Gli altri 19 Stati membri sono rappresentati a livello di sottosegretari o di funzionari
Il boicottaggio di molti Paesi Ue nei confronti della presidenza di turno ungherese è riuscito. Nel prospetto distribuito stamani nella sala stampa del centro congressi Bàlna, sulle rive del Danubio, dove si riuniscono l'Eurogruppo e l'Ecofin informale, tradizionale appuntamento di settembre per i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali, sono elencati solo otto ministri, meno di un terzo del totale.
Gli altri 19 Stati membri sono rappresentati a livello di sottosegretari o di funzionari. Gli otto Paesi presenti a livello di ministri sono Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Italia, Lussemburgo, Malta, Slovacchia e Slovenia. Il boicottaggio è stato deciso a causa delle iniziative unilaterali in politica estera assunte dal premier ungherese Viktor Orban all'inizio della presidenza del Consiglio Ue.
Oltre agli otto ministri attesi, è presente anche il padrone di casa, il ministro ungherese Mihaly Varga, che non fa parte dell'Eurogruppo. Con Varga, il conto sale a 9 ministri: il ministro ungherese, tuttavia, non ha confermato il numero dei colleghi attesi alle riunioni di oggi, quindi il conteggio non è ancora definitivo.
Al boicottaggio operato dalla maggior parte degli altri Paesi membri, si aggiunge una marcata rigidità dell'organizzazione ungherese. Chi ha chiesto l'accredito stampa fuori tempo massimo, cosa abbastanza normale se le procedure vengono aperte in pieno agosto, si è visto rifiutare la 'late accreditation', che è prassi negli informali, specie in quelli che si tengono dopo la pausa estiva. E' interesse della presidenza, in genere, avere la copertura mediatica più ampia possibile degli eventi che organizza. E la presenza della stampa oggi a Budapest, vista l'assenza di numerosi ministri, è decisamente ridotta.
Varga: "Eurogruppo/Ecofin saranno un successo"
Varga, arrivando al centro congressi Bàlna, ha detto che "ci sono le condizioni per riunioni di successo", malgrado la scarsa presenza di ministri delle Finanze Ue prevista oggi nella capitale magiara. A chi gli chiedeva se fosse deluso per la scarsa affluenza prevista di colleghi risponde: "Non sono deluso: ogni Paese prende le proprie decisioni in merito al livello di rappresentanza ed è libero di decidere quale sia la persona adatta" a rappresentarlo all'Eurogruppo e all'Ecofin informale. Varga non ha confermato il numero di ministri atteso, nove su 27 (incluso lui): "Vedremo", si è limitato a dire, senza rispondere a ulteriori domande sul punto.
Esteri
Corea del Nord testa nuovo missile: testata gigante da 4,5...
Il leader Kim Jong Un ha supervisionato il lancio
La Corea del Nord continua con i suoi test missilistici, e pochi giorni dopo aver annunciato di voler ampliare il suo arsenale di armi nucleari, Pyongyang ha testato con successo un nuovo missile balistico in grado di trasportare una "testata convenzionale di dimensioni particolarmente grandi". A riferirne sono stati i media statali
Citando l'Autorità missilistica del Paese, l'agenzia di stampa Kcna ha parlato di un test che si è svolto come previsto, e specificato che Kim Jong Un ha supervisionato il lancio ed espresso grande soddisfazione. "Il missile balistico tattico di nuovo tipo è stato dotato di una testata convenzionale di 4,5 tonnellate", ha riferito l'agenzia.
Il test mirava a verificare "l'accuratezza del lancio a medio raggio di 320 km e la potenza esplosiva della testata". Lo stesso tipo di missile era stato testato a luglio, secondo Pyongyang. Ieri, l'esercito della Corea del Sud aveva reso noto che il Nord aveva lanciato diversi missili balistici a corto raggio.
Kim avverte: "Amplieremo arsenale armi nucleari"
in occasione del 76mo anniversario della fondazione del regime.
"Stiamo portando avanti perfettamente la politica di costruzione delle forze armate nucleari attraverso l'aumento del numero di armi nucleari secondo una progressione geometrica", ha dichiarato Kim Jong un, citato dall'agenzia di stampa statale KCNA, nel corso di un incontro con alti funzionari del partito e del governo, accusando poi non meglio precisate forze 'ostili' di voler attaccare la Corea del Nord con armi nucleari.
