del proprio Paese, e di trovare un equilibrio tra vita professionale e personale in un contesto più familiare.

Uno degli aspetti più interessanti di questo fenomeno riguarda l'ecosistema che si è sviluppato in Italia negli ultimi anni. Emilia Garito, ora membro dell’European Innovation Council (EIC), sottolineò come il ritorno di professionisti e imprenditori italiani stesse avendo un impatto positivo su vari settori, tra cui fotonica, intelligenza artificiale, le varie scienze dei nuovi materiali e l’elettronica. Tuttavia, Garito ha sempre messo in guardia sul fatto che attrarre talenti non sarebbe bastato: sarebbe infatti stato necessario creare un ecosistema capace di supportarli e di farli rimanere. In altre parole, per capitalizzare davvero su questo ritorno, l’Italia avrebbe doveva investire in un contesto economico e produttivo che non solo accogliesse, ma anche trattenesse i suoi talenti.

Due esempi di successo, a vari livelli, in questo senso sono rappresentati da Miglioricasinoonlineadm.com e Satispay.

●Il primo, un sito web nato dalla passione (e dal lavoro) di Tommaso Gangemi, amministratore ed Editor in Chief del progetto, che dopo oltre un decennio negli USA e le ossa fatte sul campo all’interno dei casinò online di Las Vegas e Atlantic City, ha scelto di “giocare in casa” e continuare a parlare e vivere della sua passione, i casinò online, tramite il suo portale dove parla dei migliori casinò regolamentati, questa volta italiani.

●La seconda, una startup italiana nel settore dei pagamenti digitali, che ha saputo crescere e attirare talenti internazionali, tra cui molti italiani di ritorno; fondata nel 2013, Satispay è diventata un unicorno alla fine del 2022, un risultato che le ha permesso di competere a livello globale. Il CEO, Alberto Dalmasso, ha enfatizzato l’importanza di creare un ambiente lavorativo che favorisca un equilibrio tra lavoro e vita privata, un tema sempre più sentito soprattutto dopo la pandemia. Satispay ha investito in servizi di welfare aziendale per sopperire alle carenze del sistema nazionale, rendendo così più attrattivo il ritorno in Italia per molti professionisti che avevano lasciato il Paese in cerca di opportunità migliori.

Ma il rientro in patria non riguarda solo giovani professionisti in cerca di migliori condizioni di vita e lavoro. Molti italiani che avevano scelto di stabilirsi all’estero anni fa, spesso per motivi familiari o per seguire una carriera, stanno rivalutando la decisione di rimanere lontani. F.B., un professionista nell’ambito IT che ha vissuto quasi dieci a Londra, è stato intervistato dalle nostre penne (e preferisce mantenere l’anonimato poiché il suo team in UK è interamente italiano e sarebbe facilmente rintracciabile) sta seriamente considerando l’idea di tornare in Italia, ma sente di star combattendo una battaglia persa da quando anche l’agevolazione fiscale che l’avrebbe visto protagonista nel nostro paese sembra esser venuta meno. Nonostante Londra resti un centro nevralgico per l’economia tech europea, le incertezze legate alla Brexit, al post-Covid e alla situazione economica generale stanno spingendo molti, come lui, a riconsiderare i benefici di vivere in Italia, soprattutto in termini di qualità della vita e valori sociali.

Il ritorno in patria, tuttavia, non è privo di sfide. Sebbene il numero di italiani che rientrano dall’estero sia aumentato significativamente, il saldo netto tra chi parte e chi ritorna resta negativo, seppur in calo rispetto agli anni precedenti. Il rapporto della Fondazione Migrantes evidenzia come, nel 2021, 75.000 italiani siano rientrati, mentre 94.000 hanno lasciato il Paese, dimostrando che la "fuga dei cervelli" è un fenomeno ancora presente, anche se attenuato.