La 'partnership strategica globale' con la Russia
Russia e Corea del Nord continueranno a rafforzare la loro partnership strategica globale, che è in linea con il percorso per garantire sicurezza e stabilità nella penisola coreana e nell'Asia nord-orientale. Lo ha affermato - ha scritto ieri l'agenzia nordcoreana Kcna - il presidente russo Vladimir Putin nel telegramma di congratulazioni al leader nordcoreano Kim Jong Un in occasione dell'anniversario della fondazione.
"Le relazioni tra i nostri Paesi, basate su eccellenti tradizioni di amicizia e buon vicinato, sono ad alto livello: ciò è stato pienamente confermato dai nostri recenti negoziati costruttivi e sostanziali a Pyongyang", ha aggiunto Putin. "Sono certo che, con sforzi congiunti, continueremo a rafforzare gradualmente la partnership strategica globale tra Russia e Corea del Nord. Questo, senza dubbio, soddisfa gli interessi fondamentali dei nostri popoli ed è in linea con il percorso per garantire sicurezza e stabilità nella penisola coreana e nella regione dell'Asia nord-orientale in generale".
Esteri
Mo: ex funzionario Mossad, ‘Israele si prepari a...
Israele deve prepararsi alla rappresaglia di Hezbollah: lo ha dichiarato l'ex vice capo del Mossad Ram Ben Barak, esortando Israele a restare vigile nei confronti del movimento islamista libanese.
Anche se è stato colpito - ha affermato l'ex funzionario alla radio israeliana - il gruppo può ancora lanciare un attacco in un breve lasso di tempo. "Dobbiamo liberarci dall'euforia e prepararci per un grande evento nel nord".
Esteri
Ucraina, attacco-terremoto: distrutto arsenale Russia, cosa...
Oltre 100 droni colpiscono un deposito di munizioni, armi e missili: colpo durissimo per Mosca
Un attacco paragonabile a un terremoto per cambiare la guerra. L'Ucraina sferra un colpo durissimo alla Russia, con un'offensiva che rischia di condizionare le strategie di Mosca nel conflitto. Un'ondata di oltre 100 droni lanciata da Kiev, supera il confine e arriva nell'area di Toropets, a quasi 500 km dalla capitale ucraina, e riduce in cenere uno dei principali depositi di munizioni e missili del ministero della Difesa russo.
Le esplosioni in serie producono un effetto tale da 'svegliare' i sismografi, che si attivano come se si fosse verificato un terremoto. Gli incendi si diffondono per un'area larga oltre 6 km nella regione di Tver, tra gli 11mila civili che vivono nell'area sono molti quelli chiamati ad abbandonare la propria abitazione.
Armi e missili in fumo
Andriy Kovalenko, a capo del centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev, delinea la portata dell'azione ucraina: nei depositi, capaci di contenere armi e munizioni per centinaia di tonnellate, si trovavano missili S-300, S-400, sistemi Grad, Iskander e i Kn24 nordcoreani. Probabilmente, nelle strutture erano stoccate anche 'bombe plananti', che negli ultimi mesi hanno colpito obiettivi militari e civili.
L'arsenale colpito è una delle due strutture presenti nell'area. L'altra, già nei mesi scorsi, era stata colpita dai droni di Kiev. Il deposito di missili e munizioni era stato costruito a Toropets nel 2018 ed era stato presentato come una struttura di massima sicurezza.
I media ucraini attribuiscono i meriti ai servizi di sicurezza di Kiev, all'intelligence della Difesa e alle Forze speciali. L'attacco viene ampiamente discusso nei canali Telegram dei cosiddetti mil-blogger russi, esperti che monitorano il conflitto e spesso forniscono informazioni che non vengono ufficialmente diffuse. Il danno subito dalle forze armate russe, scrive in particolare Anastasia Kashevarova, è notevole: "Dopo 3 anni di operazione speciale siamo ancora a questo livello di idiozia".
Kiev ha usato droni o missili?
Ci si interroga sui mezzi utilizzati da Kiev: possibile che i droni siano riusciti a infliggere danni di portata così pesante? I depositi sono stati colpiti da missili a lungo raggio? Le domande si inseriscono nel dibattito di queste ultime settimane, caratterizzate dal pressing di Kiev per ottenere l'autorizzazione ad utilizzare i missili a lungo raggio - gli Atacms americani e gli Storm Shadwo anglofrancesi - contro obiettivi militari russi: basi e, appunto, depositi di armi.
La Russia, in ogni caso, continua a disporre di una macchina bellica capace di produrre ogni mese 42-56 missili balistici, 90-115 missili a lungo raggio e 500 droni, secondo le stime diffuse da Forbes.