Uno degli aspetti cruciali che continua a influenzare le scelte di chi decide di rientrare è il gap salariale tra l’Italia e il resto d’Europa. I dati di Almalaurea mostrano come un laureato italiano, a cinque anni dalla laurea, guadagni in media significativamente meno rispetto ai suoi omologhi europei, una disparità che rende difficile attrarre e trattenere talenti. Anche se le agevolazioni fiscali hanno contribuito a ridurre questa differenza, il divario resta un problema strutturale che necessita di soluzioni a lungo termine.

Parallelamente, il Sud Italia, tradizionalmente percepito come una zona economicamente arretrata, sta vivendo un risveglio in termini di imprenditorialità e innovazione. Regioni come la Campania stanno emergendo come hub di startup, con numeri che competono con quelli delle regioni più sviluppate del Nord. Napoli, in particolare, si è affermata come la terza città italiana per concentrazione di imprese innovative, grazie anche alla presenza di numerose università e a un ecosistema che favorisce la ricerca e lo sviluppo. Questo fermento imprenditoriale nel Mezzogiorno potrebbe rappresentare una leva fondamentale per trattenere i giovani laureati e, allo stesso tempo, attrarre talenti dall'estero.

Che fine ha fatto il rientro dei cervelli?

Il richiamo delle agevolazioni fiscali, in particolare i maxi sconti sulle tasse, ha quindi attirato l’attenzione di un numero significativo di contribuenti, sebbene ancora esiguo in termini percentuali rispetto al totale. Secondo i dati più recenti, relativi alle dichiarazioni dei redditi del 2022, sono stati circa 37.200 i soggetti ad aver beneficiato di questi regimi agevolati. Pur rappresentando solo lo 0,08% dei contribuenti complessivi, questa cifra segna una crescita notevole rispetto agli anni precedenti, con un aumento di oltre quattro volte rispetto ai dati del 2018 e un incremento del 55% rispetto al 2021.

L'introduzione di regimi fiscali su misura ha avuto come obiettivo quello di attrarre talenti e contribuenti con elevata capacità di spesa, creando opportunità per un ristretto gruppo di persone. Tuttavia, queste agevolazioni non sono passate inosservate, soprattutto per le disparità che hanno creato all'interno del sistema fiscale italiano. Da un lato, le agevolazioni hanno cercato di rendere l’Italia più competitiva nell’attirare cervelli e capitali, ma dall’altro hanno sollevato questioni riguardo all’equità del sistema, dato che i benefici si concentrano su una minoranza senza offrire un sollievo significativo alla maggior parte dei contribuenti.

Negli ultimi tempi, questo squilibrio è diventato sempre più evidente, tanto che il Governo ha deciso di intervenire con due provvedimenti significativi. Il primo è stato il decreto internazionalizzazione (Dlgs 209/2023), che ha riformato in senso più restrittivo i criteri per accedere ai regimi premiali, in particolare quello degli impatriati, nato con l’intento di riportare in Italia talenti e professionisti qualificati. Le modifiche introdotte hanno limitato l’accesso e ridotto i vantaggi fiscali, accorciando anche la durata del regime.

Successivamente, il decreto Omnibus (Dl 113/2024), entrato in vigore poco prima della pausa estiva, ha raddoppiato la tassa piatta sui redditi prodotti all’estero per i cosiddetti “Paperoni” che decidono di trasferire la loro residenza in Italia. La tassa è passata da 100mila a 200mila euro all’anno, con la nuova normativa che si applica ai trasferimenti di residenza avvenuti dopo il 10 agosto 2024. Questo intervento si inserisce in un contesto più ampio di revisione dei regimi agevolati, con l’obiettivo di bilanciare meglio i benefici concessi e le esigenze di equità fiscale.

Oltre ai cambiamenti normativi, è importante considerare le ricadute effettive di questi regimi sul sistema Italia. Ad esempio, l’agevolazione fiscale destinata a docenti e ricercatori ha coinvolto oltre 3.300 lavoratori, con un reddito medio lordo di circa 56.492 euro. Il regime degli impatriati, invece, ha beneficiato oltre 32.600 lavoratori dipendenti, con un reddito medio di 114.501 euro. Tuttavia, accanto ai benefici, sono emersi anche diversi casi di elusione fiscale che hanno contribuito a spingere il governo a rivedere le norme.

Particolare attenzione è stata riservata ai redditi elevati, come quelli degli sportivi professionisti, che hanno sfruttato il regime degli impatriati per ridurre il loro carico fiscale. Nel 2023, infatti, erano 484 i professionisti sportivi che avevano dichiarato redditi sotto questo regime agevolato. Sebbene sulla carta il regime fosse pensato per attrarre professionalità con alta capacità di spesa e competenze elevate, i risultati reali in termini di ricadute economiche e sociali restano oggetto di discussione.

Considerazioni

In conclusione, l’Italia si trova in una fase cruciale in cui deve consolidare i risultati ottenuti finora, trasformando il rientro dei "cervelli" in un'opportunità di crescita sostenibile. Questo richiede non solo interventi fiscali mirati, ma anche una visione strategica di lungo termine che includa investimenti in settori chiave, la creazione di un contesto lavorativo attrattivo e il rafforzamento del welfare. Solo così il Paese potrà invertire definitivamente la tendenza alla fuga dei talenti, trasformando il ritorno a casa in una scelta non solo di cuore, ma anche di convenienza e opportunità.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Oknoplast_HST Motion Frangisole filo

Milano, 15 gennaio 2025 – Oknoplast, con le sue soluzioni all'avanguardia, ha contribuito a trasformare una residenza privata di 220mq, in un'oasi moderna e funzionale, dove la luce naturale entra dalle finestre senza ostacoli e ogni angolo è pensato per garantire massimo benessere ed efficienza. Un perfetto equilibrio tra estetica e performance, dove l’ambiente domestico si fonde con quello esterno in un dialogo continuo.

Pura innovazione, praticità e design minimalista sono stati gli ingredienti chiave di questa nuova costruzione. L’obiettivo era quello di creare una continuità tra gli spazi interni ed esterni, con ambienti che si espandono verso il verde circostante. La scelta di soluzioni senza barriere architettoniche favorisce l'ingresso della luce naturale e offre una connessione perfetta con il paesaggio. Il progetto si sviluppa su un unico piano per rendere gli spazi pratici e fluidi, amplificando la sensazione di continuità tra gli ambienti. I grandi spazi esterni si integrano con il living, aprendo la casa verso il giardino con soluzioni innovative come la vetrata scorrevole HST Motion di Oknoplast che unisce soggiorno e sala da pranzo.

Lo scorrevole HST Motion di Oknoplast della zona giorno è il vero protagonista di questa trasformazione. La sua soglia a pavimento elimina qualsiasi ostacolo visivo, massimizzando ulteriormente lo spazio a disposizione per un effetto panoramico. La sua apertura è leggera e fluida, adatta per essere movimentata senza alcuno sforzo e il profilo in classe A e A+ (con triplo vetro) garantiscono elevati standard di isolamento termico (Uw fino a 0,77 W/m2k) e acustico, oltre a un’efficace protezione dalle intrusioni.

La finestra Prismatic Evolution , con la sua terza guarnizione di serie, è stata scelta per l'ampia possibilità di personalizzazione a livello di colori e per le eccellenti performance di isolamento (Uw fino a 0,78 W/m2k), proteggendo gli ambienti dagli sbalzi termici, che in un’abitazione di così ampie dimensioni incidono in modo significativi sull’efficienza energetica e sui relativi costi. I profili ultra slim brevettati di questo serramento permettono di massimizzare l’ingresso di luce naturale grazie a un design funzionale ed esteticamente accattivante, caratterizzato da una perfetta simmetria data dal nodo centrale ridotto e dalla maniglia posizionata perfettamente al centro. Ulteriore dettaglio di design sono i frangisole a lamelle con filo, che regolano l'ingresso di luce soprattutto nei periodi più caldi, in modo discreto, nel pieno rispetto di un’estetica minimal. La loro struttura in alluminio, leggera e resistente, risulta essere una soluzione pratica, efficace e sostenibile per isolare ulteriormente l’abitazione.

A completare l’ingresso della casa, il portoncino in alluminio Groove della linea Tenvis. Questo modello in particolare sfrutta un sapiente gioco di segmenti lineari per ottenere interessanti effetti visivi, offrendo un tocco di eleganza contemporanea oltre all’elevata sicurezza, con tre punti di chiusura che assicurano la massima protezione.

Le soluzioni Oknoplast sono state decisive per rispondere alle esigenze estetiche e funzionali del committente, che cercava infissi moderni, ma anche soluzioni altamente performanti. Questo progetto dimostra come l'integrazione tra design, efficienza energetica e un forte legame con la natura possa creare ambienti dove il benessere quotidiano e l’esperienza sensoriale si uniscono, dove ogni dettaglio è studiato per rendere la casa un luogo di armonia, comfort e bellezza.

PER INFORMAZIONI OKNOPLAST T. 0549 905424 oknoplast.it

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Fabio Giargia Nominato Nuovo Procurement & Planning...

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Fabio Giargia Procurement  Planning Director  Paglieri

Il manager guiderà le strategie di approvvigionamento e pianificazione dell’azienda piemontese

Alessandria, 15 gennaio 2025 – Fabio Giargia, classe 1980, è stato nominato nuovo Procurement & Planning Director di Paglieri , azienda piemontese leader di mercato nella produzione di prodotti per la cura del corpo , del bucato e della casa .

Giargia porta in Paglieri un’esperienza ventennale maturata in contesti distributivi e industriali di primo piano, con competenze consolidate nella gestione della supply chain , nella negoziazione strategica e nell’ottimizzazione dei processi aziendali. Durante la sua carriera, ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità, evidenziando forti capacità di leadership e ottenendo risultati significativi.

“Siamo lieti di annunciare la nomina di Fabio Giargia come nuovo Procurement & Planning Director di Paglieri,” dichiara Francesco Luiso , General Manager di Paglieri S.p.A. “La sua esperienza nella gestione di processi complessi e conoscenza delle dinamiche negoziali e di approvvigionamento saranno determinanti per rafforzare e supportare i piani di sviluppo aziendali. Il suo ingresso rappresenta un’ulteriore conferma del nostro impegno per rafforzare le competenze e la nostra struttura organizzativa, elementi cardine di Paglieri.”

“Sono orgoglioso di entrare a far parte di Paglieri, un’azienda d’eccellenza che rappresenta da sempre un punto di riferimento del Made in Italy,” afferma Fabio Giargia , Procurement & Planning Director di Paglieri S.p.A. “La mia lunga esperienza, maturata in contesti distributivi ed industriali, sarà messa con grande entusiasmo al servizio dell’organizzazione per il suo rafforzamento in vista degli importanti piani di sviluppo che ci attendono. Una nuova appassionante avventura in un contesto industriale all’avanguardia, che al contempo mantiene al centro le persone e il loro benessere.”

PAGLIERI SpA nasce nel 1807 ad Alessandria grazie alla maestria di Lodovico Paglieri. Oggi l’Azienda è leader di mercato nella produzione di prodotti per la cura del corpo, del bucato e della casa, tutti caratterizzati da un approfondito studio e sviluppo del profumo. Con i suoi oltre 200 anni di storia è simbolo d’imprenditorialità italiana in oltre 50 Paesi nel mondo. Creatrice del brand Felce Azzurra, ha continuato il suo percorso sviluppando nuovi marchi per esigenze specifiche. Nel ramo personal care, Paglieri è proprietaria dei marchi Felce Azzurra Bio, - una gamma per chi è particolarmente attento all’ambiente, Cléo – una linea appositamente concepita per la cura quotidiana del corpo femminile, Labrosan – burri di cacao per la cura delle labbra e SapoNello – la linea che si prende cura della pelle delicata dei più piccoli. Nel ramo home & fabric care Felce Azzurra il Bianco e Mon Amour – ammorbidenti, detersivi e additivi per un bucato protetto e profumato e Aria di Casa, una linea completa di profumatori per ogni stanza della casa. Oltre ai brand di proprietà, il Gruppo Paglieri fonda nel 2001 Selectiva Spa, che per prima porta il concetto del gourmand in profumeria declinato in bagni, creme corpo e profumi con i marchi Aquolina e Pink Sugar.

MSL ITALIA - Ufficio stampa PAGLIERI Spa

Laura Piovesan - laura.piovesan@mslgroup.com - 335 739 0159

Marco Rivetta - marco.rivetta.ext@mslgroup.com - 02 773 36280

Simone D’Onofrio – simone.donofrio@mslgroup.com – 340 533 9624

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Lezioni private, quando gli studenti diventano tutor: 1...

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Lezioni private, quando gli studenti diventano tutor: 1 universitario su 5 le impartisce per mantenersi. L'indagine di Ripetizioni.it

Torino, 14/01/2025 - Le ripetizioni private sono tra i lavoretti da studenti più diffusi: si inizia quasi per gioco ma per alcuni può diventare un’attività di rilievo. Gli alunni delle superiori - coinvolto circa 1 su 10 - si specializzano soprattutto nelle materie scientifiche, gli universitari in quelle umanistiche. Come trovano i “clienti”? Tramite il passaparola e le piattaforme specializzate.

Si può essere studente e insegnante nello stesso momento? Assolutamente sì: magia delle ripetizioni private. Sono tanti, infatti, i giovani che proprio mentre vestono i panni del discente - a scuola come all’università - si adoperano per “aiutare” altri colleghi in difficoltà a fronte di un compenso.

Un lavoretto che, soprattutto per i più grandi, può diventare un vero e proprio aiuto finanziario: basti pensare che, in Italia, se in media uno studente-tutor si porta a casa oltre 200 euro al mese, il 5% di loro riesce a superare anche la quota dei fatidici 1.000 euro.

Si inizia già alle superiori. Qui circa 1 su 10 tiene (o ha tenuto in passato) lezioni private nelle materie in cui va più forte. E tra chi insegue l’obiettivo laurea la quota raddoppia, coinvolgendo 2 studenti su 10, che nella metà dei casi proseguono quanto iniziato sin dai banchi di scuola.

A delineare questo scenario, che osserva da un punto di vista inedito la figura del docente personale, è una ricerca condotta da Ripetizioni.it - portale di riferimento in Italia per le lezioni private e il supporto allo studio - raccogliendo le testimonianze di oltre 3.500 giovani, tra alunni della scuola secondaria superiore e iscritti all’università. Mostrando, tra le altre cose, quanto sia grande il potenziale di questo mercato. Visto che, oltre ai docenti in erba già “attivi”, molti altri si mostrano perlomeno incuriositi: circa 1 intervistato su 3 vorrebbe provare a fare ripetizioni ma non ha ancora trovato l’occasione giusta.

Ma come si organizzano gli studenti per riuscire a sdoppiarsi? Le modalità di svolgimento del “tutoraggio”, la clientela e i contenuti delle lezioni cambiano a seconda del livello formativo in cui ci si trova. Per quanto riguarda, ad esempio, i momenti dell’anno in cui si è operativi: alle superiori la platea si divide equamente tra chi fa ripetizioni solo durante i periodi di lezione (34%), chi le tiene solamente quando ci sono pause e vacanze (32%) e chi lo fa continuativamente (34%); la maggior parte degli universitari (46%) è, invece, disponibile lungo tutti i dodici mesi.

Che i ragazzi più adulti siano quelli che affrontano l’impegno con un approccio più strutturato lo si capisce anche da un altro dettaglio: la quantità di studenti “gestiti” nello stesso momento. Mentre tra gli “scolari” si preferisce affiancare un alunno per volta (così per il 60%), tra gli “accademici” è elevata la quota di chi ne riesce a supportate anche due in parallelo (41%) che di fatto si allinea a quella di chi lavora in esclusiva (44%).

Un ulteriore elemento di differenziazione tra studenti di scuola e universitari è rappresentato dalle materie in cui si specializzano in qualità di “insegnante”. Tra i più giovani, la forte richiesta di ripetizioni in discipline scientifiche ha prodotto soprattutto tutor di matematica, fisica, chimica e similari: quasi un terzo (31%) opera in questo settore. E solo in subordine in area umanistica: è circa un quinto (21%) a prestare una mano in italiano. Mentre al terzo posto - con il 16% delle candidature - ci sono i docenti junior di una o più lingue straniere. Minoritaria la proposta nelle lingue classiche (10%) o in storia, geografia, filosofia (10%). Che hanno la stessa diffusione dell’aiuto compiti (9%).

Se, invece, il tutor-studente è iscritto a un corso di laurea, ci sono alte probabilità che fornisca supporto in materie umanistiche (italiano, lingue classiche, storia, filosofia, ecc.): è il focus del 40% del campione di riferimento. Ma, tra gli universitari, è comunque facile trovare pure un insegnante in area STEM (matematica e dintorni): a offrire questa tipologia di ripetizioni è oltre un terzo dei “docenti” (34%). Gradino più basso del podio, anche qui, per le lingue straniere: specialità del 17%. Mentre il 7% si è orientato sulle discipline più tecniche - come economia, diritto e quant’altro - che magari sono le stesse che caratterizzano il proprio percorso di studi.

Quello che accomuna i due gruppi di insegnanti è l’utenza a cui si rivolgono. In cima alla lista ci sono gli alunni praticamente prossimi al diploma di Maturità. Quasi la metà degli studenti delle superiori (47%) fa ripetizioni ad alunni di tutte le età, compresi quelli della secondaria superiore; l’altra metà si concentra sui più piccoli, delle elementari (24%) o delle medie (23%); il 6% si rivolge a entrambe le ultime due categorie. Tra gli universitari, altresì, è il 33% a preferire ragazze e ragazzi delle superiori, il 17% punta sulle elementari, il 22% sulle medie, il 24% accetta un po’ di tutto, il 6% si dedica ad aiutare altri “accademici”.

Un discorso simile si può fare anche riguardo ai canali attraverso cui ci si promuove come tutor: il passaparola resta la via maestra, scelta da circa 6 su 10, sia per gli studenti di scuola sia per chi è all’università. Vanno però sempre più considerate le piattaforme specializzate nel far incontrare domanda e offerta di lezioni private. Come, ad esempio, Ripetizioni.it. Queste vengono scelte come vetrina da quasi 1 candidato su 10. Su tali piattaforme, infatti, è possibile candidarsi facilmente come tutor per dare lezioni private , semplicemente cliccando su un pulsante. Dopo un rapido processo di verifica dell’identità e del curriculum, si può immediatamente iniziare a proporsi al mercato.


“Le ripetizioni private sono quei 'lavoretti' spesso dati per scontati nell'immaginario collettivo, quando in realtà rappresentano una straordinaria opportunità per acquisire soft skills che poi saranno fondamentali nel mondo del lavoro, dall'orientamento al servizio al problem solving passando per la leadership e la capacità di lavorare in un team come quello docente-discente. In più, permettono agli studenti di accedere a un'attività lavorativa flessibile e gratificante, che si può coniugare con le proprie esigenze accademiche o scolastiche. Ed è per questo che continua ad essere una pratica molto diffusa. Anche in questo settore, inoltre, la digitalizzazione dei servizi come quella offerta da Ripetizioni.it abbatte le barriere un tempo esistenti: oggi chi vuole iniziare da zero non deve andare in giro a tappezzare le bacheche di quartiere, bastano pochi click per connettersi con studenti e famiglie in tutta Italia, risolvendo due problemi", così Marco Sbardella, founder e Chief of Marketing & Business Development di Ripetizioni.it.

Contatti
marketing@skuola.net

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